Monthly Archives: settembre 2008

Il blitz(krieg) dello Chardonnay nella Champagne

La vogliamo smettere o no di bere blanc de blancs? Per colpa vostra e per la vostra mania di bere bollicina bianca il Pinot Nero nella Champagne sta perdendo la battaglia. Quest’anno il clima elimina un 10% di raccolto di Chard da Reims (ma anche il resto della Francia soffre un pò quest’anno) e gli agricoltori delle zone allargate della regione pare abbiano intenzione per il futuro di buttarsi a pesce sull’uva più inflazionata del mondo, lo Chardonnay appunto.

C’è ancora spazio per noi maniaci del grandissimo  Blanc de Noirs? Santo Egly Ouriet proteggici!

Sommelier consulente offresi per gita da Pandolfini: 25mila euro bastano per Romanèe Conti 2005

A parte gli scherzi, dato che da Pandolfini capiscono subito che non ho una lira e non mi ci fanno nemmeno avvicinare, cerco qualche intenditore che abbia bisogno di consigli su come spendere un piccolo patrimonio (e per soffiare un paio di bottiglie a Paolo Baracchino che sennò vince facile).

Guardando il catalogo ho visto alcuni lotti meravigliosi e uscendo da bottega passerò in banca per sentire se mi prestano 25mila euro per il lotto numero 180:

Romanée Conti 2005
Romanée Conti – 1 bt
Montrachet – 1 bt
La Tâche – 2 bt
Richebourg – 2 bt
Echezeaux – 2 bt
Grand Echezeaux – 2 bt
Romanée St.Vivant – 2 bt

Si lo so che sembra una follia ma stiamo parlando dell’annata 2005 e io cercavo giusto una bottiglia da mettere in cantina che fosse dell’annata del mio primogenito…

Il resto del catalogo lo trovate qui, me invece sapete dove trovarmi! E comunque l’8 Ottobre alla Leopolda (insieme alla presentazione delle Guide dell’Espresso, mi ci trovate intento a sbavare sul cellophane delle magnum).

Scuola di Abbinamento Gelato Vino da Burde con Carapina 16 settembre

Lo abbiamo annunciato diverse volte ma adesso ci siamo e vi assicuro che è realtà! Ovvero uno dei primi tentativi pratici di coniugare i due dolci piacere per antonomasia ovvero il Gelato (e ancora qualche giorno d’Estate ce lo dovremmo avere) e i vini da dessert (da meditazione, da conversazione, da caminetto come volete voi).

Martedì 16 settembre prossimo dalle 21:00, sei (ma ci sta siano anche di più) gusti di gelato artigianale fatto davvero a mano con sei vini dolci dalla Toscana e dal Mondo per sperimentare insieme abbinamenti mai provati prima. E non stiamo parlando di esperimenti un pò industriali (seppur interessanti) ma qualcosa di un pò più raffinato giocato su aromi sapori ma anche tradizione e memoria.

Approfitteremo dell’occasione con Simone Bonini e Gianpaolo Valli di Carapina per raccontarvi come si fa il gelato oggi e discutere con voi e rispondere alle vostre domande sui gelati artigianali e cosa può significare artigianale in questo mondo (e ce n’è da discutere vi assicuro…).

Ma venendo alle note pratiche, dopo un aperitivo-gelato Cuba Libre e Daiquiri ecco cosa proveremo ad abbinare:

  • Botrys Mastrojanni IGT 1999 con Nocciola del Piemonte DOP
  • Porto LBV Graham 99 con il Nero Assoluto
  • Marsala Vergine Soleras Rallo con il Pistacchio Puro di Bronte
  • Malvasia e Moscato liquoroso Vigna Moresca con la Crema dell’Artusi
  • Brachetto Spumante DOCG Fontanafredda con gelati alla Frutta
  • Granello IGT Barone Ricasoli con Fresco Carapina
  • altri a sorpresa a seconda della disponibilità…(mica potremo NON farvi ri-assaggiare le creme al Vin Santo e alla fiorentina?)

25 euro compreso (ovviamente) gelato, cialde, vini e quant’altro. Potete anche iscrivervi direttamente da Facebook.

Scusa babbo, come è fatto il Sangioveto?

Sabato scorso a Lucca all’interno della manifestazione Murabilia ho trovato, oltre ad un oceano di zucche  (esteticamente il mio ortaggio preferito causa Helloween), questo interessantissimo stand dei Vivai Belfiore che presentavano una grande tavolata di frutta e di uve da tavola e da vino ciascuna con il proprio grappolo. Ho messo su Flickr questo set di foto per i curiosi che vogliano guardare in faccia mister sangiovese e anche suoi illustri compari come il ciliegiolo e il  moro fiorentino

Sempre parlando dei Vivai Belfiore, segnalo il mio bravo collega Maurizio Zanolla che al’interno della manifestazione Pomarium (dedicato ai frutteti artigianali, 12-21 settembre) parlerà del Trebbiano e della sua riscoperta.

Charme Sommelier: i finalisti da Firenze e dalla Campania alla cena evento di Roma

Preso dal Trofeo Berlucchi e dal Sagrantino, mi sono scordato di rammentarvi che anche il nuovo e ambito premio di Charme Sommelier sta entrando nel vivo in attesa della finale del prossimo 21 settembre a Rolle presso il Relais Duca di Dolle di Bisol. Si sono svolte nei giorni scorsi le prove di semifinale con le cene spettacolo in tutta Italia e già circolano i primi nomi “fiorentini” dei finalisti usciti dalla prova di Roma: Camilla Cosi, Alessandro Oddo e Giuseppe Tedesco .

Sempre da Roma, tra gli altri 17 finalisti di tutta Italia, anche 3 baldi sommelier dalla “Campania che va” (@Monica). Ed è proprio tramite le parole di uno di loro, Angelo di Costanzo (che già conoscete dal suo tour nel Chianti tempo fa) che scopriamo cosa è successo nella combattutissima semifinale romana:

Roma, 4 Settembre 2008. La giornata in tarda mattinata già volgeva al meglio, due buone telefonate di sinceri in bocca al lupo, una notizia personale quantomeno rassicurante e la mail di Luciano Pignataro che mi comunicava di aver apprezzato un mio “pezzo” sul Vino pa’neve di Antonio Del Franco.

charme sommelier roma campania angeloNel primo pomeriggio partenza per Roma, come sempre al mio fianco la mia musa Lilly ed il Rome Cavalieri che ci attende; Vivaddio niente traffico sull’A1 sino al grande raccordo anulare superato il quale ci ritroviamo d’un colpo in zona Parioli, direzione Monte Mario. Un piccolo momento di enpasse direzionale (m’aggio perso, ndr) e arriviamo dritti sparati alla casa dell’Ais Roma. Lo scenario è d’incanto, devo dire la location scelta è proprio charmant e dopo un breve ma concitato schioccare di baci per i saluti ed alcuni convenevoli di servizio ci siamo ritrovati immediatamente catapultati in questa nuova avventura: benvenuti alle preselezioni di Roma di Charme Sommelier 2008!

La pattuglia campana è folta è ben assortita, due donne, tre uomini, a dirla tutta siamo la delegazione con il più alto numero di iscritti, e scusate se è poco: Magda Garufi, Elvira Coppola, Giannantonio Aiuolo, Pasquale Brillante ed Angelo Di Costanzo (che sarei io), siamo qui per contribuire a quel fenomeno di Campania che va (mai slogan fu più appropriato, diamo a Monica quel che è di Monica) che negli ultimi tempi ci piace un sacco portare in giro e per dire la nostra anche in questo contesto elegante ed altamente professionale con tutta la nostra storia e le nostre capacità accompagnate da una grande voglia di confronto.

Dopo un lungo, lunghissimo, interminabile briefing finalmente si inizia, ad ognuno il suo tavolo mediamente con otto commensali da gestire nella maniera migliore possibile, dalla presentazione della carta dei vini, alla scelta dei vini stessi, dai consigli sull’abbinamento alle notizie sui piatti ed i prodotti seriviti che di volta in volta si susseguiranno per tutta la serata. Il mio tavolo è composto da sette commensali tra i quali Alessandro Scorsone, fresco vincitore dell’Oscar del Vino 2008 come Miglior Sommelier nel suo Ristorante e nondimeno Maestro Cerimoniere della Residenza del Consiglio dei Ministri (…i che mazzo!) e senza nascondervi una momentanea “perdita” di sensibilità linguistica (mi è letteralmente mancato il fiato!) ho maturato velocemente l’idea che non c’è più grande gratificazione senza ardua fatica, pertanto gambe in spalla, la migliore interpretazione possibile e…pedalare!

La serata è scorsa abbastanza velocemente nonostante nell’intervallo tra una portata e l’altra si necessitava di tempo per “interrogare” i sommelier concorrenti, il menù di quattro portate ci aveva presagito 4-5 vini in abbinamento che in verità mi ero anche già ampiamente preparato a consigliare, ma come nelle peggiori delle ipotesi il “nostro” buon Maestro ed uno degli altri commensali (a dire il vero, anche più esigente di Scorsone!) mi invitavano continuamente a consigliare nuovi vini da accostare alle pietanze, cosicchè dei 24 vini presenti in carta credo di averne serviti almeno una ventina, con grande piacere paersonale e del ciabattino che rifarà le suole delle mie scarpe.

Tutto è bene quel che finisce bene, personalmente ho dato il meglio che potessi offrire ai miei avventori, come del resto sono certo abbiano fatto tutti gli altri Sommeliers intervenuti, se ci sono appunti da sottolineare, beh forse c’era un pò troppa gente e la cucina (no, non ha cucinato Heinz Beck!) non è stata certamente all’altezza, alcuni piatti sono risultati poco espressivi della tradizione che avrebbero dovuto rappresentare e ciò non ci ha aiutato molto nella riuscita degli abbinamenti proposti. Salire sul palco tra i vincitori di questa preselezione di Roma e ritirare la spilla d’argento e diamanti di Charme Sommelier 2008 è stato un grande onore e piacere personale che voglio condividere con tutte le persone che credono in me, Lilly in primis, e con tutti i colleghi Sommeliers con i quali ho condiviso questa bellissima esperienza, Magda, Giannantonio, Elvira e Pasquale.

La Campania che và ha conquistato anche Roma!

Avvisi appuntamenti sommelier e aspiranti tali…corsi e concorsi intorno al Vino d’Autunno

Calendario fittissimo da ora almeno fino a fine Ottobre per sommelier (concorsi a raffica) e soprattutto corsi in partenza da non perdere per concludere gli studi per quanti hanno terminato il primo e il secondo livello AIS. Innanzitutto vi ricordo che date, corsi, degustazioni, appuntamenti ed eventi in Toscana li trovate tutti sul nostro efficientissimo sito regionale (lanciato verso le 15mila visite uniche mensili) . Per essere sicuri di ricevere ogni aggiornamento e notizia vi basta iscrivervi al feed RSS che abbiamo predisposto già da alcuni mesi, questo: http://www.aistoscana.it/feed.php

In particolare occhio che partono tra pochissimo il Terzo livello a Prato (22 settembre) e il Terzo Livello a Siena (30 settembre), corsi sempre diffficili da organizzare ma che vi consentono di completare gli studi ed accedere al tanto temuto esame di fine corso. Per chi è metà del cammino sarà utile sapere che a Firenze partirà prestissimo (22 settembre) il Secondo Livello, e il 29 Ottobre in Versilia, mentre per chi inizia (e siete sempre numerosissimi, complimenti!) potete scegliere tra Livorno ( 30 settembre) o aspettare gennaio per il Primo Livello ad Arezzo (21 gennaio) e a Firenze.

Degustazioni imperdibili (aperte anche ai NON-soci)  il “bibenda day toscano” di Enogenio, a cura di Roberto Bellini sabato 4 Ottobre a Montecatini con 18 etichette incredibili (vedi elenco qui) e il classico appuntamento di Spumantia il domenica 12 Ottobre.

Versante concorsi, parte il 15 settembre (con i quarti di finale a Roma, Milano e Napoli) la caccia al successore di Nicoletta per il Miglior Sommelier d’Italia ma subito dopo ricordatevi che c’è il Master del Sagrantino con una formula molto particolare che lo scorso anno mise in discussione gerarchie consolidate. Per iscrivervi avete tempo fino al 12 settembre (trovate tutto qui).

p.s. sono indietrissimo con la preparazione ma è più forte di me per cui sarò sia il 15 a Roma che il 18 a Montefalco…se proprio non ne avete voglia, ecco, potete anche non venire, non mi offendo! 😉

Sabato 6 e Domenica 7 Settembre campionato di Vino Slow Food a Fiesole con Grappa ANAG, e Peposo all’Impruneta

slow food fiesoleCon colpevole ritardo vi segnalo la bella iniziativa annuale di SlowFood a Fiesole con il Campionato di Vino a squadre. All’interno della Manifestazione nel programma anche degustazione tematiche, incontri con enologi sempre interessanti come Lorenzo Landi e visto che siamo in sciempions lig anche una presentazione del Violone 2005 e degli altri prodotti della Fattoria l’Entrata di proprietà di Della Valle.

Segnalo anche la presenza di uno stand Anag con assaggi guidati di Grappa dal Piemonte, Friuli, Toscana e Trentino, curate come sempre da Paola Soldi.

Sempre domenica Peposo Day, grande festa all’Impruneta per uno dei piatti più amati anche Da Burde, ovvero il Peposo alla fornacina la cui storia è fortemente legata alla manifattura del cotto e pare anche alla costruzione della Cupola del Brunnelleschi.  E sul quale non si smette mai di discutere se ci voglia il pomodoro, le carote, il sedano oppure solo vino e pepe…

Recensioni dal mondo: The Tavern on The Green, New York

tavern on the greenNon siamo ubiquitari ma abbiamo un pò di amici gourmet che amano viaggiare e per fortuna ci raccontano le loro esperienze…Penso vi ricordiate di Giulia del corso di Sommelier di Roma di qualche mese fa, ecco la sua istruttiva esperienza nel mitico The Tavern on the Green ristorante e sala da the per WASP (ma non quelli di Blackie Lawless, ah! che tempi…) negli anni ottanta, sede ideale per matrimoni, bridal showers, première di film e di show di Broadway e che oggi, diciamo, fatica un pò a mantenere il blasone in cucina (e anche lo stile con i dipendenti, a dirla tutta…).

Però la cantina è grandiosa, ha pure preso due award da Wine Spectator!

Vai Giulia…

“Mai fidarsi delle cene organizzate… soprattutto negli Stati Uniti, men che meno a New York…
Combattuta qualche remora, ci siamo detti che tutto sommato valeva la pena salutare il gruppo con cui avevamo affrontato il tour sulla costa est, con quello che doveva essere un desinare d’alto livello, almeno a detta di chi ci accompagnava. La location era tutt’altro che sconfortante: The Tavern on the Green, nel cuore di Central Park. E se non fosse stato per quell’insopportabile odore di cavallo che costringeva chiunque ad infilare il proprio naso nei polsini di giacche e golfini, l’accoglienza non sarebbe stata così malvagia. Va bene, un po’ troppe luci. Ok, ve la do buona, sembrava la festa di Piedigrotta, con tutti gli alberi attorno avvolti da file di lampadine e i calessi pronti a partire per passeggiate romantiche al chiaro di luna…
La sala un vero e proprio salto indietro nel tempo: in quale epoca devo ancora capirlo adesso, con marmi e stucchi colorati e sette ingombranti lampadari di cristallo stile rococò, tutti diversi fra loro e decisamente colorati che pendevano dal soffitto senza una sequenza logica. Nel dehor erano in atto i festeggiamenti per un matrimonio ebraico, con musica tipica e i rituali balli in cerchio. Dentro il gelo, con i commensali che chiedevano l’un l’altro se qualcuno avesse un foulard o una maglia che gli avanzasse. Appena ambientati, ecco che inizia la sfilata dei camerieri. A tutti è sembrato di essere finiti nell’ultimo film girato da Frank Capra, Angeli con la pistola, in cui una combriccola di malfattori e poveracci viene trasformata per una sera nell’alta società Newyorkese, con abiti ed acconciature adatti, ma modi che proprio non stanno al passo.

Ecco, in sala nemmeno la forma si adeguava all’ambiente. Il primo a presentarsi al tavolo è stato uno spilungone che evidentemente faceva il cameriere fra un concerto e l’altro, perché era identico a tutta la lunga serie di emuli di Elvis che si vedono in giro per il mondo, con tanto di basettoni e ciuffo ad hoc. La prima risata mi è scappata quando, prendendo le ordinazioni, ad un tratto, non riuscendo più a trattenersi, il Bobby Solo di New York si è lasciato andare al classico movimento d’anca che da sempre associa il nome di Elvis a “in the Pelvis”. Ho pensato: “Però, simpatico. Guarda, riesce a mantenere il suo stile anche sotto a sti’ lampadari…”

Poi arriva la seconda cameriera, con il vassoio pieno di bicchieri. Probabilmente era stata assoldata la sera stessa e la direzione non aveva avuto il tempo di procurarle una divisa su misura, perché continuava ad inciampare con una giacca di almeno tre misure più grandi della sua fra gli steli dei calici, tutta sudata a causa degli inutili slalom, in cui continuava comunque a “bere” i bicchieri con le maniche. E i pantaloni non erano da meno, tanto che vedendola da dietro sembrava anche lei un’imitatrice, ma di Chaplin. Sorvolo sull’antipasto, una caprese condita da un filo di pesto anti-vampiro, per soffermarmi sul vino. Con mia somma soddisfazione ho potuto fare sfoggio di un termine inglese che non avevo ancora mai potuto sfruttare: undrinkable, ovviamente dopo aver risputato il sorso di Cabernet aperto da almeno dieci giorni nel suo contenitore di origine…
Poi un’attesa di tre quarti d’ora per il main course , con il personale fra i tavoli che dava l’idea di non sapere proprio cosa fare per occupare il tempo: chi rideva, chi andava avanti e indietro misurando a lunghi passi il pavimento senza portare niente in mano e chi giocava con un palloncino attaccato al bancone.

Finalmente arrivano i piatti e con loro la chicca della serata: un cameriere, evidentemente non soddisfatto della disposizione della fetta di maiale asciutto, dei fagiolini crudi e del purè a blocchi in un piatto, ha pensato bene di spostare la carne con le mani prima di depositarla sul tavolo vicino al nostro, non senza un cenno di soddisfazione con la testa appena compiuta l’opera. Ho pensato: siamo a New York, ora salta fuori qualcuno esclamando: “Sorridi, sei su Candid Camera!”. Nessuno. Non stavano scherzando, nemmeno con una torta al cioccolato che è rimasta intatta davanti ai più, tanto era invitante…
Sul conto hanno provato ad infilarci anche i due bicchieri di vino che ho mandato indietro ed ovviamente la classica mancia “lasciata al buon cuore dei commensali”, con una piccola postilla sulla ricevuta: Se non avete apprezzato il servizio, lasciate il 15%, se invece siete rimasti soddisfatti, includete il 20% per il personale. Io giuro che ancora adesso mi aspetto che salti fuori l’omino che mi dica: Smile!

[foto: www.centralpark.com, N.Wilkins]

Conferma: nel Brunello 2003 altre uve oltre al Sangiovese…ma non era Ziliani il “nemico” del Brunello?

Dopo 6 mesi che si è fatto a gara a dire che questo signore qui accanto è il nemico numero uno del Brunello a causa del suo interesse verso le vicende enologiche e giudiziare di Montalcino, ecco che con grande stile giornalistico la Nazione, Il Resto Del Carlino e Il Giorno nel fascicolo nazionale (QN) (lo trovate in edicola stamani) di oggi riportano che secondo alcune indiscrezioni nei Brunello 2003 ci sarebbero CERTAMENTE altre uve oltre al Sangiovese “i consulenti non hanno dubbi“. Non sono un giornalista ma in genere si dovrebbe stare attenti a riportare indiscrezioni, a meno che non si voglia esattamente dire che oltre 100 aziende a Montalcino nei loro Brunello hanno utilizzato uve non concesse dal disciplinare, e quindi da ritenersi fuorilegge. Comunque fino a metà settembre non si avranno risultati definitivi quindi nel frattempo si può continuare tranquillamente a sospettare di tutto e di tutti.

O volevano dire qualcos’altro???

Spagna vs Portogallo: 2-3 (imho)

Sarà che in Germania i vini spagnoli e portoghesi sono davvero onnipresenti ma ogni volta mi ritrovo sempre il carrello della spesa pieno di Tempranillo e Touriga da assaggiare. Quest’anno il derby iberico si è svolto mettendo di fronte rossi spagnoli dal Somontano, Yecla, Valdepenas e Rioja e dall’altra alcuni big portoghesi come il raro e costoso Redoma Tinto Douro di Niepoort, famosa azienda produttrice di Porto. Sul versante bianco dalla Spagna ecco uno degli Chardonnay più premiati ovvero il 234 di Enate (Somontano) contro l’Albis, semisconosciuto bianco portoghese del re del Lancers Josè Maria Fonseca a base di Moscatel proveniente da Setubal ma non, ovviamente, fortificato a dare il celeberrimo Moscatel de Setubal che forse avrete assaggiato.

Premetto che ancora una volta i vini portoghesi mi hanno stupito per la loro peculiarità mentre nei vini spagnoli ancora faccio fatica a trovare uno stile personale diverso da quello internazionale, a parte ovviamente l’apporto aromatico del Tempranillo che invece marca fortemente ogni prodotto spagnolo fatto con quest’uva. Come per esempio marca in maniera quasi esclusiva questo Yecla che pure sarebbe composto per la maggior parte da Monastrell (che ancora non sono riuscito a capire se sia il Mourvedre Francese…parrebbe dimostrato di no). Il Tempranillo e il Cabernet presenti ne fanno un vino indubbiamente piacevole e caldamente speziato ma soffocano il tutto sotto etti di frutta un pò caramellata e anche la freschezza non è delle migliori.

riserva campillo riojaNella Rioja, abbandonati molte derive moderniste di vini iper concentrati si trovano ottimi esempi, specie se si sa attendere almento 4-5 anni dalla vendemmia come nella Reserva Campillo già descritta nel post della visita da Apicius. E davvero la distanza da un vino più semplice e meno costoso come il Diego de Almagro Gran Reserva 1999 da Valdepenas, in vendita da Jaques Wein Depot a 7,90 euro, non è così abissale come si potrebbe pensare. Il vino è ovviamente rispetto al Rioja più fresco e meno corposo, ma è croccante, fruttato e mai eccessivo e marmellatoso, ha una discreta persistenza e sulle grigliate di maiale è difficile pensare ad un compagno migliore. Anche qui Tempranillo (chiamato Cencibel nella regione) in purezza che perde corpo e sostanza ma non aromi e speziatura.

Per i portoghesi inizio soft ma particolare con un vino dall’Estremadura, ovvero il Touriz di Casa Santos Lima 2002, touriz casa santos lima estremadura portugal 2002blend particolare di 40% Touriga Nacional , 30% Touriga Franca e 30% di Tinta Roriz (Tempranillo), addirittura a credere a loro invecchiato in botti di rovere portoghese. Non so come lo facciano esattamente ma aveva un aroma di sottobosco fine e delicato, pur sostenuto da un corpo e una struttura non indifferenti e si lasciava bere che era un piacere sottile, tannini un pò evaporati ma ancora una discreta persistenza fruttata di amarena.

douro redoma tinto niepoortApprocciare invece il top wine Redoma Tinto 2005 dal Douro da Niepoort è stato invece più difficoltoso perchè ti aspetti, visti anche i notevoli risultati di critica (WS in testa), un vino decisamente difficile da bere, specie da giovane e soprattutto a leggerne le descrizioni una specie di porto secco tutto alcool marmellata, da spalmare insomma. E invece nel bicchiere è innanzitutto di un colore rosso porpora lieve, piuttosto trasparente (e questo mi torna del resto la Touriga Nacional non brilla per intensità colorante). Al naso c’è un odore riconoscibilissimo di Porto vintage con un fruttato sotto spirito di amarena e una speziatura piccante (pepe, paprika, ginger). Ci sono poi note ematiche, ciliegie e un sottobosco molto ben costruito con un profumo quasi di muschio: l’insieme parrebbe un pò stonato ma l’assenza di alcol al naso lo rende di una eleganza straordinaria e inattesa. In bocca è “soltanto” abbastanza caldo, di nuovo leggermente piccante ma freschissimo con tannino vivace ma non aggressivo, lieve sapidità nel finale di bocca. Ha molta meno struttura di quanto ti aspetteresti e anche il corpo non è mai eccessivo: semmai pecca di scarsa persistenza e per un vino di questa levatura e prezzo (35 euro) magari vorresti qualcosina di più. Ma bevuto insieme ad uno stufato di cervo condito con mirtilli e cavolo rosso vi assicuro che era uno spettacolo unico.

enate crianza 2003 somontano Torniamo in Spagna per un altro big wine, stavolta dal Somontano, zona ai piedi dei Pirenei con varie località sciistiche quindi climaticamente lontano anni luce dal classico rosso spagnolo caldo e rotondo . E in effetti questo Enate Crianza 2003 a baseTempranillo Cabernet ha sì il classico profumo di spuma di more e creme de cassis ma anche un leggero accenno di carruba, di gomma con leggerissimo goudron. Il Cabernet viene fuori a tratti per smussare qualche angolo, aggiungendo un pò di pepe nero appena macinato e succo di ribes, mentre la barrique si manifesta con noce moscata e anche un pò di cardamomo (ma questo credo derivi dal tempranillo e la sua interazione con il legno). In bocca non è mai aggressivo, anzi molto pacato sia come tannino che come alcol e qui l’origine pedemontana si rivela del tutto.enate chardonnay 234 somontano 2006 Grandissimo vino, di una piacevolezza estrema. Sempre dal Somontano ecco uno dei bianchi internazionali più famosi di Spagna ovvero lo Chardonnay 234 di Enate 2007 capace di una prestazione maiuscola, capace di surclassare altri blasonati Chard iberici come il Gran Vinha Sol di Torres. Innanzitutto i profumi sono di uno chardonnay nordico, per niente mediterraneo, al limite un grande friulano…camomilla, biancospino, sambuco, maracuja, cedro, arancia, finocchio, alcol appena accennato, miele poi sullo sfondo un minerale gessoso. In bocca è fresco, sapido, corposo con retrogusto tipico di banana e ananas (colpa/merito dei lieviti usati?). Grande vino e capace di piacere anche a chi, come me, non ama affato lo Chardonnay se non è Borgogna. Unico difetto il fatto di aver trovato nel vino esattamente i sentori descritti nel sito aziendale e pochi di più…quando succede è sempre un pò inquietante!

Il versante portoghese bianco mi ha invece fatto scoprire in un retrobottega di una sfigatissima enoteca del MAre del Nord un vino di Josè Maria Fonseca nella cui galassia orbitano una enormità di etichette tra cui appunto la quasi totalità del Moscatel de Setubal che viene prodotto ogni anno. Parte del Moscatel che non viene trasformato in Moscatel liquoroso finisce in questa versione secca che esce con la DOC Terres do Sado, con un apporto direi deciso di Arinto (altra uva bianca locale).
Nonostante il vino fosse del 2004, è stato un piacere scoprirlo ancora in formissima con sentori di fiori, pesca gialla, melone, miele millefiori, leggera ossidazione da sherry nocciolata, gusto intenso e penetrante di frutta dolce che ben completa la sapidità notevolissima del vino. Sia al naso che in bocca il moscatel non stanca e non viene a noi anzi ad ogni sorsata si rinnova il piacere di berlo e forse gli anni in bottiglia in questo hanno aiutato un pò. In ogni caso adesso mi resta la curiosità di berlo un pochino più giovane anche se devo dire che l’acidità era ancora bella presente.

Insomma in questo derby vedo ancora davanti il Portogallo forse per una preferenza personale verso i vini relativamente più piccoli ma mi pare sempre che in Spagna il Tempranillo si riveli sempre una presenza un pò ingombrante e solo in pochi casi il binomio terroir-vitigno dà i risultati migliori,

Ma la sfida è sempre aperta e penso che Aristide, Filippo e Giampaolo ne avranno da raccontare delle belle su cosa hanno bevuto negli ultimi giorni a Logrono per la European Wine Blogger Conference !