Monthly Archives: settembre 2008

Gran Premio Sagrantino di Montefalco: proviamoci…male male c’è la Settimana Enologica!

Come vedete, almeno la buona volontà ce l’ho messa nel prepararmi…Mentre leggete sono in viaggio per Montefalco (PG) per partecipare alla seconda edizione del Gran Premio del Sagrantino organizzato dal Concorzio di Montefalco.

Concorso atipico senza finale pratica ma 8 vini da degustare cercando di capire quale di questi è effettivamente un Montefalco e ci si può fidare solo dei tannini visto che nel mezzo i sadici commissari ci mettono anche dei Taurasi e altri campioncini di polifenoli.

Poi domande molto dettagliate sul Sagrantino e la sua storia, i comuni…insomma può succedere di tutto e saremo almeno una quindicina da tutt’Italia e approffitteremo sicuramente degli eventi della Settimana Enologica  per farci comunque una grandissima cultura enogastromica umbra a base di “passeggiate dei sapori, laboratori del gusto, visite guidate, workshop con la stampa e colazioni tra le vigne“.

Senza contare che la cena sarà “Sapori a Confronto a Tavola: a cena con grandi piatti interpretati dagli chef di Jeunes Restaurateurs d’Europe”.

Prove del concorso alle 16:00 e annuncio vincitori in serata.

Se l’umts di Wind regge vedo di postare qualcosa di cronaca e foto, altrimenti vi dovrete accontentare di qualche post al volo con l’IPhone… Per i Jeunes e le loro realizzazioni visto che giù c’è anche Aldo, tenete d’occhio il suo blog e per le valutazioni sul Montefalco 2005 (annata eccelsa, tra le 4 migliori di sempre qui) tantissimi esperti tra cui Pierluigi Gorgoni cui cercheremo di strappare qualche commento a caldo.

Il Gelato, il vino e la Sommellerie

L’esperimento gelato – vino è partito da alcune considerazioni e idee contenute in un numero Agosto Settembre Bibenda del 2006 con un bell’articolo di Daniele Maestri “Questo abbinamento s’ha da fare” integrate da una serie di discussioni avute con Simone Bonini e Giampaolo Valli durante l’estate.

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La Sommellerie e il Gelato
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Dal punto di vista della teoria AIS di abbinamento cibo vino si è partiti ovviamente dal fatto che l’abbinamento doveva essere fatto con vini dolci, alcolici con lunga persistenza, elemento fondamentale per garantire in bocca un bel gioco di rimandi con il gelato artigianale che notoriamente ha una persistenza molto lunga.

Altra considerazione  è stata partire dal fatto che non tutti i gelati hanno la stessa consistenza, la stessa grassezza e non tutti sono a base latte, di qui le diverse sensazioni fisiche che si provano in bocca mangiando gusti diversi di gelato, anche dalla stessa gelateria. Ad esempio la nocciola o il pistacchio necessitano di un vino dall’acidità più elevata rispetto ad un gusto a base frutta o cioccolato senza latte (come il Nero Assoluto di Carapina ma altre gelaterie lo stanno sperimentando).

Terzo aspetto è stato la concordanza aromatica ovvero si è cercato di abbinare profumi e sensazioni simili (vedi Brachetto e sorbetto alla frutta), Gelato al cioccolato e Porto e Crema alla Vaniglia e Malvasia. Sugli aromi si è anche giocato sul cercare di arricchire un profumo con elementi vicini per territorialità e tradizione come il Pistacchio di Bronte con il Marsala.

Infine, esperimenti anche per contrapposizione aromatica come nel caso della menta contro il fruttato intenso del Granello che in bocca davano effetti e risultanza decisamente poco describili ma piacevoli.

Oltre agli abbinamenti proposti sono stati sperimentati altri incroci e si è visto ad esempio che un vino passito molto ricco (malvasia, moscato, sauvignon) come il Bothrys tende a abbinarsi molto bene con quasi tutti i gusti ma per motivi diversi: ottimo con la nocciola per arricchimento ma anche perfetto sul gelato di fico fresco per concordanza con i suoi profumi di fico secco. Inaspettato ma gradito eccellente il risultato di Crema al Vin Santo con Marsala che dava come risultato in bocca un mascarpone al gusto di Marsala decisamente suadente e invitante.

Abbinamento Gelato e Vino: si può fare!

Alla mezzanotte di ieri sera siamo arrivati al verdetto in sala qui da Burde con Giampiero e Simone di Carapina, ovvero che questo chimerico abbinamento gelato vino si può fare e in certi casi oserei dire si DEVE fare perchè regala emozioni  e sensazioni nuove che vanno oltre la dolcezza e l’armonia dei profumi, specie quando sfruttando la fisica e le temperature producono nel nostro palato impressioni nuove.

Troverete su YouTube tutti gli esperimenti in dettaglio ma già adesso vi segnalo 3 abbinamenti da provare (TRY this at home):

  • Nocciola del Piemonte con Bothrys Mastrojanni 1999 (Montalcino, malvasia, moscato e sauvignon passito)
  • Nero assoluto (cioccolato senza latte) con Porto LBV 2001 Graham
  • Crema alla Artusi (con bacche di Vaniglia) con Malvasia Liquoroso Vigna Moresca Sicilia IGT

Sugli altri abbinamenti ci sono state sorprese e solo una bocciatura ma ve ne parleremo con calma nei prossimi giorni e nei prossimi video. E adesso vi lascio con Giampaolo Valli, e adesso vi lascio con giampaolo valli intervenuto alla serata per l’amicizia che lo lega a simone e al progetto  carapina “, docente della Gelato University, innovatore e ricercatore per selezionate gelaterie in europa e nel mondo. (video in due parti).
Carapina e il gelato artigianale (parte 1)

Gelato artigianale Carapina parte 2

Ma come si fa a partecipare ai concorsi e mantenersi come sommelier?

Da un commento interessante di Davide circa la possibilità di conciliare lavoro “normale” e prestazioni da concorsi sommelier apro questo post per una piccola discussione e invito i nominati (Antonini, Bonera) ma anche gli altri campioni sparsi per l’Italia a raccontare le loro esperienze in materia.

Come sapete la mia è una condizione un pò particolare in quanto lavoro con i miei e dopo qualche anno hanno riconosciuto l’importanza (anche in termini di ricaduta pubblicitaria) della partecipazione ai concorsi quindi ADESSO non ho particolare problemi ad ottenere permessi e ferie per partecipare ai concorsi, ma NON è stato sempre così! Specie all’inizio vi assicuro che non è stato facile spiegarlo, poi per fortuna sono arrivati i risultati (vedi il Miglior Sommelier Toscano già nel 2006) ed è stato più semplice.

Condizione essenziale, valida in qualsiasi attività (ristorante, enoteca, consulenza) è che il vostro datore di lavoro sia consapevole che i concorsi vanno a vantaggio del sommelier ma anche dell’attività presso la quale esercitano. Esempio pratico, nella pagina di Class sui Ristoranti di Burde non c’è ovviamente traccia ma grazie alla mia (più o meno meritata) popolarità la mia Trattoria di quasi provincia è nella stessa pagina in mezzo a Cracco, La Pergola di Beck, Pinchiorri e Le Calandre…

Ovvio che per il sommelier i vantaggi non si misurano solo in popolarità e pubblicità ma sono una fonte di aggiornamento professionale enorme e altrimenti impagabile in termini di conoscenze, progetti in comune, spunti per il lavoro. Della serie, almeno a qualche concorso vi consiglio di partecipare che aiuta tantissimo, indipentemente dall’esito.

I montepremi dei concorsi sono piuttosto allettanti che non vi cambieranno la vita ma qualche rata del mutuo la pagano eccome (vedi il Sagrantino Giovedì18 con 2mila euro per il primo,  il Master del Sangiovese con 2500, Trofero Berlucchi 5mila) e spesso prevedono almeno per i primi 3 classificati il rimborso totale delle spese della trasferta (pernottamento e viaggio).

Per il Trofeo Berlucchi poi da quest’anno, grazie a Rudy Giuliani e Davide Staffa, abbiamo anche ottenuto che i semifinalisti che hanno passato le prove di ieri saranno spesati per la trasferta a Catania. Inoltre da sempre per il Trofeo Berlucchi esiste un rimborso forfeitario di 100 euro per le spese di viaggio per i quarti di finale.

Come all’Università (borse di studio) e in altri settori (master…), ovviamente viene ripagato l’impegno e la dedizione ma occorre sicuramente un pò di opera di convincimento iniziale in azienda che può anche essere complicata. Però io sento più spesso sentire anche di datori di lavoro che pagano i corsi da sommelier, o una parte e che addirittura spingono i ragazzi a partecipare ai concorsi.

Se può servire, possono mettersi in contatto con me o con i miei e farsi raccontare la questione, ma vorrei anche sentire Ivano, Nicola, Angelo e gli altri che questo “mestiere” lo fanno da più tempo e con più successo di me…

Sulla graticola fino a lunedì…come sarà andata?

Ancora non ho sentito le reazioni da Milano e da Napoli ma da Roma siamo tutti pienamente soddisfatti a metà…Domande di media difficoltà (e fa rabbia averne sbagliata qualcuna in maniera un pò stupida) e poi grande colpo gobbo di quelli che tutti si divertono a fare ai sommelier, ovvero dare lo stesso vino nel test dello scorso anno! Gavi e Bolgheri DOC nel 2007 e Gavi e Bolgheri DOC (Caccia al Piano di Berlucchi) pure quest’anno, roba che appunto lo assaggi e dici “cavolo non può essere lo stesso…opppure si?!?“.

Tra le domande si spaziava tra gli anni di invecchiamento di un Calvados, almeno tre sinonimi del Tempranillo, e la temperatura di servizio di un Meritage…tralasciando tutte le domande sulle DOC e sulle composizioni % dei vitigni. Ecco magari queste le sapevo ma sul resto non mi sono piaciuto per niente (aggiornate le quote…)

Solito stress pre-esame ma anche, dopo,  relax e occasione di incontro davvero privilegiata con gli altri concorrenti (con il Merlini che si è finalmente deciso a entrare in Facebook)  , stavolta particolarmente piacevole per il pranzo quasi a bordo piscina al Rome Cavalieri.

Però niente Beck!

Tempo di Miglior Sommelier d’Italia, quarti di finale Berlucchi a Roma stamattina!

Sono in partenza (anzi spero di essere già sul treno) per Roma Hotel Cavalieri stamani per partecipare alle selezioni per il Trofeo Berlucchi Miglior Sommelier d’Italia (nella foto l’amica Nicoletta Gargiulo vincitrice lo scorso anno). Le semi-finali e finali saranno il prossimo 17 e 18 Ottobre a Catania ma intanto bisogna arrivarci! E quest’anno l’estate è stata più piena del solito e le notti per studiare sempre più corte. E nonostante vari consigli sul “Ma chi te lo fa fare?” anche quest’anno ci provo perchè il Trofeo Berlucchi per tutti noi sommelier italiani vale forse anche di più di un quasi titolo europeo o forse anche mondiale (diciamo un pò come uno scudetto per la Fiorentina).

Conosco tanti sommelier e più ne conosco più mi rendo conto di quanta passione impegno e dedizione ci sia in chi fa questo lavoro qua in Italia. E girando l’Italia per concorsi sono cresciuto e ho imparato tantissimo e ogni volta è davvero come se fosse la prima, quindi ecco perchè la sfida è di quelle toste e che non ammettono cali di concentrazione e di impegno. Oggi a Roma dalla Toscana partiamo in 3, Andrea Balleri da Monsummano (Grotta Giusti), Luca Martini di Arezzo (Osteria da Giovanna) e il sottoscritto per incontrare altri del Centro Italia. Altri quarti di finale a Milano e Napoli per formare i 18 che staccheranno il biglietto per la Sicilia.

Sarà davvero dura quest’anno ma vale sempre la pena almeno di provarci…male che vada cercheremo di scroccare un pranzo da Beck (anche solo un goccio in cantina)!

Quinta do Noval: la nacional del Porto a Signa

rute moreiroDevo ringraziare pubblicamente la Vino e Design e Andrea Vannini per averci regalato un pomeriggio davvero interessante e didattico martedì scorso con la degustazione di alcuni (ovviamente il Nacional non c’era…) prodotti di Quinta do Noval una delle più antiche e gloriose case portoghesi di Porto, una delle poche a non portare il nome di una famiglia ma quello della tenuta, donata direttamente dal Marchese di Plombal.

E la gentilisissima Rute Moreiro ci ha fatto fare un bel viaggio nel Douro mostrandoci foto impressionanti delle Quintas e dei terrazzamenti dove crescono le uve del porto. E soprattutto ci ha fatto capire le difficoltà innegabili di vendemmiare in queste condizioni con le gerle da 70 kili sulle spalle, senza meccanizzazione, con la pigiatura ancora orgogliosamente a piede. E pure ho scoperto come mai la celeberrima Touriga Nacional si chiama così!rute moreiro

Terminata la lezione nelle sale del ristorante Edy Più di Lastra a Signa (posto splendido, la cucina mi dicono anche, lo proverò quanto prima) ci trasferiamo nella veranda e via via sfidando il caldo ecco i vini in successione. I vini sotto il nome “Noval” contengono uve delle 4 quintas di proprietà della tenuta mentre i Porto con la dizione “Quinta do Noval” contengono 100% uve da quella singola Quinta. I Porto (per i profani) si dividono in due grandi famiglie ovvero i Tawny (invecchiati anche a lungo in botti piccole, ossidati e alcolici spesso color mattone e granato) e i Ruby (invecchiati in botte grande e per poco tempo, maturati per molti anni semmai in bottiglia, come i Vintage, sono da giovani rosso porpora acceso). Si servono quasi sempre intorno ai 12-14 gradi per via del tenore alcolico elevato, spesso a sfiorare i 20%. Una particolarità che rende (a detta loro) i vini così speciali è l’uso elevato rispetto alle altre aziende della varietà di uva a bacca nera Sousão, oggetto di una certa riscoperta in tutta la valle del Douro.

Noval Tawny 10 Years: si tratta di un misto di varie annate da servire al massimo a 15 gradi. Profumo nettamente ossidato ma intenso e affascinante, gusto pieno e tannico, aromi croccanti di amarena fieno spezie cannella cardamomo. Ottimo con dolci anche aperitivo. Uno dei migliori della giornata, sorprendente.

Noval Tawny 20 Years: quasi un cognac pungente dall’acidità elevata. Naso di intensità. Note di uva passa, rabarbaro, decisamente meno dolce del 10 years, note amare bacche, sandalo. Più nocciols più caramello, caffè, tostature, noci.
Quinta do Noval Colheita 95 (Tawny) : imbottigliato dopo 7 anni minimo di botte piccola, questo in particolare è stato imbottigliato nel 2007. Fresco ricco, profumo di caramello e amarena, canditi, caramella inglese bellissima acidità (nonostante i 100 gr zucchero!). Forse il più accattivante e bevibile di tutti. E neanche carissimo (intorno ai 45 euro).

Quinta do Noval Colheita 86 (Tawny): molto terziarizzato, note forti di lacca acetone terziario, tanto legno, un pò di frutta secca ma aromi molto più simili ad un distillato che ad un vino.

Noval Late Bottled Vintage 2003 Unfiltered: imbottigliato dopo 3 anni di botte grande ma non filtrato per permettere ulteriore evoluzione in bottiglia è di un porpora accesso e carnoso, naso candito con scorza d arancia majani, marmellata di mora. Iin bocca è pieno e corposo, morbido e si percepisce la materia e il potenziale evolutivo. Incredibilmente somigliante al Kurni …ma a solo 25 euro! Non solo da cioccolata, decisamente.

Quinta do Noval Vintage 2004: di primo naso sembrava quasi un Chianti Riserva giovane appena uscito dalla barrique, pienussimo fruttato, tannino concentratissimo, aromi di castagna buccia ballotta (secondo Arturo  che era accanto a me), mirtillo e ribes in bocca ma non si tiene quasi dalla potenza e dal corpo possente…ricchissimo, mineralità spiccata. Nel 2004 pochissimie quintas hanno dichiarato Vintage e anche Noval non ha imbottigliato Nacional quindi le uve del vigneto principe sono confluite in questo vino.

Quinta do Noval Vintage 1994: dovrebbe essere in teoria al suo massimo adesso, più austero caldo ma non esagerato, frutta cotta sotto spirito, poi tabacco cuio spezie anice, sandalo. Esemplare per capire come possa evolvere il 2004 così giovae appena assaggiato ma secondo Rute il 2004 tra 10 anni sarà molto meglio di questo 94 oggi.

Ah, già la Touriga si chiama “Nacional” perchè si tratta in genere di uve a piede franco e radici profondissime appunto nel cuore della “nazione”.

The day that never comes è qui: il nuovo dei Metallica nel vostro iPod! (e un pò di nostalgia, again)

Ecco tra i 100 motivi per cui vorrei essere tedesco c’è il fatto che domani sera 12 settembre alcuni migliaia di fortunati crucchi saranno nella colossale O2 Arena a festeggiare con i Four Horsemen il lancio del nuovo disco Death Magnetic. Che ormai già conosciamo tutto tra singoli (“Cyanide” è incredibile!), ascolti alla radio e preview online, senza contare la genialata di marketing di rilasciare proprio domani un update per Guitar Hero con le canzoni di Death.

Non credo sia immaginabile un marketing più studiato e complesso di quello messo in piedi per questo disco! A me basterebbe molto meno ma i tempi in cui aspettavi con trepidazione che si alzasse il bandone del tuo spacciatore di metal abituale e sgattaiolavi sotto per essere il primo (andando direttamente alla cassa tanto il carnefice sapeva benissimo cosa avresti comprato) ad acquistarlo era troppo bello.

E poi l’attesa in bus di arrivare a casa, ciaomammatuttobene, accendere lo stereo e chiuderti in stanza due ore e forse più… Stanotte quindi invece di essere a Copenaghen nel negozietto preferito di Lars (ridicolo) sarò davanti al Pc con ITunes accesso pronto a cliccare su “Acquista ora”. 30 secondi e tac comincio l’ascolto in cucina tra i libri di studio la nutella e il bricco del latte…things they change my friend!

Castello di Vincigliata e Bibi Graetz: non solo fantasmi

castello vincigliata bibi graetzE’ risaputo che nel Castello di Vincigliata si aggiri qualche fantasma tra i corridoi e le scalinate ma qualcuno si è anche lasciato andare ogni tanto dicendo che pure nelle bottiglie dei vari Testamatta, Colore, Soffocone ci fosse un qualcosa di non riconducibile solo a quei bei vigneti da cartolina che Bibi ha disseminato a Fiesole e in giro per la Toscana. L’altra sera alla consueta Festa della Vendemmia solita grande partecipazione e solita atmosfera incantata e purtroppo anche la solita ora in piedi per mangiare una “porzione cremona” di maialino asado.

L’evento era riservato a clienti e potenziali tali tra enoteche ristoranti e simili e ovviamente i vini erano serviti a circa 26 gradi (bianchi compresi) in una stanza quasi al buio ma nonostante le condizioni non posso esimermi dal dire che sono rimasto molto colpito dal Testamatta 2006 dal solito terribile rapporto qualità prezzo (a 80 euro è fuori dal mondo) e da I Grilli del Testamatta, sorta di second vin aziendale, molto più pronto e di facile beva, con un fruttato accattivante da toscano di razza. soffocne nettari etrusci

Allineato per prezzo ma molto più rustico e scorbutico il grande Soffocone, case study di marketing enoico, che nella sua versione 2006 rivela un tannino deciso e un po’ scorbutico ma che al naso convince tantissimo.E peccato che Hillary Clinton non abbia vinto le primarie perchè è corsa voce di una spedizione già pronta a partire per regalare alla ex first lady una doppia magnum di questa bottiglia (non sappiamo se a Michelle Obama toccherà qualcosa di simile in caso di vittoria molto poco probabile del marito).

Solita grandissima prova per il Bugia 2006 dall’isola del Giglio da Ansonica in purezza di vigneti di 80 anni parzialmente macerata sulle bucce. Solo discreto (ma caldo com’era non posso dirvi di più) anche il Gigliese 2007. Ottimo invece il rapporto qualità prezzo (circa 9 euro in enoteca) per i vini base aziendali ovvero i due Casamatta bianco e rosso, freschi, vivaci e dissetanti. Spazio anche al Canaiolo (altro vino “teorico” ovvero solo 3 barrique, costosissimo e iperconcentrato) e ad un Testamatta 2004 in magnum semplicemente fantastico con note fruttate ancora giovanissime di fragola e ciliegia su un tappeto serratissimo di spezie (carruba, cardamomo) .

Niente Colore stavolta (ma esiste ancora? per 500 euro a bottiglia è ancora più virtuale del Canaiolo…quando era in carta da Pinchiorri costava meno!) ma nessuno ne sentiva la mancanza.

Ecco adesso uno può ricominciare a dire che non è possibile che il Sangiovese a Fiesole possa dare un vino come il Testamatta e possiamo quindi ricominciare a parlare di fantasmi ma i vini di Graetz vanno presi così… Fanno presa su di un immaginario collettivo vinoso modaiolo e “cool” che può far storcere il naso a qualcuno ma oggettivamente si tratta di prodotti dotati di un fascino particolare. Ovvio poi che se ve li servono in un posto così…

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