Baracchi Rosè Brut da uve Sangiovese (i lieviti nella bottiglia, il sabrage e tutto il resto…)

Il rosato italiano più spiazzante che ci sia…da Cortona. Baracchi è sempre un pioniere , specie nel trovare prodotti intriganti e che suscitono curiosità (nella foto la bottiglia da 15 litri aperta allo scorso Meran Wein Festival). E cosa rara, è anche bravo nel trasformare questi prodotti in splendide realtà produttive capaci di piacere a palati anche esigenti. La crescita del Rosè brut in soli 3 anni è già molto evidente con un vino che sta diventando grande. Passato l’entusiasmo per i lieviti in bottiglia e la delicata modalità di apertura, comunque sempre spettacolare e degna di essere provata da ogni sommelier, nel bicchiere ecco un rosato ambrato suadente e che cede poco alla ruffinaneria. Note leggermente ossidative, lampone, fragola, pesca, speziatura tostata, sandalo, noce moscata, lieviti decisi, finale di bosco e fiori, davvero un rosato in cui ci si perde volentieri. E che a tavola ha un grip con il cibo da paura.

Forse un pò caro, ma validissimo.

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