montalcino

Madonna delle Grazie 2017 Brunello di Montalcino Il Marroneto

Il Madonna delle Grazie di Alessandro Mori è ormai un fuoriclasse di livello assoluto non solo per sangiovese e Montalcino ma per il mondo in genere e che ormai riesce a ripetersi su livelli elevatissimi praticamente ogni anno anche in annate come la 2017 ostiche e complicate per chiunque cerchi eleganza e nitidezza. Il versante nord lo tiene a riparo da eccessi calorici ma in realtà serve mano ferma e lucidità in cantina per non perdere di vista la finezza in annate come questa.

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Baron’Ugo Igt 2016 Toscana Monteraponi

Il sangiovese di razza raddese mostra i muscoli e la piacevolezza in un connubio entusiasmante con questa 2016, forse la migliore delle edizioni tutte comunque maiuscole del Baron’Ugo di Michele Braganti. Quasi completamente 100% sangiovese tranne qualche grappolo di cannolo e colorino, ha un colore ricco ma sempre netto e trasparente con riverberi violacei e lampi azzurri di freschezza. Al naso è grintoso, agrumato e con un frutto rosso in confettura e di frutta di bosco fresca.

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Brunello di Montalcino 2016 Baricci

Un vino entusiasmante che sfrutta a pieno le meraviglie della 2016 per un vino profondamente identificato con il versante nord di Montalcino dove giaccione le vigne da cui nasce. Naso mentolato e scolpito nella pietra, ribes rosso e pepe nero, grande succo di mirtillo e visciole, sorso che incalza e dispiega il suo ritmo in maniera convincente, finale sontuoso e denso, materico ma sempre arieggiato dalla freschezza giusta.

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Brunello di Montalcino 2016 Le Ragnaie

Questo 2016 de Le Ragnaie è un compendio tra versante nord e sud con il passo del Lume Spento a dividere le vigne di Riccardo Campinoti ed è perfetto per esemplificare la bellezza di lavorare unendo più vigne a Montalcino. Il 2016 etichetta bianca di Riccardo è stiloso dolce ma piccante, pepe nero, mirtillo e ribes.

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Brunello di Montalcino 2016 Le Chiuse

Davide Bonucci introduce il Brunello di Lorenzo Magnelli, sempre più protagonista della denominazione dopo che per anni ha fornito le uve per la riserva della famiglia Biondi Santi (con cui è imparentato da parte della madre). Ma non c’è traccia del legame ormai perché Lorenzo grazie all’età delle sue vigne e la posizione baciata dal nuovo clima ogni anno produce da almeno un decennio i Brunello più intriganti del panorama ilcinesi. Questa 2016 è la  migliore finora e detta nuovi standard per la cantina.

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Pergole Torte 2017 Igt Toscana

L’etichetta iconica quest’anno sceglie una delle più azzeccate rappresentazioni di sempre, un caschetto anni’30 che (s)copre un volto inconsueto e ribaldo così come il vino dalla grande polpa scura e ribes nero e mirtillo. Scorre rabbioso intenso e croccante con punte di complessa dolcezza tra tabacco del nicaragua e ambra, viole candite e un sottofondo ferroso a completare .

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Salvioni Brunello di Montalcino 2013

Ormai un classico a Montalcino la grandezza dei vini di Giulio e Alessia Salvioni che in realtà producono vino “soltanto” dal 1985 in un territorio che ha bruciato le tappe per la grandezza mondiale. Dai suoi 4 ettari curati maniacalmente e con talento, la famiglia Salvioni produce vini raffinati e intriganti dotati di ricchezza e definizione di frutto ma mai eccessivi ed estrattivi.

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Anteprime Toscane: Benvenuto Brunello 2015 il mio report da Montalcino

La cosa bella delle anteprime toscane da ristoratore prestato al giornalismo del vino è la possibilità di approfondire e fare scelte oculate per la carta di Burde…Se volete partecipare e capire come costruisco la nostra lista in trattoria potete leggere su Intravino le mie valutazioni a cominciare da quelle sul Brunello di Montalcino 2015, annata di grazia ed energia che ha visto non poche bellissime bottiglie sfilare nei nostri bicchieri.

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Il Marroneto Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2011

Il millesimo successivo alla straordinaria consacrazione della 2010 al Marroneto è stato baciato da un sole bellissimo che altrove ha portato note molto marcate e mature ma qui invece si è convertito in eleganza e sottigliezza. Assaggiato oggi in chiusura di un bel confronto del miglior sangiovese degli anni ’10 è splendido, sottile appunto e balsamico, con note di timo e mentuccia, lavanda, amarena, ciliegie e cannella, fragole e rabarbaro, buccia di peperone, bocca ammantata di grazia e levità senza la profondità della 2010 nè la sua lungimiranza ma che da bersi oggi è una festa per il palato.

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