Bevute

Assaggi di vino distillati con punteggio, spesso con video degustazione

Grappa: basi della tecnica di degustazione ANAG

paooa soldi anagOvviamente in 20 minuti non potevamo condensare 3 lezione di corso ANAG ma comuque abbiamo dato ai presenti da Burde il 25 Gennaio scorso una infarinatura di base sulla degustazione della Grappa e almeno abbiamo provato ad evitare insieme gli errori più comuni che si compiono e soprattutto dare alcuni parametri di riferimento che non siano i classici grappa “secca” o “morbida”…
Scoprendo insieme che sulla Grappa forse ci sono davvero troppi luoghi comuni e dicerie ormai non più attuali!
Segui la lezione in 4 parti:
Parte 1: Tecnica base di degustazione distillati
Parte 2: Fase olfattiva analisi grappa
Parte 3 Fase gustativa

Parte 4: Lavorare per la qualità nella grappa

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Tencica di Degustazione Grappa ANAG
[/coolplayer]

Cavit: pure le serate Trentino contro resto del mondo, come si fa a parlarne male?

cavit incontri enotecaRitorno sull’argomento Cavit che già avevo lodato tempo fa per la bella pagina di abbinamenti pizza-vini che avevano messo su per segnalare un’altra iniziativa che secondo me fa molto marketing non convenzionale e innovativo. Ovvero la serie di degustazioni che la stessa Cavit organizza per presentare i suoi prodotti che vanno sotto il nome di Incontri in Enoteca.
Che non sarebbe niente di innovativo se non fosse che insieme a 2 dei suoi prodotti, l’azienda vi fa trovare altre 4 etichette di altre aziende non collegate (che io sappia…) per permettervi di fare i vostri confronti e valutazioni. E non solo, ovviamente Cavit spera poi che se ne parli, se ne discuta e magari ne venga fuori qualche discussione in giro nella rete sui forum.
Ora mi pare che questa sia una pratica in genere molto poco utilizzata soprattutto dalle aziende stesse e invece si tratta di uno strumento potenzialmente potentissimo. Quante volte siete stati in una cantina e avete trovato bottiglie di altre aziende a vostra disposizione?
Volete mettere che succede se il Maso Toresella Trentino Superiore DOC Rosso 2004 batte Chateau la Lagune 2001? Oppure se Maso San Valentino Trentino Superiore DOC Pinot Nero 2005 fa una impressione migliore del Vosne Romanèe 2005 – Maison Chanson (Borgogna) ?
Okkei è difficile che accada però di sicuro entrerebbe in gioco il fattore prezzo e quindi alla fine Cavit vincerebbe comunque…
In definitiva magari (anzi di sicuro) la scelta delle bottiglie viene effettuata in base a criteri che non penalizzeranno mai troppo i beniamini di casa ma almeno al consumatore non viene solo raccontato che tal bottiglia è meglio di quell’altra ma gli viene proprio proposta l’esperienza diretta.
Già che ci sono mi permetterei di consigliare pure la degustazione alla cieca così da introdurre anche un pò di didattica sperimentale…

PoggioArgentiera Capatosta 2004 Morellino di Scansano DOC

capatosta 2004Forse l’annata più promettente in senso assoluto e destinata a ripetere e migliorare l’exploit del 2001. Grande frutta freschissima rossa (fragole e un inedito lampone) a dominare il legno ben presente con note di cannella vaniglia carrube e chiodo di garofano. Veramente impressionante per potenza eleganza e persistenza oltrechè per la grande acidità: tutte caratteristiche che lo portano ad essere destinato ad essere un campione di potenza espressiva per il Morellino di Scansano e futuro punto di riferimento. Si dice che nelle grandi annate si vede davvero il grande vino e il Capatosta in un’annata di grazia si presenta al suo massimo stilistico storico. Peccato che non se ne trovano più di bottiglie di quest’annata!

Clicca qui per la video degustazione

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Capatosta 2004
[/coolplayer]

PoggioArgentiera Capatosta 2003 Morellino di Scansano DOC

capatosta 2003Prova del fuoco di ogni vignaiolo italiano, il 2003 sfida il Capatosta sul fronte dell’alcol e della cottura del frutto. Se al naso i profumi sono effettivamente un pò impastati nell’alcool e sono un pò troppo dolci e stucchevoli, al gusto è una esplosione di piacevolezza e di frutta di bosco freschissima. Acidità ben presente e impressionante (per un 2003!) e una persistenza delle migliori annate. Uno dei rari casi in cui l’annata più calda batte quella più fredda (2002).
Clicca qui per confrontare con la degustazione di Gola Gioconda.
Clicca qui per la video degustazione (olfattiva).
Clicca per la video degustazione (gustativa)

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Capatosta 2003
[/coolplayer]

AIBES di supporto ad AIS per il riconoscimento distillati!

grotta giusti allenamentoO meglio Andrea Balleri, figura di spicco in AIBES (Associazione Italiana Barman e Sostenitori) che dà una mano ad un sommelier sull’orlo di una crisi di nervi per il concorso per imparare a riconoscere al volo i distillati serviti alla cieca.
Eh si perchè a Londra la settimana prossima dopo 3 o 4 vini ci saranno pure 3 distillati da annusare e da riconoscere. Prova già compresa anche ai campionati italiani e nella quale la Nicoletta fece una grandissima impressione.
E invece il sottoscritto anche nelle selezioni per Londra riuscì a scambiare un Armagnac per un Ron e un Jack Daniel’s Single Barrel per un Rhum Caraibico…
Ieri sera quindi allenamento ad hoc con 6 (ma poi sono diventati molti di più!) riconoscimenti alla cieca e confronti. L’esito è stato un pò sconfortante con 3 riconoscimenti su 6.
In particolare:
1 Cachaca scambiata per Tequila Hornitos
2 Armagnac scambiato per un Rum (aridaje)
3 Rum Bianco Varadero scambiato per Vodka
4 Acquavite d’Uva Most Tosolin
5 Whisky Blended William Lawson
6 Rum Caraibico
A seguire, breve spiegazione e approndimento con Andrea Balleri che ci ha poi spiegato alcuni trucchetti per annusare i distillati e andare a ricercare per esempio il profumo di zucchero per i rum, di alcol metilico per Tequila e Cachaca, di viola e gesso per l’Armagnac, di sabbia per la Vodka, di melassa per i Rum caraibici invecchiati e di vaniglia per giovani Cognac.
Poi al bancone il nostro barman di riferimento ci ha deliziato con alcuni suoi cocktail (compresa una preparazione segreta per il prossimo concorso il Cocktail degli Dei in occasione di Cioccolosità 2008 il 3 Febbraio a Monsummano, il mitico Mandrakata vincitore mondiale categoria Long Drink a Singapore) e un classicissimo ma finalmente fatto come Dio comanda, Margherita.
Rapido tuffo in due vini (almeno questi li ho riconosciuti subito!) e altre curiosità come un paio di Vodka Francesi, di cui una quella di Cavalli, buonissima, e una stranissima “Vodka di uva” dal soave profumo di acqua di Rose.
E non è finita perchè Andrea ci ha pure erudito sull’Angostura e il suo utilizzo e ci ha presentato alcune chicche di Casa Varnelli (quella famosa dell’Anice omonimo), un Infuso alle noci stranissimo di cui non ricordo il nome e da lontano abbiamo pure annusato l’incredibile Luis XIII di Rèmy Martin , una delle dream bottles del mondo dei distillati in cristallo Baccarat…108 euro per 3 cl!
Una di quelle serate che ti riconciliano con il mondo del bere bene miscelato e dei cosiddetti superalcolici…e che soprattutto mettono in luce quanta professionalità dovrebbe avere un barman oggi per definirsi tale.
E così come ci lamentiamo dei vini ossidati o “tappati” anche in molti bar dovremmo cominciare a pretendere maggior serietà e rispetto delle materie prime da parte di chi prepara le bevande perchè dietro ogni cocktail e ogni distillato c’è un mondo di cultura e di storia che troppo spesso viene ignorato, e ci si siede sempre più spesso al bancone di un Bar solo per alzare il tasso alcolico e non per ascoltare le storie che un vero barman può raccontarti.
Abbiamo pure discusso delle differenze tra professionalità del Barman e quella del Sommelier e sulla differenza di approccio al cliente. Due figure complementari e raramente sovrapponibili ma che secondo me hanno molto da imparare l’una dall’altra, così come io ieri sera ho imparato da Andrea in materia di storia e riconoscimenti.
E se avete una sera libera, provate a passare al Bar della Grotta Giusti e fatevi servire qualcosa da Andrea, vedrete che conquisterà subito anche voi!

P.S.
Mi pareva superfluo specificarlo ma credo sia meglio chiarire che non abbiamo ovviamente BEVUTO tutto quanto sopra ma soprattutto annusato (giacchè la prova del concorso non prevede l’assaggio se non in casi di forte dubbio sul riconoscimento) e che i cocktail che ci hanno servito li abbiamo divisi in 5 persone.

PoggioArgentiera Capatosta 2000 Morellino di Scansano DOC

capatosta 2000Una delle sorprese della serata con un’acidità galoppante e una vivacità in grado di ben bilanciare il grande estratto e la notevole alcolicità. Non perfetto e rileccato come il 2001 ma un vino che ti conquista con il suo carattere deciso e “tosto”. Davvero impressionante per dinamicità e gusto penetrante.
Clicca qui per la video degustazione

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Capatosta 2001
[/coolplayer]

PoggioArgentiera Capatosta 2001 Morellino di Scansano DOC

Scapatosta 2001 poggio argentierae fossimo maniaci dei punteggi, d’accordissimo con Paolo Baracchino, qui avremmo dato il massimo con un perfetto bilanciamento tra frutto e legno e tra alcool e morbidezza e acidità e tannini. Evoluzione coerente, prestanza da grande vino ma eleganza e raffinatezze non comuni. Aggiungeteci un tocco di femminilità di profumi ed avete forse il miglior Capatosta da bersi da meditazione e seduti in qualche wine bar! Onestamente difficile fare di meglio per un vino da conversazione e anche se a tavola gli abbiamo preferito altre annate, questo 2001 rimane una delle vette espressive più alte per questo Morellino e una delle dimostrazioni di quanto in alto si possa arrivare dalla Maremma.
Clicca qui per il video della degustazione.

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Capatosta 2001
[/coolplayer]

PoggioArgentiera Capatosta 2002 Morellino di Scansano DOC

capatosta 2002Dopo 3 annate di grazie e “facili” Gianpaolo scopre quanto può essere difficile fare il vino con l’annata 2002 con la sua famosa pioggia e mancanza di sole. Ma alla fine la maturazione è arrivata e infatti nel bicchiere abbiamo un Capatosta forse meno aggressivo del solito ma corposo e deciso quanto basta a farsi ricordare. Profumi più lievi e
frutta molto più persistente della speziatura nel palato a dare un Capatosta snello ed elegante, al naso comunque una spanna sopra che al gusto, dove appare un pò esile.
Clicca qui per leggere cosa ne pensa Paolo Baracchino.
Clicca qui per un commento di Gianpaolo sull’annata 2002
Clicca qui per la video degustazione

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Capatosta 2002
[/coolplayer]

Se il Barolo non è sexy, almeno è PUNK?

some young punks

Si è parlato un sacco del Barolo sexy a causa di qualche giornalista fintamente distratto e a caccia di sensazionalismo (trovate tutto sul blog di Franco con l’analisi dettagliata del post di Eric Asimov e le sue deturpazioni italiote, vedi ancora Ziliani). Però è già il momento di parlare del Barolo punk! E la cosa mi interessa visto il mio amore per il genere (musicale).
Succede che questa azienda Australiana dal sito e dal marketing molto alla Stormhoek, si lanciano in questo vino Quickie! a base Nebbiolo-Syrah che Wine Spectator descrive come “A supple, velvety texture and plush, generous flavors—reminiscent of plum and dusky spices—make this a distinctive, welcoming red worth paying attention to. Drink now through 2012” e appioppandogli 90 punti! Cioè una decina di punti in media di più di quanto da ad un bel Barolo intellettuale tradizionale…

Ora come siano riusciti in Barossa Valley ad ottenere dal nebbiolo un vino 
2006 che sia GIA’ supple e velvety Dio solo lo sa, però sicuramente lo hanno lanciato per benino sul mercato!
E non parliamo dell’etichette, altro che sexy!
quickie

PoggioArgentiera Capatosta 1999 Morellino di Scansano DOC

capatosta 1999Un anno dopo ed è già tutt’altra musica per questo vino che mostra già tutti i suoi muscoli e le sue potenzialità di grande vino toscano. Viola appassita, amarena e spezie, cuoio, liquirizia, tabacco kentucky si presentano al naso e in bocca permangono a lungo per un vino che emoziona tantissimo e che promette ulteriori interessanti evoluzioni nel tempo.

Leggi qui cosa ne pensava Lavinium nel 2001 (anno di uscita).
Clicca qui per il video della degustazione

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Capatosta 1999
[/coolplayer]