Monthly Archives: marzo 2008

Day 2 Amsterdam: esperienze sensoriali…

Ovviamente non quelle che pensate voi…ma oggi pomeriggio alle 14 dopo la mattinata di lezione (come al solito penso piu interessante per me che per i miei studenti) la mitica Barbara (blogger di lungo corso per MammaAmsterdam e  pure in passato collaboratrice per il Gambero Rosso e varie istituzioni italiane come ICE e Camere di Commercio, mamma polacca e babbo abruzzese, sposata ad un olandese e ora completamente integrata nella societa’ grazie alla nuova bici a tre ruote station wagon) mi porta a pranzo fuori in un banalissimo e misconosciuto posticino Surinamese. Ma il mangiare e’ incredibilmente buono con una minestra gelatinosa con dell’uovo galleggiante in mezzo a funghi carne e spezie varie e del pollo e agnello da leccarsi i baffi. Peccato che ci abbino una ginger beer saponosissima e rovino tutto (ma la scelta era tra una Fanta Cassis e un Red Bull quindi non mi lamento). 

Piccolo tour nel mercato in mezzo agli aironi (!) che zampettano sui tetti delle case tra bancherelle che vendono frutta e cibi per lo meno esotici e sosta al Bazar, vecchia sinagoga riadattata con l’interno appunto a bazar orientale coloratissimo e intrigante. Me lo segno per un pranzo futuro, pure i bagni valgono una visita! Ok troppa cultura finora quindi tappa forzata al Rijkmuseum (saltando Van Gogh che non mi ha mai convinto del tutto…) che chiude alle 18 ma ha avuto la grandissima idea di ristrutturarsi completamente e ha quindi sparpagliato i vari quadri per l’Olanda lasciando pero’ qui i Masterpieces. Ho quindi l’occasione di stordirmi alla Stendhal davanti a Vermeer e la sua Sguattera e soprattutto una buona mezzora davanti a The Night Watch…che poi non sarebbe proprio di notte visto che l’hanno chiamato cosi’ ai tempi in cui era coperto da un notevole strato di fuliggine e sporcizia. Ma e’ soprattutto interessante cercare di capire come mai questo quadro sia cosi’ famoso. E secondo lo e’ per un motivo alla Blade Runner, ovvero che non lo vediamo come l’autore lo ha pensato. Nella stessa sala viene presentata una copia fatta all’epoca e ci fa vedere come nella parte sinistra manchini un buon 15% di quadro (tagliato per spostarlo in un’altra sala). Ecco perche’ la Ronda di Notte sembra un quadro con le proporzioni particolari e con simmetrie che non tornano o che comunque lo rendono impossibile da guardare con un occhio “standard”. Insomma Rembrandt lo ha dipinto con alcune proporzioni “normali” ma noi lo abbiamo sempre visto in realta’ con un taglio che ne altera e non di poco gli equilibri rendendolo in qualche modo meno accettabile dalla nostra percezione. Per spiegarlo meglio vi riporto qui una copia inglese che mostra il lato mancante. Si vede male ma credo che si noti che la dinamicita’ del quadro e’ completamente diversa e trasmette molto meno movimento e la ronda non sembra cosi’ uscire dalla tela come nella versione “tagliata” di Amsterdam…E per spiegare il paragone con Blade Runner, non mi dite che a voi sono piaciuti gli inserimenti a base di unicorni galoppanti nella Director’s Cut!

A parte Rembrandt, la collezione e’ davvero impressionante e bellissima e presentata alla perfezione da guide audio e pannelli. Rimango anche folgorato dal Cigno Minacciato di Jan Asselijn  e il Bambino Malato di Gabriel Metsu con il suo taglio diagonale tra colori chiari e scuri.

Rinfrancato e rigenerato dalla grande pittura olandese del 1600 vado in un’altra grande istituzione olandese ovvero la Bols, storica azienda di Gin Genevrier e liquori da cocktail con una gamma impressionte di prodotti ma soprattutto con una casa museo dove condurre le proprie esperienze sensoriali e gustative in sale apposite. Guardate che meraviglia questo odorama con 35 essenze realizzate veramente bene (ne ho beccate quasi 20 giuste su 35)…E la mostra continua con la sala dei Gin e Genevries con tutte le ricette e i modi di produzione e infine pure la possibilita’ di costruirsi il proprio cocktail e vederselo servito al termine del tour.

A me esce un bel mix di Bols Creme de Cassis (che sa obbiettivamente molto di Syrah Relentless di Shafer) e Genevrier antico, con succo di mirtilli e more. Rinfrescante e un po’ alcolico ma siamo comunque in pomeriggio inoltrato. Quindi smaltisco la botta di Bols sul tram numero 5 che mi porta ad Apolloan. Giusto 15 minuti a piedi in mezzo a case da 5-6 milioni di euro cadauna e un po’ di passerella di Audi, Range Rover, Aston Martin e simili. Comincia a fare freddo ma per fortuna sono quasi “a casa” ovvero nel lussuosissimo e accoglientissimo Hilton dove ovviamente quasi tutto il personale e’ italiano e ti coccola in ogni occasione. A cena volevo fare una scappata dalle Cinque Mosche seguendo un altro consiglio di KelaBlu ma preferisco la compagnia di Antonino, siciliano maitre del Roberto’s e allievo del corso di Sommelier, che mi prepara delle taglietelle spettacolari saltate in una forma di parmigiano intera smezzata e flambate con Vecchia Romagna. Accompagnate da un Prosecco Belussi e un Cannonau Riserva Sella e Mosca 2004 sono un bell’inizio. Si prosegue, grazie al sommelier gentilissimo e preparato, con un Barbaresco Parusso 2003 che fa la sua figura sul vitello arrosto in salsa con erbe e sale. Gran finale con tortino caldo al cioccolato e gelato al cioccolato bianco e menta serviti con Ben Rye Donnafugata e un Soave Passito notevole. Sono le 22 ma scappo ancora un attimo fuori per andare a bermi il Genevrieres della staffa nel mito caffe’ Hoppe in pieno Spui, uno dei piu’ genuini brown cafe’ rimasti ad Amsterdam.

Pfui…per adesso e’ finita, meno male che volevo riposarmi quassu’!

Inniskillin IceWine Riesling VQA Niagara Peninsula 2001

inniskillin rieslingUn vino “friulano” nato dalla passione e dal duro lavoro della famiglia Ziraldo e dal fortunato incontro con il produttore austriaco Karl Kaiser.Del resto la Penisola del Niagara si trova alla stessa latitudine di Trieste… Il nome preso da un reggimento di fucilieri irlandesi il cui Colonnello ricevette questa fattoria in dono. Fattoria acquistata da Ziraldo con i risparmi di anni di lavoro da minatore negli Stati Uniti durante la corsa all’oro degli anni 20, in fuga da un Friuli in piena crisi da dopoguerra. Poi le intuizioni, il successo dapprima locale e poi globale appunto quando in uno dei viaggi a casa c’è l’incontro con Kaiser e la sua conoscena degli EisWein tedeschi e austriaci.

Con noi venerdì c’era il mitico IceWine della Inniskillin e ne abbiamo approfittato per ripercorrerne la storia e dire due parole sulle  caratteristiche di questi vini rari preziosi e particolarissimi. Il riesling 2001 ha aperto la serata con un caleidoscopio di sensazioni fruttate calde e ricercate con frutta tropicale (papaya, mango, maracuja) , albicocca, pesca gialla e un bel floreale dolce e giallo. In bocca una esplosione di gusto e freschezza veramente rara e maestosa. Raccolta da uve congelate (spesso raccolte di notte con -10 gradi!) e pressate dolcemente per estrarre solo il cuore dell’acino, sanissimo e denso di sostanze aromatiche pregiate.

Clicca qui per la degustazione del vino 

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Inniskillin Riesling IceWine 2001
[/coolplayer]

Andrea Gori Missione Amsterdam

Tra gli incarichi di un vicecampione europeo sommelier (a parte oggi a Taste discutere con Paolini, Romanelli, Fabio Luglio della Velier e i tipi di Decanter di vini biodinamici) c’è quello di fare delle spedizioni in Europa per insegnare sommellerie italiana all’estero. Per cui, onoratissimo per questo incarico, da stasera sono ad Amsterdam fino a martedì per delle lezioni AIS in un corso per Sommelier che dovranno operare qui in Olanda.

Dato che il tempo non va sprecato e ad Amsterdam di distrazioni ce ne sarebbero fin troppe, tappe obbligate di ogni gourmet nella terra dei mulini a vento (almeno secondo KelaBlu che ho lasciato a gozzovigliare a Firenze) sono Nomads (per una serata un pò diversa dal solito) e il mitico tempio della New Dutch Cuisine (che detto così un pò di paura la mette) ovvero D’Vijff Vlieghen (The five flies). Stasera le “cinque mosche” è strapieno quindi dirotto sui divani del Nomads.nomads

Ah dite dove lo mettiamo The Supper Club? Già dato e ampiamente…speriamo che al Nomads ci siano meno camerieri in bondage e fetish…

(la foto qua l’ho presa da Flickr…stanotte metto su le mie)

Chateau d’Yquem e gli altri: che serata!

yquem 99Sospirone di sollievo stamani che ieri sera è stata davvero dura…di fronte a 6 vini di assoluto valore internazionale hai sempre paura che il mito della serata non sia all’altezza oppure semplicemente che non sei in grado di raccontarlo e farne vivere la magie e tutte le sfaccettature…Dopo i vari Inniskillin, Cacchiano, Fuleki in effetti la strada era in discesa ma non è mai facile degustare un Yquem così giovane (99) in pubblico specialmente se hai davanti persone esigenti curiose che non ti perdonerebbero banalità su di un vino del genere. Ma per mia fortuna Yquem 99 pur nella sua assoluta infanzia ieri ha dato una prova di eleganza soave e di impressionante struttura che ha annichilito ogni altro vino. Si è certo suggestionati dall’etichetta e dal mito ma è davvero difficile trovare qualcosa non al suo posto in questo vino, qualcosa che non ti faccia pensare che si tratti di una perla unica e irripetibile di tutta l’enologia mondiale. E vi assicuro che la sensazione di dolce brezza sottile e balsamica intensità che abbiamo tutti provato ieri sera è stato davvero qualcosa di grandioso. Senza nulla togliere agli altri fantastici vini della serata, Yquem era proprio di un altro pianeta…anzi su di una nuvola soffice e cremosa a guardare tutti gli altri là sotto, splendidi splendenti ricchi e affascinanti ma non così platonicamente ideali come lui.

Oddio di nuovo mistico e trascendente…credo sia meglio che proviate a chiedere a chi c’era oltre a me!

Qui tutte le foto e via via sul canale YouTube le degustazioni video dei protagonisti della serata.

Petra: alla ricerca del “genius loci” di Suvereto con Ettore Maggi e Piero Bonomi

petraIl mio buon proposito per il 2008 è stato quello di cominciare a visitare più cantine e piano piano andare a trovare tutti i produttori che mi hanno invitato nel corso di questi anni e non sono pochi! Oggi ho raccolto il gentilissimo invito da parte di Maria Pia di Petra di andare in quel di Suvereto a conoscere più da vicino la realtà famosa e chiaccherata di Petra, la scommessa “rossa” di Vittorio Moretti in Val di Cornia. Arriviamo in azienda verso le 10:30 in una giornata bellissima (da bagno a Baratti ma non avevo il costume…) e partiamo subito con le jeep per il giro dei vigneti. Che scopro subito essere tanti e disseminati in climat e terroir diversissimi tra loro. Filari impressionantemente ben ordinati e curatissimi, media di circa 6500 piante per ettaro e guyot ogni dove. Vitigni principali ovviamente sono il Cabernet Sauvignon, il Merlot e il Sangiovese ma di tanto in tanto si vedono Petit Verdot, Carmenere, Malbec e pure diverse barbatelle di uve bianche. Via via che Ettore mi presenta i vigneti comincia ad elencare i processi e le varie microvinificazioni che vengono condotte di continuo e intanto da Montebamboli, una bellissima collina un paio di km dietro la cantina con un impianto principalmente a Sangiovese su terreno rossissimo ferrico (cominciano proprio qui le colline metallifere), ci siamo spostati quasi sul mare in un vigneto Poggio dell’Avvoltore assolatissimo e pieno di ciottoli, uno di quelli che nessuna azienda di queste parti può esimersi da coltivare. quercegobbeQui dominano Cabernet e Merlot.  Via via che i vigneti si susseguono (fino a quelli più storici ovvero Quercegobbe e gli altri nel corpo aziendale) ed Ettore Maggi e Piero Bonomi mi spiegano i vitigni e gli esperimenti che ogni anno vengono fatti senza sosta mi rendo conto di cosa significhi avere a disposizione un terreno così grande e la responsabilità di riuscire a sfruttarlo al meglio. Che poi non è appunto riuscire tanto a fare un gran vino (come Petra in qualche annate ha giàò dimostrato di poter essere) ma quanto sia complicato e non così scontato scoprire quello che è il vero Genius Loci di una zona come questa. Si perchè non puoi dare per scontato nulla, nè che i vitigni anno dopo anno si comportino allo stesso modo, che lo facciano in zone diverse, che i cloni si rivelino adatti e via andare con le variabili che su 100 ettari e quasi 10 vitigni (e altrettanti cloni) possono venirsi a creare. Al termine del giro siamo accolti nella terrazza erbosa della villa di Moretti con una graditissima magnum di Bellavista Cuveè Brut che onestamente non mi ricordavo così buona, fruttata, carnosa e piacevole. Basta leggere l’etichetta per svelare l’arcano…si tratta di una bottiglia dimenticata in qualche armadio frigo che reca “sboccatura 2003” che contiene quindi vino del 1999! Alla faccia di chi dice che dopo due anni dalla sboccatura i metodo classico sono da buttare…

Passiamo poi nella foresteria per un assaggio in anteprima dell’Ebo 2005, del Quercegobbe 2005 e del Petra 2004. Devo dire che dei tre quello che davvero mi colpisce favorevolmente è proprio il “piccolo”Ebo con il suo Sangiovese 50% poi Cabernet e Merlot. Questa non è terra per il Sangiovese e se mai sarà possibile farlo in purezza magari sarà proprio nella nuova vigna che abbiamo visitato al mattino con una pendenza ed escursioni superiori alle altre e una brezza continua da tramontano piacevolissima. Già adesso però il Sangiovese che c’è qui basta a smorzare eccessi fruttati e mollaccioni del merlot e del cabernet e dona a questo vino una beva notevolissima. Soprattutto dopo tutto il giro a piedi e in jeep tra i vigneti sinceramente è proprio questo il vino che mi sarei aspettato di bere… Il Quercegobbe è un Merlot in purezza, ha cambiato veste e prezzo e il prodotto in effetti è cambiato e si è evoluto parecchio dall’ultimo mio assaggio. E sono passati pure 2 anni nel vigneto. Nel vino in effetti adesso c’è una maturità diversa, un frutto più deciso e una beva migliore. Personalmente però lo trovo un pò stucchevole nel fruttato a livello di naso e anche in bocca non riesce a piacermi più di tanto. (Daniele Bartolozzi e gli altri presenti sono di tutt’altro avviso quindi prendete queste mie sentenze con le molle!). Petra 2004 invece è perfettamente inserito nella scala di crescita di questo vino con un ulteriore passo avanti verso l’eccellenza. Petra 2004 ha un naso sfaccettato complesso e intrigante come ti aspetteresti da un bordolese di queste zone, un corpo impegnativo ma non troppo e soprattutto una persistenza inusuale che gli da la cifra del grande vino. Esecuzione formale ed enologica impressionante, pulizia incredibile e levigato in ogni dettaglio. Per me l’unico difetto che ha è quello proprio di essere un pò troppo freddo e cupo, senza spigoli o note un pò fuori dal coro. Lo ribevo comunque molto volentieri e grazie a Piero abbiamo la possibilità di riassaggiare la prima annata 1997 e la migliore finora ovvero la grandissima 2001. Colori sgargianti e ancora vivaci, accenni di terziario nel 97 ma un bouquet tostato notevole. Petra 2001 è la consueta festa di frutta e spezie e mi colpisce ancora una volta per precisione ed eleganza. Ma il 2004 a mio avviso gli è nettamente superiore! Come ho detto prima si tratta di un vino dalla perfetta esecuzione che ogni anno si arricchisce di nuove dimensioni e nuovi riferimenti e ogni anno sembra davvero fare più suo il terroir che si trova sotto i piedi mentre invece per ora ha faticato un pò a sfruttarlo a dovere proprio per la gioventù degli impianti.

E per chiudere il cerchio della visita e capire cosa significa entriamo anche nella famosissima cantina “modulare” di Mario Botta costruita in Franciacorta e assemblata qui (filosofia Moretti Costruzioni). Dentro è quasi una chiesa e in effetti il percorso mistico che dall’ingresso con le sue vasche d’acciaio porta nella barricaia e infine nel corridoio finale ha un che di cammino spirituale. é un camminamento che ci porta dal vino che riposa nelle botti fino alla pietra appunto, 70 metri sotto il vigneto principale e genialmente si conclude con una porzione di roccia scoperta in cui affiorano il ferro, il manganese, del gesso e molte altre formazioni geologiche che Piero ci fa scoprire. E vi assicuro che fa una certa impressione immaginarsi le radici delle viti che si inerpicano qua dentro cercando di scavare in questa roccia a cercare di estrarre quello che è il succo di questo terroir.

Se ne parla tanto ma la creatività di Botta qui a Petra lo rende davvero toccabile con mano e sembra davvero di sentire le radici sopra la tua testa che cercano di raggiungere il cuore di Petra. (Scusate l’enfasi, ma ve lo dicevo che aveva un che di mistico…). Dobbiamo venire via di corsa e c’è tempo solo per assaggiare un Merlot 2007 buonissimo (spero vada in Petra…molto poco simile al Quercegobbe con una naso molto meno esuberante e aggressivo ma la stessa bocca piacevolssima e fresca) e un Sangiovese 2007 davvero floreale e succosissimo quasi come un Castellina in Chianti di quelli veraci.

Ecco secondo me Petra 2004 è davvero ottimo: suona adesso molto di più come un St Emilion che un Bolgheri (e questo devono pensarlo anche in azienda viste altre iniziative di degustazione) e in generale rappresenta, insieme ad Ebo 2005, un nuovo punto di riferimento per l’azienda. Siamo alla decima vendemmia quindi questo è fisiologico ed è da oggi in avanti che farà vedere tutto il suo valore. Anche se a me tornando a casa e ripensando a quanto visto e assaggiato rimane il dubbio che forse il vino principale di questa bellissima tenuta non dovrebbe prescindere da una quota di Sangiovese…

Trovate qui alcune foto della giornata.

Stasera Yquem da Burde!

Stasera l’attesissima serata con alcuni dei più grandi Vini Dolci dal Mondo in degustazione. Sarà un’occasione di confrontare tra loro stili molto diversi e concezioni anche antitetiche del vino da meditazione. E dato che la meditazione e la riflessione sono due aspetti molto personali, credo ci sarà spazio per ciascuno di scegliersi il proprio preferito qua in mezzo:

Ecco l’elenco completo dei vini:

  • Inniskillin IceWine VQA Riesling 2001
    Canada, Niagara Peninsula
  • Castello di Cacchiano Vin Santo del Chianti Classico DOC 2000
    Gaiole in Chianti (SI)
  • Cennatoio Inter Vineas Vin Santo Occhio di Pernice DOC 1996Panzano in Chianti (FI)
  • Fuleki Tokaj Aszu 6 Puttonyos
  • Quinta da Infantado Porto Vintage 2000
    Porto (Douro, Portogallo)
  • Chateau d’Yquem Lur-Saluces Sauternes 1999

In abbinamento Gorgonzola DOP, Roquefort, Bergader Tedesco erborinato e ovvimante dolci e biscotti artigianali.

Taste Firenze : tre appuntamenti da non perdere!

tasteCome sanno anche i porfidi di Piazza Signoria, questo weekend a Firenze va di nuovo in scena Taste l’evento enogastronomico più particolare d’Italia capace di unire l’alta cucina e l’arte di fare la spesa risparmiando il più possibile, la mortadella e lo Champagne, la cioccolata e il baccalà fatto in casa…insomma un modo di aprirsi la testa e la bocca a nuove sensazioni gustative. Ok basta parlare come un comunicato stampa, vi dico solo che io non me ne sono persa una edizione e quest’anno non farò eccezione! Per di più sono stato coinvolto dal Gastronauta Davide Paolini, anima e ideatore della kermesse, in un ring, ovvero in una tavola rotonda della domenica 16 marzo  mattina (ore 12) sul tema “I VINI DIVERSI: QUALE FUTURO?” Si discuterà sul perché sempre di più appaiono sul mercato e sulle tavole vini definiti “veri, naturali, biodinamici” e si cercherà di capire quali sono le differenze tra questi e gli altri vini e soprattutto , aggiungo io, se è possibile convincere il consumatore a pagare qualcosa di più per questi prodotti…
Ma volevo anche farvi sapere che come eventi “collaterali” di Taste avremo venerdì alle ore 18:00 presso Melbook Store a Firenze ci sarà la presentazione del nuovo libro di Paolini “Le ricette della memoria e l’arte di fare la spesa” edito da Sperling e Kupfer. Sarà presente Davide introdotto da Leonardo Romanelli e ci saranno in degustazione vini della Tenuta di Capezzana e Badia a Coltibuono e cibo offerto da Mortadella Favola e Bibanesi.
Se avete ancora fame alle 19:30 dall’amico Alessandro di ‘Ino in Firenze alessandro inovicino al Ponte Vecchio verrà presentato il il “panino d’autore” creato da Giuseppe Calabrese, giornalista sportivo ed enogastronomico de “La Repubblica”. Anche qui produttori di vino e in compagnia di Davide Paolini alcuni produttori presenti a Taste con le loro magnifiche creazioni, e Paolo Orazzini con la sua Porketta di Tonno da San Vincenzo!
Dal canto mio cercherò di esserci almeno al panino da Alessandro visto che sono stracurioso ma poi devo sbrigarmi che alle 21 ho un appuntamento con il signor Chateau d’Yquem in degustazione chez moi!
Dimenticavo, a Taste, oltre domenica mattina, dovrei passare anche sabato in mattinata quindi se siete a giro cercatemi che assaggiamo qualcosina insieme!

Festival del Franciacorta da Burde!

Come sapete, anche da Franco Ziliani, questa è la settimana del Festival del Franciacorta a Firenze (qui il programma completo) che culminerà con una grande e attesissima degustazione il prossimo mercoledì 19 Marzo al Grand Hotel dalle 16 alle 21. Per prepararsi adeguatamente sono stati organizzati alcuni eventi collaterali in collaborazione con bar enoteche e ristoranti in tutta la città. Qui trovate il programma dettagliato. berlucchi franciacortaPer quanto riguarda Burde, che ha in carta 3 grandissime realtà franciacortine come Berlucchi, Bellavista e La Montina, festeggeremo venerdì 14 sera quando offriremo a tutti i clienti a cena presso di noi un calice di Berlucchi Cuveè Storica Franciacorta DOCG!

Prosit!

Barone Ricasoli Granello IGT Toscana 2006

granello ricasoliAltra etichetta camaleontica con un uvaggio in divenire che sfrutta ogni anno le migliori uve bianche in grado di subire un certo grado di appassimento. A seconda dell’annata, può prevalere lo Chardonnay, il Sauvignon, il TRaminer o altre uve. Il tutto per dare un vino alternativo nel panorama toscano al classico Vin Santo da cui si differenzia in ogni aspetto a partire dal colore giallo accesissimo e brillante. granello ricasoli colore In effetti poi con i suoi profumi cangianti di frutto della passione, pesca, zafferano e albicocca presenta un mix quasi inedito per le nostre latitudine, con una qualche somiglianza con gli EisWein tedeschi. In bocca è molto dolce e si presta ad abbinamenti interessanti dai biscotti allo zafferano, al gelato di crema (provateci!) e a torte a base di crema e frutta.

Clicca qui per l’introduzione

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Introduzione al Granello Ricasoli
[/coolplayer]

Clicca qui per la degustazione del vino

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Granello Ricasoli IGT 2006
[/coolplayer]