Monthly Archives: marzo 2008

Barone Ricasoli Chianti Classico Brolio DOCG 2005

chianti classico brolioDa un’annata considerata non entusiasmante ecco un ottimo Chianti Classico 100% Sangiovese con tutte le caratteristiche che normalmente speriamo di trovare in un Chianti come una buona acidità, una bella asciuttezza di bocca e un bel profumo floreale di viola e giaggiolo in apertura. Nonostante i 12 mesi di barrique (di secondo o terzo passaggio) il vino ha proprio nel mix floreale fruttato la sua carta vincente con un gusto morbido (almeno per un palato Toscano!) che sacrifica un pò di aggressività tannica in favore di una maggiore bevibilità. In sala è piaciuto a tutti, pur riconoscendone il carattere un pò più facile di beva rispetto ad altri Chianti Classico più aggressivi e tradizionalisti.
Ma da quando in qua è un problema così grande che un vino si beva con tanta facilità?!?ù

pasta sugo fabbriIeri sera si è dimostrato ottimo sulla pasta al pollo

scappato (anche con abbondante parmigiano grattato sopra) e direi che anche su una bella grigliata di maiale e salsicce sarebbe un ottimo accostamento. Dato inoltre il carattere di poca tannicità e alcol non eccessivo, oserei perfino servirlo leggermente fresco in qualche cena estiva.

Clicca qui per l’introduzione al vino di Sveva

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Introduzione al Brolio 2005
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Clicca qui per la degustazione

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Chianti Classico Brolio DOCG 2005
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Bibenda Day 2008: video!

Ecco qua alcuni momenti salienti del Bibenda Day 2008.

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Introduzione di Franco Maria Ricci e saluto
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Ingresso Letterine e Messaggi Produttori parte 1
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Ingresso Letterine e Messaggi Produttori parte 2
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Paolo LAuciani e Relentless Shafer Syrah 2002
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Paolo Lauciani e il Tannino dello Chateau Margaux 99
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Bibenda day 2008 : degustazione dei vini di quest’anno

bibenda day 2008Appena arrivato a casa dopo 12 ore tra treno taxi bere taxi treno, cominciamo con tre piccole considerazioni:

  1. bibenda day è ogni anno identico a se stesso e ogni anno ripropone i suoi stilemi e il suo modo di svolgersi, canzoni musiche e staff compresi. Cambiano i vini e ruotano nel giro di 2 anni i produttori. Forse si potrebbe pensare e osare qualcosa di più per cambiare leggermente la formula ma obiettivamente c’è veramente NULLA da cambiare nell’evento in sè, solo che chi come il sottoscritto ci vA ogni anno non prova la stessa magia della prima volta. Anche tra i relatori sarebbe interessante ascoltare altre voci ma finchè ci saranno relatori incredibili come Castagno e Lauciani e finchè ogni anno ci saranno questi vini in degustazione, non credo che ci saranno problemi di sorta…
  2. è stato un Bibenda Day speciale perchè l’ho vissuto (potere del secondo posto agli europei…) seduto accanto ai nostri due vicepresidenti Rossella Romani e Antonella Antonello Maietta e a Katja Soardi della GEN, persone speciali, raffinate ed esperte con cui discuterei a giorni sui vini sui profumi e sulle emozioni che queste bottiglie riescono a dare
  3. Preoccupante e un pò inspiegabile la mancanza TOTALE e ASSOLUTA di Sangiovese da ogni vino…non dico di riempire la scaletta di brunelli ma siamo sicuri che non ci fosse nemmeno un IGT a disposizione per rappresentare l’Italia insieme al Nebbiolo e al Montepulciano?!?


Franciacorta Cuveè Ca del Bosco Annamaria Clementi 1989

Esordio grandioso e convincente per il bibenda day con una splendida versione di questo grandissimo franciacorta, incantevole per i profumi di pompelmo candito, di agrumi e di lieviti che in bocca è cremoso e polposo di un frutto denso e dotato di una persistenza notevole. Soprattutto a colpire è il perlage, a mio parere il migliore della batteria delle bollicine (93)

Giulio Ferrari Riserva Fondatore 1995

Personalmente non amo i Ferrari e questo è indubbiamente tipico e mineralissimo con poche concessioni al frutto e al floreale con note salmastre, di tartufo, di fungo e di burro che lo pongono anni luce lontano dal precedente lombardo. In bocca è molto piacevole ampio e delicato ma il retrogusto non mi entusiasma del tutto. (85)

Krug 1996
Stile Krug a livelli eccelsi per questo millesimato che in bocca è una specie di roccia salina durissima, sapido come nessuno con un contrasto deciso con il naso che è di un burro e frutta gialla dolci e mielate. Altre note speziate come ginger e gelsomino, mandorla, nocciole e thè completano un quadro notevole ma per i miei gusti un pò troppo boisè. (91)

Jaquesson 1996
Per me il migliore della batteria con uno stile definitissimo fatto di limone e pompelmo, tiglio cedro candito, miele d’acacia, minerale pacato al naso. In bocca è una esplosione (in contrasto con un naso ricco ma non intensissimo) di pienezza di sapori e percezioni con una mirabile fusione di durezza e mineralità e un convincente e succoso frutto giallo. (95)

Bollinger RD 96
Il più intensamente dorato dei 96 ha un naso fatto da humus note caseiche e sottobosco tipiche dei millesimati della maison completato da tiglio, camomilla, fiori di campo e note eteree come lacca e cera. In bocca è armonico e continuo al naso con una sapidità molto interessante. (93) champagne 96

AA Terlano Sauvignon 97
L’antenato del Quartz e del Winkl ha un olfatto elegantissimo e misurato di sambuco, camomilla, erika, salvia ed erbette aromatiche (dragoncello) con un frutto di pesca impercettibile che sfuma in un canforato e sentori di anice. In bocca ha un “contegno gustativo” impressionante che stupisce per freschezza e bevibilità nonchè per eleganza e struttura ancora integra. (87)

Chardonnay Tasca d’Almerita 1998
Dai vigneti a oltre 500mt pensati per uno spumante ecco un vino doratissimo e carico all’occhio e al naso con note particolarissime di oliva, miele, albicocca in confettura, canditi e miele millefiori con un solo lievissimo sentore di ossidazione. In bocca si sente molto il burro e la frutta mentre l’acidità regge ma veramente di poco. Interessante ma non certamente uno dei migliori della giornata. (82)

Cabreo la Pietra 1984 Folonari
Recentemente da Burde avevamo bevuto il 1987 e aveva davvero impressionato per tenuta. Questo 1984 è perfino migliore con un naso e una prima bocca che ricorderanno il Jadot (Montrachet!) di qualche minuto più tardi! Al naso ha un pò di rancio, fiori carnosi, note speziate ed evolute che però in bocca lasciano spazio a frutta e un leggero floreale . L’acidità la tempra e il carattere son ancora da guerriero per un vino che si beve benissimo e che fa addirittura sperare in una evoluzione ulteriore. (87)

Donnhoff Riesling Dellchen Trocken 2006
Berlo oggi è stato una crudeltà immane ma forse uno dei 3 vini che mi ha dato veramente i brividi, di una acidità e mineralità incredibile e con un bagaglio aromatico impressionante. Lime pompelmo, albicocca, spezie piccanti, mineralità fredda e affumicata. Grandissimo estratto con una sensazione quasi dolce per un trocken. Letteralmente IMPRESSIONANTE e trascinante. Un incanto da seguire a lungo veramente difficile da descrivere, quindi da provare. (93 per ora…)

Mersault 1er Cru Genevrieres Domaine Jobard 2004
Ecco un esempio di cosa significhi terroir! Uno chardonnay irriconoscibile coperto da sensazioni di minerale, di umami,di spezie come zenzero, chiuso e stratificato. In bocca si apre un minimo con note tropicali più varietali in un quadro di maggior equilibrio aromatico. Grande grandissimo agli albori di una evoluzione da seguire. (94)

Chevalier Montrachet Les Damoiselles Grand Cru 1991
Al naso è tartufo, gas, frutta, fumo, floreale, minerale, complesso e austero eppure invita a berlo senza moderazione. In bocca mantiene le promesse e stupisce per la vivida morbidezza, la setosità e la grande corale dell’acidità insieme con la mineralità che paiono elencare in sequenza tutti gli elementi che costituiscono questo terroir unico. (94)

Castello dei Rampolla D’Alceo 1999
Un naso molto Pauillac potente e deciso, un minimo vegetale ed erbaceo ma subito fruttatissimo di ribes e mirtillo. Caldo speziato e balsamico, ha una armonia naso-bocca da brividi che davvero lo pongono nel miglior Medoc, tradendo la chiantigianità solo nei bei accenni minerali di Panzano. Elengantemente scuro e oscuro di gusto, probabilmente in una delle sue migliori fasi evolutive. (89)

Sassicaia 1999
Naso tipico “SASS” con macchia mediterranea, mirto, amarena sotto spirito, caffè cacao, ginepro e balsamico, salmastro intenso. In bocca è humus, terra, tannicità e acidità presenti e sferzanti. Rispetto al d’alceo ha profumi più vari e spiccati e una maggiore mediterraneità e soprattutto lo sentiamo soltanto all’inizio di una evoluzione sicuramente interessantissima. (91)

Montepulciano D’Abruzzo Valentini 1995
Scuro scurissimo con una sensazione particolarissima di pocket coffee che rende bene l’idea della spezie cioccolatosa e la sensazione eterea di caffè che era presente. Note molto scure di rabarbaro, spezia, china (punt e mes), humus,amarena e salamoia al naso fanno da apripista per una bocca morbida e avvolgente in cui si ripresentano i sentori olfattivi. Buono ma non buonissimo, naso non del tutto pulito e molto particolare. (85)

Gaja Sorì San Lorenzo 1998
Perfetta sintesi di ciò che Gaja porta avanti come concetto vino, è un misto di un legno e di una modernità ben dosati su di un grande frutto nebbiolo. Il risultato è un pò freddo e poco personale ma è sapido, setoso ed elegante come pochi e ha un naso florelae di viola incantevole. Niente male ma non ci farei follie (80)

Barolo Riserva Le Rocche del Falletto 2000 Bruno Giacosa
Esemplare stranissimo con un naso quasi dolce da lychees e una bocca morbida e setosa con tannini già integrati e morbidi. Decisamente non ciò che ti aspetteresti da un Serralunga 2000 ma le sensazioni di scorza d’arancia, di rosa, di frutta di bosco e la ricca speziatura poliedrica lo rendono incantevole e di una grazia rara. (93)

Chambertin Gran Cru Rossignol Trapet 2002
Colore impalpabile rubino trasparente vividissimo. Naso di sottobosco e piccoli frutti rossi e neri, pepe nero, spezie e mineralità cangiante. Ricchezza enorme al naso e in bocca è setoso, sapido, elegantissimo. Uno dei capolavori della giornata! (95)

Chateau Margaux 1999
Eleganza fatta vino ed esempio mirabile e paradigmatico di tannino morbido e avvolgente: queste le cifre di questo incredibile Premiere Cru che al naso sfoggia ribes, rabarbaro,caffè, cacao, eucalipto, balsamico dolce. In bocca è pepato ma ha una carezza tannica da brividi. Impressionante e ricchissimo come pochi altri, persistenza nell’ordine dei minuti… (98 )

Chateau Latour 1999
Sarò scontato e troppo convenzionale ma uno dei miei preferiti se non IL preferito. Marchio Pauillac indelebile di ferro e minerale sanguigno a sorreggere un naso molto diretto potente fatto di mirtillo, scatola di sigari, legno di cedro, pepe nero. In bocca è agile potente e dinamico con una chiusura tostata da applausi. (98 )

Hermitage Chapoutier Le Meal 2001
Un’altro dei miei preferiti con un naso speziato e pepato bianco, poi grafite, sangue, pietra lavica, uno stranissimo sentore di gomma lacca e un fruttato di “blackcurrant” da antologia del Syrah. In bocca è sapido e minerale ma soprattutto impressiona per come sia un vino rotondo e completo: tra frutta spezie e minerale tutto è in mirabile equilibro e a rotazione ciascuna delle tre componenti ci solletica il palato in un vorticoso turbinare di sensazioni. Grandissimo! (97)

ShAfer Napa Valley Relentless 2002
Come da nome e da progetto un monolite fruttato legnosissimo ed estremo, caldo e avvolgente, polposo e succulento in cui mora ribes fragola si fondono ad un legno caldo di burro, chiodo di garofano e balsamico di concentrazione veramente inusuale. Non uno dei miei preferiti ma c’è da riconoscere che in fatto di intensità olfattiva concentrazione e corposità non ha veramente avuto rivali. (85) franco maria ricci

Priorat L’Ermita Velles Vinjes Alvaro Palacios 2001
Quasi austero e catacombale con note di mogano palissandro, tabacco resina e incenso con la frutta che poco a poco emerge dal legno per regalarci una bellissima mora in confettura e torta ai frutti di bosco. In bocca è quasi dolce per l’alcool e la morbidezza ma i tannini ci sono eccome e contribuiscono a ravvivare una bocca che si stupisce per la persistenza impressionante e per la concentrazione che lo rendono molto difficile da esaminare nelle sue componenti. Un pezzo di bravura enologica impressionante per una Garnacha che non credevo capace di prestazioni simili. (92)

Alsace Pinot Gris Rotenberg Vendage Tardive 1996
Forse al suo apice evolutivo, è un caleidoscopio di frutta passita e candita con una mineralità accessa che lo rende vivace e fresco nonostante la densità di frutto.
Qualche nota ossidativa da Sauternes ma la piccantezza, ,la radice di ginger e la delicata sensazione mielata lo riportanto in Alsazia immediatamente rendendolo un ottimo esempio di VT. (90)

Sauternes 1975 Ancien Cru du Roy
Un candito di arancia preso a morsi probabilmente rende l’idea della sensazione che si ha a bere questo nettare denso e ricchissimo di sensazioni piccanti e penetranti. Non ci sono sentori spiccati di Bothrys ma solo una dolcezza elegante di albicocca e ginger con note calde di agrumi e uno iodato misuratissimo ma presente in sottofondo a ricordarci che siamo nel Sauternes. Bevibilissimo e penetrante, perfetto esempio di quanto occorre aspettare per avere un grande Sauternes al suo top. (94)
marsala 1932
Marsala Superiore Riserva Ambra Dolce 1932

La quintessenza del Marsala che sublima ogni sentore facile e immediato per distillare le note più caratteristiche di questa tipologia. Note ossidate ma ancora fresche di frutta candita, tabacco dolce, lacca e smalto, sandalo e ebanisteria varia. Note scure e gialle di frutta e spezia in un sorso caldo e avvolgente eppure ancora vivace e fresco come 70 anni fa. Ha decisamente pochi eguali…(92)

P.s.

La bravura dei colleghi sommelier romani e del loro capo servizio è veramente da prendere ad esempio per tempismo ed efficacia.

Oggi pellegrinaggioa Roma da Franco Maria Ricci: Bibenda day 2008!

bibendaNon mi ci trovo personalmente come persona e come modo di comunicare il vino (specialmente per come ignora totalmente il mezzo web) ma quando si tratta di organizzare eventi magici e indimenticabili sul vino, AL MONDO non ha rivali…Quando poi mette insieme queste bottiglie (e mi pare a questa cifra riesca a farlo solo lui) non posso che unirmi al coro di lodi nei suoi confronti. E così pure quest’anno mi sottopongo alla wine marathon del Bibenda Day 2008 con ben 25 vini in degustazioni presentati nella bellissima cornice del Parco
dei Principi a Roma, il tutto cercando di salvare il mio matrimonio…

Quindi treno da Firenze SMN alle 12:52, arrivo a roma ore 14:30, 5 ore di degustazione e poi di nuovo sul treno delle 21:50 da Roma per essere a Firenze alle 23:30, ancora una volta con i barattolini da omogenizzato dove trasportare a casa i migliori nettari della giornata.
Aspettatevi un report nel weekend! E spero di vedervi numerosi stasera!

Ah già, i vini… suggerimenti?

Bollicine

Franciacorta Cuvée Annamaria Clementi 1989 CA’ DEL BOSCO
Trento Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 1995 FERRARI
Champagne Brut 1996 KRUG
Champagne Extra Brut 1996 JACQUESSON
Champagne R.D. 1996 BOLLINGER

Bianchi
A. A. Terlano Sauvignon 1987 CANTINA TERLANO
Chardonnay 1998 TASCA D’ALMERITA
Cabreo La Pietra 1984 TENUTE DEL CABREO
Riesling Dellchen Trocken 2006 DÖNNHOFF
Mersault-Genevrières 1er Cru 2004 DOMAINE FRANÇOIS ET ANTOINE JOBARD
Chevalier-Montrachet Les Demoiselles Grand Cru 1991 LOUIS JADOT

Rossi Ita
D’Alceo 1999 CASTELLO DEI RAMPOLLA

Bolgheri Sassicaia Sassicaia 1999 TENUTA SAN GUIDO
Montepulciano d’Abruzzo 1995 VALENTINI
Langhe Nebbiolo Sorì San Lorenzo 1998 GAJA
Barolo Le Rocche del Falletto Riserva 2000 BRUNO GIACOSA
Rossi Estero

Chambertin Grand Cru 2002 DOMAINE ROSSIGNOL-TRAPET
Château Margaux 1999 CHÂTEAU MARGAUX
Château Latour 1998 CHÂTEAU LATOUR
Ermitage Le Méal 2001 M. CHAPOUTIER
Napa Valley Syrah Relentless 2002 SHAFER
Priorat L’Ermita Vielles Vinyes 2001 ALVARO PALACIOS

Dolci
Alsace Pinot Gris Rotenberg Vendange Tardive 1996 DOMAINE ZIND HUMBRECHT
Sauternes 1975  Ancien Cru du Roy CHÂTEAU SUDUIRAUT
Marsala Superiore Riserva Ambra Dolce 1932 FLORIO

Tenuta San Guido Sassicaia Bolgheri Sassicaia DOC 2004

sassicaia andrea goriIl nome si fa ogni anno più lungo e complesso ma resta sempre e solo (per fortuna) LUI ovvero uno dei capisaldi imprescindibili della nostra enologia toscana e italiana. Un vino che stacca da ogni altro prodotto alle nostre latitudini per dare un cabernet elegantissimo e voluttuoso che si ispira ai modelli bordolesi (Lafite in primis) per coniugarne ricchezza di frutto ed eleganza con il genius loci bolgherese. Il risultato (per il 2004) è un vino molto femminile dai profumi dolci e speziati incastonati in un cesto di frutta di bosco nitido e distinto. Il naso è completato da sentori balsamici (menta, mirto, anice) e da terziari leggeri come pelle, liquirizia, tabacco e caffè. In bocca è già mordibissimo, equlibrato con tannini setosi e a tratti impercettibili. Acidità appena accennata e alcol misurato e persistenza tendente all’infinito completano il quadro di un vino ancora una volta impressionante per come riesce a coniugare complessità eleganza e piacevolezza di beva.
Adesso però lasciamolo in cantina per qualche anno!

Clicca qui per la degustazione del Sassicaia 2004

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Sassicaia 2004 Tenuta San Guido
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Definitely THE wine that stands out all of Italy’s Cabernet production with a blend that really seems coming out from the Pauillac and not our beloved Tuscany. But the Sassicaia in a good shape like vintage 2004 is able even to outrun the Franch cabs for warm and depth of fruit. Here we can find yet a lot of woody aromas and spicy smells coming from the long barrique aging but the fruit lays beneath. A wine that you can expect good developing with the years and coming out even better than the famous 1985 and 88 vintages

Ostriche e Schiave alla Radio (Blu): ma lo champagne dove è rimasto?!?

radiobluVisto che è il tema del momento e mi sono preso pure qualche rimbrotto di poca ortodossia, ci torno sopra stasera giovedì 6 marzo  in radio alle 19:30 con Luca Farina di RadioBlu per una intervista sul famoso articolo del Corriere che sta animando una bella discussione su KelaBlu e su RexBibendi specie dopo che Luca Bandirali (presidente Ais Lombardia) ha dato ragione alla Rodotà su diversi punti rilanciando con qualche abbinamento azzardato.

Si parlerà quindi un pochino del campionato Europeo WSA (ma basta! :-)), delle mie attività future, dei rossi marchigiani e appunto di ostriche e vino NON champagne.

Se non siete nelle Marche o in Umbria, potete ascoltare la radio in streaming su http://www.radioblu.com/Diretta%20radio.htm.
Come al solito, per chi (spero) avesse meglio da fare stasera dalle 19:30 alle 19:45 presto qui la registrazione.

Giulio Gambelli maestro del Sangiovese in video…alla Vinoteca di Andrea Formigli

gambelli giulio formigliEcco lo scoop che tutti stavate aspettando e le parole che avreste sempre voluto ascoltare! Giulio Gambelli, l’uomo che sa ascoltare il vino (come dice Carlo Macchi che qui ringrazio per il bellissimo libro che ha redatto), la persona che più di ogni altro ha contribuito a rendere il Sangiovese uno dei vitigni più importanti al mondo, era con noi da Andrea Formigli nella sua Vinoteca al Chianti per parlarci della sua idea di vino, del Sangiovese, delle commissioni di assaggio DOCG e sui vini di oggi. A dire la verità nelle sue parole MAI abbiamo sentito polemica o astio, solo un pò di compatimento verso tutte quelle aziende e quei vini che il Sangiovese lo usano ma non lo sfruttano per dare quei profumi e quelle sensazioni che praticamente solo lui in Toscana sa dare. E così è stato in mezzo a noi, semplice e schietto, schivo e riservato ma dolcissimo e tenero con tutti, circondato da appassionati che lo hanno coccolato come un bimbo e venerato come una divinità. Ed era possibile leggere nei suoi occhi la felicità di essere insieme a tanti appassionati e l’incredulità di fronte a certe domande e a certe aspettative nei suoi confronti che non fanno parte del suo modo di vivere il vino. Pochi fronzoli, tanta passione e vi devo dire, nessuna traccia della scorbuticità tanto decantata. E’ un personaggio schivo, questo sì, ma semplicemente perchè non capisce, e noi piano piano con lui, tutto questa attenzione verso l’enologia, la cantina, le pratiche esasperate. Il vino è l’uva e l’uva è il vitigno e il vigneto. Punto. Se non c’è il vigneto non ci può essere vitigno e nemmeno vino ma, dove le condizioni ci sono, lui solo sa come estrarre il genius loci dal terroir toscano.

Ecco qui due parole sul Sangiovese nel Chianti e il terroir ideale

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E ieri sera con Villa Rosa Ris 01, Ormanni Borro del Diavolo 01 e 99, Brunello il Colle 2001 e Soldera Case Basse 2001 lo abbiamo toccato con mano. 6 esempi di cosa può dare il Sangiovese, 6 vini molto diversi tra loro eppure così ricchi di Toscana da impressionare anche chi di vino toscano ne beve tanto…Mi perdonerete la filosofia ma è come se dopo mesi a bere le ombre nella caverna di Platone d’improvviso cogliamo le idee-vitigno nella sua forma vera nel bicchiere.

Ecco forse ci vuole davvero la filosofia per spiegare le emozioni che questi vini ci hanno dato insieme alla persona che li ha aiutati a nascere, una persona che, come nella maieutica Socratica, li ha semplicemente fatti nascere ma ne ha rispettato i tratti le inclinazioni le virtù e pure alcuni loro difetti, ma li ha resi più veri del vero.

Mi scuso, l’ho fatta troppo lunga ma conoscere Gambelli è stato davvero un momento unico e meraviglioso tanto mi pareva di conoscerlo da anni come se fosse un parente, come se in ogni bicchiere di un suo vino che ho bevuto ci fosse un pezzetto della sua anima. Che da 82ennne alla sua 64esima vendemmia è certo un pò stanca ma non doma e sempre focosa d’amore per il vino. Ma vi lascio alle sue 10 parole che ne valgono 10000 delle mie…

Ah, domanda da mille euro, ma il vino si fa in vigna o in cantina?!?

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Ma il vino si fa in vigna o in cantina?
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p.s.

Gambelli ieri sera per il Sangiovese del futuro ha fatto solo due nomi, Paolo Salvi e Attilio Pagli, segnateveli!

Barone Ricasoli Torricella IGT Toscana 2006

torricella brolio 2006Una delle più vecchie etichette del Barone Ricasoli che ha cambiato molto spesso uvaggio fino a stabilizzarsi nella sua versione 100% Chardonnay in barrique attuale. Ma liquidarlo come l’ennesimo tentativo di far piacere uno Chardonnay in Toscana sarebbe riduttivo! Innanzitutto al naso non è per niente banale con un bel mix di sensazioni tropicali (maracuja, papaya, ananas) e speziate (noce di cocco, burro, nocciola leggera) e poi in bocca ha una notevole bevibilità dimostrandosi molto più deciso e maschile che al naso.

Ottima acidità e sapidità notevole lo rendono compagno perfetto non solo per il solito pesce o crostacei ma ancora meglio su affettati con marcata presenza di grasso come il lardo di colonnata o la nostra profumatissima finocchiona.

Clicca qui per il video della degustazione (solo parte gusto-olfattiva)

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Torricella 2006 Barone Ricasoli
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E questo cos’è? Anteprima “scoop” Belguardo Rosè 2007

belguardo rosèEcco cosa mi è capitato nella glacette oggi a pranzo…per “strane vie” mi è arrivata questa primizia in commercio tra poche settimane, giusto in tempo per la stagione calda, un rosè toscano. E visto che viene dalla Tenuta dei Mazzei in Maremma (Tenuta di Belguardo, di cui abbiamo già parlato tempo fa in una serata da Burde) era un piccolo evento! Già da qualche anno si parla di rinascimento dei vini rosati, specie in Toscana e avvisaglie se ne vedono parecchie. Adesso dopo i successi degli scorsi anni di Castello di Ama, Riecine, Capezzana e Terre di Talamo (almeno qui da noi!) direi che anche questo Belguardo Rosè ha dei buoni numeri e un ottimo rapporto qualità prezzo. Per un vino che va sullo scaffale a 10,5€ infatti ha una grandissima finezza al naso tra lampone e fragola, per niente stucchevoli, un colore cipolla delicato e altri aromi floreali molto delicati. In bocca ha struttura e alcol non troppo abbondante che lo rende snello e piacevole con un retrogusto però di un certo rilievo nel fruttato di bosco. Unica pecca la mancanza di una certa sapidità, e infatti risulta un pò sciapo ma del resto non siamo a Tavel!
L’ho provato sia fresco sia un pò su di temperatura e sono rimasto impressionato dal fatto che anche a temperatura ambiente risultava piacevolmente morbido e poco aggressivo. Le note dicono che è fatto a partire da Syrah e Sangiovese e non è un salasso di altri vini: quindi significa che sono vigne impiantate e vendemmiate ad hoc per questo rosè. E su questo posso credergli visto che in effetti esagerazione di colore, di concentrazione e di polpa qui non ce ne sono e sfido chiunque a dire che NON è un rosso solo per il colore!belguardo rosè rosato
E aggiungerei, meno male! Perchè fino ad oggi sembra che il miglior complimento che si dovesse fare ad un rosato fosse proprio quello di sembrare un rosso…e invece i rosati hanno una personalità tutta sua che forse ci conviene cominciare ad esplorare con maggiore interesse. Se lo trovate, provate pure il Montenidoli e il Ceraso di Panizzi, ambedue da San Gimignano, vi sorprenderanno!