Monthly Archives: luglio 2008

We speak Metallica: ovvero 5000 visualizzazioni in 10 ore e 4 video nella top 10

Prometto che poi per fortuna o per disgrazia ritorno a parlare di vino e cibo ma volevo solo cogliere l’occasione per salutare le migliaia di metal kid che ieri hanno portato i miei video fino al 58esimo posto MONDIALE dei video più visti su YouTube (mi gira ancora la testa) e addirittura 4 video nella top 10 italiana del giorno. Mai lo avrei pensato! Volevo solo, come molti di voi, rivivere per qualche secondo la magia di uno dei più bei concerti metal di tutti i tempi. E l’effetto nostalgia è stato davvero forte, a quanto pare. Soprattutto mi avete fatto ringiovanire sul serio con i commenti, in gran parte da nick con il suffisso -90, -85, -94 (quindi potreste quasi essere miei figli! spero non tutti).

I commenti sono stati praticamente di 3 tipi:

  1.  CaXXo c’ero anche iooooooo! (é vero, eravamo oltre 25 mila e uno su 5 ieri si è rivisto il concerto sul Tube, gran cosa Internet! Molti di voi erano nel mezzo del pogo dall’inizio alla fine, ho una sola parola: EROI! e anche un’altra parola, ovvero INVIDIA! )
  2. CaXXo, Porca PuXXX non c’ero (e via moccoli) non mi perdonerò mai o (variante) non perdonerò mai XX o YY perchè non c’ero per colpa sua (obbiettivamente per chi non c’era è stata una tragedia e ora sapete anche cosa vi siete persi,oltre qualche amicizia, ma dai che hanno detto che tornano in inverno per farci sentire Death Magnetic!)
  3. Ma che caXXo sono ‘sti video sul vino? Dacce er metallo!

Ecco, approfitto di nuovo del Tube per rispondervi con questo video in cui saluto tutti e vi invito, se casomai vi interessessasse, a seguirvi per un pò e provare a leggere in qua e là questo blog. Spero sempre di parlare di vino in maniera più semplice diretta e “rock” possibile. In effetti ci sono stati anche una decina di commenti che dicevano solo questa parola, “rock”, appunto, lo prendo come un consiglio.Forse ancora non avrò imparato a “speak Metallica” anche per il nettare di bacco, ma sappiate che ci sto provando!

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We Speak Metallica: grazie dei commenti
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Sogno di una notte d’Estate da Burde, venerdì 1 agosto cena degustazione con i Maghi Incartati

E chi lo dice che l’estate è un periodo poco interessante? A Firenze è tutto un fiorir di locali e proposte sempre nuove e intriganti.

Non ci potevamo tirare indietro e vogliamo proporvi questa nuova esperienza ovvero una cena completa da Burde dall’antipasto al dolce con abbinamenti di vini curati dal sottoscritto (bianchi, rosati, rossi e dolci) e animata e coreografata dalla compagnia dei Maghi incartati che vi farà vivere una cena dentro un

Sogno di una notte d’Estate

amori e tradimenti in estate e altri momenti dell’anno

antipasto stuzzicante
annaffiato con il potente succo che scioglie i cuori più recalcitranti

primi piatti, primi dissapori:
“tu non mi ami più altrimenti soffriresti quanto soffro io per la paura che tu non mi ami più”

ma il piatto forte è:
scoprire tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso quando ormai è troppo tardi

contorni
di segreti conditi all’agro della menzogna

caffè e amaro
della gelosia, melodramma o commedia all’italiana

il tutto rigorosamente condito con gli scherzi genuini di Oberon e del suo fedele Puck

Vini in abbinamento Bolgheri Arioso 2007 (Sauvignon e Viogner, Campo alla Sughera), Albia Ricasoli Rosato 2007 (Sangiovese), Acquagiusta Tenuta La Badiola Maremma IGT 2006 (Cabernet Merlot Syrah), Ormato IGT 2004 Fattoria la Presura (Greve in Chianti, Sangiovese e Merlot) e come dolcezza finale Granello IGT Ricasoli (Traminer aromatico passito).

Se siete tipi sportivi e curiosi (e ovviamente GOLOSI) è il momento di dimostrarlo, vi aspettiamo venerdì 1 agosto dalle 20:30 (puntuali!) da Burde…non vi promettiamo il Bardo in persona ma una serata diversa questo si!

Costo serata cena, spettacolo e vino: 35 euro. Prenotazioni a info[chiocciola]daburde.it

Due parole di presentazione sui Maghi Incartati:

Maghi Incartati” associazione per la diffusione di arti e mestieri, si occupa da anni di teatro, teatro ragazzi, teatro di strada, arti circensi, animazione e formazione. Collabora con artisti internazionali su progetti di spettacolo e installazione di opere contemporanee, come la “Machine a tartiner la Nutella” realizzata da Henry Gallot Lavallèe, che ha partecipato alla Mostra di macchine teatrali “Le Grand Repertoire” di Parigi. Attualmente l’Associazione ha realizzato con giovani attori fiorentini, nell’ambito del progetto “Teatro Libero d’Assalto”, la performance di strada “Oggi le comiche”, brevi e improvvisi sketches teatrali, ispirati al cinema degli anni ’20, che hanno preso d’assalto le strade e le piazze di Firen

Video Rece Metallica a Bologna: ecco perchè il metal è morto (ma lo amo ancora con tutte le forze)

Vi prego non fraintendetemi, non sono qui a scrivere che il concerto non è stato bello perchè anzi è stato allucinantemente intenso con tratti di pura estasi e punte di deliziosa malinconia miste ad esaltazione pura: insomma uno dei più belli spettacoli cui abbia mai assistito, con un palco enorme e uno schermo grande come mezzo campo da calcio in verticale che sparava nel buio ogni dettaglio, sottolineato da un regista in stato di grazia (di meglio solo i Sepultura di Roots a Roma di supporto agli Slayer e Sex Pistols e gli stessi Metallica nel 1991 al Monsters di Reggio Emilia di supporto – LOL – ad AcDc e i Queensryche di Sister Mary, vero Carlo?).

Già appunto il 1991. Era l’anno dei miei 18 anni e uscì, almeno da noi, in sordina il 45 giri (ancora niente CD per me ancora) di Enter Sandman e di lì a poco i Metallica avrebbero mostrato al mondo (e ai metallari) che il metal poteva essere l’unica e la vera lingua del rock. In pochi mesi riuscirono a riassumere tutto quello che le altre band avevano solo accennato e ne fecero un capolavoro di disco che rimarrà per sempre scritto sulla lapide del Metal (e tatuato per l’eternità sul braccio destro del Rock).

Stanotte è stato sotto gli occhi di tutti che i Metallica (nomen omen) sono il Metal personificato. E quindi sono la tristezza e l’incomprensione del metal kid “diverso” dai coetanei discotecari che si sente alla deriva, sono le tendenze suicide e depressive che accompagnano la nostra adolescenza (e stanotte c’era Fade to Black a ricordarcelo), sono i nostri amori, le nostre notti a ballare abbracciati, le nostre scelte “importanti”, il nostro cavallo di battaglia con la chitarra (e stanotte c’era Nothing Else Matters ), sono la nostra rabbia e l’aggressività verso un mondo che non ci piace (e c’era No Remorse a incitarci, “war without end“), sono la paura e il rifiuto della guerra (e c’era One a riesplodere nel cielo ancora una volta con la sua landmine) sono la nostra paura del buio e il fascino che ha su di noi la notte (exit light, enter night), sono quello che spesso non riuscivamo a dire al prossimo, ovvero So (fucking) what? Ok, poi c’era pure Master e Master of Puppets era ed è MASTER e basta.

C’era stanotte pure The Four Horsemen che all’epoca (con lo zampino di Mustaine) era un vero inno. Adesso c’è The Little Horseman ed è un body da neonato da 25 euro offical merchandise che ho comprato per mio figlio con la scritta sotto “Gather round young warrior now“. E’ solo una mia impressione oppure le magliette per bimbi sono comparse solo negli ultimi anni ai concerti metal? Dove erano 15 anni fa? Non è che per caso il popolo del metal ha fatto il giro di boa e ce ne stiamo lì a fissare sempre il solito periodo della nostra vita? E che magari siamo sempre i soliti ad ascoltare questa musica? E che forse, dico forse, ogni potenzialità più alta raffinata e artistica di questo genere è già stata sfruttata e immortalata nelle tracks dei dischi dei Metallica?

Si lo so, ho scoperto l’acqua caldo ovvero che il metal è un dinosauro sempre antico ed estinto ma come i veri dinosauri anche sempre maestoso e affascinante e sarebbe sciocco aspettarsi che si evolva in qualcos’altro.

Epperò mi posso dire fortunato di essere stato adolescente (e ora adulto) con loro, James, Kirk, Lars, Cliff e Jason.

Poteva andare peggio.

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Seek and destroy – ultimi 3 minuti concerto
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Metallica a Bologna: per una sera ho 20 anni di meno, thrashing all around, acting like a maniac, whiplash!

Magari non avrò il fisico per pogare tutte le due ore ma ho appena letto la scaletta probabile del concerto di stasera dei ‘Tallica a Bologna, Arena Parco Nord e ho avuto un tuffo al cuore. Mi spiace un pò che continui l’ipera di rinnegamento di due album comunque importanti come Load e ReLoad (che a me come a tanti fan con le fette di prosciutto sulle orecchie sono anche piaciuti) ma i brani che sono in programma sono quanto di meglio possa chiedere a Lars & co. Per non parlare del finale con Last Caress e So What che mi fanno ripensare al Gods of Metal (anzi Monsters of Rock) 1991, un’ora e mezza di pura energia distillata tra i Queensryche e gli Ac/Dc (e i Negazione in apertura!!!) con appunto Last Caress e So What in chiusura, praticamente i soli 6 minuti in cui in quell’estate non ero depresso e triste e malinconico perchè la mia ragazza di allora (forse il primo grande amore) mi aveva mollato a metà agosto mentre ero in vacanza in Corsica. E nelle prime file c’era pure una biondina che le somigliava, insomma l’apoteosi!

Già poi quel giorno c’erano pure i Negazione ad aprire le danze sotto il sole (vedi foto di repertorio) …e questa canzone addirittura immortale (“Parole”):

Parla con le tue parole
parlami con le parole
bagnate dai ricordi
stralci di vita impregnati dai sogni
mani nel vuoto mentre gli occhi pensano…

Parla dei gesti e dei volti
parla dei giorni vissuti
che hai davvero incontrato
ridi dei pianti e guardi nel cielo.

Cerca la fine del vento nel sorriso di un nuovo giorno
Parla, parlami ancora
con parole di sabbia
io sono qui ad ascoltare i tuoi sguardi.

E che ci si abbina ad una giornata come questa? Ora vediamo ma mi sa che sulla infame piadina a 5 euro con salsiccia e peperoni e cipolla grigliata meglio di una Beck’s si trova poco…cmq se siete in zona vediamoci nel pogo!

Disclaimer: il blog sarà pure stanco, ma mi arrivano accrediti per i concerti tipo questo…e non perchè sono “solo” un sommelier!

Un giorno in Bellavi(s)ta: Mattia, Gualtiero e il resto della banda

Mi sveglio e continuo a pensare di non meritare tutto questo però non posso fare a meno di tirare la tenda e, sia pur sotto la classica pioggerella franciacortina, e pensare che di posti come questi ce ne sono pochissimi al mondo. Svegliarsi all’Albereta immersi nel silenzio e assediati dalle vigne ogni dove è sempre magico (non che sia proprio un habituè ma era almeno la seconda volta ieri mattina e l’effetto è sempre lo stesso…). Colazione abbondante (con marmellate e conserve griffate Marchesi…) e via nel tempio della bollicina di Moretti che ci saluta personalmente in partenza per Petra in Toscana (non prima di essere salito sull’impalcatura del cantiere per dare le ultime dritte a due falegnami al lavoro su un nuovo palco per le degustazioni). Ci fa gli onori di casa Mattia Vezzola che con parole semplici e precise ci fa capire cosa significa la Franciacorta, come è nata, come è cresciuta e dove sta andando.  E lo fa costringendo l’autista del bus ad una prova speciale di rally per arrampicarsi sulle prime propaggini del Monte Orfano (tutto solo in mezzo alla Pianura Padana) e per mostrarci il piccolo tesoro (in affitto) di Bellavista, ovvero il vigneto del Convento dell’Annunciata che frate Sebastiano ha affidato a Moretti scegliendo il loro progetto di riqualificazione agricola. Mattia ci spiega e ci fa vedere il terreno, unico in questa zona perchè non di derivazione morenica (dal ritiro dei ghiacciai) ma di origine tettonica, ovvero coevo alle Alpi in quanto si è alzato in seguito alla collissione della zolla tettonica della penisola italica quando si saldò (giusto qualche annetto fa) alla zolla continentale europea. Quindi terroir e origine (parola che Mattia preferisce appunto a “terroir“) particolare e unico con chardonnay diverso e ricchissimo di sfumature, utilizzato in molti dei suoi assemblaggi. E soprattutto ci spiega come capire una persona da come impugna le forbici al momento della vendemmia: lezione utile che rammenterò quando mi capiterà l’occasione…

Altro viaggetto e siamo alla “breda” (ovvero al clos, all’ortochiuso) davanti a Villa Lechi (sede del Festival), un ettaro scarso di vigneto ancora in fase sperimentale che viene ancora vinificato separatamente e il grande vigneto dell’Uccellanda. Qui è tutto molto più rigoroso e nuovo e in effetti manca la magia del Convento ma la vista sulla Franciacorta è notevolissima. E poi è pieno di fiori e con Scorsone ci avventuriamo per felci e margherite in cerca di sentori da riutilizzare quanto prima.

Giusto il tempo per un mezzo litigio con Alessandro Regoli di WineNews , alle prese con l’ultimo articolo di Ziliani sul Brunello, che ripartiamo riappacificati sul bus in direzione cantina. Tecnologia e cuore e grande ooohhh davanti alla sala delle barrique vuote in riposo ordinatamente in 5 file sovrapposte, uno spettacolo quasi inquietante ma di sicuro effetto.

Risaliamo la china dal quasi chilometro di cantina (poca cosa considerati i 5 chilometri di Berlucchi e altri in zona) per riguadagnare la luce e qualche bollicina agognata.

E Mattia non lesina di certo con 6 bottiglie del Vittorio Moretti 2001, pluripremiata cuveè con grande presenza di Pinot Nero, con lavorazione ostinatamente manuale che viene fuori nel fatto che abbiamo 6 bottiglie diverse tra loro con sentori e gusti anche molto distanti. Il gusto dell’artigianalità, ci spiega Mattia, noi ci fidiamo e ci impegniamo ad assaggiarne un pò di ciascuna… Pranzo leggero al Library Bar con Gualtiero Marchesi che rilascia interviste (ma niente replica per Camilla e KelaBlu, uffa) e poi pomeriggio di relax totale dopo una mattinata di duro lavoro.

E qui da bravi toscani in visita decidiamo di non farci mancare nulla quindi sperimentiamo piscine con massaggi d’acqua, sauna, bagno turco, palestra e soprattutto pennichella sul pratino in mezzo alle statue moderne che popolano i dintorni della Spa.

Ad esempio qui è da dove ho aggiornato il blog ieri pomeriggio, in effetti l’ho fatto da postazioni  messe peggio…Due chiacchere in libertà con la piacevolissima Kate Singleton del New York Times, nonchè scrittrice di guide Slow,  che ora vive a Scansano, ovviamente sull’Italia e sugli Italiani, viste dall’ottica di una quasi Gallese trapiantata con gioia in Maremma. E per un pò pare pure di stare in Inghilterra, non fosse per il Romanelli e il Farchioni che irrompono nel giardino con la consueta pacatezza dopo un pò.

Il pomeriggio scorre veloce e finalmente ci siamo per il mitico appuntamento con la storia, ovvero con Gualtiero Marchesi e la sua cucina che per tanti sarà poco emozionante ma per un nuovo arrivato pivellino come me, ha un sapore tutto particolare e mi emoziono quasi quando mi scoprono davanti il Riso Oro e Zafferano che ho sempre e solo visto in fotografia. Evito di domandare se si mangia pure l’oro e mi tuffo nella storia. Non dico nulla per evitare di sbagliare ma a me pare semplicemente perfetto per cottura ed equilibrio delle parti, per non parlare del luccichio dell’oro che ti rimane negli occhi pure a piatto terminato.  Sarà pure solo “storia” ma almeno è raccontata alla perfezione. E anche gli altri piatti, come l’entreè con macedonia di frutta e verdura su croccante al nero di seppia, il sorbetto al frutto della passione e il Filetto alla Rossini rivisitato da Marchesi sono eseguiti perfettamente. E meno male che Teresa, dolcissima e brillante “account” di Bellavista, quasi sorella gemella per fascino e gentilezza della “nostra” Maria Pia La Scala, non mangia il foie gras così posso bissare l’esperienza (si lo so in società non si fa ma era davvero buonissimo).

E a proposito di società, ero a tavola con Alessandro Scorsone e per me è stata una serata interessantissima e istruttiva sentirlo discorrere di buone maniere, cerimoniali, attenzioni, coccole e ogni dettaglio che riesce a curare con il suo staff nel suo delicato compito di custode della casa del Presidente del Consiglio. Ovviamente a me prima di ieri Scorsone manco stava simpatico per ovvie gelosie e invidie professionali personali e altrettatanto ovviamente senza mai averlo conosciuto. E invece ieri vi assicuro che è stata la più bella scoperta della serata. Mi ha fatto capire e realizzare che da un sommelier non ci si aspetta solo di saper abbinare e degustare un vino ma anche e soprattutto eleganza, discrezione, classe e raffinatezza, senza pensare a tutte quelle attenzioni che il cliente di bottiglie importanti merita sempre e comunque. Servire ogni giorno capi di stato e ospiti esigentissimi come quelli che ha Alessandro non capita a tutti ma il suo modello di comportamento e di professionalità merita di essere studiato e portato ad esempio per il sommelier di qualsiasi locale. (E giusto pure ribadire che chi sceglie un bel vino merita SEMPRE di essere servito come un capo di Stato!)

Una risorsa preziosa per l’AIS e per chiunque abbia la fortuna di sentirlo parlare e veder fare il proprio lavoro, e oltretutto curioso come e me e Paolo Baracchino di scoprire sentori e profumi nei vini. Tra le perle scovate nelle bollicine e nel rosso del Quercegobbe 2005 di Petra (un da me odiatissimo Merlot), il bergamotto, l’episperma di castagno nello Spirito di San Lorenzo e la totale sintonia di riconoscere nel Brandy Bellavista  servito in chiusura alcune note di incenso, perfettamente riconducibili alla sala capitolare del Convento dell’Annunciata visitato in mattinata, una chiusura di cerchio quasi perfetta.

La serata prosegue di nuovo al bar tra chiacchere, due risate e grandi performance di Scorsone, Vinciguerra e Romanelli al karaoke con Baglioni e Battisti, ma per questi video già si parla di asta al miglior offerente.

Tanto Baracchino ha già detto che in tribunale mi difende lui…

Riapre BlogBabel: Papero in fuga ma dietro Kela supera Cavoletto! E Vino da Burde…

E’ inutile girarci intorno: anche se fa molto snob dire che “non me ne frega niente” delle classifiche alla fine quando una è fatta bene e riflette abbastanza fedelmente la realtà, diviene subito un punto di riferimento. Quindi in teoria vi dico che sono felice che abbia riaperto BlogBabel (e pure che Giovy abbia ripreso a bloggare) perchè così posso vedere quali sono le discussioni che animano la blogosfera italiana mentre in realtà non ho resistito alla tentazione di andare a sbirciare l’evoluzione della classifica italiana dei blog in questi mesi di chiusura.

E il “celolunghismo” italiano mi porta ad essere ultrafelice di ritrovarmi dall’oltre 1400esimo posto addirittura al numero 867!

E molto più in alto c’è pure del clamoroso. No, che Ziliani (319) sia diventato il numero uno sul vino (a spese di Aristide che è solo 734esimo) è scontato , ma che KelaBlu (224) abbia sorpassato Cavoletto (226) ha dello storico! E Papero Giallo non è lontanissimo con un 173esimo posto…diciamo che meno male che al Gambero si sono accordati con Massimo prima di questa classifica altrimenti altro che “un panino e via“.

RETTIFICO (come dicevo la classifica in teoria non interessa a nessuno però provati a scrivere qualcosa che subito piovono precisazioni):

Kela era già davanti a Cavoletto e Papero, anzi era l’unico foodblog nei top100 e solo lo stop del rinnovo del contratto lo ha fermato. Vabbè come vi dicevo io non la seguivo tutti i giorni quindi può capitare…

Aggiornamento:

Pure Ziliani e Mauro Erro ne parlano, appunto a nessuno interessano…

Gioco della Cuvée Contadi Castaldi 2008: Veni Vidi Vici!

Finalmente ho qualcosa con cui far schiattare d’invidia Ivano… non chiedetemi come mai ma ieri sera il mitico squadrone toscano, capitanato da Stefania Vinciguerra, si è aggiudicata l’edizione 2008 del Gioco della Cuvée. Che è vero che è un gioco ma come tutti i giochi va fatto seriamente (come dice un mio amico).
Prima di iniziare ero un pò nel panico e nei giorni scorsi per fortuna qualche voce amica su Rexbibendi e via mail mi aveva dato un paio di dritte che si sono rivelate utilissime. Soprattutto si è rivelato utile il consiglio di non puntare troppo sulla morbidezza e tener ben presente che si tratta di una base su cui poi si innesteranno i processi di seconda spumantizzazione e di conseguenza si dovevano seguire altri criteri che non quelli per un vino piacevole e completo in sè.
Tra le 16 squadre partecipanti (selezionate nelle eliminatorie dei mesi scorsi e tra esperti del settore) alla fine il nostro fiuto (o fortuna) ha prevalso, sia pur di pochissimo.

La “formula” vincente è stata la seguente:
(ecco Mojoli che la enuncia e non si fa scappare una battuta sui toscani “esperti di tagli bordolesi”)

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Formula Gioco Cuveè Contadi Castaldi 2008
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40% Colluvi Distali
30% Morenico Profondo
10% Colluvi granulati
10% Fluvio glaciali
5% Depositi Fini
5% morenico sottile
Tale formula sarà utilizzata (o meglio, tenuta in considerazione) da Contadi Castaldi per il loro Saten in uscita nel 2010 basato appunto sugli Chardonnay 2007 che abbiamo assemblato oggi.

Il metodo di lavoro seguito ha visto dapprima l’assaggio dei 6 vini base, tutti Chardonnay 2007 provenienti da 6 tipi di terreno diverso (le cui caratteristiche erano splendidamente illustrate sulla tovaglietta e sul taccuino di lavoro che ci era stato dato) e qualcuno di questi fermentato in legno o maturato in barrique. Stabilite le caratteristiche di ciascun vino (acidità, note aromatiche, corpo, morbidezza, persistenza), e ci ha portato via una buona mezzora, nei restanti 25 minuti abbiamo provato dapprima con una cuvée di 4 dei 6 vini, ciascuno al 25% (Morenico, Colluvi e Depositi Fini) e il risultato ci è sembrato poco corposo. Abbiamo quindi fatto prevalere il Morenico Profondo che ci pareva avesse più corpo, frutto e  struttura e i Colluvi Distali con la sua netta florealità. La seconda cuvée già ci piaceva di più ma gli mancava ancora un pò di speziatura e verve acida. Abbiamo quindi aggiunto un pò di e raddoppiato la dose di Colluvi Granulati e fatto prevalere i Colluvi Distali sul Morenico.
Assaggiata questa terza versione abbiamo avuto quasi tutti la stessa impressione “è lei!”. Giusto per riprova abbiamo fatto un tentativo di raddoppio del Morenico Sottile ma non ha convinto la maggioranza del gruppo.
Ecco, adesso solo 2 minuti al termine e di volata con cilindri graduati e becher (ah che bei ricordi in via Romana alla Specola al mio laboratorio di microbiologia…) ci siamo messi sotto per riempire la bottiglia da 750 che sarebbe andata alla giuria per la valutazione. Consegna nei tempi e la convinzione che comunque sarebbe andata eravamo riusciti in 14 persone a lavorare con metodo e profitto a qualcosa che non avevamo mai fatto prima.
Aperitivo, musica e ottima cena con uno strepitoso Agnello Croccante in umido piccante di Vittorio Fusari de La dispensa Pani e Vini.
Attimi di suspence ed ecco la proclamazione dei vincitori con scatto di gioia di Leonardo Romanelli che perde la voce nell’urlare di gioia.
Tralascio i commenti e la cronaca della notte danzante (che meriterrebero qualche video come lo Zazzeri in ballo sfrenato con la nostra Capitana Stefania) e voglio solo soffermarmi sul senso didattico della giornata.
Come speravo, è stata un’occasione di confronto e di crescita notevole che mi ha permesso di confrontarmi su di un tema che onestamente conoscevo pochissimo se non per sentito dire o studiato sui libri ma il veder evolvere e crescere una miscela di vini a dare risultati in parte prevedibili e in parte frutto della misteriosa alchimia gustoolfattiva dello Chardonnay è stato davvero emozionante. Sul libro di testo AIS c’è scritto che il lavoro del maestro di Cuveè è un pò come una partita a scacchi dove occorre considerare che ogni mossa, ogni aggiunta o modifica delle percentuali, può dare risultati a catena che si deve imparare a conoscere se si vuole fare di questa arte un lavoro. Noi avevamo oggi solo 50 minuti per completarla ma tutti avrebbero voluto almeno una notte per completare tutti gli esperimenti immaginati: solo che alla fine non saremmo di sicuro stati in grado di decidere su quale fosse la migliore…
Quindi, da principianti assoluti, forse meglio dover lavorare così con il tempo tiranno a mettere tutti d’accordo, e vi assicuro che di nasi e di teste importanti (e potenzialmente in lotta tra di loro…) ce ne erano! Ma quando conta il risultato…
Adesso però io mi ritirei volentieri imbattuto, il prossimo anno non chiamatemi che magari combino qualche disastro!

Profondo Bollicina Franciacorta: in finale al Gioco delle Cuveè da Contadi Castaldi

Ho cercato in ogni modo di dire a quelli di Terra Moretti che non sono assolutamente bravo come il mio amico Ivano Antonini qui a fianco (vedi VG qui e qui) nel preparare basi spumanti e nell’assemblare cuveè di un certo livello ma hanno insistito e allora, anche desideroso di capirne di più di questa nobile arte ninja vinicola che si tramanda di generazione di chef du cave all’altra mi imbarco oggi per la Franciacorta, ad Adro, dove si terrà la finale del Gioco delle Cuveè, annuale garea tra appassionati, giornalisti, enologi e produttori per scegliere la base del Saten Contati Castaldi.

Sarò in squadra con veri pezzi grossi come Paolo Baracchino Daniele Bartolozzi (Vini Buoni d’Italia),  Piergiuseppe  D’Alessandro (responsabile di produzione Tenuta La Badiola ) , Vito Lacerenza (Guida Gambero Rosso e Slow Food Toscana) , Leonardo Romanelli (Gola Gioconda – Canale 10 – La 7, QuintoQuarto), Guido  Ricciarelli (Spirito di Vino), Kate Singleton (Herald Tribune – New York Times) , Stefania  Vinciguerra di Euposia  e il grandissimo  Luciano Zazzeri (La Pineta a Marina di Bibbona). In giuria (tra gli altri)  il grande Alessandro Scorsone, Daniela Scrobogna e Pierluigi Gorgoni, Giacomo Mojoli, Alessandro Regoli.

Insomma se perdiamo è di sicuro colpa mia!

(p.s. domani sera cena da Marchesi, speriamo abbia preso bene i miei video su KelaBlu! magari gli chiedo una replica alla video-rece…)

Per dettagli vi riporto qui il Comunicato Stampa di Terra Moretti:

Nella sede dell’azienda, presso la storica Fornace Biasca, si sfideranno le squadre vincitrici delle tappe del tour 2008 con i vincitori dello scorso anno e una squadra di esperti provenienti dalla Toscana. – Una qualificata giuria composta da prestigiose firme della stampa del vino, degustatori, docenti Ais e sommelier, ma anche giornalisti ed opinionisti semplicemente appassionati delle bollicine, come Lamberto Sposini, decreterà il vincitore dell’edizione – Intanto crescono i consensi del mercato per il Satèn Contadi Castaldi e si punta a nuovi ambiziosi traguardi.

All’antica fornace Biasca di Adro, in Franciacorta, dal 1991 sede della cantina Contadi Castaldi del gruppo Terra Moretti – realtà vitivinicola di punta nel panorama italiano, con i marchi Bellavista, Contadi Castaldi, Petra e Tenuta La Badiola – tutto è pronto per ospitare, il prossimo giovedì 17 luglio, il gran finale della settima edizione de “Il Gioco delle Cuvée”. L’originale format che unisce formazione, informazione e divertimento e che dal 2001 ad oggi porta in giro per l’Italia, e non solo, la cultura e il gusto del Franciacorta Satèn è infatti anche quest’anno arrivato al suo epilogo: le squadre vincitrici delle tappe di Caselle Torinese, Praga, Spino d’Adda (CR), Palermo, Ponza (LT), Colloredo di Monte Albano (UD), Castelnuovo del Garda (VR) e Spotorno (SV) si incontreranno per misurarsi, nella finalissima, con i vincitori dell’edizione dello scorso anno e con una squadra di esperti toscani. In palio il prestigio della vittoria, ma soprattutto il piacere di poter essere riconosciuti, attraverso il verdetto assegnato da una giuria di assoluto valore, gli alfieri del Satèn Contadi Castaldi per il 2008, oltre alla consapevolezza di aver approfondito, una volta di più, i segreti di queste bollicine a cui l’azienda di Adro ha voluto legare la propria identità sul mercato.

“Il nostro Satèn è un vino di grande eleganza con un legame profondo ed unico con il territorio di Franciacorta – spiega Francesca Moretti, enologa e responsabile del progetto vino della Holding Terra Moretti – Difficile fotografarlo in modo univoco, tanta è la ricchezza di elementi che lo caratterizzano e che vi trovano una sintesi equilibrata: ampio ma anche verticale, fresco, raffinato e con un perlage finissimo . Forse è proprio questa sua complessità ad affascinare il consumatore più esperto e, al tempo stesso, a catturare il giovane, alla ricerca di un vino di tendenza”.

E il “Gioco delle Cuvée” è proprio lo strumento attraverso il quale Contadi Castaldi promuove il suo Satèn da sette anni in ogni parte d’Italia, incontrando direttamente i consumatori e misurandosi con il loro gusto: “Siamo oggi sul mercato con la vendemmia 2004, – continua Francesca Moretti – e i riscontri che stiamo avendo dai nostri clienti e dai consumatori finali sono davvero positivi. Se il trend di  mercato rimane costante, prevediamo di annunciare l’esaurito dell’annata 2004 prima di fine anno.” Una bella soddisfazione per casa Moretti perché i numeri del Satèn di Contadi Castaldi raggiungono oggi le 150.000 bottiglie annue, pari al 15% dell’intera produzione della Franciacorta. Una scelta coraggiosa, presa nel 1998 con la produzione di 60.000 bottiglie dell’annata ’97, che allora equivaleva alla somma della produzione di 3 delle maggiori cantine della Franciacorta. “Abbiamo scommesso su questo prodotto – prosegue Francesca –  per il suo gusto e per alcune caratteristiche d’uso che lo rendevano molto interessante per il mercato. Il Satèn, che per primi in Franciacorta abbiamo voluto produrre come millesimo, è un Franciacorta perfetto per la mescita, per il cosiddetto sbicchieramento dei locali giovani, e per la regalistica. Siamo sicuri che questa risposta è strettamente legata alle caratteristiche organolettiche del vino, quella delicatezza e quella eleganza sobria che piace immediatamente e non ha bisogno di molte spiegazioni”.

Capace di unire conoscenze tecniche, esperienza e sensorialità, il “Gioco delle Cuvée” ha coinvolto nelle sei edizioni precedenti oltre 22 città e più di 1000  clienti, tra enotecari, ristoratori, giornalisti, opinion leader e semplici consumatori. Numeri importanti, che hanno offerto occasioni di riflessione e stimolo anche a personaggi di primo piano del mondo della comunicazione quali Alessandro Cecchi Paone, Domenico de Masi e Paolo Crepet.

In questa finale, poi, numerosi saranno gli elementi innovativi: “In primo luogo la presenza di una qualificata giuria di esperti: prestigiose firme della stampa del vino, degustatori ufficiali, docenti Ais e sommelier. Ma anche giornalisti ed opinionisti meno esperti seppur appassionati del vino e delle bollicine Franciacorta, come Lamberto Sposini, – afferma Carmen Moretti, vicepresidente del Gruppo Holding Terra Moretti. A loro il compito di giudicare le cuvée preparate e scegliere la migliore, quella che meglio interpreta l’anima del Satèn Contadi Castaldi.  Ma a loro sarà chiesto anche di misurarsi in una degustazione alla cieca, fra le bollicine espressione dei cinque territori europei maggiormente vocati  e più rappresentativi. E, ancora, presenteremo i risultati di un sondaggio fatto tra i quasi 500 partecipanti al Gioco delle Cuvée di quest’anno, per comprendere quali siano i profumi e quali i sentori che maggiormente si riconoscono nel nostro Satén”.

Come Eravamo: l’esordio al Miglior Sommelier Toscana 2006 e l’ultimo saluto a Carlo Pratovecchi

Estate tempo di deframmentazioni del disco rigido e pulizia dell’immane quantità di cianfrusaglie accumulate nei mesi scorsi… Cercando di liberare spazio trasferisco gli oltre 2 GB di backup del mio glorioso Nokia 7610 e mi imbatto in due inediti da paura ovvero la mia esibizione al Concorso Miglior Sommeler della Toscana 2006, tenutosi il 27-28 Marzo 2006 in quel di Pietrasanta, in concomitanza con il Premio Versilia. Partecipai veramente con pochissime speranze in cerca di un pò di esperienza ma si rivelò un trampolino di lancio incredibile con ricadute oltre ogni mia immaginazione. Qualche mese prima mi era capitato di arrivare in semifinale agli Italiani a Cagliari ma ero veramente lontano dai primi (vinse Perazzo su Gargiulo e Bacilieri quella volta); se non altro mi resi conto che cosa voleva dire gareggiare e in 5 mesi di studio notturno con il piccolo Malwin in collo (non ha mai dormito fino ai due anni il signorino…) mi presento a Pietrasanta davvero con l’animo di chi non ha nulla da perdere e nessuna speranza di guadagnare alcunchè. Però poi ti capita che azzecchi diverse domande, i vini alla cieca li riconosci e finisci sul palco. (altro…)

Gelato artigianale da Burde: arriva la Crema di VinSanto di Carapina con il biscotto di Prato Mattei

Tra gli effetti curiosi del blog e del web 2.0 c’è quello che ti porta ad essere ri-conosciuto alle feste senza che tu abbia la minima idea di chi ti sei ritrovato davanti e soprattutto questa persona per esempio ti dice “Ehi ma tu sei quello che festeggia il compleanno il 26 luglio con la festa del gelato a casa sua“. Ecco come Simone Bonini mi si è presentato ad una festa due settimane fa in quel di Carmignano…

Dopo (troppi) anni di assenza torna quindi da Burde il gelato artigianale, qualcosa di cui si sta cominciando finalmente a parlare seriamente dopo anni di pressappochismo. A Firenze infatti dal 22 Maggio ha aperto Carapina (sito ancora fermo ma già si parla di blog), nuova gelateria che ha aperto una breccia nel cuore di molti fiorentini a giudicare dal grande successo che ha riscosso. Oltre alla qualità altissima delle preparazioni con ingredienti e materie prime selezionatissime, direi che una buona dose di marketing evoluto ha servito allo scopo con varie trovate come i cestini da pop corn che sostituiscono le “bare” di polistirolo tradizionale, i gusti un pò estremi (provate il Nero Assoluto e mi dite…) e infine quella che ci ha fatto decidere per metterlo in carta ovvero il Biscotto di Prato Mattei servito sulla Crema al Vin Santo Toscano. Ed è proprio questo che da oggi cominciamo a proporvi da Burde a fine pasto contribuendo ad una operazione che farebbe la gioia di ogni bocconiano ovvero una operazione di co-branding in cui le vision di 3 aziende si sposano in un’azione di mission sharing di Carapina ottimizzandoil added value dei brand storici Burde e Mattei. Il che si traduce nel payoff “Fredda tradizione e dolce innovazione toscana”. Ci manca solo una sana azione di Guerilla Marketing magari andando nelle gelaterie altrui ad infilare biscotti a destra e a sinistra…

Insomma, tanti “-ing” per dire che ALMENO vale la pena provarla!

E se non ce la fate a venire a trovarci a pranzo o per cena (il venerdì) stiamo mettendo su un evento “gelato” per la fine di Luglio quindi non avrete scuse…