chianti classico

Il Marroneto Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2011

Il millesimo successivo alla straordinaria consacrazione della 2010 al Marroneto è stato baciato da un sole bellissimo che altrove ha portato note molto marcate e mature ma qui invece si è convertito in eleganza e sottigliezza. Assaggiato oggi in chiusura di un bel confronto del miglior sangiovese degli anni ’10 è splendido, sottile appunto e balsamico, con note di timo e mentuccia, lavanda, amarena, ciliegie e cannella, fragole e rabarbaro, buccia di peperone, bocca ammantata di grazia e levità senza la profondità della 2010 nè la sua lungimiranza ma che da bersi oggi è una festa per il palato.

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Castello di Monsanto Chianti Classico Riserva Il Poggio 2014

Annata minore per la Toscana ma in realtà perfetta per un cru di eleganza e potenza sotto controllo come Il Poggio. Forse il primo cru in assoluto del Chianti Classico, deriva da un vigneto meraviglioso sempre baciato dal sole in ogni direzione e nelle amante più fredde riesce laddove molti altri vigneti vanno in difficoltà ovvero a portare a perfetta maturazione il sangiovese nella sua componente tannica più delicata. Questo 2014 è il primo a portare in etichetta la tipologia “Gran Selezione” ed è decisamente un inizio promettente, naso intrigante fine e delicato, tra ciliegia, fragola matura, noce di cola, pepe, lamponi in confettura, bergamotto e fragole.

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Pergole Torte 2016 Montevertine

Una bellissima annata a Radda questa 2016 che unisce energia ricchezza ed eleganza come poche altre. Il Pergole 2016 spicca con rosso rubino brillante con velo di cupezza e oscurità maggiore che in altre annate a sottolineare la ricchezza. L’eleganza del naso ben si sposa all’etichetta con la figura femminile 2016 di Alberto Manfredi scelta per quest’annata con il suo frutto molto preciso, una grandissima intensità di amarena, visciole e poi note lievi di legno miste a pepe verde, mirto e tabacco, more e ribes nero.

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Poggio di Sotto Brunello di Montalcino 2015

Anteprima golosa di una 2015 che si preannuncia memorabile a Montalcino e per molti la vendemmia migliore di sempre (finora). Vendemmia come sempre settembrina precoce per lo stile aziendale, necessaria per preservare acidità in un contesto dove potenza sole ed energia abbondavano nell’annata. Il profilo è levigato, roccioso, floreale, viola, amarene, ribes rosso lamponi e fragole, intensità cangiante struggente che vira già in parte sul balsamico, menta, alloro, cardamomo, bergamotto.

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Carleone Due Igt 2017 Tenuta di Carleone

La grinta di Sean Il Guercio viene fuori nelle difficoltà e la 2017 a Radda non è stata più semplice che nel resto della Toscana con aridità e caldo soffocante. Ma le vecchie vigne di Tenuta di Carleone tengono botta e ci regalano un vino che nonostante il recente imbottigliamento regala emozioni agrumate e fruttate certamente solari e allegre ma mai con note eccessive di cottura.

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Tenuta di Carleone Carleone 2 Igt Toscana 2015

L’idea di Sean O’Callagan Il Guercio su questo vino “second vin” della Tenuta di Carleone è quello di unire il sangiovese di Radda e Vagliagli con del merlot come si usava fare qualche anno fa un po’ in tutto il Chianti Classico. Oggi è un’altra versione del vino nel Chianti Classico oggi con un tocco di energia e ricchezza aromatica scura portata dal merlot e anche molto piacevole.

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Chianti Classico Poggio Teo Tenuta di Valiano 2015

Un terroir in grande spolvero che di recente ha scoperto la sua vocazione ovvero la Berardenga e un’annata grandiosa come la 2015 che quando non ha dato eccesso di frutto ha dato in Toscana vini di qualità notevole. Qui abbiamo un frutto solare carnoso ed energico molto scuro tra ribes nero, fragole in confettura, prugna e poi alloro, mirto, tabacco e pepe.

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Venerdi 15 novembre Etna vs Vulture e Toscana, autoctoni a confronto con Zuppa di castagne, pasta alla norma e maiale brado!

Ecco tre territori molto diversi ma che rappresentano tre dei territori più affascinanti del vino italiano riuniti a tavola il prossimo venerdi 15 novembre in trattoria. Un territorio che crediamo di conoscere (la Toscana) e due (Etna e Vulture) che hanno appena iniziato a farsi notare e che promettono meraviglie per il loro sottosuolo vulcanico, terreno promesso del vino del futuro. A “sfidarsi” nella nostra cena saranno quattro vitigni autoctoni italiani tra i più prestigiosi, due bianchi e due rossi: tra i bianchi il Vermentino che ha trovato in Maremma un habitat ideale per fare emergere al meglio le sue peculiarità farà da apripista ad un duello tannico tra Nerello Mascalese, il vitigno “principe” dell’Etna, il Sangiovese il re indiscusso dei vitigni toscani e l’Aglianico che sul Vulture sta dimostrando una sinergia speciale con il terroir del vulcano.

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Tenuta di Carleone Chianti Classico 2017 DOCG Tenuta di Carleone (anteprima)

Annata tosta e difficile in Chianti Classico e in Italia in genere ma l’altitudine e i terreni di Radda contengono l’esuberanza e moderano il calore e i problemi dalla siccità portando un vino energico solare e carnoso ma senza cotture. Questo Chianti Classico 2017 in anteprima (imbottigliato da sole due settimane) rivela il talento di Sean O’Callaghan a Carleone per il frutto nitido e piccante senza cedimenti ed eccessi.

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Tenuta di Carleone Chianti Classico 2016 DOCG Tenuta di Carleone

Un’annata di grazia stile e succulenza senza lasciare da parte acidità e freschezza e questo chianti Classico Tenuta di Carleone è il migliore finora mai prodotto in tenuta. Grande reattività al naso con lamponi, ribes rosso, marasca, tabacco, anice, rosmarino, sorso pulito e netto con finale speziato e nervoso il giusto .

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