Monthly Archives: luglio 2007

Ecco com’è andata a Vicchio!

(scritto da Mamma Evi) Come annunciato ieri pomeriggio tutta la nostra famiglia con figli, nipoti, zii e amici ha sfidato il caldo davvero notevole e è andata a Vicchio da Donato per la battitura. Gli addetti ai lavori hanno dato dimostrazione di come si faceva la trebbiatura a mano con il correggiato, che è un attrezzo composto da due bastoni di lunghezza diversa uniti insieme da una cinghia di cuoio, la parte lunga era il manico e quella corta serviva per battere appunto il grano disteso sull’aia. Si girava intorno al mucchio di spighe ritmicamente e di tanto in tanto si rivoltava il grano col forcone fino a quando i chicchi erano usciti dalla spiga. Per avere un’idea guardate questo video…C’era poi una vecchia trebbiatrice Landini che ci ha fatto vedere come negli anni ’50 si era “alleggerito” il lavoro del contadino. In questo video vedete la macchina all’opera… Intanto sono arrivati i Maggiaioli di Marradi che ci hanno intrattenuti con i loro canti. Una coppia di mucche agghindate coi classici nastrini rossi contro il malocchio faceva da cornice alla scena.
Anche Malwin batteva il suo grano e preparava la “marmellata” di pere con Vittoria, la figlia di Donato, e le sue amiche.
Verso le 7 e mezzo una luna piena che sembrava un sole al tramonto ci ha annunciato che era arrivato il momento di mettersi a tavola. Intanto i neonati (Keno e Forese) ci avevano già pensato e poppavano tranquilli e beati dalle loro mamme. Il nipote più grande (si fa per dire!) correva in qua e là mentre il resto della comitiva già pregustava il papero.
Ecco il menù: antipasto di prosciutto, crostini e collo di papero ripieno con la salsa verde ; panzanella per rinfrescare la bocca e grandinina in brodo per aprirsi lo stomaco; papero in umido e prosciutto arrosto accompagnati dalle migliori patate arrosto che si possano mangiare; e poi un eccezionale ciambellone casalingo col vin santo, cocomero e caffè. Fiaschi di vino e acqua freschissima ci aiutavano a combattere l’afa che ci assediava.
I Maggiaioli tra una portata e l’altra cantavano vecchie canzoni popolari e noi, sottovoce per non far troppo sentire le stonature, ci siamo uniti al coro.
E’ stata una bella serata d’estate trascorsa in un ambiente piacevole dove sempre, in qualsiasi momento dell’anno, siamo accolti col sorriso e dove ci fanno sentire di famiglia.
A fine serata è stato salutato il più anziano dei battitori e cioè Gino, un simpatico signore che ha appena compiuto 97 anni e che ci auguriamo di ritrovare l’anno prossimo.
Nel salutarci Donato ci ha fatto presente che sono in programma altre serate a tema (funghi, marroni…) e che per settembre ha già in mente una serata “brasiliana” (sua moglie viene dal Brasile!). Noi ci saremo e voi?
Dimenticavo una cosa non da poco: il conto non ci ha assolutamente fatto andare a traverso quello che abbiamo mangiato!

Papero in umido: la ricetta di Paolo Gori

Ingr. Papero tagliato a pezzetti, sedano carota e cipolla, vino rosso, pomodori pelati e conserva di pomodoro, sale, pepe
Si prepara un abbondante battuto con gli odori e lo si mette a rosolare in un capace tegame. Si aggiungono i pezzi del papero e dopo che hanno preso un bel colore si bagnano con un bicchiere di vino che si lascerà sfumare. Quando non sarà rimasta più traccia dell’alcolicità del vino si unisce una bella cucchiaiata di conserva, i pomodori pelati schiacciati ed una tazza di brodo (tenere in caldo dell’altro brodo nel caso che il papero fosse vecchio e avesse bisogno di una cottura più lunga). Aggiustare di sale e pepe e portare a cottura a fuoco lento per un’ora o più a secondo dell’età dell’animale.
Piatto tradizionale della cena della battitura nelle campagne toscane, per cui si allevava apposta il papero

Collo di papero ripieno: la ricetta di Paolo Gori

ingredienti: 1 collo di papero, carne di vitello e mortadella macinata, 1 fegatino di pollo, prezzemolo tritato, noce moscata, parmigiano grattugiato, un uovo sbattuto, un po’ di midolla di pane bagnata nel brodo e sbriciolata, sale e pepe q.b.. La quantità degli ingredienti varia con la dimensione del collo.
Dopo aver tolto l’osso si fiammeggia per pulirlo bene delle penne rimaste, si lava, si asciuga e si lega il becco con un filo. Si prepara ora il ripieno mescolando la carne e la mortadella macinata con gli altri ingredienti e con questa farcia si riempie il collo. Cucitelo all’estremità con del filo bianco e bucatelo qua e là con un ago perchè non si rompa durante la cottura. Mettetelo ora a cuocere nel brodo per circa 40-45 minuti.. Lasciatelo raffreddare e servitelo tagliato a fettine accompagnato se vi piace con salsa verde o maionese.
Era, ed è anche oggi, uno dei piatti tipici del pranzo della battitura.

A Vicchio per la battitura del grano…e per il collo di papero ripieno!!!

Domenica sarò con la mia famigliola (babbo Mario titolare di Burde e mia mamma Evi nonchè mio fratello anche lui sommelier a vicchio per la rievocazione della tradizionale battitura del grano.
Colgo l’occasione per annunciarvi che in questo blog entreranno altre “voci” come appunto quella di mia mamma (che mi aiuta a d organizzare le serate di vino da Burde) e mio fratello. Partiamo con questa battitura a leggere anche lei!
Ecco vai mamma, scrivi pure!

Ciao a tutti lettori del blog! Sono curiosa di capire se riaffioreranno in me e nel mio gruppo di amici, bambini negli anni ’50, le stesse emozioni che sentivamo allora quando qualche contadino della zona ci invitava a quest’evento. Era davvero una festa. E che caldo e che pizzicore che ci lasciava addosso la polverina (la “gatta porcina” la chiamava mio babbo) che si sprigionava dal grano e che copriva tutti e tutto.
Abbiamo prenotato dal nostro ristoratore di fiducia, Donato e il suo Montelleri, dove a mio parere si mangiano i migliori ravioli e tortelli della zona. Domani sera poi il menù è più ricco del solito visto che ci saranno le tagliatelle fatte in casa sull’anatra e soprattutto il mitico collo d’anatra ripiena che capita tanto poco di mangiarlo ma è una prelibatezza…Se ci volete raggiungere il numero della trattoria è 055 8497607.
A domenica, allora!
montelleri

Report compleanno: Cabreo e Montina Franciacorta per i miei 34 anni

Mi sono appena ripreso dalla stramangiata di ieri sera per il mio compleanno e vi riporto almeno la descrizione di due grandi vini che hanno allietato il mio 34esimo compleanno.
Si tratta dell’ormai famoso Cabreo la Pietra, il gioiello bianco di Ambrogio (padre) e Giovanni (figlio) Folonari e del relativamente nuovo Montecolo Brut de La Montina, una giovane e dinamica azienda franciacortina.
Sul buonissimo risotto di mare cucinato da mia mamma risotto mutuato da una ricetta del ristorante La Riva di Viareggio Darsena di tanti estati fa, abbiamo degustato questo grande spumante di Franciacorta, il Montecolo (disponibile solo in Magnum!) fatto da solo uve Chardonnay, uno dei cru aziendali. La bottiglia che abbiamo aperto ieri sera era una sboccatura 2005 ma non presentava la benchè minima sbavatura. Oltretutto l’avevo aperta perchè mi era rimasta per sbaglio in veranda al ristorante ed aveva vissuto tanti di quegli sbalzi termici che ero pronto a buttarla nel lavandino. Quindi in ogni caso mi scocciava venderla (anche perchè decorata con un “Buone Feste” natalizio…) e allora ho deciso di bermela…Il colore era di un giallo dorato molto intenso con i colori di un thè al cedro più o meno. Perlage fine ma non molto persistente. Al naso mi ha ricordato qualche champagne biodinamico francese tanto era “naturale” e carnoso con le note di camomilla, thè e lievito ancora fragrante. montecolo. In bocca si è rivelato pieno e consistente con una spuma dolcissima che accarezzava il palato in maniera egregia. Rivelava poi altre note fruttate che al naso erano un pò coperte dai sentori floreali e speziati. Sul risotto era un incanto tanto che mi sono rifatto di 3 piatti di risotto (era comunque il mio compleanno e gli altri non mi potevano brontolare…) e 4-5 coppe di spumante. Veramente notevole, lo consiglio a quanti pensano che la Franciacorta siano solo i soliti grandi nomi!
cabreo pietraSulla coda di rospo al forno ecco il sontuoso e sempre troppo poco bevuto (almeno in toscana!) Cabreo la Pietra, versione 2004. Di questo vino ti colpisce subito il colore dorato pieno lucente senza sbavature che ti da subito l’impressione di un vino particolare. Al naso poi da freddo e appena versato nel bicchiere rivela solo note di burro, minerale e nocciola che però lasciano nel giro di pochi secondi (e pochi gradi di temperatura) spazio a note freschissime di camomilla, fiori gialli, rosa, albicocca e una speziatura vanigliata appena accennata. Buonissimo ma non diverso da altri Chardonnay barriccati toscani… Ciò che mi ha sorpreso è stata la verve in bocca acida e fresca che rendeva ogni sorso piacevolissimo e mai stancante. Particolare da sottolineare perchè in passato a questo vino io stesso avevo spesso rimproverato una scarsa bevibilità e troppi muscoli. Ieri sera, forse complici gli anni in bottiglia, era veramente ottimo e ha convinto non solo me ma anche tutta la mia famiglia riunita a tavola.
Ragion per cui sono ancora più impaziente che arrivi il 5 Ottobre quando, nell’ambito delle Degustazioni d’Autunno da Burde avrò ospite proprio Giovanni Folonari che ci porterà non solo 3 annate del Cabreo Rosso il Borgo (1985, 1997, 2004) ma anche rarissime annate di Cabreo Bianco come il 1987 e il 1995!
Che faccio, vi aspetto?

26 Luglio: la classe 1973 in rassegna…

cantinaScendendo giù in cantina e brancolando nel buio degli scaffali mi sono ritrovato per le mani questi nettari dimenticati dal tempo…
Oggi ricorrono 34 anni dal tempo in cui queste uve se ne stavano tranquillamente sui tralci in attesa di essere colti e trasformate in vino. E proprio in questi giorni anche io me ne stavo al calduccio nella pancia di mia mamma aspettando il momento giusto per saltare fuori. Cosa che è avvenuta proprio alle 16:45 di un giovedì del lontano 1973!
Ma più che del mio compleanno mi piaceva festeggiare anche il compleanno di queste bottiglie trovate in cantina. Oddio qualcuna di queste forse porta i suoi anni meglio di me ma non so se sono così sicuro. ducale73Per esempio forse la Riserva Ducale di Ruffino potrei anche pensare di provare a berla e di sicuro anche questo bel Vin Santo Amabile Pagliaia da Castelnuovo Berardenga…kalterseeIl Kaltersee Auslese “scelto” (rosso dolce!) invece non mi pare in grande spolvero e mi sa che anche per il Chianti Classico San Donato è giunta l’ora. L’altra invece è un particolarissimo vino da Ischia che non riesco a capire bene cosa sia…ischia Sull’etichetta c’è scritto Perazzo Don Alfonso e mi pare che esista ancora…
Scanso equivoci mi sa che stasera aprirò un bello e fidato Brunello Fattoria de’ Barbi 1973 dalla cassa comprata da mio babbo a suo tempo, in modo che potessi assaggiare lo stesso vino nei momenti più importanti della mia vita. E dopo la laurea, il matrimonio e il primo figlio, adesso è il turno della quarta bottiglia del mio sangiovese preferito! Domani vi racconto come è andata!
(altri vini in programma Cabreo Bianco La Pietra su
Coda di Rospo al forno e Montecolo Brut Franciacorta in Magnum della Montina su Risotto di Mare della Merenda, ovvero un indimenticato ristorantino della darsena viareggina ormai scomparso…Sui dolci, gelato, credo che andremo sul Vin Santo Pagliaia della foto!) pagliaia

Subtitles for Crognolo 2004 video tasting!

Hey there english followers of Da Burde tastings! Due to the continous request on my YouTube page for subtitles I managed to find a service for putting english subtitles on my video tastings.
crognolo
Here it is the first experimet…tell me if it is ok!
Tenuta SettePonti Crognolo IGT Toscana 2004
E ovviamente vale anche per i lettori italiani, ditemi se vi pare fatto bene o se può essere migliorato!
Il servizio sottotitoli si chiama Overstream e mi pare molto carino e ben fatto…

Abbinamenti Rosati

rosati burdeSull’ultimo numero del Gambero Rosso c’è un articolo un pò autoincensante (ma stavolta forse hanno ragione) sulla riscoperta dei rosati e anche la rivista AIS De Vinis dedica con Franco Ziliani una pagina in chiusura a questo fenomeno. Anche Slawka (Suafca) G. Scarso in un articolo su tigullio vino e nel suo blog Marketing del Vino tratta l’argomeno in un post…che dire?
Facendo due conti anche da Burde quest’anno abbiamo venduto quasi tre volte tanto rosè che gli scorsi anni, eppure in carta ne abbiamo solo 5 (Castello di Ama, Riecine, Piano Piano Terre di Talamo, Vin Ruspo di Capezzana). Nonostante questa scarsa attenzione, sono andati via senza problemi, complice il caldo sì ma anche il tam tam mediatico che ovunque si può osservare. Personalmente sono un grande fan dei rosati in quanto permettono abbinamenti altrimenti difficile o addirittura impossibili. Da Burde per esempio si consiglia il rosato sul baccalà alla livornese (alternativa rossa pinot nero come quello di Fortuni) e sui crostinicrostini toscani dove un bianco è in forte difficoltà per intensità e corpo e un rosso è troppo abbondante di spessore e tannino. Ma lo consigliamo anche sul civiero di farro e manzo con spezie medioevali semifreddo. civiero
D’inverno ve lo proponiamo di gusto sulla pasta e fagioli e anche sulla ribollita.
Abbinamenti più astrusi lo portano anche su carni arrosto come la pancetta di vitella arrotolata e su qualche formaggio ma in genere direi che come accompagnamento di antipasti e primi vale tantissimi bianchi toscani. Fra quelli che abbiamo quello di cui ne vendiamo di più è il Ruspo di Capezzana per motivi tradizionali e di territorio e il Castello di Ama che in effetti è buonissimo ma vende molto anche per il nome (io l’ho scoperto alla mostra Taste del Gastronauta alla Leopolda). Gli altri seguono un pò a distanza ma rispetto al passato come vi dicevo è veramente tutta un altra storia.

Video Carruades Des Lafite Rothschild 2004 in magnum

Un grandissimo second vin che brilla di luce propria anche in una annata NON favolosa come il 2004. Grandi profumi fruttati e tannini superbi. Come sempre dà da pensare che un vino del genere costi un decimo del suo fratello maggiore…

lafite
lafite_2
Guarda il video della degustazione su YouTube

Ai presenti in sala è piaciuto non poco e tutti se lo aspettavano molto più massiccio e poco elegante. Invece siamo stati tutti d’accordo sul valutarlo estremamente piacevole e bevibile e soprattutto per 50 euro si può portare a casa un grande nome, risolvere una serata senza spendere una fortuna e non dover aspettare 15 anni per bere un Lafite come si deve!!!

Bevute di ieri “Podere dell’Anselmo”

anselmo_1Ieri sera sono stato al compleanno di un’amica di mio figlio Malwin in quel di Montespertoli, località Anselmo, al Podere e Agriturismo Anselmo. Serata piacevolissima, vari tentativi di tuffo in piscina dei bimbi a parte, e piacevole scoperta di un bianco notevole (per la Toscana un vino bianco buono è sempre un evento!). Si tratta dell’Anselmino, ovvero un IGT bianco a base di Malvasia, Sauvignon e Trebbiano arricchite di una buona percentuale di Riesling. Lì per lì al primo assaggio alla cieca avevo sentenziato “Sauvignon e Vermentino”, il che mi pareva strano ma dai profumi e soprattutto un retrogusto minerale mi faceva propendere per il vermentino. anselmino Quando il proprietario mi ha rivelato la presenza del Riesling mi sono spiegato un pò meglio il bouquet molto originale del vino che affiancava a note di foglia di pomodoro e sentori tropicali una netta nota minerale, appunto quasi “tedesca”. Tedesca come la giovanissima moglie del proprietario e guarda caso di Leer, paesino sconosciuto ai più ma non a mia moglie che è del paesino accanto, Oldenburg!
Insomma abbiamo passato un pò di tempo a discorrere di Riesling e Birre tedesche continuando a sorseggiare l’Anselmino che ha fatto il suo dover sulle lasagne al pesto (un abbinamento veramente azzeccato) e sulla pizza cotta nel forno del podere.
Degli altri vini vi rammento un Chianti DOCG tutto sangiovese con una nota piccante piuttosto intrigante.
Per il futuro c’è allo studio un vino a base di Viogner che sembra la moda imperante in Toscana degli ultimi anni e in effetti, acidità scarsa a parte, dovunque l’ho trovato per ora, ha sempre dato una nota di albicocca bellissima e un frutto bello carnoso.
Per cui ne aspetto presto una bottiglia!
Del posto invece vi metto qui due foto che rendono l’idea più di mille parole…
anselmo2

anselmo3