Già apparsi su Intravino gli highlights delle grandi riserva 2006 e 2007, ecco che qui vi potete sciroppare la lista completa degli assaggi (e qui una carrellata di etichette). Come sempre calma e gesso ovvero tenete conto dello stato di grande gioventù della 2007 e del fatto che anche nelle 2006, praticamente già tutte bevibili perchè in bottiglia ormai da tempo, gli assaggi sono stati fatti in maniera ovviamente veloce e non con l’approfondimento che meritano. Quindi prendete ogni voto e commento con le molle e verificate, se potete, di persona! E vai con la listona… (altro…)
Bevute
La Vernaccia di San Gimignano contro il Pouilly-Fuissé, quanto conta il terroir?
Giampaolo Gravina sceglie il Poully-Fuissé per il confronto di quest’anno e scopriamo allora le caratteristiche di questo terroir borgognone… (altro…)
Il Poggione Brunello di Montalcino DOCG 2005 (non ancora in commercio)
Annata contrastata e piovosa ma a Sant’Angelo in Colle la piovosità cala bruscamente quasi sempre. Colore perfetto e impeccabile, incantevole e raffinato il naso con tutto ciò che un Brunello deve avere, floreale di viola passita e lavanda, ciliegia sotto spirito, note balsamiche e speziate e terziario appena accennato. (altro…)
Il Poggione Brunello di Montalcino DOCG 1985
Apoteosi fin dal colore, granato superbo e fine. Naso tra i più completi, tipicamente sangiovese dall’erika al poutpourri, dalla marasca al tabacco dolce, dal pepe alla liquirizia. Poi humus, glutammato, funghi secchi, anice e cardamomo, leggero alloro: un caleidoscopio in evoluzione con un sottofondo di goudron da grandissimo. (altro…)
Il Poggione Brunello di Montalcino DOCG 1988
Un piccolo prodigio già dal colore ricchissimo e dai minimi accenni granata, dimostrando come minimo 10 anni di meno. Anche al naso la viola e il floreale è sì maturo ma tradisce affatto un appassimento. (altro…)
Il Poggione Brunello di Montalcino DOCG 1995
Colore leggermente granato, gira nel bicchiere soave e nel frattempo emana profumi perfetti di grande sangiovese. Fiori, frutta, spezia, mallo di noce, liquirizia e caffè, e una vitalità che si intravede chiara e appetitosa. In pratica uno degli aromi più completi che ti possa capitare. (altro…)
Il Poggione Rosso di Montalcino DOC 2008 (non ancora in commercio)
Al Poggione producono quasi lo stesso numero di bottiglie di Brunello che di Rosso e viene decisamente preso sul serio in ogni senso. Diverse vigne, posizioni variegate e capacità di bilanciare le annate, ogni anno il Rosso da queste parti è un vino grandissimo e con potenzialità spesso poco sfruttate. (altro…)
Capire la Valpolicella e il “bio” the hard way: Monte dei Ragni e l’Amarone assoluto
Prometto che poi mi passa, ma ancora almeno un altro post sulla Valpolicella me lo dovete concedere. Per iniziare a capirla servono sì i banchi di assaggio ufficiali, le grandi aziende e le verticali, serve l’occhio del mercato e i video di Wine Spectator, la modernità e l’imprenditoria di aziende come Sterza, e poi servono i Ragni.
E Zeno, ovviamente. (altro…)
Alla ricerca della pantera del vino italiano: a confronto Montefalco, Etna, Valpolicella, Barolo, San Miniato e Montepulciano
La lingua italiana è come una pantera che lascia un scia ovunque, i prodromi della lingua comune che ancora non era italiano, diceva Dante. E perchè per il vino dovrebbe essere tanto diverso? Cosa è che lega i grandi
territori e i grandi vitigni del nostro paese? Proviamo a capire se questo filo comune c’è oppure no. Per esempio confrontando vini di potenza e di eleganza, sullo stesso tavolo insieme. Organizza Riccardo Gabriele e ospita Tommasi nella comodissima Villa Quaranta in Valpolicella. Vediamo come è andata. (altro…)
Il Rum e Pera dei Recioto della Valpolicella, David Sterza
Prendete un vino come il Pagoda, ammesso che lo abbiate mai assaggiato ed è difficile (manco 3 barrique all’anno). Syrah Merlot e Cabernet della Valpolicella (orrore !) passiti, 2 anni di rovere nuovo americano. La ricetta per una bomba da 17 gradi, una sfida e quasi uno scherzo enologico direte, ma nel suo voler essere quasi una caricatura mette in evidenza una prima cosa banale ovvero di quanto merlot e syrah ci sia in moltissimi Amarone non confessi e secondo che l’appassimento è un’arma a doppio taglio. Oppure a doppio godimento. (altro…)