Andrea Gori

Sommelier, giornalista pubblicista, scrittore e ristoratore da 4 generazioni a Firenze con la Trattoria da Burde di famiglia, fondatore del Dissapore Network e Intravino, i siti web più frequentati dell'enogastronomia italiana. Scrivetegli pure a burdedj[@]gmail.com

Tutto Merano MWF in un Tumblr: foto video link…per chi ne ha (ancora) voglia

Tre giorni intensi ma bellissimi tra vino cibo feste, cene di gala più o meno esclusiva e presentazioni, a Merano non mi sono certo annoiato! Solo stamani rientro e riemergo ma per chi non c’era ho pensato di raccogliere tutto in un Tumblr! Come non sapete cosa è TUMBLR??? Leggete qua (ma io lo vedo come un twitter ampliato o comunque una piattaforma di microblogging parecchio interessante) ma comunque non vi serve nulla per seguirlo, andate qui e scorrete il video e foto stream…

Qui invece la galleria fotografica completa su Flickr (con calma metto qualche commento…).

MWF: Cena di gala Meran Wein Festival

Signori e signori si parte…eccovi il programma e il menu…

MENU

Prelibatezze “Italia in Gusto”

  • Prodotti di qualità dell’Alto-Adige: succo di mela, strudel e speck,
  • Pangiall’oro (Fornopasticceria Colapicchioni,Roma),
  • Parmigiano Reggiano 70 mesi (Malandrone 1477, Modena)
  • Lardo di Colonnata (Lardo di Colonnata di Giannarelli, Massa Carrara),
  • Carciofini (Terra Nostra, Foggia),
  • Mozzarelline di Bufala (Caseificio La Baronia, Caserta),
  • Torronfette (Barbero Davide, Asti),
  • Prodotti Regione Campania: stringata e salume di maiale nero casertano, formaggio ovino, melannurca IGP,

Creazioni originali dei “cuochi di domani”

  • Risotto mantecato con carciofi di Albenga, calamaretti e profumo di bagna caoda (Piemortte),
  • Ravioli di patate e baccalà (Toscana),
  • Puls pompeiana (Lazio),
  • Timpano di paccheri all’impiedi, ripieni di ricotta e ragù napoletano (Campania).

Spumanti, Vini particolari e unici

  •  Spumanti Brut Rosé (Nabucodonosor i 5 It): “Dubl” Feudi San Gregorio (Aglianico del Taburno), “Baracchi” Riccardo Baracchi (Sangiovese) e “Visages de Canaille” Cascina Baricchi (Nebbiolo)
  •       “Versoaln” Laimburg (vite più antica)
  •       “Rayon” Cave du Vin Blanc de Morgex e de la Salle (vigneti più alti),
  •       “Villa dei Misteri” Mastroberardino (vitigno più antico),
  •       “il 49” Antonio Ferrari (vino più vecchio).

PROGRAMMA

ore

19.00       Accoglienza festosa all’ingresso del Kurhaus e aperitivo di Benvenuto nella Rotunda con musica classica
19.20        Saluto del dott. Helmuth Kòcher, Presidente M1WF
Intervento del dott. Luis Durnwalder, Presidente onorario dell’AREV
ore 19.30        “Sciabolata frizzante” del testimonial Michel Rolland, enologo di fama mondiale e apertura del XVII MIWF 2008 con brindisi scenografico di tre spumanti Brut Rosé Aglianico del Taburno, Sangiovese e Nebbiolo Musica e animazione napoletana
ore 20.00        Intervento del dott. Michele D’Innella, Direttore editoriale del TCI e dell’ing. Luigi Cremona, giornalista e critico gastronomico
ore 20.10        Prelibatezze “Italia in Gusto” e creazioni originali preparate dai “quattro chef di domani-in abbinamento a vini particolari e unici
ore 21.30        Gran Finale a sorpresa all’uscita del Kurhaus

Tutto Meran Wein Festival minuto per minuto: almeno quattro blog da cui seguire l’evento…ma c’è qualcuno che non viene?!?

Stasera con l’esclusiva cena di gala parte la sarabanda del Meran Wein Festival con tutte le sue polemiche (stavolta non c’è il Sassicaia, quale altro vino smetteranno di servire dopo 2 ore?), i suoi prezzi astronomici e calca totale e tutto il suo glamour e vippaggine varia che urta i benpensanti ma che alla fine resta uno degli aspetti clou di una manifestazione come questa. Quest’anno, per aggiungere inutile all’inutile, avrete almeno tre blog che “copriranno” l’evento ovvero KelaBlu con il sottoscritto, Viaggiatore Gourmet (dal cui blog potete anche iscrivervi pagando alle degustazione e ai foodshow), il blog di Witaly di Lorenza che cura i food show di Luigi Cremona e il blog ufficiale su cui troverete (come in questi giorni) alcune interviste, non proprio tutte imperdibili, ma comunque interessanti.

Chi passa a Meran (diciamo l’80% degli appassionati di vino italici più o meno a sentire in giro) troverà anche l’evento bio&dinamica al Castello di Kallmutz molto interessante (Sagrantino di Paolo Bea, Vigna delle Oche Verdicchio, uil Domaine Aux Moines Savennieres e il Lagrein di Nusserhof) a e soprattutto il Grande Riesling mondiale a Naturno (qui nessun nome ma se ci passate capirete perchè a questo mondo si potrebbe anche solamente bere riesling e si starebbe comuqnue benissimo).

Quest’anno sarà già tanto che riesco a far qualcosa al MWF quindi purtroppo Naturno e Bio-Dinamica mi sa che li salto…e voi che fate?

Se avete dubbi, eccovi la lista dei vini del Meran Wein Festival, la lista di bio&dinamica e quella dei Riesling a Naturno. Obbiettivamente, da non credere ai propri occhi, è davvero difficile trovare così tanta qualità e motivi di interesse per assaggiare dei vini in Italia!

Pessac Leognan AOC Chateau La Louviere 1999 Andrè Lurton

Un vino che non si incontra spesso ma esprime bene il potenziale di una zona tra le meno considerate del Bordeaux ovvero Pessac Leognan che ultimamente invece sta regalando notevoli soddisfazioni a chi ci ha investito. Questo classico bordolese ha un uvaggio molto simile al Margaux (con Cabernet intorno al 50% poi Merlot sui 30% e il resto tra Petit Verdot e Cabernet Franc) si presenta nella sua magnum davvero imponente nel colore e molto deciso nei profumi. Molto cassis, mirtillo e mora con speziatura delicata di tabacco e liquirizia. In bocca mantiene le premesse e scorre in maniera eccezionale per un vino del suo estratto.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=GyYOed4JaLw[/youtube]

Vouvray AOC Vouvray Moelleux 1990 Clos Naudin Philippe Foreau

Biodinamica estrema per Philippe Foreau (qui una sua bella intervista) e il suo Clos Naudin con una varietà dei suoli interessantissima che si traducono in vini raramente banali a Vouvray. Nelle annate fortunate e straordinarie quando il bizzatto Chenin Blanc matura e surmatura senza problemi si riesce a produrre questo piccolo miracolo del Moelleux. Nel bicchiere ricorda quasi un Auslese renano con le sue note di albicocca e di agrumi canditi ma se ne discosta per un calore maggiore e una eleganza molto diversa, molto meno austera di certi dolci tedeschi. Profumi di gelsomino e tiglio si mescolano a spezie dolci e intense in un quadro molto complesso e intrigante che lascia in bocca un ricordo indelebile. Sugli abbinamenti ci siam sbizzarriti ma alla fine abbiamo concordato su un bel dolce dalla Normandia ricco di burro come la Quattro Quarti o su una classica Tarte Tatin dove la mela risponde nel dolce al fruttato del vino.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Jh6q-ar4pig[/youtube]

Margaux AOC Chateau Prieure Lichine 1990

prieurè lichine margaux 1990A detta di molti, il vino può buono della serate  e quello che ha dato le emozioni più grandi. In effetti il 1990 è stata un’annata tra le migliori del fine ‘900 nel Medoc e non possiamo che confermarlo. Il vino al naso ricorda effettivamente la magia del terroir di Margaux e , se si ha avuto la possibilità di assaggiarlo, pare davvero di sentire un piccolo Chateau Margaux con il suo diffuso aroma di caffè misto a frutta di bosco finissima, sempre elegante ma intensa. E così è questo Prieurè Lichine, antichissimo possedimento dapprima ecclesiastico e passato di mano in mano fino a trovare stabilità solo negli ultimi 30 anni. Stabilità e classe che nel bicchiere significano grande estratto, materia viva e pulsante, frutta e spezie ben fuse insieme e persistenza commovente

E il vino è davvero grandissimo e pare anche che sia discretamente quotato in molte guide alle aste internazionali. Noi siamo contenti che ce ne sono avanzate due bottiglie…a chi interessassero sapete dove trovarmi!

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=kGT5gUe8UTc[/youtube]

Pouilly Fumè AOC Villa Paulus Masson Blondelet 2004

masson blondelet poully fume villa paulusEcco un classico vino “buono” della Loira classica, un Pouilly Fumè pieno, minerale, che sa soprattutto di pietra focaia, per niente di bosso o pipidigatto, floreale deciso e sincero e soprattutto che in bocca ti prende e ti lascia difficilmente. Non si tratta di un mostro sacro come Daguenau, ovvio, ma questo vino rappresenta per me tutto quello che dobbiamo aspettarci in un vero Sauvignon dei Vigneti Centrali. 12,5 di alcol, spessore, consistenza, media persistenza ma soprattutto questa mineralità da terroir quasi indistinguibile. Finale amarognolo piacevole che richiede crostacei con poco pomodoro, magari anche un bel crudo. Direi anche ottima la scelta di consumo, da non aspettare piùdi tanto ma neanche da bersi tanto prima di oggi, altrimenti le note citrine e fruttate sfumano troppo la mineralità.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=2pM9pcuuClo[/youtube]

Farinetti e Gori (di nuovo) insieme: solo su Business People!

E ti pareva che non ricapitasse! Non bastasse Carlo Cambi che sull’ultimo Wine& Passion attacca KelaBlu (e in parte anche il sottoscritto) dicendo che Kela sta attuando un “fuoco di sbarramento” atto a deligittimare Oscar Farinetti, secondo Cambi molto vicino ad accordarsi cono Petrini per fare una guida dei vini indipendentemente dal Gambero, ecco che capitiamo insieme sulla stessa rivista (qui il sommario dell’ultimo numero). Come sempre ci asteniamo dal prendere parte della discussione perchè un pò al di fuori dei giochi e anche  perchè Farinetti rappresenta davvero una bomba nel panorama un pò statito del Wine&Food nazionale, con effetti credo ancora da valutare ed eventi futuri anche clamorosi.

Tornando alla rivista, oltre ad una lunga intervista con il patron di Eataly-Borgogno-Fontanafredda, anche il secondo articolo del sottoscritto con spazio a vini e vitigni da tenere d’occhio. Vuoi perchè in grande crescita qualitativa (Fiano d’Avellino) vuoi perchè in una fase molto delicata del loro posizionamento sul mercato (Sagrantino di Montefalco) vuoi perchè effettivamente la gente sembra non volere altro (vini bianchi macerati, biodinamici e “anfora”) vuoi perchè piacciono sempre di più (persino al sottoscritto) come i Pinot Nero dell’Alto Adige e italiani in genere (e qui grazie ad Armin Kobler che me li ha fatti conoscere molto da vicino).

Senza nessuna pretesa di lanciare o cavalcare mode, ma solo di lanciare alcune riflessioni su cosa significa “trend” nel vino, anzi su cosa POCO significhi questa parola riferita al nettare di Bacco in Italia. Buona lettura!

E vai di malto, torba, iodio: Single Malt Club, la spiga di Firenze e Michele Chiarini

Sono almeno due anni che cerco di imbucarmi in una delle famose serate a tema whisky scozzese in giro per Firenze ma è stato grazie a Facebook (che secondo i media tradizionali ultimamento porta solo disastri) e ad una segnalazione di un’amica che ho conosciuto Michele Chiarini, spiga fiorentina del Single Malt Club, energico organizzatore di cene a base di whisky, degustazioni, master e ovviamente giochi a squadre per i più competitivi. Ieri sera “debutto” personale in questo mondo con due ore di piacevolissima lezione inframezzate da assaggi di 6 Single Malt da Lowlands, Speyside e le isole Skye e Islay (che conoscerete senz’altro) e da gustose torte al cioccolato in abbinamento. Didattica ben congegnata, adatta sia ai neofiti che a quelli un pochino più esperti senza annoiare. Ogni whsky veniva preceduto dalla presentazione del terroir dove nasce, da foto e descrizioni delle curve degli alambicchi (l’aspetto più curioso e intrigante della serata seguire le curvature a ferro di cavallo degli alambicchi Talisker!) e assaggio “puro” e leggermente diluito (con acqua levissima).

Ecco gli assaggi della serata:

Auchentoshan 10 Years Lowlands

Tripla distillazione, da botti di sherry oloroso, fragrante, fresco, odore di fieno, di erba, niente torba, odore di lievito, di malto, fiori di brughiera, delicato ma lungo finale

MacCallan 12 Fine Oak Lowlands

La Rolls Royce dei Whisky si presenta corposo (grazie ad alambicchi seconda distillazione molto piccoli),  da botti di bourbon americano, sherry e legno americano ma lavorato in Spagna. Nota maltata delicata, leggero tabacco, un po’ di torba, fiori, frutta fresca, vainiglia percettibile, grasso , denso quasi oleoso. Uno dei miei preferiti.

 Glenfarclas 15 Speyside

Colore molto scuro quasi ambrato, meno fiori, più frutta fresca, odore forte di sherry oloroso, dolciastro, pastoso, nota lunga un po’ amara, caffè tostato, nocciola, ricorda quasi un rum 20 anni. Particolare e intrigante anche se molto lontano dal classico SMW.

Glenrothes Select Reserve Speyside

Bottiglia bellissima a granata, blend di annate diverse e botti diverse. Ditillazione molto lenta, vainiglia, frutta matura di mela, lievito di  birra, tannino presente, denso, finale molto lungo, un genere un po’ a sè, molto simile ad una Tequila 100% Azul, da provare ma non vi assicuro che vi piaccia…

Talisker 10 Skye

Ha bisogno di poche presentazioni, riconoscibilissimo e torbato, con un sentore di pepe elegantissimo e spezie balsamiche uniche. Profumi di cuoio, iodio, fiori, salmastro, un mix davvero non riscontrabile in nessun altro SMW: In bocca è quasi salato, fine, delicato mai aggressivo.

Laphroaig 10 Islay

Altro riconoscibilissimo per la torba (estratta anche da depositi di alghe marine) presente in maniera pesante, in botti di bourbon. Torbato esemplare, iodato, medicinale robusto, legno appena avvertibile, thè verde, leggera pepatura, ginseng. Va affrontato per gradi, solo qualche anno fa lo detestavo, ieri sera mi è parso uno dei migliori per tipicità e timbro salmastro.

Davvero un bell’inizio e una notevole introduzione ad un mondo decisamente affascinante e soprattutto molto ben esplorabile e conoscibile grazie alle tante iniziative e ai materiali che si possono consultare, a partire dal libro “di testo” che viene consegnato all’iscrizione.