Bevute

Assaggi di vino distillati con punteggio, spesso con video degustazione

Tricorno Castello di Poppiano IGT Toscana 2004

Un supertuscan snello ed elegante con tutto il floreale del sangiovese e la spiccata fruttuosità del merlot e del cabernet. Prodotto dai vigneti intorno al Castello di Poppiano, è un supertuscan alla storia recente ma già dalla nomea consolidata. Si presenta molto meno pesante e marmellatoso di tanti altri suoi simili e sopratutto mantiene una tipicità di Sangiovese davvero particolare pur avendone nell’uvaggio una percentuale relativamente bassa (45%). Ma il terroir di Poppiano esalta il Sangiovese e non dà al Merlot la consueta opulenza, quindi abbiao un vino davvero dai tre corni e dalle tre componenti ben riconoscibili date dai singoli vitigni.

Ferdinando Guicciardini ci parla del perchè hanno deciso di produrre un Supertuscan

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Perchè un Supertuscan a Poppiano
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Degustazione del Tricorno 2004 [coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Tricorno IGT Toscana 2004
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Castello di Poppiano Chianti Colli Fiorentini Riserva DOCG 2004

poppiano riserva 2004Il miglior vino della serata, almeno facendo una classifica delle richieste di rioempimento dei bicchier si è rivelato questa grande e schietta riserva da sangiovese canaiolo e cabernet in piccola percentuale.

Profumi decisi di ciliegia e amarena con un corredo speziato di tutto rispetto ( ferro, cuoio, tostatura, liquirizia) uniti ad una bocca decisa fresca e fruttatissima lo pongono ai vertici dei Chianti Fiorentini e al livello delle migliori riserve classiche. Ferdinando Guicciardini nel suo intervento ci spiega come si scelgono i grappoli per le Riserve e ci spiega la strategia commerciale che sta dietro. Il tutto riferito sia a Montespertoli che in Maremma.

Clicca qui per una introduzione alle Riserve del Castello di Poppiano

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Il concetto di vino “Riserva”
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Clicca qui per la degustazione della Riserva 2004 Colli fiorentini

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Chianti Colli F.ni Riserva 2004 Castello di Poppiano
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WBW # 42 Italian Wine in 7 words: Dievole Chianti Classico Certosa di Pontignano DOCG 2005

Good and challenging theme this month from Spittoon and their WBW turn. An italian win described in ONLY 7 words…
Must be that we are worldwide famous for our talkativeness and willing to speak to anyone anytime anywhere about everyhting comes in our mind?
Well, let’s try…but I assure that for us is harder that for everyone else in the world!

Dievole Chianti Classico Certosa di Pontignano DOCG 2005
Faded Violet Around An Ancient Fruity Abbey
certosa pontignano
certosa pontignano

Vin Santo della Torre Grande del Castello di Poppiano DOC 1999

vin santo poppiano torre grandeEcco un grande esempio di Vin Santo tradizionale! Da uve di sola Malvasia (che Ferdinando ci assicura essere la varietà bianca che si ossida maggiormente in caratello) ecco un nettare ambrato quasi da occhio di pernice. Lo abbiamo servito fresco a 10 gradi di temperatura (su richiesta dell’azienda) e in effetti a questa temperatura riesce a non sentirsi troppo l’alcol a 17% e anche il grande contenuto zuccherino è sotto controllo. Al contempo l’alta acidità controbilancia efficacemente e l’effetto è quello di un vinsanto molto secco e in linea con la tradizione (anche se a me ha ricordato il Tokaj Disznoko 5 puttonyos del 1993). Ferdinando ci rivela che in realtà vorrebbe farlo ancora con meno zucchero ma il mercato in questo momento richiede maggiormente prodotti più dolci e PER ORA si adegua a malincuore! Nella sua introduzione ci spiega alcuni aneddoti relativi al suo vin santo e ci spiega il perchè del nome “Torre Grande”.

Clicca qui per l’introduzione di Ferdinando al suo VinSanto

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Come si fa il Vin Santo a Poppiano
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Clicca qui per la degustazione “classica”

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Vin Santo della Torre Grande di Poppiano 1999
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Massi di Mandorlaia Morellino di Scansano Riserva DOC 2004

mandoralaia morellino riservaGrande annata, grandi consensi della critica (Bibenda su Duemilavini addirittura lo pone ad un soffio dai 5 grappoli davanti al Tricorno) e in effetti un bel caleidoscopio di frutti,spezie,mirto carrube, macchia mediterranea e note balsamiche ci fanno subito innamorare di questo morellino! Che poi in bocca si rivela pure scalpitante con un bel tannino e una grande struttura che ci fanno ben sperare anche in prospettiva evolutiva.

Come abbinamento noi lo abbiamo gustato assai con fegatelli cotti interi al forno e pure con l’arista alla fiorentina con patate arrosto non stava niente male…

Clicca qui per la video degustazione. 

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Massi di Mandorlaia Morellino Riserva 2004
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Il Cortile del Castello di Poppiano Chianti Colli Fiorentini DOCG 2005

 cortile poppiano chiantiFresco vivace con una nota metallica piacevolissima, si presenta con una viola carnosa e frutta tipo lampone e fragola. Ottimo su salumi speziati e carni leggere, grande serbevolezza per un vino dal rapporto qualità prezzo molto interessante: 8 euro! 

Ferdinando spende volentieri due minuti con noi per spiegarci cosa significa fare un vino d’annata e a cosa serve un vino come questo, fresco vivace e con poche pretese e soprattutto ci fa una piccola panoramica su cosa significa coltivare il Sangiovese in terroir così diversi come Montespertoli e Scansano.

Ecco qui il Guicciardini-pensiero sui vini d’annata 

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Ferdinando Guicciardini e i vini di pronta beva
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E qui la consueta “degu” del sottoscritto 

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Il Cortile del Castello di Poppiano Chianti DOCG 2005
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Camposegreto Castello di Poppiano Toscana IGT 2006 Viogner

camposegreto viogner guicciadiniUna bella sorpresa da una terra poco incline a dare buoni vini bianchi. E invece qui abbiamo un bel frutto, una certa acidità (considerando che è Viogner) e sprattutto una bocca morbida piacevole e fruttatissima.

Servito freddo era un pò ritroso sui sentori citrini e di pompelmo poi con la temperatura sono arrivati anche albicocca e soprattutto un miele incantevole, sia al naso ma soprattutto in bocca. Difficile chiedere di più ad un bianco giovane così! Non male sui salumi ma era veramente perfetto sulla farinata gialla con cavolo nero condita con abbondante olio extra vergine toscano.

Ecco qui il video della degu su YouTube!

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Camposegreto IGT Toscana 2006 Castello di Poppiano
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Grappa Riserva del Chianti Classico Az. Agr. Montepaldi (Università di Firenze)

montepladi grappaUna bella sorpresa dalle colline toscane, una grappa del Chianti Classico di malvasia e Trebbiano dolce speziata e fruttatissima in bocca. Delicata noostante i suoi ben 45%. L’Azienda Agricola Montepaldi è di proprietà dell’Università di Firenze che conduce qui numerosi esperimenti e prove di coltivazione delle varietà di uva classiche toscane. Si trova tra Cerbaia e San Casciano sul colle accanto alla pieve di San Giovanni in Sugana (che non conoscerete e non vi dirà nulla ma è dove mi sono sposato e ho fatto il banchetto di nozze italo-tedesco che molti ancora si ricordano).

La grappa viene distillata a Modena e realizzata veramente con cura. Al naso è soprattutto floreale e solo leggermente speziata mentre in bocca rivela una frutta (pesca e mela) decise con note di fondo di miele e anice. Noi l’abbiamo abbinata alla nostra torta al cioccolato e l’abbinamento è riuscito davvero bene!

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Grappa Riserva Montepaldi Chianti Classico
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AXA rulez: Chateau Suduirat e Disznòko Tokaji insieme per un pomeriggio!

tokaj axaGrazie ad Andrea Vannini di Vino e Design, importatori di notevoli  nettari (tra gli altri)  tedeschi questo pomeriggio presso il bellissimo locale Open View Bar sul Ponte Vecchio ho pouto partecipare ad una comparativa semi verticale tra due tra i più famosi e celebrati vini dolci del mondo, ovvero sua maestà il Sauternes con il Premiere Cru Chateaus Suduirat e Diszkono, produttrice di un Tokaj che finora non conoscevo. Interessante la successione  dei vini con le due versioni secche in apertura e a seguire le varie gradazioni di dolcezza e maturità. Vi dico subito che personalmente , ma anche per altri intervenuti, la vera sorpresa è stata quella di bere un vino con circa 200 gr di zuccheri residui e percepirlo in bocca quasi come secco, tanta era l’acidità! Ovviamente sto parlando del Tokaj, ma vado per gradi.

Diszkono Furmint Dry 2006 100% Furmint

Prima personale esperienza con un Tokay secco e mi soprendo nel sentire un quasi Riesling acidino QBA però vivace con un naso quasi Pinot Grigio, con qualche spezia, un bel pompelmo e un citrino stuzzicante. Profumi di uvaspina, sambuco, agrumi vari. Piacevole e curioso, non da riempirsi la cantina ma così per cambiare può essere una buona alternativa.

S de Suduirat Bordeaux AOC Sec 2004 90% Semillon 10% Sauvignon Blanc

Ovviamente il sauvignon era del tutto sepolto sotto un abbondante strato di fico maturo polposissimo, uno dei nasi più strani che mi sia mai capitato. Intrigante al  naso per via di varie note speziate da barrique che completavano il profumo fruttato carnoso. In bocca invece un vino piuttosto stanco, piatto, pesante con poca mineralità e acidità minima. Però son stato a riannusarlo per dei minuti perchè davvero era qualcosa di particolare! 

Castelnau du Suduirat AOC Sauternes 2002 e 2004

Prima linea dei prodotti muffati di Suduirat, un second vin a tutti gli effetti, con il tipicissimo sentore di Botritys e uno iodato pieno pieno, canfora. Il 2002 ha una bella acidità che lo rende nettamente più piacevole del 2004 che risulta invece grasso e pesante con una alcol un pò fastidioso. Al naso però il 2004 è quasi più completo con tutta una gamma di agrumi piacevolissimi (pompelmo ad esempio). Il 2002 oltre ad avere un naso pieno rotondo di albicocca e fico secco ha invece davvero un’ottima bevibilità. Come rapporto qualità prezzo, il 2002 è molto meglio di tanti Grand vin di Sauternes mentre il 2004 direi proprio d no, anche se magari può piacere a chi cerca emozioni forti.

Chateau du Suduirat Sauternes AOC 2003 e 1997 

Note minerali e di burro molto evidenti nel 2003 insieme a mandorla, ossidazione, vaniglia. Nel 97 grande varietà e ricchezza ancora con nocciola e mandorla ma più pienezza di frutto, mineralità spiccatissima, ginger, miele, cera d’api, più che fico secco, siamo alla marmellata di albicocca. Persistente e intrigante, il 97 è davvero un grandissimo vino mentre il 2003 per ora è un pò troppo impastato e involuto. Sicuramente da riprovare tra 3-4 anni ma ho l’impressione che non sarà ottimo come questo incredibile 97.

Disznoko Tokaj Late Harvest Szamoridni (60% Furmint 30% Harslevelu 10% Zeta)

Se vi state chiedendo cosa cavolo è Zeta vi dico subito che è un incrocio tra Bouvier e Furmint, usato semprein minime percentuali. Quasi “secco” ,ma già succosissimo di sentori di prugne, fiori di tiglio, humus, mela golden molto matura. Acidità buona e dolcezza appena percettibile (specie venendo dai Sauternes…).

Disznoko Tokaji 2001 4 Puttonyos

Comincia la scala di dolcezza con il meno dolce, con “soli” 4 Putton di uva passa sui 136 di mosto secco. Profumo di albicocca, di minerale, caramello, mou, uva passa, forse il più simile ai sauternes. La mela matura qui sembra più una mela cotta in forno. Piacevole ma un pò in mezzo al guado tra un vino dolce normale e un vero tokaji.

Disznoko Tokaji 1993 5 Puttonyos 

Il più incredibile vino della serata, sontuoso e opulento con zuccheri altissimi ma una bocca asciutta e secca. Acidità irreale per un vino che sembra più un Calvados XO che un vino muffato. Profumi di mela caramellata, colore di un cognac VSOP, lacca e smalto, note ossidate ben presenti e caratteristiche. Ma vi ripeto, al di là dei profumi piacevolissimi, ci siamo ritrovati tutti  (all’ottavo vino dolce) a chiederne un altro pò per continuare a berlo! Strabiliante anche pensando che il 1993 è stata la prima annata della nuova gestione della cantina.

Disznoko Tokaji 1999 6 Puttonyos

Top di gamma (prima dell’Essencia) ripete in parte la magia del 1993 però ha un alcol un pò troppo presente e una pesantezza globale maggiore. L’acidità fa il suo dovere ma non c’è quell’equilibrio mirabile del 1993. Ci spiega il proprietario che in evoluzione secondo loro tra qualche anno si rivelerà alla pari se non meglio del 1993 e quasi quasi siamo tentati di credergli. Corposo, denso con un frutto fresco di mela e albicocca che possiamo definire “giovani” in mezzo a tanta melassa… Buono decisamente buono e da mettere in cantina. Non stupisce nessuno se questi ultimi due costino praticamente quanto un Suduirat…(ovvero in enoteca intorno ai 75 euro, la bottiglia da 750).

Che dire? Nonostante i 9 assaggi di cui 7 dolcissimi alla fine niente mal di testa da solforosa e bocca stanca ma soddisfatta. in particolare, non avendo mai assaggiato più di un tokaij per volta, veramente bella la successione e l’evoluzione dal Dry al 6 Puttonyos ocn una progressione riconoscibilissima di profumi con una mela sempre presente e miele e cera e caramello in proporzioni variabili. Bella e controllata nota ossidativa che anch’essa ritorna più volte.

Non me  ne voglia sua maestà Sauternes ma se i Tokaji sono tutti così, io comincerei a preoccuparmi…

Grappa di Vinacce di Vin Santo Avignonesi 1996

grappa avignonesiGrandissimo ed esclusivo prodotto con vinacce appassite 6 mesi e 3 anni di botte piccola. Prodotto a partire dalle famose e pregiatissime vinacce che danno vita al più grandioso e opulento Vin Santo del mondo, una rarità da 2000 bottiglie scarse per anno e 12 anni di invecchiamento in caratello (che ci è “toccato” bere anche da Burde con il grande Ettore Falvo con qualcuno di voi).

Grande complessità al naso con anice, cardamomo, liquirizia, pepe bianco e cannella. In bocca poi è una esplosione di frutta, camomilla e miele a dare un quadro di complessità impressionante. Ci abbiamo provato, ma abbinarla sarebbe stato un vero delitto! Forse un distillato tra i più distanti dall’archetipo di grappa cui siamo abituati ma che ha convinto tutti i presenti, compresi i sostenitori de “la grappa è solo giovane”.
Da provare!

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Grappa Vin Santo Avignonesi 1996
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