Bevute

Assaggi di vino distillati con punteggio, spesso con video degustazione

Brunello di Montalcino Col d’Orcia Riserva 1977

brunello riserva col d orcia 1977Sorpresa e ammirazione per questo piccolo gioiello figlio di una primavera regolare, estate calda con alcune piogge e un autunno temperato. Alcol non eccessivo (13,6) acidità totale contenuta (5,9 g/l), discreto estratto secco (26,8) ma soprattutto un notevolissimo 72,1 di polifenoli che specie in bocca si sentono tutti. Il vino infatti al naso ha una scossa che mancava nel 78 e anche nel 81 con una ciliegia dolce sotto spirito che sottende ad una serie di richiami
simili per certi versi al 1978 ma in chiave molto più positiva. Quindi il goudron, l’anice, il tabacco, la polvere di caffè e una inedita mineralità ferrosa si combinano alla perfezione con un fruttato sussurrato e un floreale appena accennato a dare un quadro quasi commovente. In bocca i polifenoli sorreggono il vino che risulta armonico e strarordinariamente integro e direi all’apice evolutivo assoluto. Davvero una stupenda impressione in tutti e
soprattutto bellissimo vedere come ognuno ha chiesto di accompagnare questa annata con un piatto diverso, chi il formaggio, chi una zuppa di fagioli., chi degli affettati e perfino molti con un pezzo di torta di mela.
Ma quando c’è questa grandezza qui, non c’è da stupirsi!

Clicca qui per la degustazione del Brunello 1977

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Brunello Montalcino Col d Orcia 1977
[/coolplayer]

Brunello di Montalcino Verticale Col D’Orcia 1977-2003: come scegliersi il “proprio” Brunello

Grandissimo affetto e applausi sinceri ieri sera per il grandioso Sangiovese di Montalcino e della Tenuta Col D’Orcia che ci ha portato alcuni dei tesori della propria cantina storica. E proprio come dei piccoli pezzetti della storia del vino Toscano e italiano in generale abbiamo ieri sera apprezzato in compagnia del gentilissimo Nicola Giannelli i Brunelli aperti per l’occasione. (Qui le foto della serata). E tra un esplosivo 2003, un elegantissimo e morbidissimo 2002, un sontuoso 1999, un dolce 1981, un 1978 un pò terziario e soprattutto un sorprendente 1977 la serata è stata piacevolissima. Ad un certo punto mi sono pure trovato davanti ad una situazione paradossale ma davvero incantevole che rende onore a questo vino e alla magia che produce: ciascun tavolo ha cominciato a richiedere chi dell’affettato, chi del formaggio, chi del dolce, chi una ribollita…insomma dalla degustazione “tecnica” eravamo tutti passati in una zona dove tutto era possibile, dove ciascuno aveva scelto il “suo” Brunello della serata e cominciava a rilassarsi e godersi un pò di relax e di ozio dei sensi in compagnia del cibo che preferiva. E da Sommelier vedere i tavoli imbanditi delle pietanze più disparate e vedere i commensali passare il naso da un bicchiere all’altro in cerca di sensazioni sempre nuove, ecco vi assicuro che è stato davvero uno dei momenti più alti della mia carriera! VEdere e capire la soddisfazione e il benessere che quei vini potevano dare non mi era mai parso così chiaro come ieri sera!

Ringrazio il calore del pubblico e ringrazio il Sangiovese

che ci ha regalato davvero una emozionante serata Toscana da non dimenticare!

Come sempre, su Flickr tutte le foto.

E mentre nei prossimi giorni andranno su i post con le varie degustazioni, vi riporto qui l’introduzione che Nicola ha fatto della Tenuta Col d’Orcia:
e vi segnalo la bellissima (è più bravo di me!) relazione della serata che ha pubblicato un
blogger conosciuto ieri sera di persona, persona squisita e preparatissima. Ragion per cui i complimenti che mi fa mi rendono straordinariamante soddisfatto!

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Introduzione Col d’Orcia di Nicola Giannelli
[/coolplayer]

Andrea Gori (ancora) su Spirito di Vino: almeno stavolta “lavoravo”!

Un motivo in più (o in meno…) per comprare SdV di questo mese! Nell’articolo sui Vini Top Italiani del 2007, a pagina 100 in una bellissima foto di Matteo Brogi sono ritratto in ottima compagnia mentre degusto uno dei mitici 18 supervini derivanti dall’incrocio delle valutazioni delle 5 guide più importanti dei vini Italiani (AIS, Veronelli, Gambero, Touring, Espresso, “mediati” da Winenews.it). E’ stato un invito del sempre gentilissimo Guido Ricciarelli a farmi partecipare a questa esclusiva commissione di valutazione che ha dato modo di riflettere sui vini che mettono d’accordo tutti e soprattutto capire il perchè. Devo dire che è stata una esperienza bellissima, al di là ovviamente dei nettari meravigliosi che siamo stati “costretti” a bere, non avete idea di quanto si cresce a sentire discutere di questi vini dei pezzi grossi come Ernesto Gentili (Espresso), Gianni Fabrizio (Gambero Rosso), Paolo Baracchino (Gran Jury Europeo) , Daniel Thomases (Veronelli) e Pierluigi Gorgoni (Spirito di Vino). Per un sommelier relativamente giovane di naso come me, sentire discutere questi qua è un pò come per un ballerino vedere Roberto Bolle nel Lago dei Cigni o per un calciatore stare a bordo campo a vedere i dribbling di Kakà (o per un chitarrista sedersi sul Marshall di Yngwie Malmsteen mentre fa un assolo funambolico…): una esperienza grandiosa esaltante e al tempo stesso un pò mortificante…
Voglio dire le bottiglie erano tutte stagnolate e bendate però nel giro di 5 secondo avevano già riconosciuto tutti i nomi e le bottiglie mentre io ero ancora lì a decidere se c’era più lampone o più ciliegia o mirtillo e quindi più sangiovese o più nebbiolo o cabernet. E mentre dicevo “ah già vero” loro erano già a disquisire su che evoluzione avevano avuto nei 6 mesi precedenti, quale sarebbe stato il loro futuro e quanto tempo l’enologo aveva lasciato le botti senza girarle…
Insomma sapere che le guide le scrivono gente come loro mi rincuora non poco e allo stesso tempo mi fa riflettere su alcuni vizi di fondo ineliminabili delle guide dei vini. Molti dei vini che abbiamo degustato (lo leggete anche nell’articolo di Guido) erano ancora estremamente giovani e difficilissimi da leggere e questo all’incirca a Febbraio 2008, ed erano stati però degustati per le guide quasi un anno prima, senza contare che alcune delle bottiglie che ci erano state mandate appositamente dai produttori per quell’occasione avevano dei problemi di conservazione. Come anche Gentili ha giustamente fatto notare in più di una occasione può capitare che due guide differiscano molto sul giudizio di un vino non tanto perchè hanno metri di giudizio diverso ma proprio perchè abbiano degustato due vini molto diversi! E non sempre si può avere il tempo di richiedere e riassaggiare un’altra bottiglia (oltre le 2-3 che i produttori mandano per ciascuna assaggio). Sul fatto dei tempi invece dobbiamo accettare il fatto che è inevitabile che se questi vini vanno sugli scaffali a natale 2007 i consumatori devono leggerne le caratteristiche almeno ad ottobre e qundi gli assaggi devono per forza svolgersi nei mesi precedenti, spesso con campioni non certo pronti al consumo. Quindi chapeau di nuovo a chi riesce a leggere i vini capendone l’evoluzione immediata e prossima.
Quando appunto sei in mezzo a queste persone, ti rendi conto che di strada da fare ne hai tanta e che soprattutto per i grandi vini un solo assaggio non basta assolutamente ma occorre seguirli e conoscerli per apprezzarli in tutte le loro potenzialità. Altra cosa “buffa” è che come punteggio ero regolarmente 2-3 punti di media sopra gli altri e, sebbene nell’articolo si vada appunto con le medie voto dai 96 agli 89 punti, io non sono riuscito ad uscire dalla forbice 99-91.
Di spunti di riflessione ne dà tanti l’articolo e tanti altri ne sono venuti fuori a tavola come ad esempio la difficoltà di incontrare i gusti del pubblico con i bianchi, le nuove realtà del sud Italia, il mancato decollo del Pinot Nero “italiano”, di come cambia il Cabernet in Italia a seconda del terroir e della latitudine, di quanto sia diverso a volte ciò che il pubblico vuole e ciò che le guide tendono invece a premiare. Altre note sparse riguardo il notevole accordo che avevo con Paolo Baracchino (anche lui scuola AIS fiorentina) e l’enorme e maniacale attenzione al dettaglio fotografico, praticamente SOLO per le foto dei tappi che vedete nell’articolo, Matteo ha impiegato qualcosa come 1 ora e mezzo!
Nel mio personalissimo tabellino (di cui vi riporto sotto le note, qualcuna addirittura finita nell’articolo, WOW) il migliore di tutti era Barolo Bricco Boschis 2001 Cavallotto, seguito ad una incollatura da Grattamacco 2004 e poi da Mastroberardino Radici Riserva 2001 che in ogni caso anch’io ho convenuto essere meritevole di vincere, non fosse altro che per il prezzo “ridicolmente” basso di 25 euro a bottiglia!

Vittorio Moretti Bellavista 2001: croccante pesca minerale su un sottofondo di tiglio, invitante e ricco, corposo ma finezza e classe da vendere

Poggio Vento 99: un’archetipo del brunello, austero ma seducente, fiori e frutta in egual misura, un pò sulle sue ma si farà nel tempo

Pergole torte: lampone in confettura e macis, dolce tannico, elegante

Asinone: ribes nero, mora di gelso, pellame nobile, pepato, sferzante e dinamico

San Leonardo: bordolese classico con mix di frutta di bosco e note eteree, profondo, asciutto, intrigante

Montevtrano: austero, anice e finocchio, qualche nota un pò cotta ma compattissimo

Grattamacco: menta balsamico pepe bianco e incenso, avvolgente e setos, in bocca viene fuori quasi una pesca sciroppata, fine ed elegante nel fruttato di prugna da manuale

Sassicaia 04: dolce e vaniglioso poi ciliegia e mallo di noce, succoso, energico e deciso

Masseto 04: un pò segnao dal legno ma bella mela rossa, cipria e ciligia, in bocca solo un pò amarognolo.

Radici 2001: intenso e penetrante, cuoio e frutta, liquirizia, thè nero BELLISSIMO, suadente integro

TerreA di lavoro: profumi scuri e netti di mirtillo e ribes nero, cassi e tabacco kentucky

Monfortino: balsamico sopra ogni cosa, fiori cimiteriali, mela dlce, rosa passita carnoso di humus e terra d’autunno, trama tannica impressionante

Vigna Rionda: quasi ruffiiano per i fiori che porta ma note carnose di confettura di marasca su tappeto di spezie

Cavallotto: frutta sciroppata, nota sferzante balsamica, liquirizia, pepe, anice, rabarbaro, tannino vivacissimo ma nobile

Barbaresco Gaja: pepe cannella, roas, ribes, cipria, carnoso e succulento ma un pò troppo legno (almeno per ora….)

Serenade Passito Caldaro: mostarda dolce , zenzero e paprika, pesca in confettura e ginestra fiorita, in bocca sapido e verace, intrigante ad ogni temperatura

Questi due “intrusi” graditissimi sono stati l’omaggio dello staff di Villa la Vedetta agli stanchi degustatori che dopo 2 ore di rossi tannici e corposi non vedevano l’ora di sorseggiare due bollicine…alla cieca avevo detto (d’accordo con Paolo Baracchino) un millesimato champagne con abbondante pinot nero e un Franciacorta notevole. Si sono poi rivelati il Bollinger Grande Anneè 1999 e il Billecart Salmon Brut Reserve.

Ecco diciamo che bevuti sulla terrazza di fronte al cupolone di Brunnelleschi proprio male non stavano…

ps

Segnalo sempre sullo stesso numero della rivista, un bel confronto di Morellino di Scansano con sugli scudi il Bronzone dei Mazzei (ma comunque molto più caro degli altri) e un ottimo piazzamento del Bellamarsilia di PoggioArgentiera e soprattutto un articolo sul mitico Champagne “fantasma” Armand de Brignac che ogni giorno sono sempre più curioso di assaggiare…vedi particolari qui e sul forum del Gambero Rosso…

Chateau d’Yquem Lur Saluces Sauternes AOC 1999

capsula yquem

Si lo sappiamo tutti che un Yquem con meno di 20 anni non si apre mai…eppure come possiamo sapere cosa sarà tra 2o anni se non lo si conosce mai da giovane? Costo a parte leggermente più accessibile, i motivi per assaggiare un Yquem in fasce sono tantissimi, a partire dalla meraviglia che si prova assaporando un vino passito muffato che sa di fiori, di ginestra, di tiglio, di camomilla, un vino in cui il miele lo zafferano, lo iodio, il caramello, il fico secco, l’albicocca, la maracuja, la pesca sciroppata sono così integrati e sorretti da una mineralità palpabilissima e sapida? L’effetto, se lo si sa capire e non lo diamo per scontato, è di stupirsi ogni volta per questo piccolo miracolo in cui ogni componente è al suo posto senza strafare ed è come legata al palo dell’evoluzione in attesa che il tempo gli dia la sua finestra d’espressione. E quindi ecco perchè occorre riaprirlo più e più volte…Certo a poterselo permettere diremmo pure che si può osare come vino a tutto pasto…ma chi osa farlo??

Clicca qui per l’introduzione al Sauternes

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=-6uPx_jC1-I&feature=channel_page[/youtube]

Clicca qui per la degustazione di Yquem 99

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=FxgKFKoV5zY&feature=channel_page[/youtube]

Clicca qui per capire perche è davvero “superieur” 

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=6o9AJ7jd_Bw&feature=channel_page[/youtube]

Fuleki Tokaj Aszu 6 Puttonyos 1999

9tokaij fulekiStoria e tradizione di uni dei vini più nobili al mondo. Puttonyos, aszu, harshvelu, come si pronunciano e a cosa servono? Un vino passito ma non solo perchè si usano tecniche simili al ripasso alla toscana o a quello della Valpolicella, è un vino parzialmente ossidato quasi come uno sherry e si parte da uve muffate come nel Sauternes. Come potete immaginare un vino piuttosto unico e particolare che ha un’impronta tutta sua nel panorama mondiale dei vini da dessert e/o meditazione e vanta una storia secolare da conoscere.

Il Fuleki di stasera era un “giovane” Tokaj tipico e dai profumi caratteristici di mela cotta, nocciola, marmellata di pomodori verdi, dattero. Un grande concentrato di sapore e storia per una bevuta spesso emozionante e sicuramente dotato di una grandissima personalità che si esprime in una beva fresca e dissetante nonostante gli oltre 120 g/l di zucchero.

Clicca qui per l’introduzione al Tokaij ungherese 

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Tokaij Aszu 6 Puttonyos Fuleki 1999
[/coolplayer]

Clicca qui per la degustazione del Tokaij

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Tokaij Fuleki degustazione
[/coolplayer]

Inniskillin IceWine Riesling VQA Niagara Peninsula 2001

inniskillin rieslingUn vino “friulano” nato dalla passione e dal duro lavoro della famiglia Ziraldo e dal fortunato incontro con il produttore austriaco Karl Kaiser.Del resto la Penisola del Niagara si trova alla stessa latitudine di Trieste… Il nome preso da un reggimento di fucilieri irlandesi il cui Colonnello ricevette questa fattoria in dono. Fattoria acquistata da Ziraldo con i risparmi di anni di lavoro da minatore negli Stati Uniti durante la corsa all’oro degli anni 20, in fuga da un Friuli in piena crisi da dopoguerra. Poi le intuizioni, il successo dapprima locale e poi globale appunto quando in uno dei viaggi a casa c’è l’incontro con Kaiser e la sua conoscena degli EisWein tedeschi e austriaci.

Con noi venerdì c’era il mitico IceWine della Inniskillin e ne abbiamo approfittato per ripercorrerne la storia e dire due parole sulle  caratteristiche di questi vini rari preziosi e particolarissimi. Il riesling 2001 ha aperto la serata con un caleidoscopio di sensazioni fruttate calde e ricercate con frutta tropicale (papaya, mango, maracuja) , albicocca, pesca gialla e un bel floreale dolce e giallo. In bocca una esplosione di gusto e freschezza veramente rara e maestosa. Raccolta da uve congelate (spesso raccolte di notte con -10 gradi!) e pressate dolcemente per estrarre solo il cuore dell’acino, sanissimo e denso di sostanze aromatiche pregiate.

Clicca qui per la degustazione del vino 

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Inniskillin Riesling IceWine 2001
[/coolplayer]

Chateau d’Yquem e gli altri: che serata!

yquem 99Sospirone di sollievo stamani che ieri sera è stata davvero dura…di fronte a 6 vini di assoluto valore internazionale hai sempre paura che il mito della serata non sia all’altezza oppure semplicemente che non sei in grado di raccontarlo e farne vivere la magie e tutte le sfaccettature…Dopo i vari Inniskillin, Cacchiano, Fuleki in effetti la strada era in discesa ma non è mai facile degustare un Yquem così giovane (99) in pubblico specialmente se hai davanti persone esigenti curiose che non ti perdonerebbero banalità su di un vino del genere. Ma per mia fortuna Yquem 99 pur nella sua assoluta infanzia ieri ha dato una prova di eleganza soave e di impressionante struttura che ha annichilito ogni altro vino. Si è certo suggestionati dall’etichetta e dal mito ma è davvero difficile trovare qualcosa non al suo posto in questo vino, qualcosa che non ti faccia pensare che si tratti di una perla unica e irripetibile di tutta l’enologia mondiale. E vi assicuro che la sensazione di dolce brezza sottile e balsamica intensità che abbiamo tutti provato ieri sera è stato davvero qualcosa di grandioso. Senza nulla togliere agli altri fantastici vini della serata, Yquem era proprio di un altro pianeta…anzi su di una nuvola soffice e cremosa a guardare tutti gli altri là sotto, splendidi splendenti ricchi e affascinanti ma non così platonicamente ideali come lui.

Oddio di nuovo mistico e trascendente…credo sia meglio che proviate a chiedere a chi c’era oltre a me!

Qui tutte le foto e via via sul canale YouTube le degustazioni video dei protagonisti della serata.

Barone Ricasoli Granello IGT Toscana 2006

granello ricasoliAltra etichetta camaleontica con un uvaggio in divenire che sfrutta ogni anno le migliori uve bianche in grado di subire un certo grado di appassimento. A seconda dell’annata, può prevalere lo Chardonnay, il Sauvignon, il TRaminer o altre uve. Il tutto per dare un vino alternativo nel panorama toscano al classico Vin Santo da cui si differenzia in ogni aspetto a partire dal colore giallo accesissimo e brillante. granello ricasoli colore In effetti poi con i suoi profumi cangianti di frutto della passione, pesca, zafferano e albicocca presenta un mix quasi inedito per le nostre latitudine, con una qualche somiglianza con gli EisWein tedeschi. In bocca è molto dolce e si presta ad abbinamenti interessanti dai biscotti allo zafferano, al gelato di crema (provateci!) e a torte a base di crema e frutta.

Clicca qui per l’introduzione

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Introduzione al Granello Ricasoli
[/coolplayer]

Clicca qui per la degustazione del vino

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Granello Ricasoli IGT 2006
[/coolplayer]

Barone Ricasoli Chianti Classico Brolio DOCG 2005

chianti classico brolioDa un’annata considerata non entusiasmante ecco un ottimo Chianti Classico 100% Sangiovese con tutte le caratteristiche che normalmente speriamo di trovare in un Chianti come una buona acidità, una bella asciuttezza di bocca e un bel profumo floreale di viola e giaggiolo in apertura. Nonostante i 12 mesi di barrique (di secondo o terzo passaggio) il vino ha proprio nel mix floreale fruttato la sua carta vincente con un gusto morbido (almeno per un palato Toscano!) che sacrifica un pò di aggressività tannica in favore di una maggiore bevibilità. In sala è piaciuto a tutti, pur riconoscendone il carattere un pò più facile di beva rispetto ad altri Chianti Classico più aggressivi e tradizionalisti.
Ma da quando in qua è un problema così grande che un vino si beva con tanta facilità?!?ù

pasta sugo fabbriIeri sera si è dimostrato ottimo sulla pasta al pollo

scappato (anche con abbondante parmigiano grattato sopra) e direi che anche su una bella grigliata di maiale e salsicce sarebbe un ottimo accostamento. Dato inoltre il carattere di poca tannicità e alcol non eccessivo, oserei perfino servirlo leggermente fresco in qualche cena estiva.

Clicca qui per l’introduzione al vino di Sveva

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Introduzione al Brolio 2005
[/coolplayer]

Clicca qui per la degustazione

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Chianti Classico Brolio DOCG 2005
[/coolplayer]

Bibenda Day 2008: video!

Ecco qua alcuni momenti salienti del Bibenda Day 2008.

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Introduzione di Franco Maria Ricci e saluto
[/coolplayer]

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Ingresso Letterine e Messaggi Produttori parte 1
[/coolplayer]

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Ingresso Letterine e Messaggi Produttori parte 2
[/coolplayer]

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Paolo LAuciani e Relentless Shafer Syrah 2002
[/coolplayer]

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Paolo Lauciani e il Tannino dello Chateau Margaux 99
[/coolplayer]