Andrea Gori

Sommelier, giornalista pubblicista, scrittore e ristoratore da 4 generazioni a Firenze con la Trattoria da Burde di famiglia, fondatore del Dissapore Network e Intravino, i siti web più frequentati dell'enogastronomia italiana. Scrivetegli pure a burdedj[@]gmail.com

Firenze deserta ma da Gastone un salto si può fare (se vi piacciono i biodinamici poi…)

Visto che sabato finiscono le mie ferie fiorentine (ovvero al lavoro ma con famiglia al mare lontana 1400 km e casa libera e serate a spasso) e cominciano le ferie “vere“, in questi giorni cerco di sfruttare ogni occasione per rimettermi in pari con le aperture di locali sulla scena cittadina.

Da quasi ultimo (già Leonardo e Elena sono passati di qua) sono stato finalmente da Gastone, Vinoteca fiorentina di belle speranze che comincia subito bene piazzando i tavoli in mezzo di strada (Via Matteo Palmieri) davanti al Danny Rock, la pizzeria (insieme allo Yellow Bar di via del Proconsolo) delle mie serate di adolescente pizzarolo che il massimo da gourmet che mi concedevo erano le crepes di grano con il prosciutto dolce e la rucola (cavolo, che tempi!). Gastone si presenta trendy e al passo con i tempi, apparecchiatura informale ma curata, bei bicchieri e personale all’altezza. Scelta dei vini non banale e grandissimo spazio ai biodinamici della Velier e altre etichette, mossa che ha fatto affezionare non poche persone a questo locale.

Noi abbiamo optato per uno stellare Rosato (ma praticamente era un rosso) di Massavecchia di Fabrizio Niccolaini, cantina biodinamica dura e pura con vini oggettivamente cari ma che ti deludono raramente. Così come ci ha convinto (nonostante i 40 euro) questo Rosato (Merlot, Malvasia Nera, Aleatico) capace di barcamenarsi tra un cacciucco, delle calamari ripieni e una cotoletta milanese formato lenzuolo con grande disinvoltura.

In apertura abbiamo invece provato uno spumante dalla Savoia francese, Varichon Le Clerc, buona alternativa al Prosecco (finalmente?) bandito da una carta dei vini. Scelta coraggiosa ma non priva di intuizione.

I piatti, siano essi antipasti che primi o secondi, sono enormi e ti tolgono ogni minimo morso di fame che tu possa avere, quindi il problema semmai è regolarsi e non ordinare tutto l’ordinabile. A me sono piaciuti particolarmente i calamari al curry ripieni di patate e tra i primi dei maccheroncioni (paccheri) con pomodori, fiori di zucca (anche fritti!) e pinoli e pure gli gnocchetti ai gamberoni erano notevoli.

Soprattutto ho apprezzato gli abbinamenti nel piatto con vari tipi di insalata e verdure con scelte azzeccate e convincenti (io, che la verdura e l’insalata in genere le fuggo al minimo cenno, qui invece ho trovato molto piacevole star lì ad annusare a brucare le erboline modello capretta).

Semmai l’unico appunto che posso fare è che molti piatti sembrano un pò troppo costruiti per giustapposizione piuttosto che per integrazione e ci sono persino troppi elementi tutti insieme da gestire… Ma sono convinto che sarà un equilibro che sarà raggiunto presto, insieme alla gestione del sale, che porta alcuni piatti ad essere un pò saporiti.

La cantina e i vini invece direi che sono già di livello davvero alto e le proposte sfiziose non mancano di certo (un pò di Bordeaux, buone bollicine, Borgogna…), lasciatevi consigliare senza paure.

Tra i dolci il Gelato di Carapina, torte fatte in casa e un buon latte in piedi. Noi siamo stati particolarmente coccolati e riveriti e serviti in maniera squisita da Simone (uno dei soci) ma mi pare che lo stesso trattamento sia riservato un pò a tutti… fatemi sapere!

Due sorsate da Francesco Annibali (e scusa il ritardo…)

Tra gli omaggi alla memoria di Gianni Masciarelli uno dei più toccanti è stato di sicuro l’abbinamento con Chagall proposto dal collega Francesco Annibali.

Approfitto di questo, e del fatto che è diventato distributore di The World Of Fine Wine (la rivista di culto per gli appassionati inglesi e non solo di vino) e quindi conviene ingraziarselo, per segnalarvi una piccola intervista che mi ha fatto tempo fa nella sua rubrica “Due Sorsate con…” (come vedete sono in buona compagnia).

Il suo è un wine mag online molto particolare, con idee e spunti non sempre condivisibili ma spesso illuminanti.

Ad esempio che il Vermentino sardo sa di Mojito e capperi sotto sale è qualcosa che tutti pensano e nessuno ha il coraggio di dire, bravo Francesco!

Io amo firenze mini blog party…noi c’eravamo! e adesso cosa succede?

Il post è apparso obbiettivamente non così presto ma ciònonostante chi era online questo pomeriggio ha recepito il messaggio al volo…quante possibilità avete altrimenti per conoscere Elena, una delle blog star della scena fiorentina che Leonardo Romanelli ha messo insieme nell’ormai famoso articolo sul giornalefondatodaantoniogramsci?

Di questa stagione, che a Firenze offre davvero poco, vi assicuro poche davvero e quindi galeotto fu l’articolo del Romanelli di domenica che ci ritrovammo al Flo al piazzale Michelangelo, ovviamente per constatare che il grado di conoscenza in questa città è piuttosto imbarazzante e non si arriva manco a uno (ma si può ritrovarsi a chiaccherare con il nipote di una tua capo clan scout o sdraiarsi accanto ad un’amica di un ex di una tua amica? A Firenze purtroppo o per fortuna si!). Sarà stato il fresco o il daiquiri sbagliato ma qualche idea futura è venuta fuori… e la conversazione sui segni zodiacali è durata davvero poco (ci siamo tolti di mezzo presto lo Scorpione…) visto che siamo andati subito nel pratico. E meno male che supersimo era d’accordo su parecchi punti, meglio non averci a discutere (di regola).

Per intanto segnatevi un pò l’ 8-9 Novembre  prossimi, poi cosa volete che succeda se alcuni sparuti lettori di Vino da Burde incontrano alcuni seguaci del colosso (per lettori e commentatori) blog Io Amo Firenze?!?

Aggiornamento:

non capiterà spesso, ma almeno stanotte ho battuto Elena sul tempo…cmq giro meno di lei e a me il Flo non è dispiaciuto, specie per i divanetti Martini per sdraiarsi per terra. Le consumazioni sono un pò furbette è vero ma tutto sommato dato che siamo al Piazzale potevano pure essere più avidi…

In Pineta a Marina di Bibbona: il senso dello Zazzeri per il vino (e un piccolo omaggio a Gianni Masciarelli)

Noi privilegiati che abitiamo nella città più bella che mente umana possa concepire, abbiamo pure la fortuna di risiedere a nemmeno un’ora da uno dei litorali più gourmet del Mondo, ovvero quel lembo di costa (ed entroterra) toscana che racchiude una serie di ristoranti, trattorie e osterie che vanno da Viareggio fino giù all’Argentario (spesso ve li descrivono il Paglia e il Fiordelli con dovizia di succulenti particolari) e oltre.

Ieri avevo deciso di regalarmi (povero piccolo sommelier abbandonato) un pranzo da Luciano Zazzeri, conosciuto di recente nella “gloriosa” trasferta franciacortina a Contadi Castaldi. A sentirlo parlare a colazione del menu del banchetto che avrebbe preparato quella sera mi ripromisi che mi sarei fiondato alla prima occasione disponibile, cosa non facile visti i 15 giorni standard di attesa per un tavolo (colpa pure degli inglesi?). Grazie ad una fortuita disdetta domenicale oggi avevo il mio tavolo a due (e neanche sotto tortura vi dirò con chi…).

Tralascio la descrizione di come si arriva che è già di per sè un piccolo capolavoro di informalità e di tocchi di classe, con il mitico “bicchiere” che gestisce il parcheggio e mi indica il poso riservato per il mio tavolo (altro che valet parking). La prima sensazione è dannatamente importante in un ristorante e su questo punto resto conquistato in 10 secondi dando un’occhiata al tavolo, al fatto che non c’è aria condizionata (ma 34°) ma si sta benissimo per via della brezza del mare che ti entra dappertutto e ti fa scordare qualsiasi stress del viaggio. Una camminatina e due chiacchere in veranda affacciati sul bagnasciuga ti fanno subito capire come mai siamo così irrimediabilmente attratti dal mare e dalle sue onde e come mai ci sobbarchiamo ore di coda pur di passare un pò di tempo sulla riva.

Siamo arrivati prestissimo ma ci accomodiamo al tavolo e dopo poco arriva Luciano affabile e livornese fino al midollo e si siede a cercare di capire cosa vogliamo mangiare. Non ripeterò le solite verissime questioni che mai come qui si può dire “si va dallo Zazzeri” perchè in effetti è così, tu arrivi e dipendi da quello che ti propone e ti conviene sempre seguire le sue ispirazioni. Antipasto crudo, spaghetto alle vongole di rito, panino all trippa di pescatrice, raviolo di baccalà con cipolla di tropea e bottarga di muggine, bollito misto di pesce con maionese e mostarda, cacciucco leggero. Pur rimanendo affascianato dalla carta dei vini (ricarichi onestissimi e scelta enorme) come sempre decido di non decidere e lascio fare a Luciano anche per i vini.

Sì perchè non ho le competenze e l’esperienza per trattare di piatti e di cibo, e neanche per fotografarli (Sigrid perdonami per le imitazioni di foto che ho provato a fare!) e mi permetto solo di far notare che Luciano ha un senso per il vino e per le scelte non comune. Lascio fare e si parte con uno dei vini toscani più originali ovvero la Bugia di Bibi Graetz, piccolo miracolo di forza equilibrio e concentrazione ottenuto da un piccolo vigneto sull’isola del Giglio che regala una luce tutta particolare al tonno fatto in casa e allo stupendo panino con trippa di rana pescatrice (davvero un piccolo capolavoro, avrei potuto mangiarne una decina!). Pure il vino oggi ha una magia tutta particolare e una povera coppia di tedeschi del tavolo accanto viene convinta ad assaggiarne un pò. Sabato tornano in Germania e quando gli dico che anch’io sabato mi sposto sul Mare del Nord per fare un pò di vacanza mi guardano allibiti…

Andiamo avanti e ci ritagliamo con lo Zazzeri al tavolo un momento per una dedica a Gianni Masciarelli, aprendo un Castello di Semivicoli 2006, toccante Trebbiano dal profumo stordente e soave di miele di tiglio, erbe aromatiche, campo di ginestra e sambuco, uno dei pochi vini capaci di saltare a piè pari lo stucchevole fruttato di tanti vini bianchi moderni per unire magicamente fiori e spezie. Si sprecano sempre un sacco di parole sul fatto che certi uomini ti parlano attraverso i vini e pur non conoscendolo direttamente, capisco lo sguardo e le parole di quanti lo ricordano in questi giorni anche solo sorseggiando questo piccolo grande vino e ripescando la memoria recente del Villa Gemma 1992 degustato a Roccamonfina neanche una settimana fa. Luciano riceve una telefonata da amici colleghi e giornalisti riuniti a S. Martino sulla Marrucina per i funerali e anche lì si sta bevendo il Semivicoli: ” e cos’altro vorrebbe che facessimo adesso?“si sente dire.

Il Semivicoli ci accompagna per mano pure sul mitico spaghetto alle vongole (anche qui leggete pure altrove, ogni parola che scrivono è vera!) e sul raviolo di baccalà in equilibro tra la dolcezza della cipolla di tropea e il salino della bottarga. Altra tappa obbligata il cacciucco leggero e uno dei bolliti di pesce più straordinari che mi sia mai capitato di incontrare.

Su questi Luciano tira fuori un Fortuni 2005 e allora mi consola pensando che non sono l’unico fissato con questo Pinot Nero mugellano… Concordiamo che è forse ancora un filino troppo grasso e robusto ma anche sul fatto che questo 2005 ha avuto una evoluzione importante da Febbraio quando è stato presentato ad oggi e che merita sicuramente altri assaggi nel tempo (poco male, il Brogi sta a 20 minuti da casa mia). Se il Semivicoli non se ne vuole andare dalla tavola e accompagna degnamente anche il bollito misto di pesce, anche se condito con la mostarda semi piccante abbinata mentre il Fortuni fa il suo dovere egregiamente sul cacciucco leggero, piccolo miracolo di equilibrio tra la forza del vero cacciucco e i suoi aromi decisi e la leggerezza di cottura del pesce che conserva ogni dettaglio di profumo.

C’è spazio e tempo per il dolce e il cavallo di battaglia quest’anno è il millefoglie sbriciolato con caramello e frutta, servito su un piatto impazzito e accompagnato con un Moscato di Noto Planeta.

Questo dolce riesce quasi a sembrare leggero tanto è buono e credo che è uno di quei casi che la testa si rifiuta di mettersi a contare le calorie e tu prosegui imperterrito a mangiare e ti interrompi solo quando arriva una mattonellina di semifreddo al pistacchio forse ancora meglio.

Guardo l’orologio e un minimo mi vergogno visto che segna le 16:30 e siamo parcheggiati da quasi quattro ore al tavolo…ma è dura alzarsi visto che Luciano ha ancora voglia di raccontarci qualche storia e qualche ricetta. Ovviamente parliamo anche di vino, mi segno due o tre bottiglie che devo tornare quanto prima a bere (bella scusa) e discutiamo di abbinamenti rossi e bianchi, di grandi vini, grandi operazioni d’immagine, e per fortuna spesso, anche grandi emozioni. Fa solo un pò rabbia sentir parlare di un’apertura di un Petrus ’82 e un Sassicaia ’77 e degli effetti di queste bottiglie. Se non altro Luciano dimostra al mio orecchio di sommelier di avere una sensibilità per il vino rara tra i cuochi del nostro paese e non significa che cucina con in mente un vino (sarebbe spesso un errore, credo) ma che si rende conto di quanto un pasto perfetto possa essere reso indimenticabile dal vino giusto servito alla persona giusta, al di là di schemi, tabelle e grafici di abbinamento tanto cari a noi sommelier.

Si è quasi fatta ora dell’aperitivo (serale), se ne sono andati anche i tizi di Decanter quindi decido che forse sarà il caso di alzarsi e salutare. E credetemi che alzarsi da questo pranzo, fare tre gradini e sdraiarsi sotto l’ombrellone per una dolce siesta pare una ricompensa persino eccessiva.

Mi lascio cullare dalle onde per dei minuti, esco e mi addormento sotto il giornale, davvero poche altre volte sono uscito da un posto così soddisfatto per come ho passato cinque ore a tavola…e raramente una domenica d’agosto mi ha riappacificato con il mondo come questa.

Eccolo! Il nostro piccolo Sogno d’Estate, la prima cena teatro da Burde!

Vi confermo il nervosismo di cui vi parlavo due giorni fa per ieri sera, sommato al fatto che di venerdì 1 agosto riempire il locale di gente curiosa per la cena “teatro” mi ha fatto felicissimo ma pure messo addosso un pò di responsabilità… E invece Luana Ranallo e Michele Redaelli hanno tenuto la scena magnificamente e il pubblico, dapprima un pò intimorito e sorpreso dalla piega che stava prendendo la serata, si è lasciato coinvolgere sempre di più (qui trovate le foto della serata come sempre su Flickr).

E dal primo atto con la scena dell’arrivo a cena (mentre servivamo l’Arioso di Campo alla Sughera, Bolgheri) fino alle poesie, alle musiche, ai melodrammi all’italiana, è stato davvero un crescendo di entusiasmo e di affiatamento pubblico attori.

Ovvio che anche il cibo e i vini hanno avuto la loro parte ma diciamo che non hanno mai rubato la scena agli attori e per fortuna una volta tanto non erano concentrati a cercare di capire se davvero si sentiva il bosso o la foglia di pomodoro oppure la mitica albicocca da Viogner…

Ho dovuto persino riadattare l’alta uniforme AIS per l’occasione, spero che i vertici non ne abbiano a male ma fiocchino e spencer non ce la potevo fare a metterli…

Non era un vero e proprio esperimento ma insomma non è facile adattare una rappresentazione alla sala di un ristorante che non è esclusivo per quell’evento e nel mezzo infilarci degustazioni di vino, assaggi, descrizioni di piatti e due chiacchere in libertà… Però, sarà sicuramente stata la notte d’estate (quasi mezza estate sul serio, sob!) ma è andata! Per i curiosi, già sul Tube alcuni spezzoni della serata.

E più che altro la promessa che stiamo già lavorando al seguito per settembre, altro tema, altre situazioni e stavolta il pubblico magari…

Vi lascio con il fulminante inizio, ovvero cosa succede se provi in una serata romantica a discutere sul vestito della tua Lei…(quando Luana dice Quanto?!? Ma quanto mi ingrassa?” mi sono ribaltato).

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Sogno d’Estate da Burde: Quanto mi ingrassa?
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E qui invece ecco nel fatidico momento della cena dell‘anniversario

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Ma quand’è il nostro anniversario?
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L’anno del Marsala? intanto forse abbiamo il Marsala dell’anno…

Tre coincidenze non sono mai da sottovalutare specie se convergono così nettamente come in questi giorni. Il mercato pare un pò stanco dei vini dolci siciliani “classici” stile Passiti e Moscati di Pantelleria (o per lo meno il mercato italiano, ad Amsterdam il Ben Rye va via come l’acqua nonostante non costi esattamente poco) e la riscoperta va tutta verso il Marsala e altri moscati minori come il Moscato di Noto, DOC semi scononosciuta e arrivata quasi ai margini dell’estinzione.

In finale a Caserta non si è quasi mai vista tanta unanimità come quando in tavola è arrivato il Donna Franca di Florio (grazie UvaAromatica per la foto) e pure il Moscato della Torre di Marabino (piccolo gioello da 2000 bottiglie da un giovanissimo produttore) si è battuto alla grande. Contemporaneamente abbiamo visto il bravo Fabio Rizzari e Franco Ziliani riprendere il tema nella newsletter settimanale Wine Web News dell’AIS. Aggiungiamo pure le parole bellissime che Luciano gli dedica nel suo sito (e oggi anche su Il Mattino di Napoli) e mi sono detto che era il caso di salire sul carro dei vincitori prima che si affollasse troppo…

Ovviamente non ne ho grande esperienza, se non, come tutti, in cucina con le versioni terribili da supermercato che finiscono in cucina per le braciole (triste destino comune anche a tanti Madeira…). Ho cominciato a riavvicinarmici “da grande” organizzando qui da Burde la serata siciliana con il Marsala di Pellegrino che era perfetto coronamento dei cannoli della situazione. Poi due esperienze che ti segnano a vita con il Marsala, ovvero il Bibenda Day 2006 con il Florio Marsala Inghilterra 1896, e pochi mesi fa l’incontro con il Marsala Florio Superiore Riserva Ambra Dolce 1932.

E infine la grande operazione di marketing portata avanti sia da Florio, Pellegrino e anche da Rallo con grossi investimenti pubblicitari e di divulgazione a dimostrare che il Marsala va benissimo sulle ostriche, sui formaggi piccanti e non solo sui dolci. Insomma si sta davvero preparando una rivalutazione globale di questo vino dalla storia centenaria che colpevolmente (come per i nostri Vin Santo) abbiamo lasciato correre senza curarcene per anni salvo poi scoprire che se John Woodhouse aveva conquistato Londra già nel 1773, non c’è motivo per cui non possiamo riprovarci…

Io intanto ho cambiato Marsala per le braciole (e pure quelle ringraziano con un profumo che resta per ora in cucina), mio fratello Paolo ha messo a punto una ricetta per il Patè di Cinghiale e Marsala e dico in giro che in casa ne tengo sempre una bottiglia per le occasioni speciali, vediamo poi cosa succede…

Ah, già dimenticavo, ecco il video della folgorazione sulla via di Marsala per la commissione più spiata d’Italia:

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Marsala Vino dell’Anno?
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Domani sera pronti al Sogno con Oberon e Puck (e pure Titania dovrebbe presentarsi)

Vi confesso che sono un pochino nervoso per domani sera visto che mi sono buttato in questa CENA TEATRO ma ancora, se dovessi dirvi, cosa accadrà di preciso non lo so neppure io: Luana dei Maghi Incartati per ora è stata piuttosto vaga quindi fino ad oggi alle 19 quando faremo la prova generale continuerò ad essere nervoso.

Giusto il tempo di raccogliere da Tiziano buone notizie che attendevo da tempo (YouTube che finalmente darà la possibilità di editare i video sul Tube e allora cosa mi sono messo a fare a studiare Pinnacle e Adobe Premiere?!?) che con questo Sogno noto anche che per la prima volta ho addirittura avuto l’enorme soddisfazione di raccogliere adesioni all’evento su FaceBook.

Mezzo che odiavo, quasi come il Tombo, poi però dopo le caterbe di auguri ricevuti per il mio compleanno da ogni parte del mondo (i vari sommelier sparsi ad Hong Kong, “amici” e “amiche” svedesi, canadesi, coreani, francesi…), e pure da persone che non incontravo da una vita (ovvero l’illusione realistica che qualcuno si ricorda di te… sia pure grazie ad un Social Network) ma che abitano da sempre a 10 minuti da casa mia.

Venendo invece alle cose certe per domani sera, a parte i vini che già conoscete, ecco due note in più sul menù allestito da mio fratello Paolo Gori, eccezionalmente ai fornelli per domani sera.

antipasto stuzzicante
annaffiato con il potente succo che scioglie i cuori più recalcitranti
ovvero bastoncini di pane da inzuppare a piacere in salse di crostino abbinati a Viogner e Sauvignon Blanc

primi piatti, primi dissapori:
“tu non mi ami più altrimenti soffriresti quanto soffro io per la paura che tu non mi ami più”
OVVERO minestre opposte: bianchi contro rossi, colore e gusto in alternanza e contrapposizione

ma il piatto forte è:
scoprire tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso quando ormai è troppo tardi
OVVERO carne al sangue e abbracci piccanti in umido

contorni di segreti conditi all’agro della menzogna
(potremmo dirvi quali sono ma sarebbe una bugia)

e per tirarsi sù un dolce gelato per non andare in bianco…
Fresco Carapina (così provate a capire di cosa sa…e soprattutto come lo fanno!)

caffè e amaro della gelosia melodramma o commedia all’italiana

Dalle 20:30 da Burde, ancora 3-4 posticini ci sono, semmai togliamo di mezzo qualche folletto e il posto si trova…

(E se, e posso capirvi, non amate mangiare in mezzo a queste creature,  vi ricordiamo che siamo aperti per cena anche stasera Giovedì 31 Luglio e che domani una stanza sarà riservata per la cena “normale”).

Vi aspettiamo comunque!

Vini buoni d’Italia 2009 TCI: l’Umbria di Aldo Fiordelli e gli esiti delle finali, due Sagrantino a Corona

Aumento del peso specifico per l’Umbria nella guida 2009 del Touring Club ai Vini Autoctoni Italiani con ben 20 schede previste.

Crescita grande anche qualitativa anche se con difficoltà per il Sagrantino 2005 che risente di piogge in vendemmia che hanno colpito le aziende in maniera poco uniforme con maggiori problemi nella parte alta (Montefalco) e minori un pò più in basso come a Bevagna.

A corona vanno due Sagrantino di Montefalco come il 2003 di Tabarrini e quello dei Fratelli Pardi. Un grande Vin Santo de La Palazzola che svela le potenzialità finora poco espresse per questa tipologia in Umbria. Dalla giuria ombra emerge un pò di delusione per il Collepiano di Caprai che a noi è piaciuto molto mentre non ha convinto la giuria. A me ha convinto parecchio anche il Sagrantino di Milziade Antano.

Ecco il commento di Aldo alle degustazioni :

“Sono soddisfatto per il risultato dell’Umbria che ha premiato tutti produttori “vignaioli”.
Penso che sia stato solo penalizzato l’Orvieto 2005, Campo del Guardiano, assaggiato poco dopo i Marsala.
E penso che il limite di nove finalisti per una regione con tre Docg siano pochi. Mi dispiace per il Collepiano di Marco
Caprai, forse miglior Sagrantino dell’anno. Ma sono molto soddisfatto che i colleghi, a cominciare
da Mario Busso e Luigi Cremona, abbiano ravvisato la crescita qualitativa dei vini di Montefalco.
Ora attendiamo di confrontarci con la selezione delle altre guide e con i lettori…”

Ecco lo stesso Aldo Fiordelli che introduce la regione alla commissione:

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Aldo Fiordelli introduce l’Umbria alle finali TCI 2009
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Ed ecco qui il filmato delle votazioni della commissione:

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Votazioni Umbria 2009 Vini Buoni Italia
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Brilla la corona della Stella di Campalto a Montalcino (peccato che se ne vada dal Consorzio…)

Ebbene succede pure questo a Caserta nelle finali della Guida Vini Buoni d’Italia, ovvero che uno dei vini che mette indiscutibilmente d’accordo tutti i giurati è il Rosso di Montalcino Stella Viola di Campalto 2006, lodato e già descritto minuziosamente dai tanti fan di questa giovanissima azienda che però rischia di non imbottigliare mai il suo primo Brunello di Montalcino…

Ovvero il Brunello di Montalcino Stella di Campalto 2004 è in bottiglia e in teoria si sta affinando per l’uscita (inizio 2009) in commercio ma pare che la direzione abbia deciso in seguito ai fatti degli ultimi mesi (e soprattutto in seguito ad un cartello considerato offensivo dal consorzio esposto all’ultimo Vinitaly) appunto di uscire dal Consorzio del Brunello.

E sarebbe obbiettivamente un gran peccato, ma al contempo anche dovrebbe suonare come un campanello di allarme per Montalcino, visto che PARE che non sia l’unica azienda titolata a voler uscire…

Chiudiamo la stalla prima che i buoi se ne vadano???

Intanto eccovi il video della proclamazione a Corona per la guida del Touring (e complimenti per la scelta, il vino è semplicemente perfetto IMHO)

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Stella Viola Campalto Montalcino Rosso 2006
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Finali Centro Sud Vini Buoni d’Italia 2009: guida al materiale disponibile in rete

Tra sabato e domenica sono stati pubblicati su Internet molti contributi sulle attese finali del Centro Sud per l’assegnazione delle Corone TCI ai migliori vini da uve autoctone Italiane. Come sapete si tratta di un esperimento interessante di copertura mediatica che mira a sfruttare, anzichè i classici comunicati stampa, la blogosfera e il tam tam della rete.

Su YouTube avete già disponibili molti video che evidenziano alcuni momenti delle votazioni e delle decisioni prese in merito ai premi assegnati mentre su Flickr trovate una carrellata di foto da venerdì sera 25 Luglio fino alla cena di Gala presso il Convento dei Lattani sopra Roccamonfina, passando per le finali di Umbria, Toscana, Sicilia e Puglia.

Altre foto (certamente più belle, Kruger!!!) sono quelle sul blog ufficiale di Witaly, ovvero qui.

Luciano Pignataro, come sempre attivissimo quando si scende sotto il 42esimo parallelo, mi segnala l’articolo della (bella) Monica Piscitelli e il suo dettagliato resoconto di questa intensa tre giorni di fatiche enoiche pubblicato sul sito numero uno per l’enogastronomia del Sud.

La stessa Monica sul suo blog pubblica una interessante lettura personale (con i suoi vini preferiti) della manifestazione, e mi fa molto piacere che i vini dolci toscani siano piaciuti quanto a me!

Altro blogger e giornalista presente, Aldo Fiordelli che commenta i vini umbri da lui selezionati insieme a Guido Ricciarelli.

Ho cercato e cercherò di pubblicare dei post riassuntivi con le Corone assegnate e qualche stralcio di discussione in merito.

Oggi pomeriggio o domattina posterò due commenti sull’Umbria con il contributo di Aldo Fiordelli mentre da Mercoledì ci saranno post riepilogativi regione per regione con considerazioni generali sui vini di quella zona.

Intanto eccovi il riassunto fatto da Luigi Cremona in persona delle regole di svolgimento delle finali

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Regole Finali TCI Vini Buoni Italia 2009
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