Bevute

Assaggi di vino distillati con punteggio, spesso con video degustazione

Benvenuto Brunello 2008: un’annata “didattica”

mattonella fiat brunello montacalcinoAnch’io, da buon ultimo, ho fatto la mia annuale spedizione a Montalcino, evitando di intrufolarmi tra i giornalisti ma devo dire che sotto il tendono quest’anno si stava benissimo e non c’era la solita calca degli “operatori”. Quanto al Brunello mi devo purtroppo accodare a quanto scritto e riportato da Franco e da Roberto e soprattutto volevo rifarmi a quanto Giuliani scrive su Lavinium quando mette in evidenza che solo i vigneti di una certa età e con particolari esposizioni hanno dato buoni risultati nel 2003. E dico annata “didattica” proprio perchè ieri in effetti era piuttosto evidente capire dal risultato finale quale vino fosse prodotto in un determinato terroir e quale no. E quando appunto le condizioni non erano ottimali, il 2003 ha saputo tirar fuori davvero il peggio dai vigneti non adeguati a resistere e a maturare al caldo torrido. Non farò un elenco di aziende in quanto non si discosta molto da quanto citato da Franco e Roberto (e aggiungerei pure Alice, il nostro mega esperto di Sangiovese sul Forum Rex Bibendi, che è stato più generoso e Arturo Dori del Cavolo Nero a Firenze, con alcuni interessanti “fuori tendone”), dico solo che sono felice che il 2003 abbia mostrato a tutti i limiti di un certo modo di intendere la viticoltura (e l’enologia) e abbia allo stesso tempo mostrato che i vigneti migliori di Montalcino e i produttori più seri non hanno alcunchè da temere dal surriscaldamento globale.

E che altre annate così torride verranno, il mercato farà una selezione spietata su
molte aziende incapaci di rendersi conto che non sempre e non comunque si può imbottigliare un Brunello quattro stelle, specie quando lo si fa perchè fa comodo!

Fontodi Flaccianello della Pieve IGT 2001

flaccianello fontodi 2001Ecco un esempio “didattico” di cosa significhi un vino ARMONICO dove tutte le fasi della degustazione sono dello stesso livello qualitativo e in rapporto d’eccellenza. Ovvero un vino pressochè perfetto, maturo al punto giusto con una frutta bellissima e accenni di terziarizzazione molto eleganti e ricchi di classe. Raramente si incontrano vini che mescolano così bene sensazioni giovanili e caratteri che solo con il tempo si acquiscono. Questo 2001 ha tutto, acidità,
tannino rotondo e soffice, carnosità, calore, corpo, pienezza di gusto e al naso appena un accenno di note come smalto, lacca e un goudron embrionale. Insomma un capolavoro nel bicchiere che è rimasto nel bicchiere veramente poco quanto era piacevole e invitante. Prevista ulteriore evoluzione interessante ma credetemi che bevuto ieri sera faceva davvero un’impressione incredibile!

Clicca qui per la degustazione del Flaccianello 2001

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Fontodi Flaccianello della Pieve 2001
[/coolplayer]

Fontodi Meriggio IGT Toscana 2006

meriggio fontodi 2006Un sorprendente bianco a base Sauvignon con una piccola percentuale di Pinot Bianco si dimostra didattico per i profumi di pompelmo, ramo di pomodoro, tiglio e fiorid’acacia che sprigiona. In bocca ha un’ottima sapidità che lo rendono appetibile su frutti di mare. Nel nostro piccolo ce lo siamo bevuti con soddisfazione su di una profumatissima Ribollita condita con Olio Extra Vergine Toscano. I profumi e la freschezza del vino si rivelano fondamentali per accompagnare la ricchezza della ribollita in un interessante gioco di rimandi aromatici tra il cavolo nero e il fruttato del Sauvignon. La mineralità del vino fa da sponda alla tendenza dolce del pane nella minestra e l’olio viene tenuto a bada dall’alcol presente in maniera discreta. Grande bianco e grande abbinamento!

Clicca qui per il video della degustazione 

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Meriggio Fontodi Toscana IGT 2006
[/coolplayer]

Badia a Coltibuono Vin Santo del Chianti Classico DOC 2002

vin santo coltibuonoA chiusura di serata, il fascino intramontabile di un vino che racchiude molto dello spirito toscano. Questo vin santo è ottenuto con metodo tradizionale ma interpretato alla luce delle più moderne tecniche enologiche. Obbligatoriamente da servire fresco per il suo alto contenuto zuccherino, è carico di frutta passita albicocca, pesca sciroppata, miele, zenzero, miele e note speziate intriganti. In bocca è fresco e dotato di una bevibilità non comune per un Vin Santo. Dato che inoltre non ha uno spiccato gusto ossidato che a qualcuno non fa gradire
il classico vin santo toscano, ecco che questo veramente non può non
piacere a chiunque! A berlo così potrebbe perfino far pensare che non sia un vino troppo adatto all’invecchiamento ma se cercate un pò ecco questa interessante verticale di Gola Gioconda che dovrebbe farvi cambiare idea…

Clicca qui per la degustazione

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Badia a Coltibuono Vin Santo 2002
[/coolplayer]

Badia a Coltibuono Cultus Boni Chanti Classico DOCG 2004

Ed ecco il preferito da Robert Parker! Un Chianti Classico realizzato con utilizzo di barriques e soprattutto con l’utilizzo di una parte (5%) di Merlot che Coltibuono si è “ritrovato” con l’acquisizione di una tenuta limitrofa. Si tratta di un vino piacevolissimo e fruttato, molto immediato e accattivante che dimostra come il MErlot possa giovare al Chianti per alcuni aspetti ma che possa anche finire per soffocare alcune caratteristiche del Sangiovese cui siamo molto legati. E sul mercato un vino come questo, anche a causa delle valutazioni troppo positive di alcuni critici oltreoceano, può nuocere al vero vino bandiera aziendale, ovvero la Riserva.
Di conseguenza il futuro del Cultus Boni, nonostante l’ottimo successo, è un pò incerto, come ci racconta Emanuela in questo video.

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
il futuro del Cultus Boni
[/coolplayer]

Clicca qui per la degustazione del Cultus Boni 2004 

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Cultus Boni Chianti Classico DOCG 2004
[/coolplayer]

Sangioveto IGT 2003 Badia a Coltibuono

sangioveto coltibuonoUno dei Supertuscan a base sangiovese della prima ora (1988) che non ha avuto forse tutta la visibilità che merita. Dai vigneti più vecchi della Badia, un Sangiovese passato in barrique e che ne esce benissimo con alcune imperfezioni di equilibrio dovute alla gioventù. Ma sentiamo una esaltazione bellissima del gusto del Sangiovese che alla distanza verrà fuori in maniera ancora più affascinante. Giusto per curiosità ecco cosa ne dice il nostro amico Suckling di Wine Spectator: “Spesso e ricco, con molto carattere di legno nuovo e note carnose e di frutta secca. Corposo, con frutto succoso e finale saporito. Sangiovese. Al meglio dal 2008 al 2012.90 punti ”

Clicca qui per la presentazione di Emanuela

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Presentazione Sangioveto 2003
[/coolplayer]

Clicca qui per la degustazione del vino

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Sangioveto Coltibuono IGT 2003
[/coolplayer]

Badia a Coltibuono Chianti Classico Riserva 1970

Ed ecco la protagonista della serata ovvero la venerabile 38enne Riserva 1970, una delle storiche annate custodite nel caveau della Badia. Un vino che si faceva molto diversamente da oggi con botti di castagno, niente selezione massale, sangiovese insieme a trebbiano e malvasia e canaiolo e mammolo, vinificazione in cemento…Un mondo ormai andato ma non è per niente andato il fascino di questi vini. Nel bicchiere è arancio vivo con ancora un pò di granato, profumi terziari di lacca, smalto, goudron, tartufo
humus e sottobosco autunnale, selvaggina, tabacco, liquirizia il tutto
in una eleganza impressionante e una magia emozionante che ti trasporta
immediatamente a Gaiole nei corridoi della Badia. Una emozione veramente
difficile da descrivere! Ne abbiamo assaggiate due bottiglie, separatamente
e tra le due c’erano alcune interessanti differenze.

Clicca qui per la degustazione della prima bottiglia

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Badia a Coltibuono 1970
[/coolplayer]

Clicca qui per in confronto con la seconda  

Trappoline Coltibuono Toscana IGT 2006

coltibuono trappoline sauvignonDal brand “Coltibuono” che identifica vini ottenuti con uve e mosti acquistati in poderi limitrofi, un blend piuttosto insolito di Chardonnay e Sauvignon si rivela un buon bianco da pesce da crostacei con profumi interessanti di lychees, rametto di pomodoro, biancospino, pesca e ananas. Fresco e sapido, a bilanciare un alcool e un corpo altrimenti eccessivi. Davvero ben fatto!

E il giorno dopo, era pure tra i Vini Giusti ovvero tra i vini

dal miglior rapporto qualità prezzo in Toscana.

Clicca qui per la degustazione del vino 

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Trappoline Coltibuono IGT 2006
[/coolplayer]

Badia a Coltibuono Chianti Classico Riserva DOCG 2004

coltubuono riserva 2004

Ed eccoci ad uno dei vini più giustamente celebrati della nostra regione. Un vino che esemplifica quella che può essere la magia del Sangiovese (qui in purezza) se coltivato in terroir adatti e vinificato rispettando la tradizione pur usando le più moderne tecnologie. E così dalla cantina ipertecnologica di Monti in Chianti e dagli anni di riposto sotto la Badia ecco un vino che già dal colore ci fa capire  subito che siamo nel solco della tradizione chiantigina poi con i profumi di viola, amarena e tabacco con un’eleganza e un sussurrare che sono propri solo dei grandi vini.

Clicca qui per l’introduzione di Emanuela Stucchi Prinetti

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Introduzione alla Riserva di Coltibuono
[/coolplayer]

Clicca qui per la degustazione del vino 

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Badia a Coltibuono Chianti Classico Riserva 2004
[/coolplayer]

Massi di Mandorlaia Morellino di Scansano DOC 2006

Morbido e dai profumi mediterranei, tannini allegri ma non scorbutici, un Morellino  di Scansano giovane e intrigante che si sposa benissimo con una pasta al sugo o della selvaggina da piuma.

Profumi di lampone, fragola, mirto e macchia mediterranea ci fanno davvero immaginare la Maremma e la piacevolezza del gusto è sempre presente come in ogni Morellino che si rispetti.

Clicca qui per la degustazione del Morellino di Scansono Massi di Mandorlaia 

[coolplayer width=”240″ height=”190″ autoplay=”0″ loop=”0″ charset=”utf-8″ download=”1″ mediatype=””]
Morellino Massi Mandorlaia 2006
[/coolplayer]