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La Germania del vino sotto i 5 euro: lo scaffale del supermercato dei (fortunati?) Tedeschi

Dovendo stare una settimana sul Mare del Nord e dovendo approvigionarmi di vino dal supermercato locale (e per locale intendo Bersensiel e le foto mostrano davvero tutto quanto c´e´da vedere…tramonti bellissimi a parte) mi sono messo in testa di fare una ricerca sul campo di come spendere meno di 5 € in vino e vivere felici, riprendendo una bella rubrica di Lavinium. Premetto che non avendo da piazzare una quantita´di vino enorme come noi italiani, i tedeschi godono in ogni supermercato di una scelta di paesi esteri da cui comprare vino davvero enorme e senza difficolta´ si trovano uno accanto all´altro vini sudafricani, australiani, neozelandesi, greci, rumeni, bulgari e ovviamente italiani e francesi.

La scelta piu´ampia, vini tedeschi a parte, e´proprio per gli italiani con gli immancabili Montepulciano D´Abruzzo (Zonin), Chianti e Chianti Classico, Barbera, Lambrusco (Amabile ovviamente! a 1,70 euro), Valpolicella, Soave, Marsala e Asti. Top price italiano e anche assoluto del negozio su oltre 100 referenze (immaginatevi voi) il Chianti Classico Bello Stento di Triacca da Greve che con i suoi oltre 8 euro faceva la figura del vino per enosnob e infatti in una settimana mi pare che non ne sia andata via nemmeno una bottiglia, peccato perche´come rapporto qualita´prezzo e´davvero notevole.

Ecco dicevo visto questo bendiDio mi butto su roba che da noi non si trova neanche a peso d´oro ed ecco che raccolgo Cape Spring Pinotage 2007 (SudAfrica), un Rosenthaler RotWine Bulgaro da Strumatal (Manastir) che apprendo qui essere un blend di Melnik e Merlot, un rose´rumeno Schwarze Madchentraube (ovvero il vitigno autoctono Feteasca Neagra) 2007 da Husi Vutcani (Moldavia), uno Chenin Blanc Stony Cape (SudAfrica, of course) il mitico Prosecco2GO in lattina Marca Trevigiana IGT, un Moselland Riesling 2006 Qba Bio, un Trollinger Lemberger Württemberg 2007 e un Muller Thurgau Landwein Pfalzer 2007.

Vi risparmio cosa ho cucinato in abbinamento (sempre nel solito supermercato olio d´oliva solo francese o spagnolo e pasta barilla a giorni alterni) e vi descrivo un po´queste perle enologiche:

Sara´stata buona lo zazzeriano spaghetto allo scoglio che avevo fatto ma questo Riesling Qba 2006 della Mosella della grandissima cantina Moselland (qui ritratto su un tovagliolo ricamato a mano in stile Frisiano) era davvero buono con quasi tutti i crismi del vero Riesling del Mosel ovvero naso appuntito e minerale, bella freschezza, corpo discreto, alcol a livelli decenti (12,5%) e persistenza discreta. Finale amarognolo leggero e bocca sapida quanto basta per metterti voglia di berne ancora. E direi che il fatto che non fosse 2007 gli giovava non poco. A 4,49 euro e´di certo un bel bere pero´cé´da tener conto che, a trovarli, alcuni dei migliori Riesling del Moser Saar Ruwer, MittelRhein (il grande Toni Jost) e anche Rheingau vengono via in enoteca intorno ai 10 euro (su Wein Gourmet di questo mese ce né´una selezione interessantissima).

Sempre restando in Germania, evitando come la peste la selva di Portugieser e Dornfelder (davvero ci ho provato tante volte ma vi assicuro che NON ne esistono buoni a nessuna cifra) spiraglio di luce per un gradevolissimo rosso (ma da noi lo definiremmo rosato) dalla regione “rossa” per eccellenza ovvero il Württemberg. Uvaggio di Trollinger (la nostra “Schiava Grossa” e nota pure per aver dato luce al Kerner incrociandosi con il Riesling, con ottimi risultati in Alto Adige) e il Lamberger (altrove noto come Blaufranckisch e Kefrankos, qualcuno dice pure Gamay), probabilmente il miglior vitigno rosso tedesco, capace di dare il buonissimo Lamberger Tafelwein Neckar della Weingut Ernst Dautel , ovviamente dal Württemberg. Tannino quasi optional ma in accenno presente quanto basta, profumi vinosi e di fragola netti e croccanti, bocca pulitissima e quasi piena. Il Lamberger garantisce un corpo discreto e il Trollinger spinge un pö sui profumi a dare un vino onestissimo e appagante, specie sulla grigliatona di wurstel e salsicce. 4,59euro ben spesi (in Toscana ricordo che un rosato buono cosi´vi costa minimo il doppio…).

Ultima sosta in Germania per un discreto ma nulla di piu´Muller Thurgau dal Palatinato Pfalz, un landwein (IGT) del 2007 secco piacevole ma profumi davvero leggeri leggeri e una bocca impalpabile. 2,8 euro per addirittura un litro ma qui forse direi meglio un po´d´acqua gassata (che ovviamente costa piu´o meno la stessa cifra).

La curiosita´mi ha portato ovviamente subito dal vino bulgaro, e dalla Strumatal (Jolianka Na Strumal Sud ovest della Bulgaria, tra Macedonia e Grecia) ecco questo Rosenthaler RotWein, marca ovviamente che suona tedesca ma che e´imbottigliata in Francia a Petersbach (dove ha sede guarda caso il colosso Les Grands Chais de France, titolare di JP Chenet e altri marchi, il piu´grande gruppo vinicolo europeo nonche´titolare dell´etichetta francese piu´venduta al mondo, da noi si trova alla Lidl). Viene via dallo scaffale a 1,75 euro ma in giro si trova anche a 0,99 in offerta. Ecco con tutta la buona volonta´questo era proprio imbevibile! Innanzitutto era dolce (via forse abboccato), alcol quasi nullo, acidita´non pervenuta, non un profumo che sia uno, solo liquido rosso un po´alcolico e un retrogusto di sciroppo di lampone. Mi domando che senso abbia far attraversare l´Europa a questo vino in autocisterne quasi dalla Grecia al Nord della Francia per poi distribuirlo in tutta la Germania a meno di un euro…ecco un motivo per cui forse sarebbe meglio se le autostrade tedesche mettessero il pedaggio almeno ci pensano due volte…

Miglior fortuna per una bella sorpresa dalla Romania: questo Feteasca Neagra 2007 dalla Moldavia (DOC Husi-Vutcani per essere precisi), leggermente abboccato e fresco, mi ha davvero colpito per 3,30 euro. Profumi floreali, fruttato di fragola e ribes, gusto di pompelmo rosa, finale medio, alcol contenuto ma struttura decisa. Degno compare a tavola di una sogliola alla nordica (ovvero in padella con burro e pancetta e bratkartoffeln) si lasciava davvero bere. Il confine con la bibita era davvero pericolosamente vicino dato i pochi gradi alcolici e la dolcezza ma non sono riuscito a disprezzarlo per niente. Se vi capita, direi che un rosato rumeno potrebbe persino sorprendervi…

Sempre intorno ai 3 euro, a 3,29 ecco il SudAfrica con uno speziato e caldo Pinotage 2007 e un piacevole Chenin Blanc Stony Cape 2007. Entrambi ovviamente prodotti “da battaglia” ma che che non hanno il minimo difetto e scorrono che e´un piacere. Lo Chenin Blanc e´moderatamente alcolico (12,5%) ha note agrumate di cedro, qualche profumo dolciastro quasi da barrique (o truciolo) , biancospino, gelso, floreale di campo gradevolissimo. In bocca e´caldo ma l acidita tiene eccome. Cosi´come l´aciditä sorregge il bel corpo dello Cape Spring Pinotage che richiama in etichetta lo Yellow Tail Australiano con un cerbiatto (?)  in corsa stilizzato.

Bella bottiglia lavorata a sbalzo, spalla alta, profumi accattivanti vinosi senza brett o altre puzzette “tipiche” da pinotage anche piu´cari, classico prodotto industriale ovvio ma con una combinazione frutto speziato leggero (pepe, cannella) che lo rende esotico quanto basta a giustificare la provenienza africana.  Sulla rosticciana tedesca (ovvero ricoperta di quella salsa rossiccia che si vede nelle macellerie quaggiu´) era davvero ottimo.

Capite bene che in mezzo a queste proposte non e´che il nostro (ma imbottigliato in Germania) Prosecco2GO IGT Marca Trevigiana sfigurasse parecchio, anzi…con tutte le imitiazioni di Prosecco che ci sono qui (BoSecco, ProSekt vai di fantasia al potere) almeno questo e´IGT…Buffo che sia venduto, a proposito di vini dolci, come DRY tradotto “Trocken”, peccato che DRY da noi e´quasi abboccato mentre “trocken” in Germania vuol dire proprio secco senza quasi alcun residuo zuccherino (sono precisi, loro). Ecco questo ve lo potete immaginare come era…una spumina innocente da 10,5% dolcina piacevole, da bere in mezzo a due birre davanti la TV a vedere la Premiere della Nuova Bundesliga (2-2 Bayern vs HSV Hamburg…uffa, a proposito in stile americano prima del calcio d´inizio spazio alla lirica con Nessun Dorma in tedesco, brr…).

Semmai una considerazione generale mi porta a dire che in Germania sempre di piu´il vino viene venduto come bibita e lo stesso Prosecco che ci scandalizza vedere inscatolato in realta´gia´da anni qui e´considerato alla stregua della Sprite o di una Schweeps, venduto con le fragole dentro o in bicchieroni da birra. Insomma il fatto che sia disponibile in lattina non credo abbia sconvolto nessuno qua…

E altro aspetto che mi colpisce sempre e´notare quanti vini abboccati sono venduti in ogni enoteca o supermercato. E non stiamo parlando degli Auslese o degli Spatlese Qmp ma proprio di una miriade di vini (anche italiani, francesi e come ho sperimentato, rumeni, bulgari e greci) che sul mercato tedesco vendono benissimo. E anche oggi nella Montecatini del NordWest ( Bad Zwischenahn) in un WeinGarten musica rock e bicchierate di vini bianchi dolci, semidolci e secchi con la pflaumkuche (una pasta sfoglia salata con cipolle e pancetta e un po´di formaggio) e indovinate quale vino ci stava meglio?

Del resto e´il popolo europeo con maggior tradizione di vini abboccati da pasto e persino il piu´grande produttore di Riesling Egon Muller non puo´fare  a meno di lasciare dello zucchero residuo nei suoi capolavori. E parlare con i miei suoceri e sentirgli dire Buono questo vino:  e´secco suona sempre particolarmente strano ma riflette un gusto ancora oggi diffusissimo per il dolce e una scoperta ancora molto da completare del gusto del vino “trocken“.Niente di strano in un paese dove anche i popcorn al cinema di default sono serviti dolci (e salati spesso non ci sono nemmeno su richiesta).

Da consumatore seriale di Coca Light non riesco davvero a trovare cosi´terribile il gusto dolce nei vini da pasto, anzi la trovo una variante piacevole che spezza certe sequenze di sapori troppo forti…del resto in Germania chi vuole bere amaro ha la birra con cui sfogarsi!

E soprattutto trovo sempre educativo trovare sullo stesso scaffale vini da tutto il mondo posti di fronte al consumatore con dei prezzi cosi´vicini. E mi fa sempre un po´rabbia (ma so che non potrebbe essere diversamente) che in Italia non sia cosi´facile trovare vini di altri paesi a prezzi accettabili in modo che la cultura del vino non si allarghi un po´ e ci faccia ogni tanto aprire gli occhi sul fatto che quando si parla di sovrapproduzione vinicola magari non e´solo uno sciocco allarmismo.

Ostfriesland in 5 o 6 foto

Sono un dilettante terribile e me ne scuso, ma sono fermamente convinto che in ogni parte di questo ci sia della bellezza e della cultura che vale la pena provare a raccontare…Quindi ve ne propino solo alcune (per i masochisti sfogliate qua).

E vi segnalo che ci sono pure alcune genialate come questa.

La marea e il watt (fango)

 

Questo e´il mio StrandKorb, ce ne sono tanti come lui ma questo e´il mio…

strandkorb spiaggia mare nord

Canali e tanto verde

Tipico Tedesco

tipico tedesco mercedes

Tramonto sul NordSee

mare del nord germania

Tee Haus

 

Peschereccio a riposo

Deutschland Wein Tour, Long Cold Sommer 2008: un sommelier sul Nordsee

Vero che l’estate dovrebbe finire presto anche qui ma le ultime due giornate con Firenze città più calda d’Europa mi fanno provare un brivido di piacere lungo la schiena al solo pensiero che da domani me ne starò sulle rive del Mare del Nord con massime sui 25°. Nonostante le serate bellissime per locali, enoteche e alcuni assaggi di vini che mi rimarranno dentro per un bel pezzo, sempre giunge invocata una pausa estiva (per me, ma non per Burde che non preoccupatevi rimane SEMPRE aperto!).

Questo luglio è stato intenso nella vita reale ma anche sul web è stato un bellissimo cocumber time con addirittura considerazioni importanti e discussioni animate nel mondo del vino che fanno presagire un bel settembre animato e, si spera per tutti, proficuo, nonostante i soliti gufi.

Intanto anche Agosto non butta poi male, per esempio se siete in zona potete partecipare ad una delle tante belle iniziative che si organizzano in zona di Arezzo ( e altro su AisToscana), ovviamente poi Bollicine in Versilia, al mitico Bagno Balena 2000, e alla Rocca di Carmignano per una delle notti Calici di Stelle più belle d’Italia.

Per i “miei” eventi vi rimando ovviamente a fine mese con la Scuola Abbinamento Gelato Vino del 3 settembre e tutto il calendario che potete sfogliare qua sul blog.

Blog che addirittura per 3 giorni ho provato l’ebbrezza di stare davanti anche a zio Ari (a proposito bella questa discussione qui) nella classifica di BlogBabel (che è prontamente rinsavito e mi ha rimesso al terzo posto, comunque da lacrime di commozione). Quindi considerato che più in su di così non arriverò MAI mi pare giustissimo prendersi una pausa…

Una pausa in cui effettuerò la consueta trasfusione di amatissimo biondo Riesling al posto del Sangiovese e della vera unica inimitabile birra della Germania del Nord (la Germania “vera”…mica la Baviera!) con tutto il suo amarissimo luppolo pronto a contrastare la grassa dolcezza delle mia amate anguille dello Spieker. Si e poi già pregusto i gamberetti microscopici pescati e cotti in barca, le serate a sbucciarli in compagnia e a mangiarli nel krabbenbrot (pane nero, in genere pumpernickel e markenbutter leggermente salato), le aringhe (matjes e simili ) e i 60 tipi di baccalà cotti e fritti in modi diversi e pure i fast food di mare NordSee meritano sempre una visita. Si insomma più o meno come dallo Zazzeri diciamo.

Cercherò di mettermi in pari con le classifiche tedesche di vendita dei dischi per scovare i vari carneadi italiani che qui diventano famosissimi in maniera incomprensibile e andrò a ripescare qualche vecchio disco dei WumpScut o degli Apoptygma Berzerk , qualche emulo dei Rammstein (e in genere di qualsiasi gruppo techno-goth-industrial in voga al momento) cercando di scampare ai fratellini dei Tokyo Hotel. Tanto i dischi costano la metà che qui (sob!).

Ho già reso l’idea (forse) di perchè amo questo paese (la Germania, anche se ogni tanto mi fanno incavolare pure loro) in inverno quindi spero di mandarvi qualche foto e impressione pure da questo viaggio (la foto di qui sopra di Maike & Hans-Jürgen Ohms, è stata fatta verso le 22:30, immaginatevi quanto dura un tramonto qui, e immaginatevi pure che cosa si può scattare a queste latitudini) .

Cercherò pure di disintossicarmi dal web (visto che l’Iphone all’estero in roaming mi costa uno sproposito lo disattiverò sicuramente, argh) e soprattutto vorrei chiedere a chi ogni giorno nutre il mio FeedReader con i suo 50 e passa RSS di non scrivere niente di così interessante che magari me lo perdo e non lo recupero…

Iphone che si tramuta in IPod Touch e spazio a The Verve, Offspring, Club8, Jason Mraz, The Slut, Metallica of course (ma quanto cavolo manca al 12 settembre?!?) e pure qualche canzone italiana estiva di passaggio…(Giuliano Palma e Stefano Bollani per esempio).

Ecco quindi allora dicevo vado in pausa estiva minima, continuo a ricevere (e rispondere, forse) alle mail ma torno in Italia a fine Agosto e quindi il blogghe sarà aggiornato in maniera molto random (mi limiterò alle foto qui e se siete proprio masochisti c’è pure un feed RSS per seguire il fotoblog improvvisato) fino ad allora.

Un saluto commosso ai lettori, alle ultime conoscenze web fatte al Flo, e un grazie per tutto l’immeritatissimo apprezzamento che mi fate arrivare ogni giorno.

Buone giornate di ferie o di lavoro (ma non erano la stessa cosa?) a tutti e che sole mare nubi ombre e luci estive vi portino calma serenità e nuovo entusiasmo per il bello che c’è nel mondo.

Firenze deserta ma da Gastone un salto si può fare (se vi piacciono i biodinamici poi…)

Visto che sabato finiscono le mie ferie fiorentine (ovvero al lavoro ma con famiglia al mare lontana 1400 km e casa libera e serate a spasso) e cominciano le ferie “vere“, in questi giorni cerco di sfruttare ogni occasione per rimettermi in pari con le aperture di locali sulla scena cittadina.

Da quasi ultimo (già Leonardo e Elena sono passati di qua) sono stato finalmente da Gastone, Vinoteca fiorentina di belle speranze che comincia subito bene piazzando i tavoli in mezzo di strada (Via Matteo Palmieri) davanti al Danny Rock, la pizzeria (insieme allo Yellow Bar di via del Proconsolo) delle mie serate di adolescente pizzarolo che il massimo da gourmet che mi concedevo erano le crepes di grano con il prosciutto dolce e la rucola (cavolo, che tempi!). Gastone si presenta trendy e al passo con i tempi, apparecchiatura informale ma curata, bei bicchieri e personale all’altezza. Scelta dei vini non banale e grandissimo spazio ai biodinamici della Velier e altre etichette, mossa che ha fatto affezionare non poche persone a questo locale.

Noi abbiamo optato per uno stellare Rosato (ma praticamente era un rosso) di Massavecchia di Fabrizio Niccolaini, cantina biodinamica dura e pura con vini oggettivamente cari ma che ti deludono raramente. Così come ci ha convinto (nonostante i 40 euro) questo Rosato (Merlot, Malvasia Nera, Aleatico) capace di barcamenarsi tra un cacciucco, delle calamari ripieni e una cotoletta milanese formato lenzuolo con grande disinvoltura.

In apertura abbiamo invece provato uno spumante dalla Savoia francese, Varichon Le Clerc, buona alternativa al Prosecco (finalmente?) bandito da una carta dei vini. Scelta coraggiosa ma non priva di intuizione.

I piatti, siano essi antipasti che primi o secondi, sono enormi e ti tolgono ogni minimo morso di fame che tu possa avere, quindi il problema semmai è regolarsi e non ordinare tutto l’ordinabile. A me sono piaciuti particolarmente i calamari al curry ripieni di patate e tra i primi dei maccheroncioni (paccheri) con pomodori, fiori di zucca (anche fritti!) e pinoli e pure gli gnocchetti ai gamberoni erano notevoli.

Soprattutto ho apprezzato gli abbinamenti nel piatto con vari tipi di insalata e verdure con scelte azzeccate e convincenti (io, che la verdura e l’insalata in genere le fuggo al minimo cenno, qui invece ho trovato molto piacevole star lì ad annusare a brucare le erboline modello capretta).

Semmai l’unico appunto che posso fare è che molti piatti sembrano un pò troppo costruiti per giustapposizione piuttosto che per integrazione e ci sono persino troppi elementi tutti insieme da gestire… Ma sono convinto che sarà un equilibro che sarà raggiunto presto, insieme alla gestione del sale, che porta alcuni piatti ad essere un pò saporiti.

La cantina e i vini invece direi che sono già di livello davvero alto e le proposte sfiziose non mancano di certo (un pò di Bordeaux, buone bollicine, Borgogna…), lasciatevi consigliare senza paure.

Tra i dolci il Gelato di Carapina, torte fatte in casa e un buon latte in piedi. Noi siamo stati particolarmente coccolati e riveriti e serviti in maniera squisita da Simone (uno dei soci) ma mi pare che lo stesso trattamento sia riservato un pò a tutti… fatemi sapere!

Due sorsate da Francesco Annibali (e scusa il ritardo…)

Tra gli omaggi alla memoria di Gianni Masciarelli uno dei più toccanti è stato di sicuro l’abbinamento con Chagall proposto dal collega Francesco Annibali.

Approfitto di questo, e del fatto che è diventato distributore di The World Of Fine Wine (la rivista di culto per gli appassionati inglesi e non solo di vino) e quindi conviene ingraziarselo, per segnalarvi una piccola intervista che mi ha fatto tempo fa nella sua rubrica “Due Sorsate con…” (come vedete sono in buona compagnia).

Il suo è un wine mag online molto particolare, con idee e spunti non sempre condivisibili ma spesso illuminanti.

Ad esempio che il Vermentino sardo sa di Mojito e capperi sotto sale è qualcosa che tutti pensano e nessuno ha il coraggio di dire, bravo Francesco!

Io amo firenze mini blog party…noi c’eravamo! e adesso cosa succede?

Il post è apparso obbiettivamente non così presto ma ciònonostante chi era online questo pomeriggio ha recepito il messaggio al volo…quante possibilità avete altrimenti per conoscere Elena, una delle blog star della scena fiorentina che Leonardo Romanelli ha messo insieme nell’ormai famoso articolo sul giornalefondatodaantoniogramsci?

Di questa stagione, che a Firenze offre davvero poco, vi assicuro poche davvero e quindi galeotto fu l’articolo del Romanelli di domenica che ci ritrovammo al Flo al piazzale Michelangelo, ovviamente per constatare che il grado di conoscenza in questa città è piuttosto imbarazzante e non si arriva manco a uno (ma si può ritrovarsi a chiaccherare con il nipote di una tua capo clan scout o sdraiarsi accanto ad un’amica di un ex di una tua amica? A Firenze purtroppo o per fortuna si!). Sarà stato il fresco o il daiquiri sbagliato ma qualche idea futura è venuta fuori… e la conversazione sui segni zodiacali è durata davvero poco (ci siamo tolti di mezzo presto lo Scorpione…) visto che siamo andati subito nel pratico. E meno male che supersimo era d’accordo su parecchi punti, meglio non averci a discutere (di regola).

Per intanto segnatevi un pò l’ 8-9 Novembre  prossimi, poi cosa volete che succeda se alcuni sparuti lettori di Vino da Burde incontrano alcuni seguaci del colosso (per lettori e commentatori) blog Io Amo Firenze?!?

Aggiornamento:

non capiterà spesso, ma almeno stanotte ho battuto Elena sul tempo…cmq giro meno di lei e a me il Flo non è dispiaciuto, specie per i divanetti Martini per sdraiarsi per terra. Le consumazioni sono un pò furbette è vero ma tutto sommato dato che siamo al Piazzale potevano pure essere più avidi…

In Pineta a Marina di Bibbona: il senso dello Zazzeri per il vino (e un piccolo omaggio a Gianni Masciarelli)

Noi privilegiati che abitiamo nella città più bella che mente umana possa concepire, abbiamo pure la fortuna di risiedere a nemmeno un’ora da uno dei litorali più gourmet del Mondo, ovvero quel lembo di costa (ed entroterra) toscana che racchiude una serie di ristoranti, trattorie e osterie che vanno da Viareggio fino giù all’Argentario (spesso ve li descrivono il Paglia e il Fiordelli con dovizia di succulenti particolari) e oltre.

Ieri avevo deciso di regalarmi (povero piccolo sommelier abbandonato) un pranzo da Luciano Zazzeri, conosciuto di recente nella “gloriosa” trasferta franciacortina a Contadi Castaldi. A sentirlo parlare a colazione del menu del banchetto che avrebbe preparato quella sera mi ripromisi che mi sarei fiondato alla prima occasione disponibile, cosa non facile visti i 15 giorni standard di attesa per un tavolo (colpa pure degli inglesi?). Grazie ad una fortuita disdetta domenicale oggi avevo il mio tavolo a due (e neanche sotto tortura vi dirò con chi…).

Tralascio la descrizione di come si arriva che è già di per sè un piccolo capolavoro di informalità e di tocchi di classe, con il mitico “bicchiere” che gestisce il parcheggio e mi indica il poso riservato per il mio tavolo (altro che valet parking). La prima sensazione è dannatamente importante in un ristorante e su questo punto resto conquistato in 10 secondi dando un’occhiata al tavolo, al fatto che non c’è aria condizionata (ma 34°) ma si sta benissimo per via della brezza del mare che ti entra dappertutto e ti fa scordare qualsiasi stress del viaggio. Una camminatina e due chiacchere in veranda affacciati sul bagnasciuga ti fanno subito capire come mai siamo così irrimediabilmente attratti dal mare e dalle sue onde e come mai ci sobbarchiamo ore di coda pur di passare un pò di tempo sulla riva.

Siamo arrivati prestissimo ma ci accomodiamo al tavolo e dopo poco arriva Luciano affabile e livornese fino al midollo e si siede a cercare di capire cosa vogliamo mangiare. Non ripeterò le solite verissime questioni che mai come qui si può dire “si va dallo Zazzeri” perchè in effetti è così, tu arrivi e dipendi da quello che ti propone e ti conviene sempre seguire le sue ispirazioni. Antipasto crudo, spaghetto alle vongole di rito, panino all trippa di pescatrice, raviolo di baccalà con cipolla di tropea e bottarga di muggine, bollito misto di pesce con maionese e mostarda, cacciucco leggero. Pur rimanendo affascianato dalla carta dei vini (ricarichi onestissimi e scelta enorme) come sempre decido di non decidere e lascio fare a Luciano anche per i vini.

Sì perchè non ho le competenze e l’esperienza per trattare di piatti e di cibo, e neanche per fotografarli (Sigrid perdonami per le imitazioni di foto che ho provato a fare!) e mi permetto solo di far notare che Luciano ha un senso per il vino e per le scelte non comune. Lascio fare e si parte con uno dei vini toscani più originali ovvero la Bugia di Bibi Graetz, piccolo miracolo di forza equilibrio e concentrazione ottenuto da un piccolo vigneto sull’isola del Giglio che regala una luce tutta particolare al tonno fatto in casa e allo stupendo panino con trippa di rana pescatrice (davvero un piccolo capolavoro, avrei potuto mangiarne una decina!). Pure il vino oggi ha una magia tutta particolare e una povera coppia di tedeschi del tavolo accanto viene convinta ad assaggiarne un pò. Sabato tornano in Germania e quando gli dico che anch’io sabato mi sposto sul Mare del Nord per fare un pò di vacanza mi guardano allibiti…

Andiamo avanti e ci ritagliamo con lo Zazzeri al tavolo un momento per una dedica a Gianni Masciarelli, aprendo un Castello di Semivicoli 2006, toccante Trebbiano dal profumo stordente e soave di miele di tiglio, erbe aromatiche, campo di ginestra e sambuco, uno dei pochi vini capaci di saltare a piè pari lo stucchevole fruttato di tanti vini bianchi moderni per unire magicamente fiori e spezie. Si sprecano sempre un sacco di parole sul fatto che certi uomini ti parlano attraverso i vini e pur non conoscendolo direttamente, capisco lo sguardo e le parole di quanti lo ricordano in questi giorni anche solo sorseggiando questo piccolo grande vino e ripescando la memoria recente del Villa Gemma 1992 degustato a Roccamonfina neanche una settimana fa. Luciano riceve una telefonata da amici colleghi e giornalisti riuniti a S. Martino sulla Marrucina per i funerali e anche lì si sta bevendo il Semivicoli: ” e cos’altro vorrebbe che facessimo adesso?“si sente dire.

Il Semivicoli ci accompagna per mano pure sul mitico spaghetto alle vongole (anche qui leggete pure altrove, ogni parola che scrivono è vera!) e sul raviolo di baccalà in equilibro tra la dolcezza della cipolla di tropea e il salino della bottarga. Altra tappa obbligata il cacciucco leggero e uno dei bolliti di pesce più straordinari che mi sia mai capitato di incontrare.

Su questi Luciano tira fuori un Fortuni 2005 e allora mi consola pensando che non sono l’unico fissato con questo Pinot Nero mugellano… Concordiamo che è forse ancora un filino troppo grasso e robusto ma anche sul fatto che questo 2005 ha avuto una evoluzione importante da Febbraio quando è stato presentato ad oggi e che merita sicuramente altri assaggi nel tempo (poco male, il Brogi sta a 20 minuti da casa mia). Se il Semivicoli non se ne vuole andare dalla tavola e accompagna degnamente anche il bollito misto di pesce, anche se condito con la mostarda semi piccante abbinata mentre il Fortuni fa il suo dovere egregiamente sul cacciucco leggero, piccolo miracolo di equilibrio tra la forza del vero cacciucco e i suoi aromi decisi e la leggerezza di cottura del pesce che conserva ogni dettaglio di profumo.

C’è spazio e tempo per il dolce e il cavallo di battaglia quest’anno è il millefoglie sbriciolato con caramello e frutta, servito su un piatto impazzito e accompagnato con un Moscato di Noto Planeta.

Questo dolce riesce quasi a sembrare leggero tanto è buono e credo che è uno di quei casi che la testa si rifiuta di mettersi a contare le calorie e tu prosegui imperterrito a mangiare e ti interrompi solo quando arriva una mattonellina di semifreddo al pistacchio forse ancora meglio.

Guardo l’orologio e un minimo mi vergogno visto che segna le 16:30 e siamo parcheggiati da quasi quattro ore al tavolo…ma è dura alzarsi visto che Luciano ha ancora voglia di raccontarci qualche storia e qualche ricetta. Ovviamente parliamo anche di vino, mi segno due o tre bottiglie che devo tornare quanto prima a bere (bella scusa) e discutiamo di abbinamenti rossi e bianchi, di grandi vini, grandi operazioni d’immagine, e per fortuna spesso, anche grandi emozioni. Fa solo un pò rabbia sentir parlare di un’apertura di un Petrus ’82 e un Sassicaia ’77 e degli effetti di queste bottiglie. Se non altro Luciano dimostra al mio orecchio di sommelier di avere una sensibilità per il vino rara tra i cuochi del nostro paese e non significa che cucina con in mente un vino (sarebbe spesso un errore, credo) ma che si rende conto di quanto un pasto perfetto possa essere reso indimenticabile dal vino giusto servito alla persona giusta, al di là di schemi, tabelle e grafici di abbinamento tanto cari a noi sommelier.

Si è quasi fatta ora dell’aperitivo (serale), se ne sono andati anche i tizi di Decanter quindi decido che forse sarà il caso di alzarsi e salutare. E credetemi che alzarsi da questo pranzo, fare tre gradini e sdraiarsi sotto l’ombrellone per una dolce siesta pare una ricompensa persino eccessiva.

Mi lascio cullare dalle onde per dei minuti, esco e mi addormento sotto il giornale, davvero poche altre volte sono uscito da un posto così soddisfatto per come ho passato cinque ore a tavola…e raramente una domenica d’agosto mi ha riappacificato con il mondo come questa.

Eccolo! Il nostro piccolo Sogno d’Estate, la prima cena teatro da Burde!

Vi confermo il nervosismo di cui vi parlavo due giorni fa per ieri sera, sommato al fatto che di venerdì 1 agosto riempire il locale di gente curiosa per la cena “teatro” mi ha fatto felicissimo ma pure messo addosso un pò di responsabilità… E invece Luana Ranallo e Michele Redaelli hanno tenuto la scena magnificamente e il pubblico, dapprima un pò intimorito e sorpreso dalla piega che stava prendendo la serata, si è lasciato coinvolgere sempre di più (qui trovate le foto della serata come sempre su Flickr).

E dal primo atto con la scena dell’arrivo a cena (mentre servivamo l’Arioso di Campo alla Sughera, Bolgheri) fino alle poesie, alle musiche, ai melodrammi all’italiana, è stato davvero un crescendo di entusiasmo e di affiatamento pubblico attori.

Ovvio che anche il cibo e i vini hanno avuto la loro parte ma diciamo che non hanno mai rubato la scena agli attori e per fortuna una volta tanto non erano concentrati a cercare di capire se davvero si sentiva il bosso o la foglia di pomodoro oppure la mitica albicocca da Viogner…

Ho dovuto persino riadattare l’alta uniforme AIS per l’occasione, spero che i vertici non ne abbiano a male ma fiocchino e spencer non ce la potevo fare a metterli…

Non era un vero e proprio esperimento ma insomma non è facile adattare una rappresentazione alla sala di un ristorante che non è esclusivo per quell’evento e nel mezzo infilarci degustazioni di vino, assaggi, descrizioni di piatti e due chiacchere in libertà… Però, sarà sicuramente stata la notte d’estate (quasi mezza estate sul serio, sob!) ma è andata! Per i curiosi, già sul Tube alcuni spezzoni della serata.

E più che altro la promessa che stiamo già lavorando al seguito per settembre, altro tema, altre situazioni e stavolta il pubblico magari…

Vi lascio con il fulminante inizio, ovvero cosa succede se provi in una serata romantica a discutere sul vestito della tua Lei…(quando Luana dice Quanto?!? Ma quanto mi ingrassa?” mi sono ribaltato).

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Sogno d’Estate da Burde: Quanto mi ingrassa?
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E qui invece ecco nel fatidico momento della cena dell‘anniversario

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Ma quand’è il nostro anniversario?
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L’anno del Marsala? intanto forse abbiamo il Marsala dell’anno…

Tre coincidenze non sono mai da sottovalutare specie se convergono così nettamente come in questi giorni. Il mercato pare un pò stanco dei vini dolci siciliani “classici” stile Passiti e Moscati di Pantelleria (o per lo meno il mercato italiano, ad Amsterdam il Ben Rye va via come l’acqua nonostante non costi esattamente poco) e la riscoperta va tutta verso il Marsala e altri moscati minori come il Moscato di Noto, DOC semi scononosciuta e arrivata quasi ai margini dell’estinzione.

In finale a Caserta non si è quasi mai vista tanta unanimità come quando in tavola è arrivato il Donna Franca di Florio (grazie UvaAromatica per la foto) e pure il Moscato della Torre di Marabino (piccolo gioello da 2000 bottiglie da un giovanissimo produttore) si è battuto alla grande. Contemporaneamente abbiamo visto il bravo Fabio Rizzari e Franco Ziliani riprendere il tema nella newsletter settimanale Wine Web News dell’AIS. Aggiungiamo pure le parole bellissime che Luciano gli dedica nel suo sito (e oggi anche su Il Mattino di Napoli) e mi sono detto che era il caso di salire sul carro dei vincitori prima che si affollasse troppo…

Ovviamente non ne ho grande esperienza, se non, come tutti, in cucina con le versioni terribili da supermercato che finiscono in cucina per le braciole (triste destino comune anche a tanti Madeira…). Ho cominciato a riavvicinarmici “da grande” organizzando qui da Burde la serata siciliana con il Marsala di Pellegrino che era perfetto coronamento dei cannoli della situazione. Poi due esperienze che ti segnano a vita con il Marsala, ovvero il Bibenda Day 2006 con il Florio Marsala Inghilterra 1896, e pochi mesi fa l’incontro con il Marsala Florio Superiore Riserva Ambra Dolce 1932.

E infine la grande operazione di marketing portata avanti sia da Florio, Pellegrino e anche da Rallo con grossi investimenti pubblicitari e di divulgazione a dimostrare che il Marsala va benissimo sulle ostriche, sui formaggi piccanti e non solo sui dolci. Insomma si sta davvero preparando una rivalutazione globale di questo vino dalla storia centenaria che colpevolmente (come per i nostri Vin Santo) abbiamo lasciato correre senza curarcene per anni salvo poi scoprire che se John Woodhouse aveva conquistato Londra già nel 1773, non c’è motivo per cui non possiamo riprovarci…

Io intanto ho cambiato Marsala per le braciole (e pure quelle ringraziano con un profumo che resta per ora in cucina), mio fratello Paolo ha messo a punto una ricetta per il Patè di Cinghiale e Marsala e dico in giro che in casa ne tengo sempre una bottiglia per le occasioni speciali, vediamo poi cosa succede…

Ah, già dimenticavo, ecco il video della folgorazione sulla via di Marsala per la commissione più spiata d’Italia:

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Marsala Vino dell’Anno?
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Domani sera pronti al Sogno con Oberon e Puck (e pure Titania dovrebbe presentarsi)

Vi confesso che sono un pochino nervoso per domani sera visto che mi sono buttato in questa CENA TEATRO ma ancora, se dovessi dirvi, cosa accadrà di preciso non lo so neppure io: Luana dei Maghi Incartati per ora è stata piuttosto vaga quindi fino ad oggi alle 19 quando faremo la prova generale continuerò ad essere nervoso.

Giusto il tempo di raccogliere da Tiziano buone notizie che attendevo da tempo (YouTube che finalmente darà la possibilità di editare i video sul Tube e allora cosa mi sono messo a fare a studiare Pinnacle e Adobe Premiere?!?) che con questo Sogno noto anche che per la prima volta ho addirittura avuto l’enorme soddisfazione di raccogliere adesioni all’evento su FaceBook.

Mezzo che odiavo, quasi come il Tombo, poi però dopo le caterbe di auguri ricevuti per il mio compleanno da ogni parte del mondo (i vari sommelier sparsi ad Hong Kong, “amici” e “amiche” svedesi, canadesi, coreani, francesi…), e pure da persone che non incontravo da una vita (ovvero l’illusione realistica che qualcuno si ricorda di te… sia pure grazie ad un Social Network) ma che abitano da sempre a 10 minuti da casa mia.

Venendo invece alle cose certe per domani sera, a parte i vini che già conoscete, ecco due note in più sul menù allestito da mio fratello Paolo Gori, eccezionalmente ai fornelli per domani sera.

antipasto stuzzicante
annaffiato con il potente succo che scioglie i cuori più recalcitranti
ovvero bastoncini di pane da inzuppare a piacere in salse di crostino abbinati a Viogner e Sauvignon Blanc

primi piatti, primi dissapori:
“tu non mi ami più altrimenti soffriresti quanto soffro io per la paura che tu non mi ami più”
OVVERO minestre opposte: bianchi contro rossi, colore e gusto in alternanza e contrapposizione

ma il piatto forte è:
scoprire tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso quando ormai è troppo tardi
OVVERO carne al sangue e abbracci piccanti in umido

contorni di segreti conditi all’agro della menzogna
(potremmo dirvi quali sono ma sarebbe una bugia)

e per tirarsi sù un dolce gelato per non andare in bianco…
Fresco Carapina (così provate a capire di cosa sa…e soprattutto come lo fanno!)

caffè e amaro della gelosia melodramma o commedia all’italiana

Dalle 20:30 da Burde, ancora 3-4 posticini ci sono, semmai togliamo di mezzo qualche folletto e il posto si trova…

(E se, e posso capirvi, non amate mangiare in mezzo a queste creature,  vi ricordiamo che siamo aperti per cena anche stasera Giovedì 31 Luglio e che domani una stanza sarà riservata per la cena “normale”).

Vi aspettiamo comunque!