Monthly Archives: novembre 2013

Champagne Demoiselle e Mortadella: rosè o il blanc de blancs?

Grande e impegnativa questione a cui abbiamo dedicato i nostri assaggi a Bologna per cercare di capire  quale dei due Champagne della Maison di Reims fosse più adatto al più importante salume italiano. La risposta è stata entrambi ma dipende molto dalla situazione e dal modo in cui la mortadella viene servita. (altro…)

Cappellina alle Fonti 2012 Castello di San Donato in Perano IGT Toscana

Roccioso e impenetrabile blend di Pinot Bianco e Semillon a Tibuca, una zona dal suolo molto particolare a Gaiole in Chianti. Da giovane in effetti è difficile approcciarlo e si concede molto lentamente con note tra pompelmo, gesso e un tocco di affumicato. (altro…)

La stellata concretezza di Silvia Baracchi per una notte al St. Regis

Tra i tanti nuovi cinque stelle lusso che popolano Firenze, il St Regis, l’albergo di Madonna e Di Caprio, è quello che si sta muovendo di più per offrire esperienze sempre nuove e varie per il suo pubblico sempre meno i clienti dell’albergo e sempre più i fiorentini. In questo senso è stato un successo la collaborazione con Valeria Piccini di Caino ma ancora di più il ciclo di incontri Winery with a Kitchen che ha visto esibirsi sotto i riflettori ma soprattutto ai fornelli alcuni chef italiani che lavorano presso aziende vinicole. Martedì scorso era sul palco Silvia Baracchi accompagnata dal fido Richard Titi, l’altra mezza stella del Falconiere Resort. (altro…)

Melograno Igt Toscana 2011 Podere Concori

Tanto frutto, lampone e ribes rosso su un tappeto di pepe ma anche tanta mineralità e note inespresse corredate da un tannino ficcante. Da aspettare con fiducia ma già buonissimo. MAcchia mediterranea, più lampone che ribes nero, espressione giovanile da nebbiolo tanto è floreale, inconsueto per un syrah dove la frutta in genere domina. Ma il 2011 è stata davvero un’annata speciale e il vigneto Melograno sembra aver ottenuta una sua fisionomia specifica.

E’ un vino elegante e naturale ma appunto senza fronzoli inutili, in bocca il frutto è pieno e ricco ma la freschezza è incredibile con precursori di note eteree e speziate già percebili.

Come si dice Syrah in romanesco, scopritelo con Fabrizio Dionisio il 21 Novembre al Porto Fluviale a Roma per God Save the Wine!

Gioca quasi in casa Fabrizio stavolta dato che è proprio di Roma anche se l’amore per il vino l’ha portato a Cortona… Nel suo caso “Nomen omen”: Sergio Dionisio, babbo di Fabrizio l’attuale proprietario, nelgi anni ‘70 acquista una piccola tenuta di circa sette ettari in località “Il Castagno” sui colli che fronteggiano Cortona  con vigneti cui nel 1992 si aggiungono quelli di “Poggio del Sole. (altro…)

Masi Amarone della Valpolicella “Mazzano” 2006

Il cru più imponente e austero della Valpolicella è un vino che spiazza i fan dell’Amarone da cartolina e da esportazione ovvero dolce e facile. Qui invece la mineralità, la roccia e note eteree e balsamiche precedano e poi completano un frutto complesso e ricco, denso e materico. Aromi di visciola, eucalipto, bacca di vaniglia, copri a, rose appassite. Sorso che rivela una trama tannica impressionante ancora non del tutto percettibile nonostante i 16% alcolici. (altro…)

Il Vulcano Etna in romanesco, scopritelo il 21 Novembre con Cottanera al Porto Fluviale con God Save The Wine

Guglielmo Cambria aveva visto un brillante futuro per la viticoltura nelle terre di Castiglione di Sicilia, sul versante nord dell’Etna quando qui si coltivavano solo nocciole e non i viticoltori privati erano pochi e vendevano vino sfuso nei loro garage. Alla fine degli anni ’90 Guglielmo decise di fondare Cottanera. Oggi alla guida dell’azienda ci sono i suoi tre figli, anche se la portabandiera è Mariangela Cambria, che somiglia al padre per determinazione e contagiosa energia. (altro…)

Come si dice Chianti Classico in romanesco lo scopriamo con Rocca delle Macie il 21 Novembre al Porto Fluviale con God Save the Wine!

Non solo l’impegno a produrre vini sempre più classici e territoriali sia in Maremma che nel Chianti Classico, sede storica dell’azienda di Sergio Zingarelli ma anche un grande impegno nella valorizzazione del territorio sia con il Relais Riserva di Fizzano che porta ha lo stesso nome della Riserva aziendale più famosa e di recente il convegno su arte e territorio a ribadire il rapporto tra Arte e Vino, artefici e testimoni dell’affermazione della Toscana nel mondo da cui sono scaturiti i “silenziosi racconti” che rendono questi vini unici e speciali. (altro…)

Montepulciano in romanesco il 21 Novembre a Roma con Le Bertille al Porto Fluviale per God Save The Wine

Gioca quasi in casa Le Bertille perchè nasce questa azienda proprio dalla ricerca di giovane avvocato romano (anche se con salde origini fiorentine) di una casa nelle campagne di Montepulciano per villeggiatura. Nasce così la storia d’amore con un vigneto  fino ad allora coltivato amorevolmente dal vecchio contadino “il Beppe”, grande maestro della campagna, abilissimo negli innesti, il decano degli altri coltivatori della zona. E’ lui che insegna a Saverio Roberti e sua figlia Olimpia la conoscenza e il rispetto dell’uva. (altro…)

A day at the races

Prendo a prestito il titolo di uno dei più bei dischi della storia della musica per descrivere il gusto, l’atmosfera e la magia che per un giorno hanno restituito vita ad uno dei luoghi meno conosciuti di Firenze, ovvero l’Ippodromo del Visarno, quello del trotto per gli appassionati. Ne avevo ricordi offuscati e del tutto sommersi che sono riapparsi come in un flash quando con mio figlio mi sono avviato al gabbiotto delle scommesse per puntare su Special TGRF, il cavallo abbinato alla nostra Trattoria. Vedere tutto con gli occhi di un bambino non sempre è possibile ma ieri l’emozione di mio figlio di fronte al verde, ai cavalli, ai rituali degli scommettitori e ai pranzi delle famiglie sotto la tettoia, la coda per il caffè, la campanella dei “cavalli in pista” e lo scandire dei secondi alla partenza con la macchina con i cancelletti che si avvia sulla pista mi ha immerso in una atmosfera d’altri tempi quando uomo e cavallo da corsa avevano un altro significato.

Ogni anno il primo venerdì di Marzo in Trattoria beviamo il Sassicaia e facciamo una cena in onore di questo vino mitico che però non sarà forse mai famoso come Ribot, il cavallo della Scuderia degli Incisa, razza Dolmello Olgiata, capace di vincere tutte  e 16 le gare in cui partecipò compresi due Arc de Triomphe a Parigi. Mi passava tanto oggi per la testa mentre nei locali dell’ippodromo tra una gara e l’altra si potevano visitare i banchi dei locali storici fiorentini, dai trucchi e parrucche fino al gelato passando per il Museo di Galileo, i fiori, le terrecotte, le tipografie, i vinai, gli occhiali, i libri.

Per l’occasione del Palio era tutto pieno di famiglie e di appassionati, insieme mescolati e in tranquillità a divertirsi facendo il tifo per il cavallo con la propria pettorina. Una scommessa, qualche corsa a urlare e tifare, un piatto di ribollita, un bicchiere di vino , il caffè e un sigaro sotto la tettoia mentre le Madonne Fiorentina compivano i propri volteggi.

Oggi l’ippica è in grave crisi eppure lo Stato incassa dal gioco d’azzardo ogni anno quasi il 30% in più di quello precedente e nonostante tutte le considerazioni che si possono fare nel trattamento dei cavalli io riesco a percepire l’ippodromo come un luogo immensamente più sano e al limite anche educativo rispetto ad una qualsiasi sala slot o sala scommesse di città. Ho visto mio figlio scommettere i suoi due euro e gioire nel vincerne altrettanti e altrettanto tranquillamente dire: “Babbo, basta così voglio fare un regalo a mio fratello”, non ho visto nessun demone in agguato perchè quello che tutti respiravano era un’atmosfera di festa di paese e di grande famiglia.

Ma che ci volete fare, noi esercizi storici poi in fondo siamo sempre i soliti noiosi tradizionalisti .