Andrea Gori

Sommelier, giornalista pubblicista, scrittore e ristoratore da 4 generazioni a Firenze con la Trattoria da Burde di famiglia, fondatore del Dissapore Network e Intravino, i siti web più frequentati dell'enogastronomia italiana. Scrivetegli pure a burdedj[@]gmail.com

Incontri (anche di vino) su Facebook: per ora tutto bene ma non durerà, dice Mantellini

Nessuno può fare a meno di parlare di Facebook e sempre di più a sproposito. Qui da Burde lo stiamo usando per lavoro da qualche mese e da poco abbiamo iniziato a utilizzarlo per promuovere i nostri eventi sul vino. In tema, via Wittgenstein, vengo a sapere di un parere, come sempre acuto e profondo in tema web, di Massimo Mantellini, titolare di ManteBlog, uno dei blog italiani di riferimento.

Non sono d’accordo in tutto e per tutto però sono molto felice di non essere l’unico cui dà fastidio un aspetto fondamentalmente paradossale di FacciaLibro, ovvero che Facebook rappresenta “una rumoroso eccezione di un ambito chiuso dentro Internet che viene preferito a Internet, nei miei pensieri e’ destinato a essere superato domani. O cosi’ almeno intimamente spero“.

Siamo d’accordo però Facebook è forse la prima applicazione internet che sta facendo vedere alle persone, anche quelle che finora non ne vedevano l’utilità, le potenzialità della rete. Non c’è NIENTE su Facebook che non posso essere fatto meglio e in modo più completo ed efficiente con altri mezzi della rete, ma NESSUN ALTRO servizio web è così immediato facile intuitivo e coinvolgente da utilizzare. Quindi da qualche parte anche io spero che venga superato ma finchè c’è e cresce, male non fa, noi qui da Burde per esempio continuiamo ad usarlo.

Tenuta Sette Ponti da Burde: i terroir di Antonio Moretti (si lo so, me le cerco…)

Venerdì sera sala ben oltre la capienza per i vini di Antonio Moretti, vecchio cliente di Burde (ai tempi di Arfango e altre avventure) e che ora ci ritorna per presentare i suoi vini nella prima serata di Sette Ponti organizzata via Facebook!. Vini che rappresentano una sfida al mondo e all’establishment vinicolo italiano e anche una trasposizione in vino della personalità vulcanica ed esuberante del “dottore” come lo chiamano i suoi collaboratori. E Antonio nella “sua” serata  ci ha trasmesso tutto il suo entusiasmo e la sua voglia di (stra)fare, le sue idee, le bizzarrie di certe scelte (vedi i re-innesti per utilizzare subito piante di 7-8 anni) e la sua smania di risultati. Che, almeno dal punto di vista della ribalta internazionale non sono mancati con una serie di piazzamenti e punteggi roboanti nel gotha del vino statunitense su Wine Spectator, con Oreno prima e oggi con Maharis, sicuramente domani con Orma.

Proprio questi tre vini sono stati il momento forte della serata che hanno dimostrato, anche al sottoscritto, che si può parlare di terroir anche in questi vini che per quanto prodotti di raffinate tecniche enologiche e pratiche culturali estreme (vedi la sub-irrigazione in Sicilia) esprimono ancora prima del vitigno e della sua combinazione con la barrique, un luogo, un clima, un terreno. E così Oreno, Maharis e Orma sono sì diversi per vitigni, per la diversa commistione di elementi autoctoni (sangiovese, nero d’avola) e alloctoni (cabernet sauvignon, syrah, merlot, petit verdot) ma soprattutto perchè mettono in evidenza una origine precisa: Arezzo, Bolgheri, Noto e ne riparleremo nei singoli post su questi vini.

Nel corso della serata,Moretti ci ha anche presentato il nuovo Grand Tour, Champagne Premiere Cru davvero ben fatto, bevibilissimo e dotato di una masticabilità da vino da pasto (esattamente ciò che Antonio voleva…) e i due prodotti maremmani, un solido Morellino di Scansano 2007  e un potente Poggio al Lupo 2006.

L’elisir alchemico del Sangiovese: Giovanni de Munari e il Vinpepato delle Crete Senesi

In questo spettacolo unico al mondo (quello delle Crete Senesi, ad Asciano) siamo stati tra i primi al mondo ad assaggiare, e abbinare (fondamentale!) uno dei prodotti più curiosi e stimolanti toscani dell’anno, il VinPepato delle Crete.

Con la cura e la tecnica di Luciano Brotto, vulcanico patron della CentoPerCento (produttore della grappa torbata di riferimento e soprattutto unico grappaiolo su MySpace, evvai!), Giovanni de Munari, proprietario della storica farmacia di Asciano (credo l’unica al mondo con pavimento a mosaico originale romano del primo secolo dopo cristo…un sogno ad occhi aperti, altro che la Bisazza che abbiamo a casa…) ha ricreato un’antica ricetta del ‘700 trovata in un manoscritto della farmacia, un elisir a base di vino chianti, infusi di frutta naturali e spezie. (qui trovate un servizio di Canale 10).

Oggi grande festa con sommelier, giornalisti, amici e produttori per passare alla prova pratica ovvero  con cosa abbinare e come gustare questo prodotto che teoricamente è un liquore ma anche un vino aromatizzato (e ovviamente fortificato, siamo sui 25% di alcool). Di colore “sangiovese” chiaro non scurissimo, tonalità porpora affascinanti, profumi ovviamente speziati (cannella, curcuma, curry, china, vaniglia) ma anche frutta (marasca) e soprattutto in bocca un alcol solo dolce e molto accattivante, una soavità incantevole e una piccantezza affatto spiacevole. Molto leggero e delicato, non ricorda quasi niente attualmente in commercio discostandosi molto da Barolo Chinato, Ala, Porto e altri vini liquorosi a base di vino rosso. Ma a differenza di questi, la sua natura dolceamara (con il dolce molto prevalente sull’amaro ), nettissima e accattivante, ne sconsiglia l’abbinamento con cioccolato troppo fondente.

Ecco due parole di benvenuto e di introduzione da parte di Giovanni Munari stesso che ci accoglie, obbiettivamente un pò emozionato, nella sala del mosaico:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Guy5Up1ipGI[/youtube]

E quindi il grandissimo Paolo Lauciani (un giorno mi piacerebbe davvero parlare come lui di vino!) che ha messo la sua grande esperienza in fatto di abbinamenti dei distillati (bellissimi i suoi articoli su Bibenda in proposito) al servizio dei commensali di fronte ad un piatto salato (Pecorini vari, tra cui alcuni mitici di Corzano e Paterno e confetture e mieli) e un piatto dolce tipico senese con (ovviamente) panpepato, ricciarelli, pan dei santi e altro.

Vincitore assoluto del confronto l’abbinamento salato con la Ruota del Re e il Pecorino di Corzano, eventualmente con confettura di cipolle e tra i dolci matrimonio d’amore (nella foto esplicativa) con il Ricciarello del forno Masoni. Dalla platea sono poi arrivate altre idee molto interessanti come quelle di abbinamenti con prosciutto (non troppo tirato), carni rosse con preparazioni complesse  e uno ghiottissimo con Buristo (e altri salumi di sangue di maiale, vi faremo sapere…).

Ecco qui Paolo che vi introduce al vino e alle sue potenzialità in abbinamento.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=rrEmo4d1VQg[/youtube]

Tra i presenti anche Cosetta Cavallo, architetto prestata al label-desing, che ci spiega come nasce il packaging, la scelta dei colori e come si è arrivati alla livrea attuale, un elegante marrone satinato con caratteri verde mela e un bel logo con serpente farmaceutico in evidenza (che ci ricorda i grandi Whitesnake, e non solo la cover di LoveHunter e ci esalta ancora di più).

Ecco la sua intervista (si, siamo in mezzo di strada e passano anche le macchine…):

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=kpZPkPivOh0[/youtube]

Tra i presenti, stuzzicati dalle virtù del VinPepato siamo andati  a chiedere a Luciano Brotto un utilizzo alternativo del VinPepato su cui ci troviamo particolarmente d’accordo.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=lFFsprah2-k[/youtube]

Ah, dimenticavo, se lo volete assaggiare anche voi, da Burde da mercoledì 26 Novembre sarà in tavola, esattamente dopo l’attesa sfida Barolo – Brunello!

PRIMAAAA! Schiacciata con l’uva di Burde premiata come la migliore di Firenze a Montedomini

Dopo il secondo posto dello scorso anno, finalmente a suon di infornate su infornate, la nostra schiacciata con l’uva è riuscita a vincere il premio di migliore Schiacciata con l’uva di Firenze! Premiazione ieri a Montedomini con l’assessore alle Politiche Socio Sanitarie Cioni nella edizione 2008 dei I dolci d’Autunno a Firenze. Qui trovate un articolo on line ma ne parlano anche nella stampa locale. Un sentito grazie a Gino Ferrara che con i suoi consigli guida il nostro pasticcere ogni giorno nella realizzazione di questo piccolo (perdonateci l’auto indulgenza) capolavoro di tradizione e di dolcezza.

Qui a sinistra nella foto, ecco il banco dei partecipanti nella foto di Giovanni Andrea Rocchi, la nostra torta è quella sulla sinistra di fianco alle bottiglie di olio.

Qui trovate l’articolo sul Corriere di Firenze. E soprattutto, grazie a Beppe Pirrone alla Fondazione Montedomini anche un video su YouTube, bravissimi (non solo perchè ci avete premiato, 😉 e questa pagina con i risultati completi.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=DJ3VufU_nw4[/youtube]

E ora, chi viene a provarla???

Lo Scuro se ne è andato, uno di noi (petriolini)

Ieri mattina si è spento “Lo Scuro”, uno dei personaggi più famosi e noti che siano nati e abbiano mosso i primi passi a Petriolo, il borgo di cui fa parte Burde. A Petriolo (precisamente davanti alla mia scuola elementare Francesco Baracca) era nato Marcello Lotti e ovviamente tutti lo ricordano per il film con un altro grande fiorentino ancora in tutti i nostri cuori, ovvero Francesco Nuti, che ancora oggi,  anni di Pieraccioni e Benigni non sono riusciti a cancellare dai cuori dei fiorentini.

Io Chiara e Lo Scuro è stato uno dei film più atipici della nostra commedia e tuttora uno dei più amati e citati. E il suo personaggio sullo sfondo era parte integrante di una Firenze che poco spesso finisce sui giornali, una parte molto scura, notturna ma sanguigna e verace. Amico di famiglia (dei miei nonni soprattutto) e cliente di Burde, ha anche accettato di giocare con il povero tapino sottoscritto sedicenne in un 15 minuti di biliardo nel “suo” Gambrinus. Un’emozione difficilmente dimenticabile, ma non chiedetemi come è finita…

Dagli inviati di Vino da Burde (con integrazione): Leonardo Vangi recensisce per voi ristorante il Vino by Enrico Bernardo a Parigi

Non so a voi, ma a me capita spesso che qualcuno mi chiami dai posti più disparati per farsi consigliare un ristorante (più spesso un vino a dire la verità…) e allora la mia condizione è sempre la stessa, ovvero io te lo dico però mi scrivi una recensione! Stavolta da Parigi uno dei nostri clienti più affezionati, Leonardo, mi chiedeva dove andare e non ci ho messo tanto a indirizzarlo verso uno dei posti che vorrei visitare il prima possibile, se non altro perchè rappresenta in teoria il sogno di ogni sommelier, ovvero un ristorante dove il cibo viene scelto in base al vino e non viceversa . Se non altro per vedere se questa rivoluzione copernicana è davvero un atto di megalomania come dicono molti oppure se una cosa fatta bene e con una sua logica…

Altre risorse in rete su Lavinium e Paolo Marchi.

Vai Leonardo!

Situato all’incrocio tra Rue de L’universitè e Boulevard de la Tour Maubourg, a due passi da Les Invalides, in una delle zone più eleganti e raffinate della capitale francese, in realtà questo ristorante di parigino ha ben poco.
Al di la’ di una tenda nera si schiude davanti a noi ” Il Vino” nato un’ anno fa dall”estro e la passione di Enrico Bernardo : luci bassi e soffuse, colori scuri, i tavoli per un massimo di sei coperti hanno diverse altezze e dimensioni.Da principio si respira un’atmosfera internazionale, tradita immediatamente dopo dal menù proposto, dove i vini francesi la fanno da padrone. Ma non è nei contenuti che il menù sorprende bensì nelle modalità di scelta dei piatti : una sfida accattivante quella di Bernardo che sembra voler affidare alle pietanze un ruolo di secondo piano, come semplice accompagnamento funzionale alla valorizzazione del vino scelto ; in cucina all’estro di un’equipe di chef internazionali , il compito di trovare la combinazione di sapori più adatta a valorizzare la scelta del vino del cliente, che aspetta ignaro di sapere cosa vi sarà nel suo piatto.
Decidiamo di lasciarci trascinare da questo gioco di attese e sorprese e scegliamo un menu alla cieca : due entrès, un plat e un dessert. Prezzo 95,00 euro.
Si comincia con un aperitivo servito al tavolo, un’interessantissima crema di latte aromatizzata al cardo, ( servita in un bicchierino di porcellana) la cui morbidezza è perfettamente sposata al Bauget che ci viene servito in abbinamento.Il primo antipasto accompagnato da un Sauvignon blanc 2006 freschissimo tradisce le attese : la sardina farcita di carote e spezie non lascia certo il segno. Ci conquista invece il secondo antipasto, un tenero branzino al vapore, accompagnato da cozze e vongole e bagnato da un’emulsione di latte al finocchio e spezie : il vino in accompagnamento stavolta è un pinot blanc 2007.

Il piatto principale è invece un’entusiasmante cannolo di lepre gratinato in forno, accompagnato da patate e chips di carote. Il vino abbinato , uno Chateau bordolese del 2004 (scusate ma non mi sono segnato il nome!) asciuga con personalità la selvaticità del piatto. Il finale è lasciato alla dolcezza di un biscotto artigianale al cocco, innaffiato da gelato alla pinacolada e colorato da bastoncini di ananas fresco : convincente quantomeno più del vino da dessert servito in abbinamento.
Sebbene la scelta dei piatti proposti non abbia sembrato seguire una linea troppo coerente, Il VINO merita senza dubbio una valutazione più che positiva, soprattutto considerando la professionalità del personale, la qualità del servizio e non di meno la coraggiosa scelta di re-interpretare con audacia il più riuscito dei matrimoni, quello tra vino e cibo”

Mi dispiace per la mancanza di foto ma all’interno del locale era tassativamente vietato fotografare…diciamo una pecca non da poco, unita al fatto che il sito web è un pò da tempo in alto mare. Ma ci fidiamo di Bernardo e sappiamo che rimedierà quanto prima!

Addendum 13 Novembre:

Ci giungono dall’attentissima gestione del locale alcune precisazioni che riportiamo.

nel menu complessivamente sempre 1/3 dei vini sono non francesi, questo significa che bisogna considerare la lista di vini al bicchiere (sulla sx del menu) e naturalmente anche tutti i vini ( altri 15-20 referenze) che sono serviti nei diversi menu tematici (parte dx del menu).

Nell’ abbinamento con il piatto principale, la lepre, penso abbia fatto un errore: non serviamo mai un Bordeaux nel menu alla cieca, infatti il vino che le è stato proposto è esattamente: Châteux Las Hormigas 2004 – Malbec –
Argentina.
Inoltre le passo alcune delle referenze internazionali che trova nel menu:
Australia – Chardonnay Adelaïde Hills
Germania – Mosella
Italia – Barolo Giovanni Rosso
Italia – Barbaresco  Giorgio Pellissero
Italia – Sauvignon Blanc. Collio – Cornas
Germania – Riesling  Rheinhessen
Ungeria –  Tokay Ungerese
Italia –  Birbet Malvirà
Argentina – Malbec

Le faccio queste precisazioni, semplicemente per evitare errori d’interpretazione, ed una erronea comunicazione.
Naturalmente i gusti sono gusti, ma noi tutti a IL VINO lavoriamo per lasoddisfazione del cliente, unendo la professionalità ad una sempre ricerca della qualità. Il nostro concetto si basa sulla semplicità degli ingredienti e sulla
volontà di far scoprire ed avvicinare il vino in maniera ludica e non complessata.
Siamo naturalmente molto orgogliosi che il nostro lavoro sia stato anche riconosciuto dalla prima stella Michelin.

Resto naturalmente a sua disposizione per ulteriori chiarimenti lei necessitasse. per cortesia, mi indica l’indirizzo della recensione, grazie.

Un cordiale saluto

Mary Bernardo
BERNARDO WINE S.L.
C/ Francesc Macia 404 – Urb. Les Ginesteres
08310 Argentona – Barcelona – Spain
Tel. +34.656365589 Fax +34.937972528
www.bernardowine.com

Venerdì 14 Novembre Tenuta Sette Ponti nel mondo e…da Burde, cena degustazione

A Merano il nuovo Champagne Grand Tour di Antonio Moretti ha fatto furore nella serata Pizza Chic all’Hotel Steigenberger in piazza delle Thermae. E anche al banco della Tenuta Sette Ponti nella Kurhaus Oreno 2006 e Crognolo 2006 hanno convinto molti appassionati (e Oreno ha anche sorpreso me…). Siamo andati a trovare Francesco Marini, responsabile comunicazione della tenuta, e abbiamo definito menu e vini che degusteremo venerdì, non senza sorprese.

  • Champagne Grand Tour Brut (60% Chardonnay 40% Pinot Nero) su affettati e crostini toscani
  • Morellino di Scansano 2007 (Sangiovese con piccole aggiunte di alicante) sulle nostre minestre
  • Poggio al Lupo 2006 (73% Cabernet sauvignon, 20% Alicante, 7% Petit Verdot) su arrosto misto toscano
  • Orma 2006 Bolgheri (in anteprima, 40% Merlot, 40% Cabernet Franc e 20% Cabernet Sauvignon) su formaggi
  • Oreno 2006 Igt Toscana (Merlot, cabernet Sauvignon e sangiovese) su formaggi
  • Maharis 2006 Feudo Maccari (Nero d’Avola, Cabernet Sauvignon e Syrah) per meditare…

30 euro compreso vini e cena, prenotazioni allo 055 316206 o per mai a info[chiocciola]daburde.it

Se siete su Facebook ecco qui la pagina delle info e per iscriversi.

La prima guida agli Champagne per iPhone: Le Migliori 99 Maison di Champagne di Lupetti e Burei

Domenica sono anche riuscito a farmi invitare alla presentazione della presentazione della Guida 99 Migliori Maison di Champagne, edita da Edizioni Estemporanee  scritta da

Alberto Lupetti ( suoi moltissimi begli articoli su Spirito di VIno sulle bollicine) e Luca Burei che ci spiega da dove nasce l’dea di distribuire la guida ANCHE in elettronico tramite l’Application  Store della Apple.

Ieri mi sono letto la guida per una buona metà e devo dire che è davvero fatta benissimo e soprattutto con amore. C’è una parte inizilae  interessantissima con storia, una bella Rrichard Geoffroy di Dom Perignon, note sulle tecniche di degustazione, approfondimenti sui cru, i vigneti. Belle anche le appendici sulla terminologia dello Champagne (habillage, purpitre, vin de presse, lattes..) e l’utilissimo indice delle aziende recensite per comuni.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=2Q4_OvlSr_k[/youtube]

Ma il libro com’è?

Le schede di ciasucna azienda sono fatte molto in stile Bibenda Duemilavini ovvero BENISSIMO con dati anagrafici, breve storia, caratteristiche dello stile aziendale e poi vino per vino composizione, nome, prezzo, importatore, descrizione organolettica e giudizio MAI CON PUNTEGGIO. Ci sono comunque premi per i vini eccellenti (un “tappo“) poi un coup de coer per i vini che hanno emozionato e una stella per le Maison più affidabili.

Come giudizi, sempre ben circonstanziati, spicca l’assoluto livello di KRUG con 6 champagne e tutti con tappo o coup de coer mentre in negativo viene valutato Selosse o per lo meno, in netta controtendenza verso tutto il resto del mondo della critica, vengono ritenuti molto sovrastimati e sovrapprezzati.  Io sono tra i fighetti che continuano a dire che berrebbero corbon brut autrefoisSubstance o Contraste un giorno sì e l’altro pure, però oggettivamente se si va a vedere quanto costano queste bottiglie, il sospetto che ci sia molta speculazione intorno è forte. Inoltre e non faccio fatica a credere, le degustazioni dei vini di Selosse sono descrite come le più controverse e meno unanimi da parte della giuria di degustatori della guida. Durante la presentazione sono stati serviti ben 6 coup de coer giusto per farci capire in che modo erano stati attribuiti e non posso che condividere le scelte fatte, dal grandissimo 2002 di Veuve Cliquot allo strepitosa Cuvèe Neiman 1996 Duval Leroy (segnatevela che sarà la next big thing tra le maison del futuro, ci scommetto qualcosina, uno “spago” accattivante come il Brut d’Autrefois di Corbon da Avize (definito “sontuoso e regale”) e due rosati notevoli (tra i pochi davvero buoni, Lupetti parla di notevole sopravvalutazione di tutto ciò che è rosè ultimamente, concordiamo tranquillamente) come il Perriè Jouet Blason Rosè e il Delamotte Rosè Brut.

Non manca un sito web, (ancora “coming soon”) ma che promette di essere un completamento delladuval leroy neiman guida e una sua espansione online con tanto di mailing list per segnalazioni di nuovi vini recensiti e premi per i lettori con inviti alle prossime degustazioni.

Il giudizio che ne posso dare è estremamente positivo, per meno di 15 euro vi portate a casa un volumetto utile maneggevole e ben fatto, profondo ma adatto anche ai neofiti che vi aiuterà non poco a farvi una cultura di champagne. e decisamente fondamentale anche per me che vado in giro a dire che berrei anche solo champagne ad ogni pasto (dopo un èò che sei in questo ambiente se non lo dici pare non vali nulla ;-). Unica pecca della presentazione è che non è stato assolutamente fatto cenno nè al sito web e le sue funzionalità e neanche al fatto che sarà disponibile da Dicembre per iPhone, a me paiono due fatti EPOCALI che meriterebbero un risalto decisamente  maggiore. E pensare che solo lo scorso anno, a parlare di guide del vino ANCHE in formato eletrronico sono stato pesantemente sbeffeggiato…

E quindi rimediamo noi con questa intervista a farci spiegare come mai questa grande attenzione alla rete:  Steve Jobs ringraziaci!

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=NMKEYVBVikQ[/youtube]

Altre varie ed eventuali da Merano: “pace” con Masnaghetti e la risposta alla domanda se davvero esistono vini per le donne

Tra i vari video (li trovate tutti qui) girati su a Merano, ce n’è qualcuno che vale la pena di recuperare prima di passare (finalmente) ad altro , per esempio la questione su Masnaghetti il suo blog e la polemica nata dopo questo incauto post su KelaBlu, risolta anche grazie al provvidenziale intervento del’ormai meranese d’adozione Giampaolo Paglia di Poggio Argentiera:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=D1nTBvphCgU[/youtube]

Decisamente più interessante lo scambio di battute e di sensazioni tra Giulia Gavagnin, l’avvocatessa più sexy del web (non è una mia frase ma ne convengo) nonchè metallara DOC (e pure brava visto che considera l’ultimo metallica un C-A-P-O-L-A-V-O-R-O) e  Angela Galia di Vini Vero Sicilia . Che risponde finalmene alla fondamentale domanda se davvero esistono vini da donne o piuttosto vini che profumano di donna (per esempio a me il Rosolio un brividino strano me l’ha procurato sul serio!).

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=A0qf27z3NLM[/youtube]

Top 100 Wine Spectator: inutile fare finta che non esista!

Quasi quasi quest’anno mi scordavo dell’esistenza di questa utilissima classifica dalla più autorevole (in termini di soldi raggranellati) rivista del vino al mondo. Comincia oggi infatti lo striptease che porterà venerdì a sapere quale sarà il vino che succederà al Clos de Papes 2005 Chateneuf du Pape e al Casanova di Neri 2001…Intanto ecco i primi due vini, come al solito abituali frequentatori di questa classifica che cambia meno della lista dei 3 bicchieri del gambero.

Conosco molto bene il Sangiovese di Seghesio (tra un mese capirete perchè) e non ho dubbi che lo Zinfandel sia anche meglio mentre non mi è mai capitato il Mollydoocker che comunque non gira su prezzi da occasione…costa quasi come il Grange ma non ha proprio lo stesso appeal.

Qualcuno di voi lo ha bevuto?