Bevute

Assaggi di vino distillati con punteggio, spesso con video degustazione

Il Passito di Corzano VDT 1998 Fattoria Corzano e Paterno

Apoteosi della serata con un vino che è già un piccolo mito. 9% alcool 320 gr/l di zucchero (come un TBA o un Tokaj 6 puttonyos) ma una freschezza impressionante che lo rendono sublime sul Blu di Corzano (l’erborinato di pecora di casa) e ottimo anche sulla classica pasticcceria di mandorla.

4 mesi di appassimento per Malvasia e Trebbiano toscano e poi 6 anni in caratello come da ogni tradizione di Vin Santo, solo che qui la DOC è stata rifiutata perchè non raggiunge i 13% minimi previsti da disciplinare… (ascoltatevi Aliojscha che racconta la telefonata dal Consorzio nel video).

Per non farci mancare nulla, oltrechè sul Blu lo abbiamo anche provato sui Berriquocoli del forno Masoni Pietro e sul loro spettacolare Panforte fichi e noci, versione “povera” del panforte classico senese.

Ecco qui una breve introduzione e la degustazione ma sarebbe stato più interessante filmare e ascoltare i commenti al termine della serata con molti sicuri di aver trovato un ALTRA alternativa al sesso tra i vini dolci toscani.

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Passito Corzano e Paterno 1998
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Terre di Corzano Chianti DOCG Fattoria Corzano e Paterno 2005

Il base aziendale ma già frutto di una selezione notevole con 1,5 kili di uva per ceppo. Sangiovese e canaiolo 15% per un vino tipico chiantigiano fresco fruttato e dalla viola mammola da manuale.

Grande acidità e beva piacevolissima lo rendono un vino a tutto pasto ideale. E da non consumare prima di 3 anni dalla vendemmia, ci siamo resi conto! Ottimo rapporto qualità prezzo, sullo scaffale a 10,5 Euro. Su pasta al sugo ma anche griglia non troppo impegnativa. Ieri sera ottimo sulla mortadella di prato!

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Terre di Corzano 2005 Chianti DOCG
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L’importanza di conoscere i profumi veri (si, ancora su Vini d’Elite…)

Se domenica non eravate tra le centinaia di persone che hanno affollato come ogni anno il Castello di Oliveto per Vini d’Elite, vi siete persi una sala davvero interessante sui profumi del vino e sul loro riconoscimento. Si parla spesso di manifestazioni che si trasformano in kermesse dove si beve tanto e si impara poco ma questa volta la Delegazione Val d’Elsa credo abbia fatto qualcosa di davvero speciale e meritorio. Nella stanzetta in fondo c’erano infatti due tavoli pieni di ampolle di vetro contenenti fiori, frutta, spezie e quant’altro siamo abituati a riconoscere e declamare nei vini. A differenza di altre occasioni non ci trovavamo davanti ad una boccettina con l’aroma sintetico o un estratto ma proprio con un pezzo di cuio o la famosa felce, un pò di humus, del tabacco trinciato, dei rametti di pomodoro, bosso. E sul tavolo accanto un piccolo test su 4 vini bianchi e 4 rossi da assegnare ad un vitigno (Chardonnay, Riesling, Sauvignon Blanc, Vernaccia e Sangiovese Cabernet Merlot e Syrah). Tutto molto semplice pulito immediatissimo (ma non so se ho indovinato tutti i rossi…).

E dopo aver provato a riconoscere i monovitigni nei bicchieri via di nuovo in sala ad assaggiare i 150 vini (alcuni davvero splendidi, i miei preferiti li trovate in questa galleria fotografica).

Anche per sommelier esperti e non alle prime armi non è mai facile rintracciare il materiale per allenare il proprio olfatto ed è stata davvero un’occasione importante per molti che si sono cimentati nelle prove. E per ricordarci a tutti che per imparare i riconoscimenti aromatici l’unico sistema è mepttere costantemente alla prova il nostro olfatto nella vita di tutti i giorni.

Certo poi se capitano queste occasioni…Grazie Luigi, rifacciamolo più spesso!

Montemasso viola di Syrah, e Carlo Ferrini fa un pronostico su Ziliani-Rivella…

Ieri sera gran galà d’altri tempi per la presentazione del nuovo vino delle Tenute Ruffino, ovvero il Cortona Syrah, che esce con l’etichetta Lodola Nuova, durante “Le Stelle del Castello”. Dalle foto potete rendervi conto dell’atmosfera quasi incantata (notevoli le luci VIOLA progettate da Alma Project (di Alberto Bompani che non fa solo luci…) e nonostante il freddo la serata è stata piacevolissima, ottime e abbondanti libagioni e vini da tutte le Tenute Ruffino in Italia. Vip, anzi VID (D sta per “drinkers”) al completo (mancava solo Leonardo appiedato all’ultimo momento) e presente anche la vulcanica Simonetta Doni, con la quale abbiamo dato luogo ad un tavolo di discussione su Vino, Moda e tendenze di cui sentirete sicuramente parlare (grazie anche alla genialità di Massimo T. Mazza, l’inventore del fenomeno DolceVita a Firenze). E, piccola nota a margine, se i produttori ascoltassero sempre più i suoi consigli avremmo tutto un altro mondo del vino…intanto la sua mano in casa Ruffino si nota già.

Sempre piacevole la compagnia delle amiche sommelier dell’Anglo American preparate pure a spingerè l “oblò“finito quasi fuori strada nel tentativo di raggiungere la tenuta nella “prova speciale” subito prima del brindisi iniziale (3’24” senza 4×4 e con sette persone a bordo, vediamo chi fa meglio).

Argomento vini, di livello i vini da Montepulciano, piacevoli sorprese da Borgo Conventi (Collio) con uno Chardonnay-Malvasia Istriana (il vitigno bianco più trendy del momento) e un rosso Merlot-Refosco non male. Gli altri vini decisamente penalizzati dal freddo (compreso il Syrah che risultava un pò duro e aspro) ma almeno la Riserva Chianti Classico Santedame 2005 si lasciava apprezzare senza problemi (ma amanti del sangiovese “classic” passino oltre).

Senza parole per il “castello “(eremo per essere precisi e adesso “villa”) e le sale interne, roba davvero di un altro mondo anche per chi di ville, casolari e castelli comincia ad averne visti qualcuno. Peccato solo che sono rimasto chiuso in bagno per 20 minuti perchè misteriosamente una porta si era chiusa (sul serio apparentemente quella porta non ha chiave! e considerando che i bagni erano nello scantinato non vorrei che avessimo trovato il primo fantasma del castello…qualche ghost hunter in ascolto?).

Ristoratori, buyers e ospiti dal tutto il mondo hanno potuto incontrare Carlo Ferrini e tutto il piccolo esercito di agronomi, enologi e tecnici che rendono possibili i milioni i bottiglie che i fratelli Folonari producono ogni anno, di una qualità e un prezzo spesso sorprendenti. Comunque a noi interessava più un pronostico sulla disfida Ziliani-Rivella sul Brunello (e capiamo pure il motivo di tutto il viola sparso ovunque):

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Carlo Ferrini su Ziliani e Rivella e…
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Foto Video e resoconto GP Sagrantino

Più tardi con calma due righe di commento sul GP e sui due giorni nella splendida terra del Sagrantino, per adesso lascio parlare le foto. (E altre ne verranno non appena la sempre gentilissima e bellissima Katja Soardi della GEN mi manderà qualcuna delle sue!)

Premiazione, vini in degustazione, paesaggi e vie della città...tutti su Flickr!

Per ora gustatevi Rudy e Luca nella premiazione “alternativa”

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Razza Aretina Razza Regina
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Abbinamento Gelato Nero Assoluto (Cioccolato senza latte) e Porto LBV Graham 2001

Si lo so, questa era facile e forse persino prevedibile dato che si tratta della replica in versione “gelato” del classico abbinamento tavoletta da 70% e Porto LBV (ovvero un vintage che viene imbottigliato dopo 4-6 anni di botte piccola). Grande accordo di profumi, bella sinestesia di aromi che fanno quasi pensare che stai mangiando una Pistocchi all’amarena ma grandissima sorpresa nel constatare l’effetto “rum & pera”. Ovvero il Porto che arriva nel palato dolce morbido e caldo e concede alla bocca un pò di riposo dopo l’attacco piuttosto violento del cioccolato che nel Nero Assoluto Carapina è davvero fondente e amarognolo.

Decisamente da provare, aromaticamente e fisicamente da brividi!

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Porto LBV Graham e gelato al cioccolato
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Abbinamento Gelato e Vino: si può fare!

Alla mezzanotte di ieri sera siamo arrivati al verdetto in sala qui da Burde con Giampiero e Simone di Carapina, ovvero che questo chimerico abbinamento gelato vino si può fare e in certi casi oserei dire si DEVE fare perchè regala emozioni  e sensazioni nuove che vanno oltre la dolcezza e l’armonia dei profumi, specie quando sfruttando la fisica e le temperature producono nel nostro palato impressioni nuove.

Troverete su YouTube tutti gli esperimenti in dettaglio ma già adesso vi segnalo 3 abbinamenti da provare (TRY this at home):

  • Nocciola del Piemonte con Bothrys Mastrojanni 1999 (Montalcino, malvasia, moscato e sauvignon passito)
  • Nero assoluto (cioccolato senza latte) con Porto LBV 2001 Graham
  • Crema alla Artusi (con bacche di Vaniglia) con Malvasia Liquoroso Vigna Moresca Sicilia IGT

Sugli altri abbinamenti ci sono state sorprese e solo una bocciatura ma ve ne parleremo con calma nei prossimi giorni e nei prossimi video. E adesso vi lascio con Giampaolo Valli, e adesso vi lascio con giampaolo valli intervenuto alla serata per l’amicizia che lo lega a simone e al progetto  carapina “, docente della Gelato University, innovatore e ricercatore per selezionate gelaterie in europa e nel mondo. (video in due parti).
Carapina e il gelato artigianale (parte 1)

Gelato artigianale Carapina parte 2

Quinta do Noval: la nacional del Porto a Signa

rute moreiroDevo ringraziare pubblicamente la Vino e Design e Andrea Vannini per averci regalato un pomeriggio davvero interessante e didattico martedì scorso con la degustazione di alcuni (ovviamente il Nacional non c’era…) prodotti di Quinta do Noval una delle più antiche e gloriose case portoghesi di Porto, una delle poche a non portare il nome di una famiglia ma quello della tenuta, donata direttamente dal Marchese di Plombal.

E la gentilisissima Rute Moreiro ci ha fatto fare un bel viaggio nel Douro mostrandoci foto impressionanti delle Quintas e dei terrazzamenti dove crescono le uve del porto. E soprattutto ci ha fatto capire le difficoltà innegabili di vendemmiare in queste condizioni con le gerle da 70 kili sulle spalle, senza meccanizzazione, con la pigiatura ancora orgogliosamente a piede. E pure ho scoperto come mai la celeberrima Touriga Nacional si chiama così!rute moreiro

Terminata la lezione nelle sale del ristorante Edy Più di Lastra a Signa (posto splendido, la cucina mi dicono anche, lo proverò quanto prima) ci trasferiamo nella veranda e via via sfidando il caldo ecco i vini in successione. I vini sotto il nome “Noval” contengono uve delle 4 quintas di proprietà della tenuta mentre i Porto con la dizione “Quinta do Noval” contengono 100% uve da quella singola Quinta. I Porto (per i profani) si dividono in due grandi famiglie ovvero i Tawny (invecchiati anche a lungo in botti piccole, ossidati e alcolici spesso color mattone e granato) e i Ruby (invecchiati in botte grande e per poco tempo, maturati per molti anni semmai in bottiglia, come i Vintage, sono da giovani rosso porpora acceso). Si servono quasi sempre intorno ai 12-14 gradi per via del tenore alcolico elevato, spesso a sfiorare i 20%. Una particolarità che rende (a detta loro) i vini così speciali è l’uso elevato rispetto alle altre aziende della varietà di uva a bacca nera Sousão, oggetto di una certa riscoperta in tutta la valle del Douro.

Noval Tawny 10 Years: si tratta di un misto di varie annate da servire al massimo a 15 gradi. Profumo nettamente ossidato ma intenso e affascinante, gusto pieno e tannico, aromi croccanti di amarena fieno spezie cannella cardamomo. Ottimo con dolci anche aperitivo. Uno dei migliori della giornata, sorprendente.

Noval Tawny 20 Years: quasi un cognac pungente dall’acidità elevata. Naso di intensità. Note di uva passa, rabarbaro, decisamente meno dolce del 10 years, note amare bacche, sandalo. Più nocciols più caramello, caffè, tostature, noci.
Quinta do Noval Colheita 95 (Tawny) : imbottigliato dopo 7 anni minimo di botte piccola, questo in particolare è stato imbottigliato nel 2007. Fresco ricco, profumo di caramello e amarena, canditi, caramella inglese bellissima acidità (nonostante i 100 gr zucchero!). Forse il più accattivante e bevibile di tutti. E neanche carissimo (intorno ai 45 euro).

Quinta do Noval Colheita 86 (Tawny): molto terziarizzato, note forti di lacca acetone terziario, tanto legno, un pò di frutta secca ma aromi molto più simili ad un distillato che ad un vino.

Noval Late Bottled Vintage 2003 Unfiltered: imbottigliato dopo 3 anni di botte grande ma non filtrato per permettere ulteriore evoluzione in bottiglia è di un porpora accesso e carnoso, naso candito con scorza d arancia majani, marmellata di mora. Iin bocca è pieno e corposo, morbido e si percepisce la materia e il potenziale evolutivo. Incredibilmente somigliante al Kurni …ma a solo 25 euro! Non solo da cioccolata, decisamente.

Quinta do Noval Vintage 2004: di primo naso sembrava quasi un Chianti Riserva giovane appena uscito dalla barrique, pienussimo fruttato, tannino concentratissimo, aromi di castagna buccia ballotta (secondo Arturo  che era accanto a me), mirtillo e ribes in bocca ma non si tiene quasi dalla potenza e dal corpo possente…ricchissimo, mineralità spiccata. Nel 2004 pochissimie quintas hanno dichiarato Vintage e anche Noval non ha imbottigliato Nacional quindi le uve del vigneto principe sono confluite in questo vino.

Quinta do Noval Vintage 1994: dovrebbe essere in teoria al suo massimo adesso, più austero caldo ma non esagerato, frutta cotta sotto spirito, poi tabacco cuio spezie anice, sandalo. Esemplare per capire come possa evolvere il 2004 così giovae appena assaggiato ma secondo Rute il 2004 tra 10 anni sarà molto meglio di questo 94 oggi.

Ah, già la Touriga si chiama “Nacional” perchè si tratta in genere di uve a piede franco e radici profondissime appunto nel cuore della “nazione”.

Castello di Vincigliata e Bibi Graetz: non solo fantasmi

castello vincigliata bibi graetzE’ risaputo che nel Castello di Vincigliata si aggiri qualche fantasma tra i corridoi e le scalinate ma qualcuno si è anche lasciato andare ogni tanto dicendo che pure nelle bottiglie dei vari Testamatta, Colore, Soffocone ci fosse un qualcosa di non riconducibile solo a quei bei vigneti da cartolina che Bibi ha disseminato a Fiesole e in giro per la Toscana. L’altra sera alla consueta Festa della Vendemmia solita grande partecipazione e solita atmosfera incantata e purtroppo anche la solita ora in piedi per mangiare una “porzione cremona” di maialino asado.

L’evento era riservato a clienti e potenziali tali tra enoteche ristoranti e simili e ovviamente i vini erano serviti a circa 26 gradi (bianchi compresi) in una stanza quasi al buio ma nonostante le condizioni non posso esimermi dal dire che sono rimasto molto colpito dal Testamatta 2006 dal solito terribile rapporto qualità prezzo (a 80 euro è fuori dal mondo) e da I Grilli del Testamatta, sorta di second vin aziendale, molto più pronto e di facile beva, con un fruttato accattivante da toscano di razza. soffocne nettari etrusci

Allineato per prezzo ma molto più rustico e scorbutico il grande Soffocone, case study di marketing enoico, che nella sua versione 2006 rivela un tannino deciso e un po’ scorbutico ma che al naso convince tantissimo.E peccato che Hillary Clinton non abbia vinto le primarie perchè è corsa voce di una spedizione già pronta a partire per regalare alla ex first lady una doppia magnum di questa bottiglia (non sappiamo se a Michelle Obama toccherà qualcosa di simile in caso di vittoria molto poco probabile del marito).

Solita grandissima prova per il Bugia 2006 dall’isola del Giglio da Ansonica in purezza di vigneti di 80 anni parzialmente macerata sulle bucce. Solo discreto (ma caldo com’era non posso dirvi di più) anche il Gigliese 2007. Ottimo invece il rapporto qualità prezzo (circa 9 euro in enoteca) per i vini base aziendali ovvero i due Casamatta bianco e rosso, freschi, vivaci e dissetanti. Spazio anche al Canaiolo (altro vino “teorico” ovvero solo 3 barrique, costosissimo e iperconcentrato) e ad un Testamatta 2004 in magnum semplicemente fantastico con note fruttate ancora giovanissime di fragola e ciliegia su un tappeto serratissimo di spezie (carruba, cardamomo) .

Niente Colore stavolta (ma esiste ancora? per 500 euro a bottiglia è ancora più virtuale del Canaiolo…quando era in carta da Pinchiorri costava meno!) ma nessuno ne sentiva la mancanza.

Ecco adesso uno può ricominciare a dire che non è possibile che il Sangiovese a Fiesole possa dare un vino come il Testamatta e possiamo quindi ricominciare a parlare di fantasmi ma i vini di Graetz vanno presi così… Fanno presa su di un immaginario collettivo vinoso modaiolo e “cool” che può far storcere il naso a qualcuno ma oggettivamente si tratta di prodotti dotati di un fascino particolare. Ovvio poi che se ve li servono in un posto così…

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Il blitz(krieg) dello Chardonnay nella Champagne

La vogliamo smettere o no di bere blanc de blancs? Per colpa vostra e per la vostra mania di bere bollicina bianca il Pinot Nero nella Champagne sta perdendo la battaglia. Quest’anno il clima elimina un 10% di raccolto di Chard da Reims (ma anche il resto della Francia soffre un pò quest’anno) e gli agricoltori delle zone allargate della regione pare abbiano intenzione per il futuro di buttarsi a pesce sull’uva più inflazionata del mondo, lo Chardonnay appunto.

C’è ancora spazio per noi maniaci del grandissimo  Blanc de Noirs? Santo Egly Ouriet proteggici!