Bevute

Assaggi di vino distillati con punteggio, spesso con video degustazione

Leonardo Beconcini e il “suo” Tempranillo sulla via Francigena a San Miniato

Ancora grazie a Pietro Leonardo per l’invito alla Fattoria Di Stibbio (posticino incantevole in quel di San Miniato) per la prima tappa del tour di presentazione del vino da vigna centenaria di Tempranillo, il Vigna alle Nicchie.

Nicchie che vedete in foto qui accanto e che caratterizzano insieme all’argilla il terroir di San Miniato, dove per ottenere quantià di uva non è mai stato un problema ma per avere vini di qualità occorre tagliare, tagliare, tagliare. Ecco il perchè del nome “Reciso” del suo vino più famoso (finora) esclusivamente da Sangiovese.

Posto in apertura di serata, sui piatti di Gilberto Rossi (non bravo solo in TV per la Prova del Cuoco ma anche nel “suo” Pepenero) il Reciso 99 ha stupito tutti per la grande mineralità e il respiro da Sangiovese argilloso, meno floreale ma più carnoso, assolutamente lontano da modelli piacioni o rotondi tanto in voga in altre zone della Toscana. (altro…)

Chateau Guiraud 2000 Premiere Cru Sauternes AOC

guiraud 2000
Annata molto difficile a Sauternes diversamente dal Medoc. Ciò significa pochissime bottiglie (37mila rispetto alle oltre 100.000 consuete), ma grande comunque la concentrazione delle poche bottiglie prodotte.
Dal punto di vista olfattivo, profumi iniziali nel gesso e nell’affumicato, in seconda battuta si entra nell’agrumato interessanti tra pompelmo e arancia, e corredo aromi dolci e speziati intriganti con radice di ginger ben presente e iodio. Anche noti floreali, da acqua di colonia, di rosmarino. Qualcuno azzarda “macchia di viole di fronte a Poggio di Sotto a Montalcino”.
Intrigante, quasi secco e ottimo, almeno qui da Burde, sul fegatello cotto intero nella rete…
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Degustazione Chianti Rufina Riserva Biennale Enogastronomica Fiorentina: ecco come è andata!

Sarà stato il freddo e la voglia di scaldarsi con del buon vino ma gli 80 posti della bellissima sala Ex-Leopoldine di Piazza Tasso, messa a disposizione dalla Confesercenti Firenze per queso penultimo atto della Biennale Enogastronomica Leo Codacci, non sono bastati e la sala era davvero strapiena con molti anche in piedi.

Tutti radunati per (ri)scoprire il più alto dei Chianti, il Rufina, e quello che sicuramente ha il miglior rapporto qualità prezzo in Toscana.  Ma non è la sola cosa che abbiamo imparato della Rufina questo pomeriggio…

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Chateau Guiraud 2002 Premiere Cru Sauternes AOC

guiraud 2002
Dolcissimo, il più dolce della serata con oltre 130 gr/l zuccheri, acidità media, evoluzione poco prevedibile ma adattissimo a dolci in questo momento. Al naso è albicocca, ananas, miele millefiori, crostata di pesche. Accenni iodati e minerali ma è davvero la frutta dolce a farla da padrone sulla scena. In bocca acidità appena percettibile ma che riesce comunque quasi ad equilibra l’imponente corredo di morbidezze del vino.
Durante la cena, era comunque l’unico capace di contrastare e affiancare il Cabrales delle Asturie spagnolo molto grasso e persistente.
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Chateau Guiraud 2004 Premiere Cru Sauternes AOC

guiraud 2004 Annata buona , ma ancora molto compresso e attorcigliato, pochi profumi, quasi solo minerali, grande bocca e spessore, fa sperare molto per il futuro. Al naso ha sentori nitidi di bothrytis, di iodio, di minerale con note dolci di frutta delicatissime. In bocca si riscatta dandoci una complessa immagine con fiori e frutta gialla, con una dolcezza ben presente ma mascherata dall’acidità molto viva. Ottimo, per adesso da dessert, ma sicuramente da aspettare fiduciosamente in quanto la materia e la struttura del vino sono presenti e percettibili già adesso.
Oggi, abbinatelo su torta di mele e formaggi stagionati.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=i9s7Vk1RdaE&feature=related[/youtube]

Chateau Guiraud 2001 Premiere Cru Sauternes AOC

guiraud 2001
Un capolavoro praticamente perfetto, vino monumentale a tutto pasto con ancora energia e potenzialità di vita centenarie. Gamma olfattiva impressionante e bocca davvero coinvolgente. Di certo il vino migliore della serata dal punto di vista dell’investimento e molto utile per capire come si valuta la grandezza anche in prospettiva di un grande Sauternes. Dal punto di vista olfattivo stupisce la commistione davvero armonica di sensazioni floreali, fruttate e speziate delicate ma intense che lo rendono davvero completo.
In bocca è sontuoso e regale e ha momenti dolci, momenti più secchi e alterna picchi di intensità di aroma e di sapore che davvero lo rendono molto versatile per molti abbinamenti anche impegnativi. Cercatelo ogni dove… (noi ne abbiamo solo ancora due bottiglie!)

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Sauternes Chateau Guiraud per cena: sì, siamo dei priviliegiati…

So che suona terribilmente (eno) snob ma alla fine di certe serate e di certe emozioni non puoi fare a meno di chiederti se davvero quello di sommelier sia il mestiere più bello al mondo. E non voglio dire solo il poter gustare vini (trovate qui tutte le foto) e cibi non comuni e anche piuttosto difficili da trovare ogni giorno ma proprio il riuscire a riunire intorno a 6 piccoli capolavori della natura e dell’uomo un gruppo di persone attente, calme, appassionate e curiose come quelle di ieri sera.

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Oreno IGT Toscana 2005 Tenuta Sette Ponti

Abituale frequentatore della classificona di Wine Spectator (con polemiche relative) ecco Oreno, il vino simbolo della tenuta su cui Antonio Moretti fonda gran parte del suo prestigio e della sua comunicazione. Oreno 2006 è stato appena recensito con ben 96 punti e un 15esimo posto nella classifica generale dei top 100 mentre questo 2005 lo scorso anno non figurava in classifica. E’ innanziutto un figlio della sua annata, fresca e con stagione un pò contrastata in vendemmia però mantiene la stoffa del fuoriclasse, soprattutto perchè ha una rotondità di frutto e una fittezza di tannino impressionanti. Ed è anche già estremamente bevibile oggi senza bisogno di aspettare qualche “best after”. Al naso cabernet e merlot ovviamente dominano ma è il Sangiovese a dare la marcia in più di questo “super aretino” con una freschezza di ciliegia che manca in tutti gli altri “big” della Tenuta Sette Ponti. Sarà un caso, ma fra Orma, Maharis e Poggio al Lupo, questo è decisamente il mio preferito ogni anno.

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Venerdì 21 novembre cena degustazione da Burde con Verticale di Sauternes Chateau Guiraud 1996-2004, e ovviamente Foie Gras, Cabrales, fegatelli…

Eccoci finalmente alla serata dedicata al vino dolce e muffato più celebre al mondo, sua maestà il Sauternes! Avremo in sala Luca Balan, importatore e grande esperto di vini bordolesi, che ci racconterà ogni dettaglio della produzione di questi sontuosi vini e soprattutto avremo Chateau Guiraud (quest’anno al terzo posto tra i Top 100 di Wine Spectator), secondo solo a Yquem per prestigio e qualità assoluta.

Degusteremo ben 6 annate in verticale con tutte le sfumature di colore dall’oro all’ambra dal 1996 al 2004 con due abbinamenti classici come quello con i formaggi erborinati (Cabrales spagnolo) e Foie Gras dal Perigord e un abbinamento di Burde ovvero con i fegatelli cotti interi nella rete come li faceva Nonna Irene.

Ma dato che solo Sauternes sarebbe un pò troppo forte, apriremo con uno Champagne (così ci prepariamo per il 10 Dicembre Maiale e Champagne) Thienot e il vino secco “G” de Guiraud, a base Semillon e Sauvignon Blanc sui nostri antipasti e una delle nostre tradizinali minestre toscane.

Elenco vini in degustazione:

  • Champagne Thienot Brut in magnum con crostini e affettati toscani
  • “G” de Guiraud 2006 con Farinata gialla con cavolo nero
  • Chateau Guiraud Grand Vin Sauternes 1996,1998,1999,2000,2001,2004  con Foie Gras, Fegatelli cotti interi nella rete e Cabrales erborinato

Cena e degustazione vini 45 euro, ancora qualche posto disponibile quindi chiamateci o iscrivetevi via Facebook o via mail a prenotazioni[at]daburde.it

Maharis Feudo Maccari Sicilia IGT 2006

Dal nome di una torre di avvistamento saracena, ecco il vino principale della grande tenuta a Noto , Feudo Maccari, proprietà ottenuta fondendo insieme più di70 rogiti. Il vino è ottenuto da vigneti ad alberello subirrigati, ovvero con un sistema di irrigazione sotterraneo che impedisce al Nero d’Avola di cedere a troppe rotondità di frutto e morbidezza eccessiva.

Al naso è molto complesso con note di pepe bianco, marasca, infusi di erbe, mirtillo, lampone, resina, mirto. Un compendio della Sicilia odorosa e ricca da cui proviene. In bocca ha un tannino piuttosto fitto ma nobile e una persistenza davvero intrigante. Ha l’apsetto carnoso del Nero d’Avola senza molte delle sue asprezze e nervosismi e un syrah e cabernet che lo integrano in maniera interessante senza mai rubare la scena. Alcol leggermente percettibile ma in questa fase evolutiva è fondamentale per un equilibrio dignitoso del vino.

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