Andrea Gori

Sommelier, giornalista pubblicista, scrittore e ristoratore da 4 generazioni a Firenze con la Trattoria da Burde di famiglia, fondatore del Dissapore Network e Intravino, i siti web più frequentati dell'enogastronomia italiana. Scrivetegli pure a burdedj[@]gmail.com

Un giorno in Bellavi(s)ta: Mattia, Gualtiero e il resto della banda

Mi sveglio e continuo a pensare di non meritare tutto questo però non posso fare a meno di tirare la tenda e, sia pur sotto la classica pioggerella franciacortina, e pensare che di posti come questi ce ne sono pochissimi al mondo. Svegliarsi all’Albereta immersi nel silenzio e assediati dalle vigne ogni dove è sempre magico (non che sia proprio un habituè ma era almeno la seconda volta ieri mattina e l’effetto è sempre lo stesso…). Colazione abbondante (con marmellate e conserve griffate Marchesi…) e via nel tempio della bollicina di Moretti che ci saluta personalmente in partenza per Petra in Toscana (non prima di essere salito sull’impalcatura del cantiere per dare le ultime dritte a due falegnami al lavoro su un nuovo palco per le degustazioni). Ci fa gli onori di casa Mattia Vezzola che con parole semplici e precise ci fa capire cosa significa la Franciacorta, come è nata, come è cresciuta e dove sta andando.  E lo fa costringendo l’autista del bus ad una prova speciale di rally per arrampicarsi sulle prime propaggini del Monte Orfano (tutto solo in mezzo alla Pianura Padana) e per mostrarci il piccolo tesoro (in affitto) di Bellavista, ovvero il vigneto del Convento dell’Annunciata che frate Sebastiano ha affidato a Moretti scegliendo il loro progetto di riqualificazione agricola. Mattia ci spiega e ci fa vedere il terreno, unico in questa zona perchè non di derivazione morenica (dal ritiro dei ghiacciai) ma di origine tettonica, ovvero coevo alle Alpi in quanto si è alzato in seguito alla collissione della zolla tettonica della penisola italica quando si saldò (giusto qualche annetto fa) alla zolla continentale europea. Quindi terroir e origine (parola che Mattia preferisce appunto a “terroir“) particolare e unico con chardonnay diverso e ricchissimo di sfumature, utilizzato in molti dei suoi assemblaggi. E soprattutto ci spiega come capire una persona da come impugna le forbici al momento della vendemmia: lezione utile che rammenterò quando mi capiterà l’occasione…

Altro viaggetto e siamo alla “breda” (ovvero al clos, all’ortochiuso) davanti a Villa Lechi (sede del Festival), un ettaro scarso di vigneto ancora in fase sperimentale che viene ancora vinificato separatamente e il grande vigneto dell’Uccellanda. Qui è tutto molto più rigoroso e nuovo e in effetti manca la magia del Convento ma la vista sulla Franciacorta è notevolissima. E poi è pieno di fiori e con Scorsone ci avventuriamo per felci e margherite in cerca di sentori da riutilizzare quanto prima.

Giusto il tempo per un mezzo litigio con Alessandro Regoli di WineNews , alle prese con l’ultimo articolo di Ziliani sul Brunello, che ripartiamo riappacificati sul bus in direzione cantina. Tecnologia e cuore e grande ooohhh davanti alla sala delle barrique vuote in riposo ordinatamente in 5 file sovrapposte, uno spettacolo quasi inquietante ma di sicuro effetto.

Risaliamo la china dal quasi chilometro di cantina (poca cosa considerati i 5 chilometri di Berlucchi e altri in zona) per riguadagnare la luce e qualche bollicina agognata.

E Mattia non lesina di certo con 6 bottiglie del Vittorio Moretti 2001, pluripremiata cuveè con grande presenza di Pinot Nero, con lavorazione ostinatamente manuale che viene fuori nel fatto che abbiamo 6 bottiglie diverse tra loro con sentori e gusti anche molto distanti. Il gusto dell’artigianalità, ci spiega Mattia, noi ci fidiamo e ci impegniamo ad assaggiarne un pò di ciascuna… Pranzo leggero al Library Bar con Gualtiero Marchesi che rilascia interviste (ma niente replica per Camilla e KelaBlu, uffa) e poi pomeriggio di relax totale dopo una mattinata di duro lavoro.

E qui da bravi toscani in visita decidiamo di non farci mancare nulla quindi sperimentiamo piscine con massaggi d’acqua, sauna, bagno turco, palestra e soprattutto pennichella sul pratino in mezzo alle statue moderne che popolano i dintorni della Spa.

Ad esempio qui è da dove ho aggiornato il blog ieri pomeriggio, in effetti l’ho fatto da postazioni  messe peggio…Due chiacchere in libertà con la piacevolissima Kate Singleton del New York Times, nonchè scrittrice di guide Slow,  che ora vive a Scansano, ovviamente sull’Italia e sugli Italiani, viste dall’ottica di una quasi Gallese trapiantata con gioia in Maremma. E per un pò pare pure di stare in Inghilterra, non fosse per il Romanelli e il Farchioni che irrompono nel giardino con la consueta pacatezza dopo un pò.

Il pomeriggio scorre veloce e finalmente ci siamo per il mitico appuntamento con la storia, ovvero con Gualtiero Marchesi e la sua cucina che per tanti sarà poco emozionante ma per un nuovo arrivato pivellino come me, ha un sapore tutto particolare e mi emoziono quasi quando mi scoprono davanti il Riso Oro e Zafferano che ho sempre e solo visto in fotografia. Evito di domandare se si mangia pure l’oro e mi tuffo nella storia. Non dico nulla per evitare di sbagliare ma a me pare semplicemente perfetto per cottura ed equilibrio delle parti, per non parlare del luccichio dell’oro che ti rimane negli occhi pure a piatto terminato.  Sarà pure solo “storia” ma almeno è raccontata alla perfezione. E anche gli altri piatti, come l’entreè con macedonia di frutta e verdura su croccante al nero di seppia, il sorbetto al frutto della passione e il Filetto alla Rossini rivisitato da Marchesi sono eseguiti perfettamente. E meno male che Teresa, dolcissima e brillante “account” di Bellavista, quasi sorella gemella per fascino e gentilezza della “nostra” Maria Pia La Scala, non mangia il foie gras così posso bissare l’esperienza (si lo so in società non si fa ma era davvero buonissimo).

E a proposito di società, ero a tavola con Alessandro Scorsone e per me è stata una serata interessantissima e istruttiva sentirlo discorrere di buone maniere, cerimoniali, attenzioni, coccole e ogni dettaglio che riesce a curare con il suo staff nel suo delicato compito di custode della casa del Presidente del Consiglio. Ovviamente a me prima di ieri Scorsone manco stava simpatico per ovvie gelosie e invidie professionali personali e altrettatanto ovviamente senza mai averlo conosciuto. E invece ieri vi assicuro che è stata la più bella scoperta della serata. Mi ha fatto capire e realizzare che da un sommelier non ci si aspetta solo di saper abbinare e degustare un vino ma anche e soprattutto eleganza, discrezione, classe e raffinatezza, senza pensare a tutte quelle attenzioni che il cliente di bottiglie importanti merita sempre e comunque. Servire ogni giorno capi di stato e ospiti esigentissimi come quelli che ha Alessandro non capita a tutti ma il suo modello di comportamento e di professionalità merita di essere studiato e portato ad esempio per il sommelier di qualsiasi locale. (E giusto pure ribadire che chi sceglie un bel vino merita SEMPRE di essere servito come un capo di Stato!)

Una risorsa preziosa per l’AIS e per chiunque abbia la fortuna di sentirlo parlare e veder fare il proprio lavoro, e oltretutto curioso come e me e Paolo Baracchino di scoprire sentori e profumi nei vini. Tra le perle scovate nelle bollicine e nel rosso del Quercegobbe 2005 di Petra (un da me odiatissimo Merlot), il bergamotto, l’episperma di castagno nello Spirito di San Lorenzo e la totale sintonia di riconoscere nel Brandy Bellavista  servito in chiusura alcune note di incenso, perfettamente riconducibili alla sala capitolare del Convento dell’Annunciata visitato in mattinata, una chiusura di cerchio quasi perfetta.

La serata prosegue di nuovo al bar tra chiacchere, due risate e grandi performance di Scorsone, Vinciguerra e Romanelli al karaoke con Baglioni e Battisti, ma per questi video già si parla di asta al miglior offerente.

Tanto Baracchino ha già detto che in tribunale mi difende lui…

Riapre BlogBabel: Papero in fuga ma dietro Kela supera Cavoletto! E Vino da Burde…

E’ inutile girarci intorno: anche se fa molto snob dire che “non me ne frega niente” delle classifiche alla fine quando una è fatta bene e riflette abbastanza fedelmente la realtà, diviene subito un punto di riferimento. Quindi in teoria vi dico che sono felice che abbia riaperto BlogBabel (e pure che Giovy abbia ripreso a bloggare) perchè così posso vedere quali sono le discussioni che animano la blogosfera italiana mentre in realtà non ho resistito alla tentazione di andare a sbirciare l’evoluzione della classifica italiana dei blog in questi mesi di chiusura.

E il “celolunghismo” italiano mi porta ad essere ultrafelice di ritrovarmi dall’oltre 1400esimo posto addirittura al numero 867!

E molto più in alto c’è pure del clamoroso. No, che Ziliani (319) sia diventato il numero uno sul vino (a spese di Aristide che è solo 734esimo) è scontato , ma che KelaBlu (224) abbia sorpassato Cavoletto (226) ha dello storico! E Papero Giallo non è lontanissimo con un 173esimo posto…diciamo che meno male che al Gambero si sono accordati con Massimo prima di questa classifica altrimenti altro che “un panino e via“.

RETTIFICO (come dicevo la classifica in teoria non interessa a nessuno però provati a scrivere qualcosa che subito piovono precisazioni):

Kela era già davanti a Cavoletto e Papero, anzi era l’unico foodblog nei top100 e solo lo stop del rinnovo del contratto lo ha fermato. Vabbè come vi dicevo io non la seguivo tutti i giorni quindi può capitare…

Aggiornamento:

Pure Ziliani e Mauro Erro ne parlano, appunto a nessuno interessano…

Gioco della Cuvée Contadi Castaldi 2008: Veni Vidi Vici!

Finalmente ho qualcosa con cui far schiattare d’invidia Ivano… non chiedetemi come mai ma ieri sera il mitico squadrone toscano, capitanato da Stefania Vinciguerra, si è aggiudicata l’edizione 2008 del Gioco della Cuvée. Che è vero che è un gioco ma come tutti i giochi va fatto seriamente (come dice un mio amico).
Prima di iniziare ero un pò nel panico e nei giorni scorsi per fortuna qualche voce amica su Rexbibendi e via mail mi aveva dato un paio di dritte che si sono rivelate utilissime. Soprattutto si è rivelato utile il consiglio di non puntare troppo sulla morbidezza e tener ben presente che si tratta di una base su cui poi si innesteranno i processi di seconda spumantizzazione e di conseguenza si dovevano seguire altri criteri che non quelli per un vino piacevole e completo in sè.
Tra le 16 squadre partecipanti (selezionate nelle eliminatorie dei mesi scorsi e tra esperti del settore) alla fine il nostro fiuto (o fortuna) ha prevalso, sia pur di pochissimo.

La “formula” vincente è stata la seguente:
(ecco Mojoli che la enuncia e non si fa scappare una battuta sui toscani “esperti di tagli bordolesi”)

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Formula Gioco Cuveè Contadi Castaldi 2008
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40% Colluvi Distali
30% Morenico Profondo
10% Colluvi granulati
10% Fluvio glaciali
5% Depositi Fini
5% morenico sottile
Tale formula sarà utilizzata (o meglio, tenuta in considerazione) da Contadi Castaldi per il loro Saten in uscita nel 2010 basato appunto sugli Chardonnay 2007 che abbiamo assemblato oggi.

Il metodo di lavoro seguito ha visto dapprima l’assaggio dei 6 vini base, tutti Chardonnay 2007 provenienti da 6 tipi di terreno diverso (le cui caratteristiche erano splendidamente illustrate sulla tovaglietta e sul taccuino di lavoro che ci era stato dato) e qualcuno di questi fermentato in legno o maturato in barrique. Stabilite le caratteristiche di ciascun vino (acidità, note aromatiche, corpo, morbidezza, persistenza), e ci ha portato via una buona mezzora, nei restanti 25 minuti abbiamo provato dapprima con una cuvée di 4 dei 6 vini, ciascuno al 25% (Morenico, Colluvi e Depositi Fini) e il risultato ci è sembrato poco corposo. Abbiamo quindi fatto prevalere il Morenico Profondo che ci pareva avesse più corpo, frutto e  struttura e i Colluvi Distali con la sua netta florealità. La seconda cuvée già ci piaceva di più ma gli mancava ancora un pò di speziatura e verve acida. Abbiamo quindi aggiunto un pò di e raddoppiato la dose di Colluvi Granulati e fatto prevalere i Colluvi Distali sul Morenico.
Assaggiata questa terza versione abbiamo avuto quasi tutti la stessa impressione “è lei!”. Giusto per riprova abbiamo fatto un tentativo di raddoppio del Morenico Sottile ma non ha convinto la maggioranza del gruppo.
Ecco, adesso solo 2 minuti al termine e di volata con cilindri graduati e becher (ah che bei ricordi in via Romana alla Specola al mio laboratorio di microbiologia…) ci siamo messi sotto per riempire la bottiglia da 750 che sarebbe andata alla giuria per la valutazione. Consegna nei tempi e la convinzione che comunque sarebbe andata eravamo riusciti in 14 persone a lavorare con metodo e profitto a qualcosa che non avevamo mai fatto prima.
Aperitivo, musica e ottima cena con uno strepitoso Agnello Croccante in umido piccante di Vittorio Fusari de La dispensa Pani e Vini.
Attimi di suspence ed ecco la proclamazione dei vincitori con scatto di gioia di Leonardo Romanelli che perde la voce nell’urlare di gioia.
Tralascio i commenti e la cronaca della notte danzante (che meriterrebero qualche video come lo Zazzeri in ballo sfrenato con la nostra Capitana Stefania) e voglio solo soffermarmi sul senso didattico della giornata.
Come speravo, è stata un’occasione di confronto e di crescita notevole che mi ha permesso di confrontarmi su di un tema che onestamente conoscevo pochissimo se non per sentito dire o studiato sui libri ma il veder evolvere e crescere una miscela di vini a dare risultati in parte prevedibili e in parte frutto della misteriosa alchimia gustoolfattiva dello Chardonnay è stato davvero emozionante. Sul libro di testo AIS c’è scritto che il lavoro del maestro di Cuveè è un pò come una partita a scacchi dove occorre considerare che ogni mossa, ogni aggiunta o modifica delle percentuali, può dare risultati a catena che si deve imparare a conoscere se si vuole fare di questa arte un lavoro. Noi avevamo oggi solo 50 minuti per completarla ma tutti avrebbero voluto almeno una notte per completare tutti gli esperimenti immaginati: solo che alla fine non saremmo di sicuro stati in grado di decidere su quale fosse la migliore…
Quindi, da principianti assoluti, forse meglio dover lavorare così con il tempo tiranno a mettere tutti d’accordo, e vi assicuro che di nasi e di teste importanti (e potenzialmente in lotta tra di loro…) ce ne erano! Ma quando conta il risultato…
Adesso però io mi ritirei volentieri imbattuto, il prossimo anno non chiamatemi che magari combino qualche disastro!

Profondo Bollicina Franciacorta: in finale al Gioco delle Cuveè da Contadi Castaldi

Ho cercato in ogni modo di dire a quelli di Terra Moretti che non sono assolutamente bravo come il mio amico Ivano Antonini qui a fianco (vedi VG qui e qui) nel preparare basi spumanti e nell’assemblare cuveè di un certo livello ma hanno insistito e allora, anche desideroso di capirne di più di questa nobile arte ninja vinicola che si tramanda di generazione di chef du cave all’altra mi imbarco oggi per la Franciacorta, ad Adro, dove si terrà la finale del Gioco delle Cuveè, annuale garea tra appassionati, giornalisti, enologi e produttori per scegliere la base del Saten Contati Castaldi.

Sarò in squadra con veri pezzi grossi come Paolo Baracchino Daniele Bartolozzi (Vini Buoni d’Italia),  Piergiuseppe  D’Alessandro (responsabile di produzione Tenuta La Badiola ) , Vito Lacerenza (Guida Gambero Rosso e Slow Food Toscana) , Leonardo Romanelli (Gola Gioconda – Canale 10 – La 7, QuintoQuarto), Guido  Ricciarelli (Spirito di Vino), Kate Singleton (Herald Tribune – New York Times) , Stefania  Vinciguerra di Euposia  e il grandissimo  Luciano Zazzeri (La Pineta a Marina di Bibbona). In giuria (tra gli altri)  il grande Alessandro Scorsone, Daniela Scrobogna e Pierluigi Gorgoni, Giacomo Mojoli, Alessandro Regoli.

Insomma se perdiamo è di sicuro colpa mia!

(p.s. domani sera cena da Marchesi, speriamo abbia preso bene i miei video su KelaBlu! magari gli chiedo una replica alla video-rece…)

Per dettagli vi riporto qui il Comunicato Stampa di Terra Moretti:

Nella sede dell’azienda, presso la storica Fornace Biasca, si sfideranno le squadre vincitrici delle tappe del tour 2008 con i vincitori dello scorso anno e una squadra di esperti provenienti dalla Toscana. – Una qualificata giuria composta da prestigiose firme della stampa del vino, degustatori, docenti Ais e sommelier, ma anche giornalisti ed opinionisti semplicemente appassionati delle bollicine, come Lamberto Sposini, decreterà il vincitore dell’edizione – Intanto crescono i consensi del mercato per il Satèn Contadi Castaldi e si punta a nuovi ambiziosi traguardi.

All’antica fornace Biasca di Adro, in Franciacorta, dal 1991 sede della cantina Contadi Castaldi del gruppo Terra Moretti – realtà vitivinicola di punta nel panorama italiano, con i marchi Bellavista, Contadi Castaldi, Petra e Tenuta La Badiola – tutto è pronto per ospitare, il prossimo giovedì 17 luglio, il gran finale della settima edizione de “Il Gioco delle Cuvée”. L’originale format che unisce formazione, informazione e divertimento e che dal 2001 ad oggi porta in giro per l’Italia, e non solo, la cultura e il gusto del Franciacorta Satèn è infatti anche quest’anno arrivato al suo epilogo: le squadre vincitrici delle tappe di Caselle Torinese, Praga, Spino d’Adda (CR), Palermo, Ponza (LT), Colloredo di Monte Albano (UD), Castelnuovo del Garda (VR) e Spotorno (SV) si incontreranno per misurarsi, nella finalissima, con i vincitori dell’edizione dello scorso anno e con una squadra di esperti toscani. In palio il prestigio della vittoria, ma soprattutto il piacere di poter essere riconosciuti, attraverso il verdetto assegnato da una giuria di assoluto valore, gli alfieri del Satèn Contadi Castaldi per il 2008, oltre alla consapevolezza di aver approfondito, una volta di più, i segreti di queste bollicine a cui l’azienda di Adro ha voluto legare la propria identità sul mercato.

“Il nostro Satèn è un vino di grande eleganza con un legame profondo ed unico con il territorio di Franciacorta – spiega Francesca Moretti, enologa e responsabile del progetto vino della Holding Terra Moretti – Difficile fotografarlo in modo univoco, tanta è la ricchezza di elementi che lo caratterizzano e che vi trovano una sintesi equilibrata: ampio ma anche verticale, fresco, raffinato e con un perlage finissimo . Forse è proprio questa sua complessità ad affascinare il consumatore più esperto e, al tempo stesso, a catturare il giovane, alla ricerca di un vino di tendenza”.

E il “Gioco delle Cuvée” è proprio lo strumento attraverso il quale Contadi Castaldi promuove il suo Satèn da sette anni in ogni parte d’Italia, incontrando direttamente i consumatori e misurandosi con il loro gusto: “Siamo oggi sul mercato con la vendemmia 2004, – continua Francesca Moretti – e i riscontri che stiamo avendo dai nostri clienti e dai consumatori finali sono davvero positivi. Se il trend di  mercato rimane costante, prevediamo di annunciare l’esaurito dell’annata 2004 prima di fine anno.” Una bella soddisfazione per casa Moretti perché i numeri del Satèn di Contadi Castaldi raggiungono oggi le 150.000 bottiglie annue, pari al 15% dell’intera produzione della Franciacorta. Una scelta coraggiosa, presa nel 1998 con la produzione di 60.000 bottiglie dell’annata ’97, che allora equivaleva alla somma della produzione di 3 delle maggiori cantine della Franciacorta. “Abbiamo scommesso su questo prodotto – prosegue Francesca –  per il suo gusto e per alcune caratteristiche d’uso che lo rendevano molto interessante per il mercato. Il Satèn, che per primi in Franciacorta abbiamo voluto produrre come millesimo, è un Franciacorta perfetto per la mescita, per il cosiddetto sbicchieramento dei locali giovani, e per la regalistica. Siamo sicuri che questa risposta è strettamente legata alle caratteristiche organolettiche del vino, quella delicatezza e quella eleganza sobria che piace immediatamente e non ha bisogno di molte spiegazioni”.

Capace di unire conoscenze tecniche, esperienza e sensorialità, il “Gioco delle Cuvée” ha coinvolto nelle sei edizioni precedenti oltre 22 città e più di 1000  clienti, tra enotecari, ristoratori, giornalisti, opinion leader e semplici consumatori. Numeri importanti, che hanno offerto occasioni di riflessione e stimolo anche a personaggi di primo piano del mondo della comunicazione quali Alessandro Cecchi Paone, Domenico de Masi e Paolo Crepet.

In questa finale, poi, numerosi saranno gli elementi innovativi: “In primo luogo la presenza di una qualificata giuria di esperti: prestigiose firme della stampa del vino, degustatori ufficiali, docenti Ais e sommelier. Ma anche giornalisti ed opinionisti meno esperti seppur appassionati del vino e delle bollicine Franciacorta, come Lamberto Sposini, – afferma Carmen Moretti, vicepresidente del Gruppo Holding Terra Moretti. A loro il compito di giudicare le cuvée preparate e scegliere la migliore, quella che meglio interpreta l’anima del Satèn Contadi Castaldi.  Ma a loro sarà chiesto anche di misurarsi in una degustazione alla cieca, fra le bollicine espressione dei cinque territori europei maggiormente vocati  e più rappresentativi. E, ancora, presenteremo i risultati di un sondaggio fatto tra i quasi 500 partecipanti al Gioco delle Cuvée di quest’anno, per comprendere quali siano i profumi e quali i sentori che maggiormente si riconoscono nel nostro Satén”.

Come Eravamo: l’esordio al Miglior Sommelier Toscana 2006 e l’ultimo saluto a Carlo Pratovecchi

Estate tempo di deframmentazioni del disco rigido e pulizia dell’immane quantità di cianfrusaglie accumulate nei mesi scorsi… Cercando di liberare spazio trasferisco gli oltre 2 GB di backup del mio glorioso Nokia 7610 e mi imbatto in due inediti da paura ovvero la mia esibizione al Concorso Miglior Sommeler della Toscana 2006, tenutosi il 27-28 Marzo 2006 in quel di Pietrasanta, in concomitanza con il Premio Versilia. Partecipai veramente con pochissime speranze in cerca di un pò di esperienza ma si rivelò un trampolino di lancio incredibile con ricadute oltre ogni mia immaginazione. Qualche mese prima mi era capitato di arrivare in semifinale agli Italiani a Cagliari ma ero veramente lontano dai primi (vinse Perazzo su Gargiulo e Bacilieri quella volta); se non altro mi resi conto che cosa voleva dire gareggiare e in 5 mesi di studio notturno con il piccolo Malwin in collo (non ha mai dormito fino ai due anni il signorino…) mi presento a Pietrasanta davvero con l’animo di chi non ha nulla da perdere e nessuna speranza di guadagnare alcunchè. Però poi ti capita che azzecchi diverse domande, i vini alla cieca li riconosci e finisci sul palco. (altro…)

Gelato artigianale da Burde: arriva la Crema di VinSanto di Carapina con il biscotto di Prato Mattei

Tra gli effetti curiosi del blog e del web 2.0 c’è quello che ti porta ad essere ri-conosciuto alle feste senza che tu abbia la minima idea di chi ti sei ritrovato davanti e soprattutto questa persona per esempio ti dice “Ehi ma tu sei quello che festeggia il compleanno il 26 luglio con la festa del gelato a casa sua“. Ecco come Simone Bonini mi si è presentato ad una festa due settimane fa in quel di Carmignano…

Dopo (troppi) anni di assenza torna quindi da Burde il gelato artigianale, qualcosa di cui si sta cominciando finalmente a parlare seriamente dopo anni di pressappochismo. A Firenze infatti dal 22 Maggio ha aperto Carapina (sito ancora fermo ma già si parla di blog), nuova gelateria che ha aperto una breccia nel cuore di molti fiorentini a giudicare dal grande successo che ha riscosso. Oltre alla qualità altissima delle preparazioni con ingredienti e materie prime selezionatissime, direi che una buona dose di marketing evoluto ha servito allo scopo con varie trovate come i cestini da pop corn che sostituiscono le “bare” di polistirolo tradizionale, i gusti un pò estremi (provate il Nero Assoluto e mi dite…) e infine quella che ci ha fatto decidere per metterlo in carta ovvero il Biscotto di Prato Mattei servito sulla Crema al Vin Santo Toscano. Ed è proprio questo che da oggi cominciamo a proporvi da Burde a fine pasto contribuendo ad una operazione che farebbe la gioia di ogni bocconiano ovvero una operazione di co-branding in cui le vision di 3 aziende si sposano in un’azione di mission sharing di Carapina ottimizzandoil added value dei brand storici Burde e Mattei. Il che si traduce nel payoff “Fredda tradizione e dolce innovazione toscana”. Ci manca solo una sana azione di Guerilla Marketing magari andando nelle gelaterie altrui ad infilare biscotti a destra e a sinistra…

Insomma, tanti “-ing” per dire che ALMENO vale la pena provarla!

E se non ce la fate a venire a trovarci a pranzo o per cena (il venerdì) stiamo mettendo su un evento “gelato” per la fine di Luglio quindi non avrete scuse…

Cocktail Competition Long Drink Vermouth di Prato: Andrea Gori in giuria!

A noi “poveri” sommelier tocca fare pure questo ovvero, su invito di Andrea Balleri e del fiduciario AIBES regionale Luca Picchi (avete presente Rivoire?) siamo stati, insieme a due colleghi sommelier di Prato, precettati per presidiare la giuria della Prima Edizione della Competizione per Barman LongDrink a base di Vermouth di Prato, antica ricetta del 1750 riscoperta e prodotta dalla Gusteria Numquam. E così ieri durante uno dei bellissimi giovedì “bianchi” con i negozi aperti fino alla mezzanotte nel centro di Prato nella bellissima Piazza Duomo mi sono ritrovato davanti 17 cocktail di una bellezza emozionante e tutti veramente ben fatti e dissetanti. La competizione prevedeva, oltre all’utilizzo obbligatorio di 20 cl di Vermouth di Prato, alcune caratteristiche ovvero di essere un Long Drink after dinner e soprattutto, vista la stagione, che fosse rinfrescante ed “estivo” quindi alcool relativamente basso (del resto il Vermouth è sui 17% e quasi mai di più). Dei 17 cocktail (qui trovate alcune foto) almeno 5 erano davvero eccezionali e soprendenti e facevano davvero capire la differenza tra un cocktail da discoteca preparato giusto per intascare 10 euro e una piccola opera d’arte creata per intrattenere e soddisfare un cliente esigente di un bar di livello. Non è la prima volta che frequento ambienti AIBES e bar di un certo livello e ogni volta mi sorprendo per la grandissima preparazione di questi ragazzi che ha poco da invidiare a quella dei più bravi sommelier. Che per il momento hanno qualche opportunità mediatica e di carriera maggiore visto che esercizie e locali che puntanto sul Bar e sui cocktail sono sempre meno, o almeno sono pochi quelli che puntano alla qualità tout court del servizio e delle materie prime.

Ha vinto Salvatarore Casapullo da Montecatini, non nuovo a questi exploit con un freschissimo drink a base di succo di lamponi freschi spremuti e zucchero di canna liquido, Passoa e Cramberry Juice.

Presentazione eccellente, decorazione semplice ma efficace, colore invitantissimo rosso acceso, lamponi sopra tutto ma con il Vermouth di Prato ad esaltare la freschezza del Cramberry Juice. PAssoa dolce stemperava il tutto e davvero uno di quei cocktail su cui su può usare la frase tecnica “ne berrei un secchio”…

Ed eccolo qui premiato da Andrea Balleri sul palco:

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Premiazione Vermouth Prato
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Al secondo posto Stefania (e la vediamo in questo video mentre prepara il suo cocktail) Vermouth, Pestato di Agrumi, Whisky Canadian Southern Comfort e succo d’arancia. Mi è particolarmente piaciuta la decorazione con il richiamo dell’alchechengi rotondo e giallo sul bicchiere panciuto contenente il cocktail pure giallo e le foglie di menta che richiamavano il pestato di lime nel bicchiere. Al gusto era molto rinfrescante con una piccola nota amaricante nel finale che ha davvero reso difficile non berlo tutto nonostante il caldo e il fatto che fosse il diciasettesimo assaggio della serata!

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Stefania e il coktail Vermouth Prato
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Momenti di show finale con una esibizione di Flair Barman che, nonostante siamo un pò lontani dal livello del Bar Show di Londra, fanno ben sperare per il futuro di questi ragazzi. Presentato da Federico Filippelli, ha visto sul palco, oltre all’esibizione del presentatore, anche Sasha Mecocci e un altro bravissimo giovane Damiano Carrara…(che a giudicare dal sito ha le idee MOLTO chiare)

Eccoli su YouTube!

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http://www.youtube.com/watch?v=1PeSki_Y4UQ
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http://www.youtube.com/watch?v=HcH3iOWk0zI
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http://www.youtube.com/watch?v=caE_acDSVpk
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Giuseppe Mazzocolin su richiesta…si ritira per il momento da YouTube

Approfitto del post sul Maestro Raro per comunicare ai lettori del blog che i video di Giuseppe Mazzocolin che introduce i suoi vini e la sua tenuta sono stati temporaneamente ritirati da YouTube come da accordi presi a suo tempo con il sottoscritto. Non si tratta nè di querele nè di censura ma solo un modo di Giuseppe per dire che sul vino ultimamente stanno parlando un pò tutti e non sempre a proposito. E, per come dire, lui non vuole “appesantire” l’aria nè contribuire al grande bla bla degli ultimi tempi.

Ovviamente ho cercato di dissuaderlo dicendo che se tutti parlassero come lui e dicessero quello che dice lui il vino non avrebbe altro che da guadagnarci (e chi c’era qui con noi da Burde nella serata  e ha visto i video fino a ieri lo può confermare) ma rispetto la sua decisione e come da accordi presi, ritiro (spero solo temporaneamente) i suoi video dal web.

Sono comunque ancora disponibili in modalità “privata” su YouTube quindi contattate direttamente l’azienda per poterli visionare in rete dopodichè provvederò ad abilitarvi alla visione dei video.

Felsina Berardenga Maestro Raro Toscana IGT 2004

maestro raro

Ecco l’intruso della serata Felsina, un Cabernet Sauvignon nel senese che ha raccolto negli ultimi anni un numero impressionante di riconoscimenti. E assaggiandolo e annusandolo in effetti si avverte una gamma enorme di sensazioni di mirtillo, ribes nero, cassis, mora di gelso, pepe nero, spezie, un leggerissimo velo di peperone e anche qui humus e terra. Un esempio formidabile sia di come il Cabernet riesca ad esprimersi ubiquitariamente nel mondo ma che solo in certe zone davvero riesce a tirar fuori il meglio senza esprimere note di peperone troppo marcate ed erbaceo un pò invadente. Quando poi il terroir marca i vini in maniera decisa, è un piacere sentire la Berardenga venir fuori con le note minerali, di humus, di terra bagnata che anche attraverso il Cabernet che raramente, almeno in italia, interpreta in maniera così genuina il terreno dove cresce. 

Ecco qui la degustazione del vino  

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Maestro Raro IGT 2004
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Rimedi contro l’afa in cucina da Burde (e pure in cantina)

piatti estivi fiorentini toscaniLa scusa ufficiale è che fa un caldo boia ma in realtà per giustificare le uscite “fuori” occorre proporre sempre qualcosa di nuovo per i clienti, nostri come per chiunque altro. Per questa Estate, Burde vi propone due carrellate di piatti freddi e semifreddi per continuare a mangiare (e bere) toscano pure con ‘sto caldo.

Come minestre sono tornati infatti i classici di stagione ovvero la Panzanella (con cipolla a parte per chi ha incontri di lavoro importanti nel pomeriggio), il Farro freddo con zucchini in umido, il Passato di Minestrone Speziato, e la classicissima Pappa al Pomodoro. Come secondi piatti invece vi rammento l’Insalata di Trippa e verdure sottaceto, l’Insalata di Magro con lesso, fagioli, cipolle e pomodori, le Melanzane alla Parmigiana “leggere” (ovvero non ripassate in forno ma “soltanto” fritte e impodorate), il Lesso freddo con Salsa Tartara, la Lingua a fette con salsa verde.

Oltre a questi piatti un pochino rinfrescanti vi segnalo poi l’arrivo delle verdure fritte IN PADELLA, quindi Fiori fritti (pastella di farina e birra senza uovo) e Pomodori Verdi Fritti (alla fermata del 35).

Tra i dolci, oltre alla Torta di Mele che ci costringete a fare anche in Estate, ecco la Crostata di Pesche senza crema, il nostro Creme Caramel e soprattutto il grandissimo Zuccotto semifredddo Fiorentino, pan di spagna bagnato con l’Alkermes, panna e cacao. Non manca la Torta Pistocchi “classica” che pure d’Estate è richiestissima dato che è fredda e tutto sommato pure leggera.

Poi stiamo mettendo a punto una collaborazione speciale con un astro nascente della Gelateria Fiorentina che è attualmente in fase di test ma su cui daremo presto un annuncio ufficiale…tenetevi da parte un pò di biscottini Mattei!

In cantina continua la rotazione dei vini al bicchiere. Ogni giorno 12 vini al bicchiere alla temperatura ottimale (nonostante “Ehi sommelier ma questo vino rosso è freddo” “No guardi che è a 16 gradi” “E no, allora  me lo porti caldo”) con in grande spolvero i Chianti Classico veri come Ormanni (Poggibonsi), Castello di Tornano (Gaiole) e Cennatoio (Panzano), i Nobili di Montepulciano Contucci e Gattavecchi (vai Luca chiarisci tutto e torna a trovarci!), il Brunello di Montalcino Mastrojanni , e l’outsider forestiero (come stile) Le Cupole della Tenuta di Trinoro che a 25 euro in tavola sta spopolando. Tra i bianchi ecco l’Arioso di Campo alla Sughera e il Rosato di Riecine For Jasper 2007 (sempre più di moda i rosati quest’anno).

Ah, dimenticavo, cominciate a liberarvi il venerdì 1 agosto, se siete in città, c’è una novità da provare da Burde e stavolta non è SOLO da mangiare e da bere…

Insomma la gente sparisce e va in ferie, la crisi regna sovrana, ma almeno noi ci proviamo! 🙂