Prima giornata di sole vera e calda oggi, prima grande Vernaccia del 2008 assaggiata (dall’acciaio) e primo piatto davvero da ricordare del 2009, in un’ aia toscana. E primo post (per quest’anno) quasi solo di foto.
Alla fine delle sette annate comincia quasi ad afferrarlo, questo vino, questo piccolo prodigio di eleganza bordolese ma con animo italiano, piombato in Trentino ma con radici toscane, una famiglia di viticoltori pluricentenaria che ha fatto la storia del vino…e che oggi parla con tutti con YouTube, con il blog, che riscopre mestieri antichi e importanti come la potatura del vigneto, senza ciance biodinamiche e proclami.
Tutto con classe e stile, come quelli di Anselmo che ieri ci ha guidato alla scoperta del mistero di San Leonardo, questo unicum di spezie balsamiche, di frutta delicata, di tabacco, di sandalo, anice e pepe soffiato sopra la Vallagarina… (altro…)
Uno dei beniamini del pubblico grazie anche al riconoscibilissimo packaging a piramide ma soprattutto grazie ad un gusto molto accattivante e delicato. Questo classico stile francese Bally ha alcol pungente (pur sempre 45%), colore “giusto” senza forzatura, nocciola, cacao, torrefazione, caramello non esagerato…al naso è tutto ciò praticamente che ti aspetteresti da un Rhum.
In bocca… (altro…)
Eccoci al grandissimo Matusalem , il famoso Ron di Ernest Hemingway, che addirittura lo usava per i suoi Cuba Libre (non lo fate mai!). Altra grandissima EX-distilleria cubana (fondata nel 1872) poi trasferitosi dopo Fidel Castro nella Repubblica Dominicana, con questo 15 anos offre un ron industriale (quindi da melassa) che non ha niente da invidiare a blasonati Agricole. Un gusto deciso e persistente di torrefazioni, cacao e dattero accompagna il naso e la bocca senza mai stancare nè pungere grazie ad un alcol ben dosato (solo 40%) e una struttura potente ma che rimane comunque elegante. Come persistenza… (altro…)
Produccion limitada per l’Italia, dove ha incontrato un successo clamoroso, un prodotto di altissima gamma (sui 90 euro in enoteca), curato nella bottiglia con la piccola impagliatura sull’esterno, un colore scurissimo e dolce già alla vista. Al naso non ha una intensità altissima ma gli aromi sono molto fini con caramella d’orzo, creme caramel, caffè, cacao, noci, tabacco. Distillazione sul mare in Guatemala ma affinamento in sistema solera per 23 anni (circa…) sulle montagne a 1.200 metri.
In bocca soprattutto… (altro…)
Molti meno assaggi qui ma il fisico sul serio non mi sosteneva più (qui trovate i punteggi del Brunello Annata 2004). E quindi alcune delle Riserve, purtroppo quasi tutte figlie di un’annata NON da Riserva per cui è normale che solo le grandi aziende si siano salvate in quest’annata comunque foriera di concentrazioni e succosità molto interessanti (per gli amanti del genere). Pochissimi Rosso di Montalcino ma tutti concordi nel salutare un’annata forse ancora meglio della già celebratissima 2006 per il figlio non più tanto minore del Brunello. Discorso a parte per il Moscadello (il vero vino tradizionale di Montalcino! ;-)) che come vedete nella foto fatica molto a trovare una identità unica però dallo stile passito al frizzante, difficile che qualcuno non trovi il proprio preferito, davvero sono tutti veramente ottimi vini da fine pasto o da formaggi.
Ecco qui l’elenco degli assaggi e relativi punteggi:
Non ci sarebbe bisogno di dirlo visto che già la stampa è partita con il peana di rito per quest’annata ma in effetti i primi assaggi parlano di grandissima caratura di tutti i vini, legno ben dosato, pochissime esagerazioni e spesso fusioni notevolissime di stile austero e tradizionale in vini che davvero rendono onore al blasone del Brunello. Condizioni di assaggio molto buone anche se ovviamente c’è una ressa e un caos notevoli. Ma siamo al cospetto di uno dei vini più grandi del mondo e ogni assaggio quest’anno pare ricordarcelo. Ieri sera intanto grandissima cena di benvenuto di cui vi relaziona ovviamente Leonardo nel suo blog e nel TUMBLR delle anteprime (seguitissimo, grazie mille a tutti!).
Ed ecco tutti gli assaggi dell’annata 2004 (o mio Dio quanti sono!): (altro…)
Annata niente male questa 2006 con poche aziende con frutto surmaturo e in generale vini molto equlibrati, grande tannino ma sempre sotto controllo, spesso poca acidità e vivacità da Sangiovese. Stili molti dissimili e si fa fatica a trovare un denominatore comune, specialmente per i vini annata. Molto meglio nelle Riserve 2005 e nei Cru dove la preponderanza del Sangiovese aiuta ad avvicinare (nell’eccellenza) molti vini. Forse un passo avanti rispetto allo scorso anno nella ricerca di uno stile condiviso di Nobile ma ancora un pò di strada da fare…
Ecco la mia sfilzata di giudizi (da prendere come sempre con le molle!)che spero di integrare nel pomeriggio con gli altri vini.
Rispetto alle annate 2007 nelle Riserva 2006 2005 e 2004 c’è molta più disparità soprattutto dovuto all’uso del legno molto dissimile. Si assiste a stili molto variegati ma un leggero passo indietro generale verso vini più complessi rispetto alla semplicità gambelliana da tanti ricercata (a parole).
In ogni caso moltissimi vini piacevoli e dalla personalità chiantigiana comunque ben presente, godibili e immediate le 2006, sontuose qualche 2005 e molto classiche e in grande spolvero evolutivo le poche 2004 presenti. E vai con la lista degli assaggi… (altro…)
Prendete il tutto con le dovute “molle” ma qualche indicazione sulle annate possiamo cominciare a farlo. Una 2007 molto migliore di quanto mi aspettassi (sentite anche il commento dell’enologo del Consorzio Daniele Rosellini) nonostante alte acidità che rendono i vini molto duri all’assaggio. In ogni caso un ulteriore assotigliamento dei vini sullo stampo Gambelli e sulla territorialità netta. E finalmente (o forse sono io che comincio a conoscerli meglio…) cominciano a staccarsi le famose sottozone, da sempre chimera del Chianti Classico.
Per esempio Castellina, Radda e San Casciano hanno vissuto questo 2007 da grandi profumi e sbalzi termici alla grande con freschezze e dinamicità. Più in sordina Panzano che pare avver leggermente sofferto l’annata con vini più potenti che eleganti. Gaiole invece sempre alti gli standard e classicità sopratutto, il che però spesso vuol dire anche senza grandissimi acuti… (altro…)