toscana

Sassicaia dai trionfi della 2015 all’apoteosi del 2016, un percorso di successo su Business People

Su Business People di Febbraio in edicola trovate un’analisi e una cronistoria delle tappe che hanno portato il Sassicaia da vino da tavola del Marchesi Incisa a protagonista di culto delle DOC italiane ed emblema del nostro Belpaese nel mondo. Del resto la storia del Sassicaia è emblematica e fondamentale per capire la storia moderna del vino Italiano e la sua rivalutazione agli occhi del mondo della critica internazionale e l’ultimo eclatante successo, ovvero la conquista del primo posto della prestigiosa Top 100 di Wine Spectator ha forse sancito l’ingresso nei grandi vini della terra in maniera definitiva. Un trionfo da poco bissato dai 100/100 tributati da Monica Larner per Robert Parker alla 2016 che sta per uscire. 

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Ecco #PrimAnteprima, i dieci piccoli grandi consorzi toscani vi aspettano sabato 9 febbraio alla Fortezza da Basso!

 

C’è una Toscana che non finisce spesso sulle copertine ma che rappresenta forse meglio di tanti discorsi la bellissima ricchezza del nostro vino  e le sue mille sfaccettatture. Dalla Maremma agli appennini passando per il Montecucco, le mura di Lucca, le Colline di Pisa, il mare e le sue influenze, i remoti antri delle Vie Cave di Pitigliano, la storia della Fortezza di Montecarlo e i suoi vini bianchi, l’Orcia Doc con le sue celebri colline, la storia del vino dei Medici e dei Lorena con Carmignano e Valdarno di Sopra, DOC dal 1716. Per scoprirla nei suoi vini in anteprima quest’anno l’appuntamento è per sabato 9 febbraio alla Fortezza da Basso dove giornalisti, influencers e operatori potranno accedere per l’assaggio di oltre 500 vini provenienti dalle 10 denominazioni riunitesi per #PrimAnteprima ovvero Carmignano, Colline Lucchesi, Maremma Toscana, Montecarlo, Montecucco, Orcia, Pitigliano e Sovana, Terre di Pisa, Val di Cornia e Valdarno di Sopra.

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La glera, Valdobbiadene e il Bellenda Prosecco Metodo Classico Brut Rive di Carpesica 2016

Ecco un luminoso esempio delle possibilità della glera questo Prosecco superiore metodo classico che nasce dalle Rive di Carpesica, uno dei cru in cui è suddiviso il piccolo grande mondo del Conegliano Valdobbiadene. La famiglia Bellenda con questo prodotto rende omaggio ai primi 100 anni di storia del prosecco ovvero prima dell’autoclave e lo fa presentando un vino suggestivo fine ma non scontato che cresce con la temperatura con note di frangipane, albicocca, pera williams, canditi, agrumi, nocciole tostate e pasticceria .

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Champagne Roger Coulon Reserve de l’Hommée

Con uve dalle particelle più vecchie delle vigne di Vrigny, Coulomnes de la Monagne e Pargny le Reims ecco il prodotto che ha convinto Umberto Bellenda a importare questa peculiare maison. Vino speciale a partire dal nome che richiama l’antica unità di misura di superficie “l’uomata” ovvero la porzione di vigneto che un uomo può lavorare in una giornata di lavoro.

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Gaia & Rey e Cervaro della Sala, i due miti del vino bianco italiano a confronto

Il vino bianco italiano è il vino più venduto al mondo e batte anche gli storici cugini francesi da sempre nostri rivali in campo enoico. Nel numero di Business People in edicola incontriamo i due campioni assoluti del bianco del nostro paese ovvero il Gaia & Rey di Angelo Gaja e il Cervaro della Sala di Antinori per capire come si costruiscono due miti dell’enologia oggi. Le vittoria del nostro bianco può essere un’affermazione che sorprende in un momento dove tutti parlano di bollicine e rosè come i nuovi trend globali ma che riflettono bene la realtà di un affare da 1,287 miliardi di euro l’anno (secondo i dati Nomisma Wine-Monitor).  Un successo che deriva in parte dal cambiamento climatico (è più adatto a stagioni calde) e all’approccio femminile alla bevanda che ama i bianchi perchè non sono presenti tannini o sostanze amaricanti…ma non solo!

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Valerius Ansonica in Anfora 2017 Antonio Arrighi

La ricerca di Antonio Arrighi sui vitigni storici elbani incontra l’ansonica, forse la più famosa uva delle isole toscane. Questo Valerius nasce in anfora dell’Impruneta e diventa perfetta per esaltare le note parietali dell’uva senza stravolgerne l’espressione. Arancio, erbe aromatiche, frutta bianca e gialla e una acidità particolare che confina con la sensazione tannica al palato a dare un sorso di carattere intrigante sapido e dalla lunghezza notevole.

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Tresse IGT Toscana Anfora Sangiovese Sagrantino e Syrah 2016 Antonio Arrighi

Il rosso in anfora di Antonio Arrighi prende forma e definizione sempre maggiori con questa 2016 in anfora per pochi mesi per evitare note amare e troppo intensamente tanniche. L’anfora come sempre esalta il varietale e quindi intense note di viola, visciola, pepe, frutta di bosco, ribes nero e rosso e poi sandalo, tabacco e tocchi di cardamomo. Bocca con tannino più lieve di quanto si possa pensare e slancio verticale importante e saporito. Da belle carni di sostanza e anche se sull’isola si trova solo coniglio, ci si adatta benissimo!

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Hermia IGT Toscana Bianco – 2016 Viogner Antonio Arrighi

Già notevole in una precedente incarnazione in barrique, il viogner elbano si esalta in maniera eccezionale con l’anfora con Antonio Arrighi che riesce a preservarne il varietale in maniera mirabile senza stravolgerne l’essenza. Questo vino dedicato all’antenato di Antonio viticoltore all’Elba (Hermia è il nome trovato su un anfora vinaria recentemente ritrovato in un sito archeologico greco) ha naso di albicocca e susine mature, erbe aromatiche, sambuco, timo, menta e note sapide evidente che si mantengono al palato dove la particolare acidità del viogner bassa ma martellate si fa sentire e diverte specie se si azzecca l’abbinamento come con il supplì al nero di seppia di Paolo Gori.

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Silosò Elba Aleatico Passito 2017 Antonio Arrighi

La meraviglia aromatica dell’aleatico si esalta come sempre nelle mani di Antoio Arrighi che lo tratta con rispetto e intensità necessarie a sottolineare i tratti mediterranei e profondamente fruttati di prugne, visciole, fiori, fragole in confettura e alloro. Bocca dolce ma dove il tannino fa la sua parte insieme alla bella sapidità a farne un vino da bere da solo in qualsiasi momento della giornata e non solo con i dolci come la famosa o famigerata schiaccia ubriaca dell’Elba, presentata in versione casereccia da Paolo Gori nel corso della serata.

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Il vino dell’Elba con Antonio Arrighi

Un’isola che sta riscoprendo la sua vocazione al vino grazie ad un movimento di vigneron e imprenditori che finalmente si dedicano alla scoperta del terroir, anzi dei vari terroir, che caratterizzano l’Elba. Antonio Arrighi nel corso della serata Elba Taste  Il classico blend elbano di uve bianche aromatiche e semiaromatiche è l’occasione per raccontare i vini e la storia dell’isola con Antonio Arrighi che a Porto Azzurro ha messo su la sua azienda agricola ma soprattutto si dedica alla riscoperta di tradizione e modi di vivere e lavorare elbani. Ascoltiamolo in un video che ci dice molto di cosa significa oggi fare vino sull’isola ma soprattutto di cosa potrebbe essere l’isola d’Elba con i giusti investimenti.

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