Monthly Archives: ottobre 2008

Domenica 12 ottobre a Viareggio con Spumantia e AIS Toscana

spumantiaSe le bollicine di Eugenio vi hanno stuzzicato il palato allora avete l’occasione per togliervi diverse voglie questa domenica a Lido di Camaiore con Spumantia 2008.
Soprattutto avrete l’occasione di partecipare agli interessantissimi (e utilissimi aggiungo io) seminari di Roberto Bellini Ambassadeur Champagne del CIVC in programma al mattino o al pomeriggio. Per questi due seminari ricordatevi di prenotare mentre in contemporanea e dalle 10,00 alle 19,30 saranno aperti i banchi d’assaggio.
Prossimamente l’elenco completo delle oltre 50 aziende presenti dall’Italia e dall’estero.

PROGRAMMA
Ore 10.00 Apertura della manifestazione
Ingresso soci AIS gratuito
Non soci euro10,00

Ore 11.00 Seminario sulla TECNICA DI DEGUSTAZIONE DELLE BOLLICINE
– Condotto da Roberto Bellini – Posti a disposizione n. 30, costo euro 10,00.

Ore 15.00 Seminario sulla TECNICA DI DEGUSTAZIONE DELLE BOLLICINE
– Condotto da Roberto Bellini – Posti a disposizione n. 30, costo euro 10,00.

Ore 19.30 Chiusura della manifestazione

UNA HOTEL VERSILIA
Lido di Camaiore
Viale Bernardini già Viale C.Colombo, 335-337
Per le prenotazioni ai seminari, telefonare alla sede regionale AIS Toscana tel. n.
055 8826803 o scrivere a ass.toscana@aistoscana.it

Brunello di Montalcino Biondi Santi DOCG 1999

brunello biondi santi 1999Questo 99 si presenta già con una carica notevole cromatica e con un tono molto acceso indice di superba acidità. Al naso è quasi un tuttuno granitico di ciliegia e amarena ma dalle sfaccettature intriganti di pepe macis e scorza d’arancia. Completano il quadro un accenno di tabacco dolce e sottobosco minerale. In bocca è durissimo quasi fastidioso con una acidità sopra le righe, piacevole solo se accompagnata a del cibo.

Dopo 12 ore acquista una dimensione nuova con una piacevolezza maggiore in  bocca con acidità in parte rientrata nei ranghi. Tannino ben presente e mordace, profumi sinuosi e sempre carnosi e con l’amarena a predominare la scena. Sempre meglio per un’annata ancora da aspettare ma già grandissima.

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Brunello Biondi Santi 1999
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Enogenio AIS Toscana: come è andata (e le schede di tutti i vini…)

E’ stata davvero dura ed emozionante ma la sfida di Eugenio valeva tutta la pena di essere raccolta. Raccontare 6 grandi bollicine davanti a due Ambasciatori CIVC dello Champagne in Italia e ad una platea esigentissima di oltre 50 persone non era affatto banale. E anche Luca Martini e Cristiano Cini hanno sfoderato una prova notevole nel decantare i bianchi e rossi di livello mondiale che Roberto Bellini e Osvaldo Baroncelli ci hanno proposto. Riporto qui alcune mie considerazioni e faccio miei anche alcune sensazioni e notazioni gusto olfattive di Luca (bianchi) e Cristiano (rossi) che sono state davvero azzeccate.
Enogenio 2008

Intanto come inizio ecco un video sulla mia intro sulle Bollicine e la Franciacorta:

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intro Franciacorta e Champagne Enogenio
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E adesso la degustazione della Cuvèe Annamaria Clementi 2001 Ca’ del Bosco:
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Annamaria Clementi 2001 Ca’ del Bosco Franciacorta
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Per il resto dei vini vi dovrete accontentare dello “scritto”!
SPUMANTE ANNA MARIA CLEMENTI CA DEL BOSCO 2001
Mi esprimo meglio nel video ma vi basti sapere che ancora una volta stupisce sia al naso con un pompelmo candito ormai marchio di fabbrica e da manuale contornato da pasticceria finissima e in bocca per la cremosità avvolgente punteggiata di nocciola. Davvero suadente ed elegante, acidissimo eppur già bevibile

SPUMANTE GIULIO FERRARI RIS.FONDATORE 1997
A suo modo inconfondibile e con note iodate e minerali notevolissime, fruttato e floreale molto giallo e ricercato, in bocca è sapido e decisamente ancora meglio che al naso per complessità floreale e fruttata. Persistenza infinita e grande classe con una sapidità minerale che sfiora il kruggeggiante.

CHAMPAGNE SUBSTANCE J.SELOSSE
Il più strano e spiazzante del gruppo già dal colore giallo quasi ossidato. Al naso è caldo di pesca e melone poi minerale tanto, nocciola e mandorla dolci ma non stucchevoli, sontuosamente lievito e frutta candita sia tropicale che più classica. In bocca è rotondissimo e d’impatto, con una persistenza nell’ordine delle decine di secondi. Capisco chi rimane spiazzato ma capisco di più chi se ne innamora profondamente!

LIESSE D’ARBONVILLE 1996 PLOYEZ JACQUEMART
Al naso è un incanto di artemisia, rosa, camomilla, miele e noci mentre in bocca è una lama sapida tagliente che attacca la lingua. Acidità e durezze sopra la media per quello che sembra quasi un pas dosè. Struttura elegante e delicata, sicuramente troppo compresso in questa fase e da attendere a lungo ma con fondate speranze in qualcosa di grande!

CHAMPAGNE DOM PERIGNON 1999
DEve sempre dimostrare qualcosa di più ma onestamente pare davvero difficile fare di meglio con un tropicale di mango papaya e maracuja ruffiano ma esaltante e un lievito e panificazione decisi. Struttura e nerbo acido notevoli in bocca con un corpo che al naso non ti aspetteresti. Maschile e femminile insieme, classe eleganza e anche potenza. Geoffroy ancora una volta gioca di fino con gli opposti e lo lasciamo fare volentieri.

CHAMPAGNE KRUG 1996
Da teorico “krugist” quale sono non rimango mai impassibile di fronte a questi monumenti. Legno, vaniglia, cocco, cannella e poi tisana, cedro, zenzero, pepe bianco: impressionate e puro Krug. In bocca solito impeto, sapidità alle stelle e progressione lenta ma esplosiva di nespoli, limone, lampone e di nuovo note dolci di legno. C’è chi dice di aspettarlo, io sono per berlo ora e tante altre volte.

SAUVIGNON BLANC CLOUDY BAY 2007
Il nuovo mondo che in 20 anni ha ridefinito il Sauvignon blanc nei palati del mondo è la solita meraviglia di fiori di sambuco, di bosso, di finocchietto selvatico, anice, erba tagliata, lime, frutto della passione. E poi in bocca è corpo struttura, sostanza, sapidità mai stancante.

SILEX SAUVIGNON 2004 DIDIER DAGUENAU
DD non c’è più e vini come questo ce lo fanno sentire vicino con la scheggia di silice in evidenza anche al naso e un affumicato tanto leggero quanto croccante. Persistente all’inverosimile, rispetto ad altre annata ha un frutto più deciso ed elegantissimo con pompelmo, gelso, tiglio, gesso, iodio sale marino. Finale di sale e d’armonia tra l’uomo e la terra. Ci mancherai Didier!

CHARDONNAY GAJA E REY 2006
Al naos non impressiona perchè sussurra di glicine e tiglio ma in bocca esplode con una potenza italiana da chardonnay maturo, noce moscata, chiodo di farofdano, mirabelle sotto spirito, eleganza e potenza ma controllata. Caldo, ricco, minerale importante.

CERVARO DELLA SALA 2006
Giovanissimo ma riconoscibile con un the e camomilla e fieno fresco dal grechetto che siposano sopra un classico sontuoso naso tropicale da chardonnay italico. In bocca è ben amalgamato, intenso,caldo e avvolgente con crema pasticcera e finale amaricante che ne aumenta la bevibilità.

PULIGNY MONTRACHET J.CLAUDE BOISSET
Se Corton Charlemagne era pietra e spezie qui è frutta e note burroso ad aprire la strada. Tartufo, nocciola, burro, in bocca è lineare, tostato, sottile ma di corpo, l’archetipo dello Chardonnay di Borgogna che definisce uno stile.

BONNEAU DU MARTRAY CORTON CHARLEMAGNE 2005
Nel mio palato uno dei 3 migliori della giornata, un naso di spezie aglio finocchio rosmarino pepe bianco che annichiliscono qualsiasi paragone con altri Chardonnay, anche in borgogna. Complessità senza pari e sicuramente un naso da pinot nero rosso con moka, pietra bagnata, affumicato, nocciole, burro. Bocca sontuosa e piena, con finale esaltante che si fa ricordare a lungo.

PINOT NERO BARTHENAU VIGNA S.URBANO 2004
Difficile fare di meglio in AAdige con vigne che leggono in terreno regalando un naso varietale complesso con frutti di bosco in macedonia appena tagliata nella quale però è possibile distinguere ogni elemento. Alcol si avverte con frutta sotto spirito ma anche speziato legno, e anche note dolci. Bocca piena e delicato come ci aspetta da un grande Pinot Nero.

ATA RANGI MARLBOROUGH PINOT NERO 2005
La felce neozelandese domina la scena di uno scurissimo Pinot Nero che definisce lo stile neozelandese a pieno. Alcol e acidità duettano dando vita ad un alternanza godibilissima in bocca tra tostatura e speziatura dolce e un frutto ricchissimo e croccante. Grinta e nerbo per un vino che sembra aver fretta di gridare al mondo che anche qui il Pinot NEro può essere non solo grande ma anche monumentale.

CLOS DE VOUGET GRAND CRU 2003 GRIVOT
Archetipo del Pinot Nero borgognone speziato e caldo, con un mirtillo e frutti di bosco neri e rossi in un concerto affiatato che toglie il respiro. Pepe bianco e nero, liquirizia cuio e caffè. Bocca cangiante dinamica mai stanca.

SASSICAIA BOLGHERI SUPERIORE 2005
é sempre lui, elegante ma mediterraneo, frutta di bosco calda ma mai meno di finissima, tappeto di macchia mediterranea, di mirto con leggero floreale e melata di abete cangiante. In bocca è leggero e delicato ma con una persistenza magica.

CABERNET SAUVIGNON ESTATE 2003 MONTELENA
Naso stratificato, denso di lamponi fragola finissime e croccanti, fragranti come pochi altri rossi al mondo. Dolce amarena, pepe e cardamomo nitidi e suoadenti, in bocca ha un tannino californiano da manuale che interpreta magistralmente uno stile ormai affermato. Finale di mirtillo e prugna con sapiditrà in crescita. Potenza e controllo.

CHATEAU MARGAUX 2001
Altro vino che deve sempre dimostrare qualcosa in più ed è stupefacente come ci riesca ogni volta. Caffè, tostato, cacaio, ferro, mirtillo, mora, ribes nero, floreale di giaggiolo e rododendro, bacche selvatiche, potrei contìnuare due pagine che ad ogni olfazione la sfera cangiante di profumi ne regala sempre uno di più stupefacente del precedente. In bocca tocca l’animo con un tannino esemplare per sofficità e capacità di riempire la bocca, un tannino “sferico” come tante piccole bollicine che esaltano il godimento del frutto e del tostato. Senza altre parole.

Brunello di Montalcino Biondi Santi DOCG 1998

brunello biondi santi 1998Annata contrastata e difficile la 1998 ma che ci ha già regalato emozioni. Questo Brunello ha note di humus e sottobosco con frutta sotto spirito appena accennato ma in compenso un grande bagaglio di spezie e terziari come cuoio, liquirizia, tabacco fusi in un tuttuno molto elegante e sinuoso. In bocca il tannino è levigatissimo e si ha la percezione di un vino godibilissimo a tavola e anche da conversazione. Acidità alta ma non elevatissima, morbidezza encomiabile e beva ottima.

Dopo 12 ore i profumi sono ancora più eleganti e fini con note di frutta più marcata che si staccano dal sottobosco iniziale. In bocca la piacevolezza aumenta con note più calde e un finale molto più persistente e interessante.

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Brunello Biondi Santi DOCG 1998
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Storia della famiglia Biondi Santi e del Brunello di Montalcino in una verticale 1998-2003

Giornata storica ieri per il Brunello di Montalcino con un acceso e interessante dibattito in quel di Siena (filmato qui e report di Andrea Pagliantini qui) e, nel nostro piccolo, qui a tavola con noi e queste 18 bottiglie di 6 annate del vino toscano più amato e celebreato nel mondo, dal 1998 al 2003, compreso il Rosso “fascia rossa”.

Grande platea attenta e curiosa, bottiglie in gran forma ma mai troppo facili da leggere. Trovate tutte le foto a questo indirizzo. Secondo le indicazioni della casa, ciascuna bottiglia è stata aperta 5-7 ore prima della degustazione e scolmata leggermente. L’assaggio è stato condotto dalle 21 alle 23 di ieri sera e successivamente la mattinata di oggi per valutare l’evoluzione dei profumi.

Trovate note e approndimenti nei post dedicati a ciascuna annata che appariranno nei prossimi giorni (e che devo riscrivere perchè il “solito” attacco hacker alla simplicissimus ha distrutto 4 ore di lavoro stamani…

Inanto ecco qui la storia della famiglia e del loro legame con il vino italiano più famoso del mondo:

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Storia Famiglia Biondi Santi e Brunello Montalcino
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Stasera 21:00 Verticale Biondi Santi Brunello di Montalcino 1998-2003, ore 15:00 duello Ziliani-Rivella e primi risultati guide vino 2009

Diramati ieri i risultati della Guida dell’Espresso (la terza guida a svelare i suoi risultati, dopo Vini Buoni d’Italia Touring e Veronelli, Gambero Rosso ha iniziato da ieri uno stritease alla Wine Spector per rivelare in un inedito stillicidio i suoi premiati), eccoci stasera subito a valutare se Fabio Rizzari (direttamente a KelaBlu)  e Ernesto Gentili hanno visto bene almeno su un vino che avremo a portata di bocca, ovvero il Brunello di Montalcino Tenuta il Greppo di Biondi Santi 2003, valutato tra le  25 eccellenze toscane di quest’anno (contro le 66 del Piemonte!).

Giornata davvero speciale oggi per tenere la nostra verticale visto che sarà preceduta alle 15:00 sul portale InToscana dalla diretta web dell’atteso confronto pubblico tra Ziliani e Rivella sul disciplinare del nostro vino più amato e importante all’estero.

Stasera da Burde ne parleremo sicuramente così come parleremo  dei tempi del Sangiovese, del suo terroir e dell’operato dei critici dove sembra orientarsi.

Riepilogo vini della nostra serata (valutazione in stelle annata) :

  • Brunello di Montalcino Il Greppo 1998 (****)
  • Brunello di Montalcino Il Greppo 1999 (****)
  • Brunello di Montalcino Il Greppo 2000 (***)
  • Brunello di Montalcino Il Greppo 2001 (****) *
  • Rosso di Montalcino Il Greppo 2002 Fascia rossa (**)
  • Brunello di Montalcino Il Greppo 2003 (****)

Bibendum: tutto il vino del mondo su due piani (lasciatemi qui vi prego)

Ancora non so come finire di ringraziare Alessandra Atzeri (cagliaritana DOC trapiantata a Regent’s Park, beata lei) e la possibilità che ha dato a me e agli allievi londinesi del corso di Sommelier AIS UK di definire il proprio palato e tarare il proprio naso sulle eccellenze mondiali enoiche martedì scorso. Siamo a Regent’s Park, proprio sotto la famosa Primrose hill da cui si ha il più bel panorama “naturale” di Londra e qui ha sede questa dinamica e innovatica casa distributrice e importatrice di fine wines.
Da bravi sommelier di provincia trascuriamo bollicine e bianchi (per ora) e ci lanciamo sul cavallo bianco indomito del Saint Emilion, il vino che ogni enosnob dichiara come vino del cuore e per oggi mi accodo volentieri. Questo 2004 ha stoffa da vendere, un purosangue ancora giovanissimo e inesperto ma che già profuma di viola, di caffè, di liquirizia, di ribes in maniera trionfale. Dopo lo Cheval è un pò punitivo buttarsi sugli altri vini ma le sorprese non mancano. Villa Russiz Graf de La Tour (unico italiano sul tavolo insieme ad un Sassicaia 96) sorprende per estratto e finezza e batte nettamente in eleganza diversi Chateau Bordolesi in sala come Lynch Bages e Haut Batailley 2001.

Spiccano invece per persistenza e freschezza inaudita un Penedes 1999 Juan Leon a me finora sconosciuto come anche questa SpringFlield Estate, aziendea del Robertson dal SudAfrica che piazza tre gemme come questo Cabernet, il dolce Straw Wine e il bianco da Chardonnay vincitore del confronto Borgogna vs resto del mondo al piano superiore.

Notevoli il Cabernet di Nicolas Catena Zapata (con un decisamente influenze 22% di Malbec) e anche i bianchi a base Torrontes e Chardonnay erano godibilissimi. Nella sala cosiddetta “Main stage”presenti numerosi vini dalle provenienze più disparati. Degni di nota i due A to Z dall’Oregon con un Pinot Nero e un Pinoti Bianco immediati piacevoli e senza sbavature (e pure tra i più convenienti della sala a livello di costo). Ampia selezione dalla Francia del Sud (un discreto Lirac, Clos de Sixte Alain Jaume) e sfida con un Mourvedre in purezza dall’Australia (il sempre affidabile d’Arenberg, addirittura sublime con il Cabernet Coppermine Road 2000 da MacLaren Vale).

Dalla Spagna un ottimo Grenache da vielles vigne Etim da Montsant e un “organic monastrell 100%”da Casa de l’Ermita 2004 da Jumilla. In mezzo alla sala troneggi un 3 litri di Ceretto Bricco Asili Barbaresco del 1990 che al naso impressiona ma in bocca ha un goudron un pò coprente, ma grandissimo tutto comunqu. Altro rosso interessante è poi l’Heritage Dry Creek Zinfandel da Sonoma del 2006, boscoso e fruttato e senza off flavours animaleschi spesso presenti in certi Zinfandel USA. Tra i bianchi, i “nostri” Lageder e Maffini danno del filo da torcere a “normali” Borgogna e Mersault ma rimango colpito dalla freschezza e dalla rotondità di frutto di un Santorini e soprattutto stordito per un pò dall’intensità che il Bacchus delle Cantine Primrose Hill riescono a produrre (primo vino inglese assaggiato in vita mia, si vede devo ripetere l’esperienza!).

Nella stessa stanza, angolo tutto per Krug con la Grande anneè sempre decisa e imponente, da aspettare ma già ora rotonda e scalpitante e sommamente complessa. Solita nota vivace e stuzzicante per il grandissimo Krug rosè (ne potrei bere a casse a qualsiasi ora della giornata, giuro) e standing ovation di fronte ai due Krug Collection presenti con tanto di lettera personalizzata da lo chef de cave. il 1985 è davvero stunning per concentrazione, spezia morbida e avvolgente che riesce ad esprimere. Il 1981 è molto diverso, più caldo, di foglia secca, di humus di frutta gialla, di sapiidità. Da non sapere quale scegliere ma se davvero devo spendere uno stipendio (ma non basta comunque) direi il 1985, bevuto adesso è davvero vicino alla perfezione per questa tipologia di vino.

Presente anche il Vintage 1998 in quasi anteprima, deciamente tagliente e affilato, giovanissimo ma con la stoffa del fuoriclasse, di pochissimo inferiore al grandioso 1996 (che assaggeremo insieme sabato ad Enogenio così vi spiego meglio cosa intendo…).

Sezione vini dolci e qui le cose si mettono male per il palato perchè c’è un trittico da paura di Sauternes con Yquem 1999, monumentalmente soffuso ed elegante come sempe, Suduirat 1989 in piena caramellizzazione e terziarizzazione, affascinante e camaleontico e un La Tour Blache 1995 con spunti di acetone un pò aggressivi. Tra gli altri bianchi, il migliore senza dubbio l’esuberante complessità soffusa del Dr Loosen Riesling Bernkastler BeerenAuslese 2006 seguito a ruota dal Vin Santo Chianti Rufina della Fattoria di Basciano. Grande curiosità per un Grenache passito “Nostalgia” di D’Arenberg e per un Pinot Nero passito dolce dalla California, cantina Marmesa Vinery da Edna Valley.

Presenti anche Rivesaltes e Maury ma la vera scoperta è lo Straw Wine di De Trafford dallo Stellenbosch, tutto da Chenin Blanc. Intenso e soave, con una nota di fieno fresco e un floreale che lo staccavano da quasi tutt i i vini della sala., compreso il “cugino” Coteaux du Layon 2005 di Pierre Bise.
Ultime papille gustative (ma proprio le ultime dopo il Pedro Ximenes più denso che abbia mai assaggiato dall’Azienda Triana, roba davvero da spalmare sul pane) le dedico alla stanza di Audry, produttore finissimo di Cognac, e di Valeria Rodriguez, “prestige trades saleswoman” di Bibendum. Presenti il proprietario della Maison, assagiamo quasi Due parole su Valeria (si, ok, ovviamente è belloccia, argentina, mora, alta, affascinante, ma questo non c’entra…), sommelier di livello internazionale che guarda con ammirazione il mio palmares che darei via seduta stante per ricevere l’offerta di lavoro che ogni sommelier sano di mente non rifiuterebbe mai, ovvero da The Fat Duck con telefonata diretta da Blumenthal . Peccato che la telefonata sia arrivata tre ore dopo la firma del contratto con Bibendum: lei dice che è felice dov’è, ma non riesco a crederle fino in fondo, okay glielo richiedo dopo un altro goccio di Audry da 500 sterline…mi dice che da Blumethal ci va lo stesso, ma da fornitrice di fine wines e va bene così.
Ma più mi guardo intorno, e che guardo alle scrivanie, mi pare davvero che qui a Bibendum ci sia un’atmosfera strana e contagiosa che pervade ogni desktop e ogni parete e persino in bagno parole e immagini non stanno ferme. Ah già poi dovrei anche raccontarvi che lì insieme a me a discutere di vini troppo alcolici e di zuccherui residui di Rieling c’erano Jancis Robinson e Oz Clarke, ma magari non mi credereste…

Tempo di tornare in albergo, meno male che è pieno di taxi.
(tutti i vini e le foto le trovate qui)

Il Corzano IGT Toscana 2004-2001-1998 Verticale Fattoria Corzano e Paterno

Bella sorpresa quella che ci ha riservato Aliojscha portandoci non solo il 2004 e il 2001, due tra le migliori vendemmie degli ultimi 10 anni ma anche un 1998 tutto da scoprire. Oggetto della mini-verticale è Il Corzano, vino “importante” e di alto profilo ottenuto da Sangiovese (45%) con aggiunte di Cabernet Sauvignon e Merlot.Non chiamiamolo supertuscan ok, ma grande vino si!

Il 2004 è ancora molto giovane e impetuoso con un tannino un pò da affilare ma estratto aromi e corpo da vendere per un futuro che sarà notevole….Profumi intensi e ricchissimi da tutte e tre le varietà ma il Sangiovese è comunque un pò soffocato dal frutto del Merlot e dalla spezia giovane del Cabernet Sauvignon.

Ecco qui l’introduzione al 2004 di Aliojscha e la degustazione:[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Il Corzano IGT 2004 Corzano e Paterno
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Il clou della serata, raffinatissimo, splendido colore e profumi mai troppo dolci e intensi ma suadenti e ricercati. La viola e la ciliegia del sangiovese si sposano perfettamente con il mirtillo del cabernet e la mora del merlot a dare un tuttuno di grande potenza ed espressività. Davvero grandissimo. 

Ecco qui l’introduzione al 2001 di Aliojscha e la degustazione:

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Il Corzano IGT 2001 Corzano e Paterno
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Piccola delusione per un 98 che si dimostra non particolarmente in forma con porfumi un pò cotti e con un fruttato quasi assente. In evidenza note di sottobosco goudron e altre spezie ma il 2001 è davvero un’altra cosa. Da riprovare tra un paio d’anni per capire se è una involuzione passeggera o definitiva. 

Ecco qui l’introduzione al 1998 di Aliojscha e la degustazione:

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Il Corzano IGT 1998 Corzano e Paterno
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