Monthly Archives: agosto 2008

…che dieci di Vino da Burde?

La parte prima dei puntini di sospensione sta qua. Mi scuso con i miei 25 lettori che ho aggiornato nella scorsa settimana più di rado questo blog ma ho approfittato dell’occasione di poter scorrazzare liberamente us KelaBlu offertami da Massimo…e mi sono un pò sbizzarrito, diciamo…spero di non aver fatto troppi danni!

luciperca stellaPer i pigri che non si sono spostati di là (che vi siete persi…) ecco i link ai post, in ordine di preferenza di pubblico…

Storia (triste) di una lucioperca e della sua Stella Salsa d’Anguilla Michelin

Una cena a lume di candela no, eh?
Domande scottanti

Playboy cambia la vostra idea di atleta tedesca, Feinschmecker quella della cucina germanica
cose buone dal mondo crucco

100% Sangiovese
Kein Brunello, wir Lieben Dolce vita

twilight abbinamneto vino vampiro

E ora abbinami questo vampiro
Avvinamenti obbligatori


Come ricevere da Wine Spectator un premio alla vostra cantina (anche se non avete un ristorante)
Tutti sommelier

mamma mia abba
Le bollicine di Meryl Streep e Pierce Brosnan: un Brut greco per gli ABBA
Per Ottobre prepariamoci al peggio

stati allucinanzioneSshh non fate rumore…che Kela dorme
Stati di allucinazione

cecchini dario bistecca

Ma perchè ce l’hanno tutti contro noi toscani?
La carne sequestrata a Cecchini

Riesling Kriedrich Gräfenberg 2005 Robert Weil Rheingau : la pesca e il miele e non solo

kriedrich graefenberg Eccoci a descrivere un vino, anzi no, per fortuna qui si può dire che vi descrivo un terroir… Il nome infatti del vigneto Gräfenberg nel comune di Kriedrich, Rheingau nella Grosslage è da sempre stato legato ai profumi netti e sicuri di pesca e miele che è sempre riuscito ad esprimere nei vini di chi si è cimentato qui a farli. E qui si fa vino documentato almeno dal 1700 e nonostante la legge tedesca del 1999 che ha portato questa Einzellage a oltre 50 ettari in realtà il vero Gräfenberg non va oltre i 17,6 ettari. E ha appunto la nomea leggendaria di produrre vini che sanno di pesca e miele..

Chi ha viaggiato un minimo per i vigneti tedeschi sa che in pochi altri posti come qui il terroir porta nel vino cambiamenti così drastici e a volte drammatici che la delimitazione dei terreni è fondamentale. E che sul serio si possono (con l’esperienza) riconoscere i vigneti dal loro odore caratteristico. Nel Rheingau poi dove la legislazione e i produttori si sono maggiormente impegnati per innalzare e tutelare la grandezza dei grand cru (appunto Erstes Gewachs) i risultati sono stati straordinari. Quando poi capita un’annata come il 2005 (simile in passato solo al 1971, 1953 e 1921) allora bisogna solo correre a comprarne una bottiglia (o sperare che nell’ipermercato se ne siano dimenticati in fondo allo scaffale di una bottiglia come è successo a me, pagandola 25 euro, tipo “sa, non è proprio l’ultima annata”, “non si preoccupi, mi va bene lo stesso” con ghigno innocente). Il giallo è poco più di paglierino con riflessi ancora verdolini iridescenti vibranti. Nel bicchiere si muove con molta calma e decisione, corpo ed estratto non mancano di sicuro… Al naso si è per forza condizionati ma quando  per la prima volta l’annusi l’incanto dolce del miele e della pesca croccante sono quasi scioccanti da quanto sono vivi e reali. Però i libri non dicono che oltre alla pesca e al miele, di per sè quasi stucchevoli, c’è intorno tutta una struggente mineralità soffusa che si affaccia in punta di piedi sulla scena fino a dominarla completamente dopo qualche minuto. Ma non siamo sulla Mosella , non c’è l’aggressiva mineralità da pietra focaia, qui è un leggero fumè soave un pò gessoso cosparso però di un floreale ricchissimo e intrigante. Biancospino, tiglio, ribes bianco invadono la scena escludendo alcune delle forme più calde e tropicali del Riesling, ma sinceramente non ne se ne sente la mancanza.

In bocca è caldo e fresco, ancora leggermente duro ma di una persistenza enorme e indefinita che ti lascia il minerale e la spezia (si ci sente anche del pepe rosa e un pò di peperoncino) in bocca per dei minuti. E ritorna il miele quasi sapido e la pesca in fiore a chiudere un palato davvero poco dimenticabile.

Si ok,  non siamo sui classici vini tedeschi che vengono via con poco, però ecco qualche eccezione si può fare, no?

Brunello 2003 in Deutschland: trotz der Hitze (e trotz Gaja), c’è qualcosa di buono? e le aziende indagate sono solo 4…

Forse perchè hanno ricevuto la missiva di Gaja prima di noi, forsè perche´qua in Germania il fatto che un italiano violi una regola e´talmente scontato da essere un clichee´abusato ma su WeinGourmet appare (finalmente) una rece dell´annata 2003 del Brunello di Montalcino che pare giunga solo ora sugli scaffali. Jens Prewe, non esattamente l´ultimo arrivato, recencisce i 50 migliori Brunello 2003 esordendo subito dicendo che il caldo si e´fatto sentire con i problemi ormai stranoti della poca maturazione dei tannini, frutta cotta in abbondanza e vini poco equilibrati. Poche parole sulla querelle legale sulle leggi violate da alcune aziende (secondo lui solo 4, Banfi Argiano Antinori e Frescobaldi).

E stupisce vedere comunque Castelgiocondo, Banfi e Argiano recensiti due pagine dopo…che bottiglie gli hanno mandato?!?

Ai Tedeschi dicevo, poco importa di come stiano andando le cose dal punto di vista legale (ma speriamo che presto Winzerblog traduca l´articolo di Monty portato nella blogosfera da Terry di Mondosapore e in Italia da Franco Ziliani) e dal punto di vista qualitativo bocciano decisamente l´annata da 2-3 stelle al massimo e tra i 50 che salvano eccovi i primi 8 con rating 4/5:

  1. Poggio di Sotto
  2. Madonna delle Grazie Il Marroneto (premiato anche a Caserta dai Vini Buoni)
  3. Corte Pavone Loacker (non ditemi che non c´entra il fatto che sia una famiglia altoatesina…)
  4. Siro Pacenti
  5. Tenuta Nuova Casanova di Neri
  6. “La Casa” Caparzo
  7. La Fiorita

Di seguito con 3,5/5 ecco La Fuga, Fuligni, Manachiara di Silvio Nardi, Lisini, La Poderina, Pian DellÓrino, il Marroneto, Valdicava, Argiano, Fanti e Solaria. Sempre buoni ma con rating un pelo sotto (3/5) Banfi, Gianni Brunelli, Renieri di Bossi, Uccelliera e Altesino in mezzo ad altri. Soldera, Biondi Santi, Cerbaiona e Salvioni non hanno inviato campioni (al solito) e un pochino mi dispiace.

Direi che a parte i primi sono stati premiati molti brunelli internazionali e moderni ma non so se essere felice che abbiano deciso di glissare sulla questione regolamentare…Adesso pero´vado in enoteca e controllo che cosa viene importato infatti e´curioso piu´che la classifica vedere la reale reperibilita´di questi vini. In questa classifica di disponibilita´ecco che praticamente Poggio di Sotto si trova solo a Karlsruhe mentre i piu´ubiquitari sono Casanova di Neri (ecco dove va a finire tutto!) Caparzo, Siro Pacenti, Banfi (qui in Germania del NordWest si trova quasi esclusivamente Banfi!), Altesino, Lisini, Frescobaldi e Poggio Antico, senza contare La Poderina e Villa a Tolli che viaggiano (bene) con la catena Jaques Wein Depot.

In enoteca mi confermano che al cliente medio importa davvero poco della questione Brunellopoli visto che in genere ignorano che sia fatto quasi solo da Sangiovese (che per loro in genere sta negli scatoloni da 5 lt con scritto Puglia, vedi su Kela)…e oltretutto sono tranquilli e felici anche quando bevono ettolitri di Spatburgunder (Pinot Nero) ben sapendo che è quasi tutto Dornfelder imbottigliato sotto falso nome (no dai, davvero pensavate che in questo paese potesse crescere tutto ‘sto pinot nero?!?).

In ogni caso, visto che si parla di Brunello di nuovo e del suo disciplinare, la mia posizione attuale è che se è vero quello che dice Monty (e in parte temo lo sarà specie quando parla dell’impossibilità di ottenere buoni vini da certi terroir ilcinesi) allora o si fa come dice Gaja o si muore. E che forse, era meglio chiudere la stalla prima che tutti, ma proprio tutti, i buoi se ne andassero dove loro pareva…

I migliori 50 Riesling 2007 sotto i 15 euro: come mai te lo chiedono tutti?

riesling weinweltNel senso che invariabilmente ogni volta che vengo quaggiù o che torno da quassù la domanda ricorre (e non solo a me lo chiedono…). Però quantomeno è malposta perchè vi assicuro che il difficile qui è trovare Riesling SOPRA i 15 euro. Nel senso che la qualità in Germania sta abbondantemente sotto quella cifra stratoferica. E non stiamo parlando di Egön Muller o Robert Weil o qualche altro Ersten Gewächs che fanno storia a sè (e saranno recensiti a Settembre), qui parliamo di grandissimi vini, molti pure da invecchiare con calma, che regalano soddisfazioni enormi a chi abbia un minimo di voglia di cercare. Non sono il più grande esperto in Italia di Riesling (rivolgeti a Nicola Bonera semmai o Fabio Cimmino) però da quelli che ho bevuto una idea me la sono fatta e con l’aiuto di WeinWelt magazine vi propongo il top dei top degli oltre ottocentodieci Riesling recensiti e valutati nell’ultimo numero in edicola (qua).

Nella classfica assoluta ecco primeggiare un Qba, il 2007 Auf Der Mauer Riesling della Weingut Geheimer Rat von Basserman Jordan dallo Pflalz (basta scrivere Palatinato, please!) con 93 pts (e 14 euro!) a parimerito con il 2007 Königsbacher Ölberg Riesling Qba Trocken della Weingust Christmann (14,5 euro). Un punto sotto (ma vi assicuro sempre eccelso) il primo austriaco ovvero da Kamptal Bründlmayer (che già conoscerete) con il suo  2007 Riesling trocken Zobinger Heiligenstein. Per la categoria shock (per il prezzo) a 90 punti troviamo a 6,7 euro il campione del Rheinhessen da Eckehart Gröhl e il suo 2007 Oppenheimer Sackträger Riesling Spätlese trocken Alte Rebe e a 89 punti sempra dalla “Puglia tedesca” Pfalz il 2007 Riesling Kabinett Trocken Buntsanstein dalla Weingut Borell Diehl e dal Franken, terra d’elezione storica del Sylvaner ma sempre più attraente anche in campo riesling, ecco ad 88 punti (e 5,2 euro) il 2007 Homburger Kallmuth Riesling Kabinett Trocken della Winzergergemeineschaft Franken eG. Dal Mosel Saar Ruwer, ecco il 2007 Trittenheimer Apotheke Jungheld Riesling Spatlese Halbtrocken della Weingut Gastehaus Claes Schmitt Erben e il 2007 Maison Elise Riesling della Weingut Bauer.

Già poi se siete in vena di scorta e vi piacciono i bottiglioni da 1 litro (literwein) e tappo a vite ecco che per 4,1 euro dallo Pflaz potete comprare il 2007 Riesling Qba Trocken da Weingut Wöhrle.

Sono tutti vini estremamente piacevoli, freschi, dinamici, adattissimi alla tavola e rende ancora più difficile da capire come mai i Tedeschi in realtà amano comprarsi i bottiglioni di Muller Thurgau da 2,5 quando a 4,5 si possono comprare queste piccole meraviglie…Ah sì forse questi Riesling sono troppo secchi per loro!

Scusate ma qualcuno di voi si sta ancora svenando per comprarsi i bianchi “d´occasione” delle Graves o della Loira?!? 😉

Friesisches Brauhaus Jever: un sommelier alla ricerca del terroir della Birra

insegna jever pils birraSi lo so che si rischia il linciaggio a parlare di terroir nella birra e che le birre “locali” al mondo d´oggi dove bastano due bustine per trovarsi in casa l´acqua di Burton on Trent o di Dublino pero´quando la birreria esiste da secoli ed e´cosi´profondamente radicata in una terra il discorso vale eccome!

Finalmente riesco a trovare una mezza giornata con i bimbi da oma e opa per tornare in pellegrinaggio a Jever, ridente cittadina della Ostfriesland (“Frisia Orientale”, in Niedersachsen- Bassa Sassonia, la cosa piu´simile che i Tedeschi hanno all´Olanda).

Posso affermare con assoluta certezza e senza ombra di dubbio che questa è la birra che preferisco in assoluto e non mi vergogno neanche a dire che è una “banale” Pils ovvero una delle tipologie piu´classiche e abusate e anche sputtanate del mondo birrofilo, originaria della Repubblica Ceka dalla citta´Pilsen (penso conosciate tutti la mitica Pilsener Urquell). Ho provato commoventi birre belghe dai monaci più disparati e Ale britanniche invecchiate ma qui è una questione di feeling e di sensazioni:  sarà pure che questa birra ha gli stessi colori di mia moglie, ma non riesco a preferigli davvero nessun´altra. jessi birra jever

Ecco dicevo del terroir…siamo in Germania quindi Reinheitsgebot (ovvero birra SOLO con acqua, orzo, luppolo e lievito) e orzo coltivato in loco ovvero in queste sterminate pianure sotto il livello del mare fino quasi sotto l´argine che difende le coste dalle maree. Acqua di una fonte dolcissima e lieve di acqua minerale locale a poche centinaia di metri dalla fabbrica attuale (costruita di fianco a quella storica medioevale), luppolo bavarese e cloni locali di lieviti.

La visita comincia dalla fabbrica storica con il mitico bollitore in uso fino ai primi del 1900,  con attorno tutti gli altri strumenti vintage come il macina malto, il setaccio e altri piu´moderni come il refrigeratore a parete e la pressa per la filtrazione della birra quasi finita, che potete vedere qui. La visita prosegue nelle stanze dell´imbottigliamento, che nel 1900 riuscivano a imbottigliare quasi 800 birre in un’ora e nella vecchia stanza di degustazione, davvero calda e accogliente.

Però l’ oohh di meraviglia viene solo più tardi quando si sale nella parte mission control beermoderna e ultrautomatizzata con la stazione di controllo che pare tanto la stanza di Homer Simpson nella centrale di SpringField e soprattutto il mitico nuovo impianto di lavaggio e riciclo bottiglie e imbottigliamento.

Che ve ne pare di solo 150ml di acqua per lavare una bottiglia e un potenziale di 60000 bottiglie/ora? Io con 150ml di acqua manco mi lavo i denti…

In effetti c’è da rimanere più che abbacinati e i non ho potuto fare a meno di girare un paio di video all’impianto da bravo turista in vacanza.

[youtube]http://www.youtube.com/watch_video?v=uwOQqZgdxB8[/youtube]

E la birra come è? Ecco difficile descriverla ma al naso ti prende subito per il suo profumo floreale freschissimo dove non solo si sentono ginestra, fiori di campo e grano ma anche lo iodio, il mare, il sale della costa e quel profumo particolare che ha solo il Mare del Nord. In bocca ha questo amaro davvero penetrante e avvolgente che la rendono dissentantissima e lunghissima ideale vi dicevo per il pesce grasso e forte di queste parti (aringhe, anguille e simili).

Le altre birre della gamma Jever sono la Lime (ovvero mescolata a della limonata, buona ma se ne può fare a meno), la Light, la zero alcol (definita Sport e in effetti funziona meglio di un Gatorade) e la nuova Dark che ha una pubblicità bellissima ma che insomma è un pò un tradimento dello spirito originario secondo me).

Sono a fare un giro sul Gambero…ci vediamo di là?

E’ successo un pò all’improvviso e Massimo ne ha approfittato per farmi dire di si prendendomi alla sprovvista…quindi ecco che mentre il Bernardi è in vacanza (o crede di esserlo) mi lascia la consolle di Kela per una decina di giorni! Onore e onere al tempo stesso, ma è un’occasione che non potevo lasciarmi sfuggire quindi Vino Da Burde come annunciato resta un pochinen in ferie fino alla prossima settimana mentre se volete seguirmi con le mie elucubrazioni vinose, accomodatevi pure su KelaBlu!

La Germania del vino sotto i 5 euro: lo scaffale del supermercato dei (fortunati?) Tedeschi

Dovendo stare una settimana sul Mare del Nord e dovendo approvigionarmi di vino dal supermercato locale (e per locale intendo Bersensiel e le foto mostrano davvero tutto quanto c´e´da vedere…tramonti bellissimi a parte) mi sono messo in testa di fare una ricerca sul campo di come spendere meno di 5 € in vino e vivere felici, riprendendo una bella rubrica di Lavinium. Premetto che non avendo da piazzare una quantita´di vino enorme come noi italiani, i tedeschi godono in ogni supermercato di una scelta di paesi esteri da cui comprare vino davvero enorme e senza difficolta´ si trovano uno accanto all´altro vini sudafricani, australiani, neozelandesi, greci, rumeni, bulgari e ovviamente italiani e francesi.

La scelta piu´ampia, vini tedeschi a parte, e´proprio per gli italiani con gli immancabili Montepulciano D´Abruzzo (Zonin), Chianti e Chianti Classico, Barbera, Lambrusco (Amabile ovviamente! a 1,70 euro), Valpolicella, Soave, Marsala e Asti. Top price italiano e anche assoluto del negozio su oltre 100 referenze (immaginatevi voi) il Chianti Classico Bello Stento di Triacca da Greve che con i suoi oltre 8 euro faceva la figura del vino per enosnob e infatti in una settimana mi pare che non ne sia andata via nemmeno una bottiglia, peccato perche´come rapporto qualita´prezzo e´davvero notevole.

Ecco dicevo visto questo bendiDio mi butto su roba che da noi non si trova neanche a peso d´oro ed ecco che raccolgo Cape Spring Pinotage 2007 (SudAfrica), un Rosenthaler RotWine Bulgaro da Strumatal (Manastir) che apprendo qui essere un blend di Melnik e Merlot, un rose´rumeno Schwarze Madchentraube (ovvero il vitigno autoctono Feteasca Neagra) 2007 da Husi Vutcani (Moldavia), uno Chenin Blanc Stony Cape (SudAfrica, of course) il mitico Prosecco2GO in lattina Marca Trevigiana IGT, un Moselland Riesling 2006 Qba Bio, un Trollinger Lemberger Württemberg 2007 e un Muller Thurgau Landwein Pfalzer 2007.

Vi risparmio cosa ho cucinato in abbinamento (sempre nel solito supermercato olio d´oliva solo francese o spagnolo e pasta barilla a giorni alterni) e vi descrivo un po´queste perle enologiche:

Sara´stata buona lo zazzeriano spaghetto allo scoglio che avevo fatto ma questo Riesling Qba 2006 della Mosella della grandissima cantina Moselland (qui ritratto su un tovagliolo ricamato a mano in stile Frisiano) era davvero buono con quasi tutti i crismi del vero Riesling del Mosel ovvero naso appuntito e minerale, bella freschezza, corpo discreto, alcol a livelli decenti (12,5%) e persistenza discreta. Finale amarognolo leggero e bocca sapida quanto basta per metterti voglia di berne ancora. E direi che il fatto che non fosse 2007 gli giovava non poco. A 4,49 euro e´di certo un bel bere pero´cé´da tener conto che, a trovarli, alcuni dei migliori Riesling del Moser Saar Ruwer, MittelRhein (il grande Toni Jost) e anche Rheingau vengono via in enoteca intorno ai 10 euro (su Wein Gourmet di questo mese ce né´una selezione interessantissima).

Sempre restando in Germania, evitando come la peste la selva di Portugieser e Dornfelder (davvero ci ho provato tante volte ma vi assicuro che NON ne esistono buoni a nessuna cifra) spiraglio di luce per un gradevolissimo rosso (ma da noi lo definiremmo rosato) dalla regione “rossa” per eccellenza ovvero il Württemberg. Uvaggio di Trollinger (la nostra “Schiava Grossa” e nota pure per aver dato luce al Kerner incrociandosi con il Riesling, con ottimi risultati in Alto Adige) e il Lamberger (altrove noto come Blaufranckisch e Kefrankos, qualcuno dice pure Gamay), probabilmente il miglior vitigno rosso tedesco, capace di dare il buonissimo Lamberger Tafelwein Neckar della Weingut Ernst Dautel , ovviamente dal Württemberg. Tannino quasi optional ma in accenno presente quanto basta, profumi vinosi e di fragola netti e croccanti, bocca pulitissima e quasi piena. Il Lamberger garantisce un corpo discreto e il Trollinger spinge un pö sui profumi a dare un vino onestissimo e appagante, specie sulla grigliatona di wurstel e salsicce. 4,59euro ben spesi (in Toscana ricordo che un rosato buono cosi´vi costa minimo il doppio…).

Ultima sosta in Germania per un discreto ma nulla di piu´Muller Thurgau dal Palatinato Pfalz, un landwein (IGT) del 2007 secco piacevole ma profumi davvero leggeri leggeri e una bocca impalpabile. 2,8 euro per addirittura un litro ma qui forse direi meglio un po´d´acqua gassata (che ovviamente costa piu´o meno la stessa cifra).

La curiosita´mi ha portato ovviamente subito dal vino bulgaro, e dalla Strumatal (Jolianka Na Strumal Sud ovest della Bulgaria, tra Macedonia e Grecia) ecco questo Rosenthaler RotWein, marca ovviamente che suona tedesca ma che e´imbottigliata in Francia a Petersbach (dove ha sede guarda caso il colosso Les Grands Chais de France, titolare di JP Chenet e altri marchi, il piu´grande gruppo vinicolo europeo nonche´titolare dell´etichetta francese piu´venduta al mondo, da noi si trova alla Lidl). Viene via dallo scaffale a 1,75 euro ma in giro si trova anche a 0,99 in offerta. Ecco con tutta la buona volonta´questo era proprio imbevibile! Innanzitutto era dolce (via forse abboccato), alcol quasi nullo, acidita´non pervenuta, non un profumo che sia uno, solo liquido rosso un po´alcolico e un retrogusto di sciroppo di lampone. Mi domando che senso abbia far attraversare l´Europa a questo vino in autocisterne quasi dalla Grecia al Nord della Francia per poi distribuirlo in tutta la Germania a meno di un euro…ecco un motivo per cui forse sarebbe meglio se le autostrade tedesche mettessero il pedaggio almeno ci pensano due volte…

Miglior fortuna per una bella sorpresa dalla Romania: questo Feteasca Neagra 2007 dalla Moldavia (DOC Husi-Vutcani per essere precisi), leggermente abboccato e fresco, mi ha davvero colpito per 3,30 euro. Profumi floreali, fruttato di fragola e ribes, gusto di pompelmo rosa, finale medio, alcol contenuto ma struttura decisa. Degno compare a tavola di una sogliola alla nordica (ovvero in padella con burro e pancetta e bratkartoffeln) si lasciava davvero bere. Il confine con la bibita era davvero pericolosamente vicino dato i pochi gradi alcolici e la dolcezza ma non sono riuscito a disprezzarlo per niente. Se vi capita, direi che un rosato rumeno potrebbe persino sorprendervi…

Sempre intorno ai 3 euro, a 3,29 ecco il SudAfrica con uno speziato e caldo Pinotage 2007 e un piacevole Chenin Blanc Stony Cape 2007. Entrambi ovviamente prodotti “da battaglia” ma che che non hanno il minimo difetto e scorrono che e´un piacere. Lo Chenin Blanc e´moderatamente alcolico (12,5%) ha note agrumate di cedro, qualche profumo dolciastro quasi da barrique (o truciolo) , biancospino, gelso, floreale di campo gradevolissimo. In bocca e´caldo ma l acidita tiene eccome. Cosi´come l´aciditä sorregge il bel corpo dello Cape Spring Pinotage che richiama in etichetta lo Yellow Tail Australiano con un cerbiatto (?)  in corsa stilizzato.

Bella bottiglia lavorata a sbalzo, spalla alta, profumi accattivanti vinosi senza brett o altre puzzette “tipiche” da pinotage anche piu´cari, classico prodotto industriale ovvio ma con una combinazione frutto speziato leggero (pepe, cannella) che lo rende esotico quanto basta a giustificare la provenienza africana.  Sulla rosticciana tedesca (ovvero ricoperta di quella salsa rossiccia che si vede nelle macellerie quaggiu´) era davvero ottimo.

Capite bene che in mezzo a queste proposte non e´che il nostro (ma imbottigliato in Germania) Prosecco2GO IGT Marca Trevigiana sfigurasse parecchio, anzi…con tutte le imitiazioni di Prosecco che ci sono qui (BoSecco, ProSekt vai di fantasia al potere) almeno questo e´IGT…Buffo che sia venduto, a proposito di vini dolci, come DRY tradotto “Trocken”, peccato che DRY da noi e´quasi abboccato mentre “trocken” in Germania vuol dire proprio secco senza quasi alcun residuo zuccherino (sono precisi, loro). Ecco questo ve lo potete immaginare come era…una spumina innocente da 10,5% dolcina piacevole, da bere in mezzo a due birre davanti la TV a vedere la Premiere della Nuova Bundesliga (2-2 Bayern vs HSV Hamburg…uffa, a proposito in stile americano prima del calcio d´inizio spazio alla lirica con Nessun Dorma in tedesco, brr…).

Semmai una considerazione generale mi porta a dire che in Germania sempre di piu´il vino viene venduto come bibita e lo stesso Prosecco che ci scandalizza vedere inscatolato in realta´gia´da anni qui e´considerato alla stregua della Sprite o di una Schweeps, venduto con le fragole dentro o in bicchieroni da birra. Insomma il fatto che sia disponibile in lattina non credo abbia sconvolto nessuno qua…

E altro aspetto che mi colpisce sempre e´notare quanti vini abboccati sono venduti in ogni enoteca o supermercato. E non stiamo parlando degli Auslese o degli Spatlese Qmp ma proprio di una miriade di vini (anche italiani, francesi e come ho sperimentato, rumeni, bulgari e greci) che sul mercato tedesco vendono benissimo. E anche oggi nella Montecatini del NordWest ( Bad Zwischenahn) in un WeinGarten musica rock e bicchierate di vini bianchi dolci, semidolci e secchi con la pflaumkuche (una pasta sfoglia salata con cipolle e pancetta e un po´di formaggio) e indovinate quale vino ci stava meglio?

Del resto e´il popolo europeo con maggior tradizione di vini abboccati da pasto e persino il piu´grande produttore di Riesling Egon Muller non puo´fare  a meno di lasciare dello zucchero residuo nei suoi capolavori. E parlare con i miei suoceri e sentirgli dire Buono questo vino:  e´secco suona sempre particolarmente strano ma riflette un gusto ancora oggi diffusissimo per il dolce e una scoperta ancora molto da completare del gusto del vino “trocken“.Niente di strano in un paese dove anche i popcorn al cinema di default sono serviti dolci (e salati spesso non ci sono nemmeno su richiesta).

Da consumatore seriale di Coca Light non riesco davvero a trovare cosi´terribile il gusto dolce nei vini da pasto, anzi la trovo una variante piacevole che spezza certe sequenze di sapori troppo forti…del resto in Germania chi vuole bere amaro ha la birra con cui sfogarsi!

E soprattutto trovo sempre educativo trovare sullo stesso scaffale vini da tutto il mondo posti di fronte al consumatore con dei prezzi cosi´vicini. E mi fa sempre un po´rabbia (ma so che non potrebbe essere diversamente) che in Italia non sia cosi´facile trovare vini di altri paesi a prezzi accettabili in modo che la cultura del vino non si allarghi un po´ e ci faccia ogni tanto aprire gli occhi sul fatto che quando si parla di sovrapproduzione vinicola magari non e´solo uno sciocco allarmismo.

Ostfriesland in 5 o 6 foto

Sono un dilettante terribile e me ne scuso, ma sono fermamente convinto che in ogni parte di questo ci sia della bellezza e della cultura che vale la pena provare a raccontare…Quindi ve ne propino solo alcune (per i masochisti sfogliate qua).

E vi segnalo che ci sono pure alcune genialate come questa.

La marea e il watt (fango)

 

Questo e´il mio StrandKorb, ce ne sono tanti come lui ma questo e´il mio…

strandkorb spiaggia mare nord

Canali e tanto verde

Tipico Tedesco

tipico tedesco mercedes

Tramonto sul NordSee

mare del nord germania

Tee Haus

 

Peschereccio a riposo

Deutschland Wein Tour, Long Cold Sommer 2008: un sommelier sul Nordsee

Vero che l’estate dovrebbe finire presto anche qui ma le ultime due giornate con Firenze città più calda d’Europa mi fanno provare un brivido di piacere lungo la schiena al solo pensiero che da domani me ne starò sulle rive del Mare del Nord con massime sui 25°. Nonostante le serate bellissime per locali, enoteche e alcuni assaggi di vini che mi rimarranno dentro per un bel pezzo, sempre giunge invocata una pausa estiva (per me, ma non per Burde che non preoccupatevi rimane SEMPRE aperto!).

Questo luglio è stato intenso nella vita reale ma anche sul web è stato un bellissimo cocumber time con addirittura considerazioni importanti e discussioni animate nel mondo del vino che fanno presagire un bel settembre animato e, si spera per tutti, proficuo, nonostante i soliti gufi.

Intanto anche Agosto non butta poi male, per esempio se siete in zona potete partecipare ad una delle tante belle iniziative che si organizzano in zona di Arezzo ( e altro su AisToscana), ovviamente poi Bollicine in Versilia, al mitico Bagno Balena 2000, e alla Rocca di Carmignano per una delle notti Calici di Stelle più belle d’Italia.

Per i “miei” eventi vi rimando ovviamente a fine mese con la Scuola Abbinamento Gelato Vino del 3 settembre e tutto il calendario che potete sfogliare qua sul blog.

Blog che addirittura per 3 giorni ho provato l’ebbrezza di stare davanti anche a zio Ari (a proposito bella questa discussione qui) nella classifica di BlogBabel (che è prontamente rinsavito e mi ha rimesso al terzo posto, comunque da lacrime di commozione). Quindi considerato che più in su di così non arriverò MAI mi pare giustissimo prendersi una pausa…

Una pausa in cui effettuerò la consueta trasfusione di amatissimo biondo Riesling al posto del Sangiovese e della vera unica inimitabile birra della Germania del Nord (la Germania “vera”…mica la Baviera!) con tutto il suo amarissimo luppolo pronto a contrastare la grassa dolcezza delle mia amate anguille dello Spieker. Si e poi già pregusto i gamberetti microscopici pescati e cotti in barca, le serate a sbucciarli in compagnia e a mangiarli nel krabbenbrot (pane nero, in genere pumpernickel e markenbutter leggermente salato), le aringhe (matjes e simili ) e i 60 tipi di baccalà cotti e fritti in modi diversi e pure i fast food di mare NordSee meritano sempre una visita. Si insomma più o meno come dallo Zazzeri diciamo.

Cercherò di mettermi in pari con le classifiche tedesche di vendita dei dischi per scovare i vari carneadi italiani che qui diventano famosissimi in maniera incomprensibile e andrò a ripescare qualche vecchio disco dei WumpScut o degli Apoptygma Berzerk , qualche emulo dei Rammstein (e in genere di qualsiasi gruppo techno-goth-industrial in voga al momento) cercando di scampare ai fratellini dei Tokyo Hotel. Tanto i dischi costano la metà che qui (sob!).

Ho già reso l’idea (forse) di perchè amo questo paese (la Germania, anche se ogni tanto mi fanno incavolare pure loro) in inverno quindi spero di mandarvi qualche foto e impressione pure da questo viaggio (la foto di qui sopra di Maike & Hans-Jürgen Ohms, è stata fatta verso le 22:30, immaginatevi quanto dura un tramonto qui, e immaginatevi pure che cosa si può scattare a queste latitudini) .

Cercherò pure di disintossicarmi dal web (visto che l’Iphone all’estero in roaming mi costa uno sproposito lo disattiverò sicuramente, argh) e soprattutto vorrei chiedere a chi ogni giorno nutre il mio FeedReader con i suo 50 e passa RSS di non scrivere niente di così interessante che magari me lo perdo e non lo recupero…

Iphone che si tramuta in IPod Touch e spazio a The Verve, Offspring, Club8, Jason Mraz, The Slut, Metallica of course (ma quanto cavolo manca al 12 settembre?!?) e pure qualche canzone italiana estiva di passaggio…(Giuliano Palma e Stefano Bollani per esempio).

Ecco quindi allora dicevo vado in pausa estiva minima, continuo a ricevere (e rispondere, forse) alle mail ma torno in Italia a fine Agosto e quindi il blogghe sarà aggiornato in maniera molto random (mi limiterò alle foto qui e se siete proprio masochisti c’è pure un feed RSS per seguire il fotoblog improvvisato) fino ad allora.

Un saluto commosso ai lettori, alle ultime conoscenze web fatte al Flo, e un grazie per tutto l’immeritatissimo apprezzamento che mi fate arrivare ogni giorno.

Buone giornate di ferie o di lavoro (ma non erano la stessa cosa?) a tutti e che sole mare nubi ombre e luci estive vi portino calma serenità e nuovo entusiasmo per il bello che c’è nel mondo.

Firenze deserta ma da Gastone un salto si può fare (se vi piacciono i biodinamici poi…)

Visto che sabato finiscono le mie ferie fiorentine (ovvero al lavoro ma con famiglia al mare lontana 1400 km e casa libera e serate a spasso) e cominciano le ferie “vere“, in questi giorni cerco di sfruttare ogni occasione per rimettermi in pari con le aperture di locali sulla scena cittadina.

Da quasi ultimo (già Leonardo e Elena sono passati di qua) sono stato finalmente da Gastone, Vinoteca fiorentina di belle speranze che comincia subito bene piazzando i tavoli in mezzo di strada (Via Matteo Palmieri) davanti al Danny Rock, la pizzeria (insieme allo Yellow Bar di via del Proconsolo) delle mie serate di adolescente pizzarolo che il massimo da gourmet che mi concedevo erano le crepes di grano con il prosciutto dolce e la rucola (cavolo, che tempi!). Gastone si presenta trendy e al passo con i tempi, apparecchiatura informale ma curata, bei bicchieri e personale all’altezza. Scelta dei vini non banale e grandissimo spazio ai biodinamici della Velier e altre etichette, mossa che ha fatto affezionare non poche persone a questo locale.

Noi abbiamo optato per uno stellare Rosato (ma praticamente era un rosso) di Massavecchia di Fabrizio Niccolaini, cantina biodinamica dura e pura con vini oggettivamente cari ma che ti deludono raramente. Così come ci ha convinto (nonostante i 40 euro) questo Rosato (Merlot, Malvasia Nera, Aleatico) capace di barcamenarsi tra un cacciucco, delle calamari ripieni e una cotoletta milanese formato lenzuolo con grande disinvoltura.

In apertura abbiamo invece provato uno spumante dalla Savoia francese, Varichon Le Clerc, buona alternativa al Prosecco (finalmente?) bandito da una carta dei vini. Scelta coraggiosa ma non priva di intuizione.

I piatti, siano essi antipasti che primi o secondi, sono enormi e ti tolgono ogni minimo morso di fame che tu possa avere, quindi il problema semmai è regolarsi e non ordinare tutto l’ordinabile. A me sono piaciuti particolarmente i calamari al curry ripieni di patate e tra i primi dei maccheroncioni (paccheri) con pomodori, fiori di zucca (anche fritti!) e pinoli e pure gli gnocchetti ai gamberoni erano notevoli.

Soprattutto ho apprezzato gli abbinamenti nel piatto con vari tipi di insalata e verdure con scelte azzeccate e convincenti (io, che la verdura e l’insalata in genere le fuggo al minimo cenno, qui invece ho trovato molto piacevole star lì ad annusare a brucare le erboline modello capretta).

Semmai l’unico appunto che posso fare è che molti piatti sembrano un pò troppo costruiti per giustapposizione piuttosto che per integrazione e ci sono persino troppi elementi tutti insieme da gestire… Ma sono convinto che sarà un equilibro che sarà raggiunto presto, insieme alla gestione del sale, che porta alcuni piatti ad essere un pò saporiti.

La cantina e i vini invece direi che sono già di livello davvero alto e le proposte sfiziose non mancano di certo (un pò di Bordeaux, buone bollicine, Borgogna…), lasciatevi consigliare senza paure.

Tra i dolci il Gelato di Carapina, torte fatte in casa e un buon latte in piedi. Noi siamo stati particolarmente coccolati e riveriti e serviti in maniera squisita da Simone (uno dei soci) ma mi pare che lo stesso trattamento sia riservato un pò a tutti… fatemi sapere!