tagliatelle

Casisano Rosso di Montalcino 2020

Ecco un esempio perfetto della nouvelle vague del Rosso a Montalcino! Note squillanti rosse di lamponi e fragole e melograno si mescolano a note speziate leggere e tostate del legno grande di affinamento. Ma è al sorso che questo Rosso di Montalcino di Casisano 2020 colpisce per come sa essere preciso accattivante senza essere ruffiano ma soprattutto sferzante di tannino e bella profondità.

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Tommasi Rafaèl Valpolicella Classico Superiore 2019

Intensa nota di visciola e ciliegia con una sventagliata di pepe nero appena macinato rendono il profilo di questo Rafaèl Valpolicella Classico Superiore 2019 di Tommasi davvero accattivante. Anche il colore è molto delicato e invitante ma è il mix di note di frutta scura, lieve balsamico e pepe nero a conquistare anche per merito di un palato scintillante, preciso e ritmato ideale per una zuppa di stagione autunnale con zucca, funghi e castagna di Paolo Gori.

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Casisano Brunello di Montalcino 2017

Una delle prime vendemmi gestite in toto dalla famiglia Tommasi insieme ad Emiliano Falsini a Montalcino è questo 2017 che nonostante l’annata calda e secca svela una eleganza particolare e ricercata. Questo Brunello Casisano nasce in quota piuttosto elevata per Montalcino ma soprattutto su terreni particolari, scistosi e con alberese che esaltano le note agrumate e floreali del sangiovese mentre la giusta evoluzione in botte e bottiglia regala speziatura e un frutto in confettura scuro tridimensionale e profondo.

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Lugana Le Fornaci DOCG Tommasi 2021

Intensità aromatica proverbiale e tanto frutto (pesca, albicocca, arancio) che si unisco a note floreali accattivanti di frangipane e tiglio, sempre sorretto sullo sfondo da belle note di canfora e timo, il Lugana non si smentisce per la sua fama di vino dalla facile presa ma anche dalla bella tenuta al palato. Le Fornaci è una piccola chicca nella produzione Tommasi ed è vino perfetto per il mare e il lago ma anche dove serve sapidità per sgrassare e tanta aromaticità per ravvivare e duettare con aromi del piatto. Da noi ottimo su crostino con olio nuovo, fagioli e lardo di cinta senese Renieri.
Uve Turbiana 100% da Vigneti di proprietà a Sirmione coltivati a guyot con alta densità di impianto.

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Tommasi Amarone della Valpolicella Classico 2018

La storica etichetta di casa Tommasi con questa 2018 prosegue il percorso di asciugatura del sorso e della sua secchezza con carico zuccherino ridotto al minimo e capace di rendere questo Amarone particolarmente bevibile e piacevole. Note di amarena, mon cheri, ciliegia candita e frutta scura di bosco lo caratterizzano da subito con rimandi speziati di sandalo, vetiver e aloe che si rincorrono a completarlo al naso. Sorso deciso e di carattere ma mai eccessivo, con il balsamico a sfinare i 15 gradi di alcol comunque difficilmente rilevabili alla beva.

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Le Volte dell’Ornellaia IGT Toscana 2020

Un vino immediatamente godibile, pronto e godereccio: l’impressione che ogni volta fa nel bicchiere il vino d’ingresso della Tenuta de L’Ornellaia è sempre festosa e inconfondibile. Unione di sangiovese di Toscana, merlot e altre uve di Bolgheri, rimarca forte una nota di viola mista a lavanda, pepe, lamponi e fragole in confettura e anche sfumature di tostatura delicata. Sorso che scatena golosità e piacevolezze assistite per un finale non banale e una agilità che non trascura una struttura capace di renderlo ottimo su abbinamenti importanti come tagliatelle al sugo di cinghiale e carni bianche.

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Ornellaia Bolgheri Superiore DOC 2017 – “Solare”

Un’annata la 2017 decisamente complicata in Toscana ma molto più gestibile sulla costa grazie ai venti e all’effetto mitigatore del mare ma anche un’annata perfetta per capire il nuovo corso di levità e piacevolezza di Ornellaia che con il suo grand vin ha iniziato dal 2015 un percorso di ripensamento su alcuni eccessi di potenza e muscolarità. Naso intenso e preciso, elicriso, lavanda, rosa damascata, incenso, fruttato rosso e nero, miele di tarassaco, note agrumate d’arancio, lentisco, alloro, mirto, ginepro, bellissima la speziatura da legno. Sorso stupefacente con lieve rugosità tannica e un filo di asciugatura che sconta l’annata ma niente che non possa essere compensato con un ottimo abbinamento in tavola (cinghiale in dolce e forte nel nostro caso). Nel finale ritorna il balsamico con prepotenza e una nota dolce splendida di frutta. Vino di una beva sontuosa ed elegante a dispetto di tutto e tutti, davvero un grande esempio della magia che Bolgheri riesce ad esprimere nei bicchieri.

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Le Serre Nuove dell’Ornellaia Bolgheri DOC 2019

Il second vin della Tenuta dell’Ornellaia è una diversa interpretazione del territorio boglherese e dei vigneti della tenuta dove il merlot sale in cattedra (54%) in maniera sontuosa e ricercata con un riecheggio di stilemi propri di Masseto e al contempo mantenendo struttura ed eleganza di Ornellaia. La dimensione oggi di LE Serre Nuova è più che mai quella della ricercatezza e intensità ma non scevra da freschezza piccante e sottigliezze tanniche. Naso con note di cassis, mirtillo, more in confettura, elicriso e macchia mediterranea si integrano perfettamente con note tostate e di ebanisteria nobile benissimo tratteggiate. Bocca con ritorni balsamici di resine ed eucalipto, bella la sensazione tannica che interpreta benissimo l’annata 2019.

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Benefizio Pomino Bianco DOC Frescobaldi 2020

Uno dei vini bianchi più gloriosi a vita nuova restituito con le ultime annate si presenta davvero scintillante nel bicchiere. Beneficio Pomino è erede di quel mitico vino che Leonia Albini portò in trionfo a Parigi nel 1878 e ha recepito la lezione di piacevolezza e sapidità degli ultimi anni: è scattante già dal naso agrumato al naso con tanti rimandi floreali tra gelsomino narciso fior d’arancia e muschio bianco ma è in bocca che sorprende davvero tra note nocciolate, lievemente burrose e sapide che abbinano alla grande la farinata con brodo di testina di cinghiale di Paolo Gori. Ma in genere con tanti abbinamenti di mare importanti e anche di terra se la cava come vini molto più nordici e blasonati.

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La cucina del cinghiale dall’antipasto al dolce

Paolo Gori racconta il cinghiale alla quinta ovvero cinque modi di usare il cinghiale in cucina e volendo anche per un pasto completo dall’antipasto al dolce. Si parte con il prosciutto abbinato a carciofi sott’olio  e un grande vino rosa quindi si passa alla farinata gialla versione rinforzata con brodo con testina del cinghiale. Come primo le tagliatelle con il sugo del Cinghiale in umido (senza macinatura ma tenuto grossolano). Quindi si arriva al piatto principale ovvero il Cinghiale in Dolce e Forte e infine la schiacciata alla fiorentina preparata con lo strutto del cinghiale stesso.

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