Bevute

Assaggi di vino distillati con punteggio, spesso con video degustazione

Glencadam 15 yo Highland Single Malt Angus Dundee Distillers

Glencadam è una distilleria che opera nel 1825 e che rilascia questo single malt solo dopo 15 anni. Siamo nello Speyside, fiume storico che ha fatto nascere tantissimi prodotti di eccellenza. Un whisky con nota fruttata imponente e dolcissime in un sottofondo di spaziatura maltata quasi da capogiro. Mela delicious, susina matura, fragole,  sottobosco, ginger, mallo di noce e un andamento caramellato che viene interpellato da una robusta pepatura. L’effetto nei bicchieri di questo Glencadam 15 yo è quasi stordente agli inizi ma lo si modera e si esalta abbinandolo anche a piatti salati come l’irish broth di Paolo Gori dove carne, brodo di pecora intenso e rimandi piccanti realizzano un connubbio intrigante come pochi.

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Le Serre Nuove dell’Ornellaia Bolgheri DOC 2019

Il second vin della Tenuta dell’Ornellaia è una diversa interpretazione del territorio boglherese e dei vigneti della tenuta dove il merlot sale in cattedra (54%) in maniera sontuosa e ricercata con un riecheggio di stilemi propri di Masseto e al contempo mantenendo struttura ed eleganza di Ornellaia. La dimensione oggi di LE Serre Nuova è più che mai quella della ricercatezza e intensità ma non scevra da freschezza piccante e sottigliezze tanniche. Naso con note di cassis, mirtillo, more in confettura, elicriso e macchia mediterranea si integrano perfettamente con note tostate e di ebanisteria nobile benissimo tratteggiate. Bocca con ritorni balsamici di resine ed eucalipto, bella la sensazione tannica che interpreta benissimo l’annata 2019.

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Champagne Henriot Brut Souverain

La cuvèe di ingresso di Henriot sorprende sempre per la sua grande completezza e luminosa personalità messa ancora più in evidenza con l’abbinamento con i crostoni cavolo nero e cinta senese, capaci di scatenare una bella esaltazione di umami sinergico. Non lesina sul dosaggio (8gr/lt) in questa edizione basata sulla ricca vendemmia 2015 e degorgiata a nov 2019 cui sono stati aggiunti oltre il 30% di vin de reserve di cui lo chardonnay in perpetua da tre grand cru. Il nome Souverain deriva dal fatto che Henriot era fornitore della corte d’Olanda e poi dell’impero austroungarico. Echi dell’impero di sentono nei colori e nella intensità, tono dorato e ricco, sapido, salino, agrumato, felice, allegro e senapato. Ancora zenzero e curry, opulento, ricco ma grande acidità e capacità di incalzare il palato, lunghezza e personalità fitta e pepata, incalzante la bollicina.

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Cepparello 2018 Toscana IGT Isole e Olena

Isole e Olena è una delle aziende di riferimento di tutto il Chianti Classico ogni anno propone un concentrato di energia sangiovese a partire da questo monumentale IGT Cepparello che ormai da decine di anni si conferma tra i più ispirati. Il terroir è quello di San Donato in Poggio dove potenza ed eleganza si fondono se guidati da mano sicura e precisa come quella di Paolo de Marchi.

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SuiSogni 2019 Casa Gori Toscana IGT

Da piena un vino che fa sognare gli appassionati del sangiovese sicuri di aver trovato un’altra azienda capace di esaltarlo come si deve. Persone appassionate e umili e genuini amanti del territorio dove si sono trasferiti, la famiglia Gori si occupa di birra, formaggi e allevamento con la stessa passione che ci mette nel vino e si sente eccome.

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Belcolle Barbaresco DOCG Pajorè 2019

01Dal comune di Treiso arriva questa cru importante di Barbaresco disposto su 4,1 ettari per un altitudine che va da 190 a 350 metri sopra un terreno di marne calcaree e argilla, conosciuto grazie a Giovanni Moresco e le sue vinificazioni in purezza a partire dal 1967. Il vigneto è noto per produrre vini con tannino ben delineato, strutturati ed eleganti, con finezza ed eleganza che colpiscono più di potenza. Non fa eccezione questo Pajorè con note distintive e intense, calde e dolci di lavanda, viola candita, mughetto, fragole, lamponi, albicocca, pepe nero, melograno più un corredo speziato che va oltre i classici fino a lambire le spezie orientali tra cardamomo e ambra.

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Cantina Dainelli “Intruso” Sangiovese e Tempranillo Igt Toscana 2019

L’intruso della situazione è il tempranillo noto da secoli in Toscana come malvasia nera e che qui doa al sangiovese una rotondità dolce e cupa di frutto molto invitante soprattutto se accopiata alla classica florealità e frutta rossa del vitigno. Dario Dainelli nella sua seconda vita professionale da vignaiolo porta qui un vino che per metà matura in anfora e coniuga frutto e tensione acida in maniera molto intrigante, naso di viole, marasca, prugne in confettura, pepe nero e tabacco con note di erbe aromatiche mediterranee.

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Scheggiolla Chianti Classico Gran Selezione 2013

Scheggiolla è una piccolissima azienda a Ponte a Bozzone (SI) che cura amorevolmente 7500 piante di viti dalla grande età media. La Gran Selezione ha note di acqua di colonia inglese, erbe aromatiche, arancio rosso, china calissaia, chiodo di garofano, tantissima levità e freschezza nonostante gli anni dalla vendemmia. L’annata 2013 è stata calda ma la gestione qui è perfetta, sorso lieve fumè, sottobosco e lieve polverosità fruttata, sorso dal tannino vivo e acceso, cuoio e liquirizia, olive tostate, pepe nero e cayenna. In bocca lascia sete e mette voglia di ribere, divertente da abbinare a carni salsate e importanti.

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Madonna delle Grazie 2017 Brunello di Montalcino Il Marroneto

Il Madonna delle Grazie di Alessandro Mori è ormai un fuoriclasse di livello assoluto non solo per sangiovese e Montalcino ma per il mondo in genere e che ormai riesce a ripetersi su livelli elevatissimi praticamente ogni anno anche in annate come la 2017 ostiche e complicate per chiunque cerchi eleganza e nitidezza. Il versante nord lo tiene a riparo da eccessi calorici ma in realtà serve mano ferma e lucidità in cantina per non perdere di vista la finezza in annate come questa.

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Caravanserraglio “Non gettare le plastica nell’oceano” Cortona DOC syrah 2016

La seconda uscita della syrah, anzi, del syrah (al maschile) di Sebastiano Pieroni e il suo Caravanserraglio mostra muscoli e intensità senza dimenticarsi la piacevolezza di beva e ricercatezza formale. Nasce in acciaio e tanta bottiglia e con una doppia vendemmi con una parte di uve portate a maggior maturazione e concentrazione ma la scelta di lasciare un filo di volatile compensa il rischio di un vino troppo ricco. Il risultato è un vino affascinante speziato pepato quanto deve essere un syrah in queste zone ma senza i suoi eccessi.

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